In una breve presentazione
storica del chassidismo si può indicare l'anno
1648 come punto di partenza. Questo fu un anno drammatico segnato
da
massacri e orrori, un anno di sangue, nella storia ebraica. Fu
proprio in
quell'anno che iniziò la rivolta dei Cosacchi, che, agli
ordini di Bogan
Shmielnitski, si lanciano barbaramente contro i Polacchi e gli
Ebrei. Le
orde cosacche e tartare partendo dall'Ucraina e saccheggiando
i territori
polacchi, lasciarono dietro di loro solo morte e desolazione.
Centinaia di
comunità ebraiche vennero sistematicamente sterminate,
in un crescendo di
orrori senza precedenti. I massacri e le atrocità continuarono
per diversi
anni, senza che il regno polacco fosse capace di mettervi fine.
Solamente
al termine di duri combattimenti i ribelli vennero sconfitti
e respinti
verso le loro steppe d'origine. Finalmente ci fu un periodo di
tranquillità per gli ebrei di Polonia, che erano stati
tra le prime
vittime delle violenze.
Le persecuzioni subite in quei tempi portarono ad un impoverimento
generale degli Ebrei di Polonia e di tutte le strutture comunitarie
che
risalivano a periodi più floridi.
La conoscenza e la cultura hanno sempre giocato un ruolo molto
importante
nella vita ebraica. Erano sentite come ambizioni nobili e degne
di
rispetto nei valori della società ebraica tradizionale
sono sempre state
maggiormente stimate delle ricchezze materiali. Tuttavia
nel periodo che precedette la nascita del chassidismo, il corso
degli
eventi venne profondamente sconvolto. Di fatto la gravità
delle prove
subite e l'impoverimento generale che ne conseguì anche
nelle strutture
comunitarie tradizionali, fece sì che anche le istituzioni
esistenti
fossero nell'impossibilità di assicurare un'educazione
gratuita a tutti.
Questa evoluzione negativa dei fatti portò a conseguenze
letteralmente
drammatiche. L'enorme maggioranza della comunità ebraica
cessò di ricevere
la minima formazione intellettuale, che diventò appannaggio
di un'élite
capace di permettersi il costo degli studi.
A seguito delle tragedie della seconda metà del XVII secolo,
riapparirono
le antiche separazioni ed si creò un baratro tra gli eruditi
e gli
ingnoranti. Quale che sia l'ottica adottata, economica, culturale
o
sociale, la vita ebraica in queste provincie della Polonia raggiunse
un
grado di disperazione e di miseria incalcolabile e mai
conosciuto prima a cui nulla potevano le scuole rabbiniche legati
ad una istruzione accademica ed a una mentalità legalistica
della torah.
Le comunità si sentirono perse man mano che i problemi
si ingigantivano e tutti speravano nell'apparizione di una guida
spirituale che sappesse mostrare il cammino e ricostruire quello
che era
stato distrutto e che potesse portare la luce della torah ai
poveri: in questo contesto il Baal Shem Tov (l'iniziatore del
Chassidismo) intraprenderà il suo cammino. Nello stesso
periodo, dopo il decesso del suo maestro, Rabbi Dov Ber, il Rabbi
Chnéour Zalnan venne acclamato alla direzione del movimento
chassidico. A capo dell'opposizione c'era il famosissimo Gaon
di Wilno, Rabbi Eliahou (1720-1797), conosciuto tanto per la
sua cultura, che per la sua nobiltà d'animo. Nel 1798
il movimento chassidico affrontò la sua maggiore crisi,
nel momento in cui Rabbi Chnéour Zalman venne denunciato
allo zar, dagli oppositori, come un pericoloso ribelle; denuncia
che venne ripetuta nel 1800. Senza
prolungarsi negli avvenimenti della storia, è sufficiente
sottolineare che
dopo il riconoscimento dell'innocenza del Rabbi Chnéour
Zalman e di
conseguenza del suo movimento, da parte del governo russo, l'opposizione
rinunciò definitivamente a qualsiasi azione contro il
chassidismo.
Ma la storia del chassidismo, anche se qui brevemente riassunta,
non è
solamente quella di una lunga resistenza ad una opposizione tenace
e certa
dei propri diritti. E' anche la storia di un meticoloso lavoro
di gruppo
dei discepoli che si strinsero attorno al Baal Shem Tov in un
primo tempo
e poi al suo successore, il Rabbi Dov Ber di Mézéritch.
Un versetto
biblico descrive bene tale processo: "un fiume sgorgava
dall'Eden per
irrigare il giardino, e da lì si divideva in quattro rami".
Per "l'Eden"
cioè la sorgente e l'origine delle cose si intende il
Baal Shem Tov; "il
fiume" che ne discende sta per il Rabbi Dov Ber di Mézéritch;
"il
giardino" tutto ciò che beneficia dell'acqua vivificante
è Rabbi Elimélèh
di Lizensk e i "quattro rami" che ne sono ulteriormente
discesi sono Rabbi
Menachem Mendel di Rimanov, Rabbi Israel di Koznitz, Rabbi Meir
di Apta e
Rabbi Yacov Itsak "il Veggente di Lublin". Fra queste
prime generazioni di
chassidim bisogna ricordare anche: Rabbi Nahman di Bratslav,
Rabbi Lévi
Itsak di Berditchev, Rabbi Ménahem Mendel di Kotsk e Rabbi
Chnéour Zalman
di Liady.
In un primo periodo, sotto la direzione del Baal Shem Tov e poi
di Rabbi
Dov Ber di Mézéritch, il chassidismo restò
un movimento unitario in cui
ogni discepolo apportava la ricchezza della propria personalità
all'opera
comune. Ci furono comunque anche dei discepoli che affermavano
di non
essere degni neanche di "allacciare le scarpe ai loro maestri"
ed altri
invece che avevano una cultura ed un'erudizione tale da essere
riconosciute dall'intero mondo rabbinico dell'epoca. Ciò
dimostra che a
quel tempo confluivano nel mondo chassidico sia persone spinte
dall'entusiasmo e dal sentimento che dalla ragione e ognuno vi
trovava il
suo spazio, il suo compito, la sua dimensione.
Si racconta che, quando morì il Baal Shem Tov fu naturalmente
suo figlio,
Rabbi Barouch, a succedergli, ma, meno di un anno dopo, questi
rinunciò
alla sua funzione di guida a favore di Rabbi Dov Bèr.
Rabbi Barouch spiegò
la sua decisione dicendo che era dovuta ad una richiesta del
padre, il
Baal shem Tov. Di fatto fu l'ultimo ad organizzare il movimento,
alla sua
morte i suoi discepoli scelsero di non rimanere uniti alla guida
di un
unico maestro. Pertanto, dopo aver eletto un capo, Rabbi Chéour
Zalman,
ritennero più opportuno dividersi onde diffondere in modo
più capillare lo
chassidismo, incaricandosi ognuno della sua diffusione in un
certo
territorio dove ognuno avrebbe operato secondo la propria personalità.
La maggioranza dalla popolazione ebraica viveva in quel periodo
in Polonia
e in Russia ed è quindi verso questi due mondi che si
diressero gli
sforzi degli chassidim. La Russia in particolare era vista come
la
roccaforte dell'opposizione, infatti lì erano le più
grandi scuole
talmudiche. Venne inviato in Russia Rabbi Chnéour Zalman,
il più colto fra
tutti i discepoli, quello di cui gli altri dicevano: "pur
avendo mangiato
tutti dallo stesso piatto, lui ha avuto la pietanza migliore".
Ogni
chassidim dunque andò a fondare la propria scuola. La
funzione di guida
spirituale divenne quasi ereditaria e si crearono delle vere
e proprie
dinastie; nondimeno l'idea originaria venne mantenuta. La figura
della
guida spirituale, il Rabbi, era necessaria sia per mostrare le
intenzioni
di D-o che per indicare il cammino e la via da seguire per elevarsi
gradualmente verso di Lui. Ognuno di questi Rabbi si stabilì
in una città
il cui nome rimarrà collegato al gruppo di seguaci che
vi si formò. Così
troveremo degli chassidim di Satmar, di Gour, di Vichnitz, di
Belz o di
Loubavitch, che, pur lontani dalle loro terre d'origine e privati
dagli
avvenimenti storici di tutto quello che avevano, hanno saputo
continuare a
vivere come prima, come se vivessero in un mondo di solo spirito,
irraggiungibile da qualsiasi fatto contingente.
Col passare del tempo si attenuò l'aspetto scandalistico
della novità
inerente il chassidismo . Gli oppositori cominciarono a comprendere
che i
loro sospetti erano senza fondamento e che la loro ostilità
era
ingiustificata. In tempi relativamente brevi stava arrivando
il momento
della rappacificazione.
Dal 1808 cominciarono le prime iniziative comuni, intraprese
concordemente
dai dirigenti degli chassidim con quelli dei mitnagdim, come
per esempio
un'edizione del Talmud approvata a Kopoust da entrambi, approvazione
che
sarebbe stata impensabile solamente dieci anni prima. Finalmente
si era
giunti alla riconciliazione. Gli chassidim erano di nuovo accettati
come
membri a pieno titolo e parte integrante della comunità
ebraica, e il loro
movimento come un elemento indissociabile dell'ebraismo tradizionale.
Ben
presto il chassidismo assunse il ruolo di rappresentante dell'ebraismo
religioso e tradizionale. E' pur vero che i tempi cambiano e
che dalla
fine del XVIII secolo e soprattutto durante il XIX secolo gli
chassidim si
trovarono a sostenere i violenti attacchi dell'Haskalah, la corrente
illuminista ebraica, che nel suo desiderio di apertura al mondo,
di
riconoscimento sociale, di crescita culturale e di "degiudaizzazione"
non
esitò a ricorrere all'aiuto dello Zar per costringere
gli ebrei ad
uniformarsi alle loro idee. Il chassidismo intraprese una nuova
battaglia
e paradossalmente divenne il difensore della tradizione.
La storia del movimento chassidico e la sua posizione nel mondo
ebraico
cambiarono radicalmente nello spazio di poche generazioni. Da
una
posizione di supposta eresia passò a gestire la tradizione
sino ad
assumere il ruolo di difensore della tradizione stessa, divenendo
un
fenomeno unico nella storia ebraica.
Oggi il chassidismo è portatore dello stesso messaggio,
combinando
l'apertura al mondo e il rifiuto delle attitudini sclerotizzate
che lo
hanno caratterizzato sin dalla sua fondazione. Senza dubbio è
questo che
ne ha fatto un elemento motore di molte comunità ebraiche
in Israele e
nella diaspora, desiderose di trovare una chiave di lettura degli
avvenimenti di questo secolo, presentendo un senso della storia.
Il
chassidismo, che ha una lunga tradizione di lotta per le idee,
propone un
messaggio immutato nel tempo.
elaborato da materiale disponibile
sul sito www.torah.it |