...andiamo in Galilea

  sul monte delle Indicazioni

 

INDICE
Diario di viaggio
Lunedì 20
-partenza da Ciampino
-Arrivo a Tel Aviv
-Gerusalemme: hotel Mevo
Martedì 21
-Gerusalemme: hotel Prima Kings
-Gerusalemme: Porta di Jaffa, Torre di Davide, Santo Sepolcro
Mercoledì 22
-Abbazia del buon Ladrone
-Gerusalemme:la città dal monte degli ulivi, Muro occidentale
Giovedì 23
-Bethlehem
-Gerusalemme: in attesa di trasferirsi in Galilea
Venerdì 24
-trasferimento in Galilea: deserto di Giuda, mar Morto, valle del Giordano, lago di Tiberiade
-salita al Monte, Eucarestia con il papa, incontro con Kiko
-Tiberiade: hotel Caeser
Sabato 25
-da Tiberiade: traversata del mare di Genezareth
-barca di Pietro, Bet She'an capitale della decapoli
Domenica 26
-Eucarestia sulle rive del mare di Galilea
-Nazareth: la casa di Maria, luogo della Incarnazione
Lunedì 27
-partenza per l'aeroporto di Tel Aviv
-arrivo a Roma
Speciale
Webcam:
dal vivo il Muro occidentale!
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Breve storia del Chassidismo

In una breve presentazione storica del chassidismo si può indicare l'anno
1648 come punto di partenza. Questo fu un anno drammatico segnato da
massacri e orrori, un anno di sangue, nella storia ebraica. Fu proprio in
quell'anno che iniziò la rivolta dei Cosacchi, che, agli ordini di Bogan
Shmielnitski, si lanciano barbaramente contro i Polacchi e gli Ebrei. Le
orde cosacche e tartare partendo dall'Ucraina e saccheggiando i territori
polacchi, lasciarono dietro di loro solo morte e desolazione. Centinaia di
comunità ebraiche vennero sistematicamente sterminate, in un crescendo di
orrori senza precedenti. I massacri e le atrocità continuarono per diversi
anni, senza che il regno polacco fosse capace di mettervi fine. Solamente
al termine di duri combattimenti i ribelli vennero sconfitti e respinti
verso le loro steppe d'origine. Finalmente ci fu un periodo di
tranquillità per gli ebrei di Polonia, che erano stati tra le prime
vittime delle violenze.
Le persecuzioni subite in quei tempi portarono ad un impoverimento
generale degli Ebrei di Polonia e di tutte le strutture comunitarie che
risalivano a periodi più floridi.
La conoscenza e la cultura hanno sempre giocato un ruolo molto importante
nella vita ebraica. Erano sentite come ambizioni nobili e degne di
rispetto nei valori della società ebraica tradizionale sono sempre state
maggiormente stimate delle ricchezze materiali. Tuttavia
nel periodo che precedette la nascita del chassidismo, il corso degli
eventi venne profondamente sconvolto. Di fatto la gravità delle prove
subite e l'impoverimento generale che ne conseguì anche nelle strutture
comunitarie tradizionali, fece sì che anche le istituzioni esistenti
fossero nell'impossibilità di assicurare un'educazione gratuita a tutti.
Questa evoluzione negativa dei fatti portò a conseguenze letteralmente
drammatiche. L'enorme maggioranza della comunità ebraica cessò di ricevere
la minima formazione intellettuale, che diventò appannaggio di un'élite
capace di permettersi il costo degli studi.
A seguito delle tragedie della seconda metà del XVII secolo, riapparirono
le antiche separazioni ed si creò un baratro tra gli eruditi e gli
ingnoranti. Quale che sia l'ottica adottata, economica, culturale o
sociale, la vita ebraica in queste provincie della Polonia raggiunse un
grado di disperazione e di miseria incalcolabile e mai
conosciuto prima a cui nulla potevano le scuole rabbiniche legati ad una istruzione accademica ed a una mentalità legalistica della torah.
Le comunità si sentirono perse man mano che i problemi
si ingigantivano e tutti speravano nell'apparizione di una guida
spirituale che sappesse mostrare il cammino e ricostruire quello che era
stato distrutto e che potesse portare la luce della torah ai poveri: in questo contesto il Baal Shem Tov (l'iniziatore del Chassidismo) intraprenderà il suo cammino. Nello stesso periodo, dopo il decesso del suo maestro, Rabbi Dov Ber, il Rabbi Chnéour Zalnan venne acclamato alla direzione del movimento chassidico. A capo dell'opposizione c'era il famosissimo Gaon di Wilno, Rabbi Eliahou (1720-1797), conosciuto tanto per la sua cultura, che per la sua nobiltà d'animo. Nel 1798 il movimento chassidico affrontò la sua maggiore crisi, nel momento in cui Rabbi Chnéour Zalman venne denunciato allo zar, dagli oppositori, come un pericoloso ribelle; denuncia che venne ripetuta nel 1800. Senza
prolungarsi negli avvenimenti della storia, è sufficiente sottolineare che
dopo il riconoscimento dell'innocenza del Rabbi Chnéour Zalman e di
conseguenza del suo movimento, da parte del governo russo, l'opposizione
rinunciò definitivamente a qualsiasi azione contro il chassidismo.
Ma la storia del chassidismo, anche se qui brevemente riassunta, non è
solamente quella di una lunga resistenza ad una opposizione tenace e certa
dei propri diritti. E' anche la storia di un meticoloso lavoro di gruppo
dei discepoli che si strinsero attorno al Baal Shem Tov in un primo tempo
e poi al suo successore, il Rabbi Dov Ber di Mézéritch. Un versetto
biblico descrive bene tale processo: "un fiume sgorgava dall'Eden per
irrigare il giardino, e da lì si divideva in quattro rami". Per "l'Eden"
cioè la sorgente e l'origine delle cose si intende il Baal Shem Tov; "il
fiume" che ne discende sta per il Rabbi Dov Ber di Mézéritch; "il
giardino" tutto ciò che beneficia dell'acqua vivificante è Rabbi Elimélèh
di Lizensk e i "quattro rami" che ne sono ulteriormente discesi sono Rabbi
Menachem Mendel di Rimanov, Rabbi Israel di Koznitz, Rabbi Meir di Apta e
Rabbi Yacov Itsak "il Veggente di Lublin". Fra queste prime generazioni di
chassidim bisogna ricordare anche: Rabbi Nahman di Bratslav, Rabbi Lévi
Itsak di Berditchev, Rabbi Ménahem Mendel di Kotsk e Rabbi Chnéour Zalman
di Liady.
In un primo periodo, sotto la direzione del Baal Shem Tov e poi di Rabbi
Dov Ber di Mézéritch, il chassidismo restò un movimento unitario in cui
ogni discepolo apportava la ricchezza della propria personalità all'opera
comune. Ci furono comunque anche dei discepoli che affermavano di non
essere degni neanche di "allacciare le scarpe ai loro maestri" ed altri
invece che avevano una cultura ed un'erudizione tale da essere
riconosciute dall'intero mondo rabbinico dell'epoca. Ciò dimostra che a
quel tempo confluivano nel mondo chassidico sia persone spinte
dall'entusiasmo e dal sentimento che dalla ragione e ognuno vi trovava il
suo spazio, il suo compito, la sua dimensione.
Si racconta che, quando morì il Baal Shem Tov fu naturalmente suo figlio,
Rabbi Barouch, a succedergli, ma, meno di un anno dopo, questi rinunciò
alla sua funzione di guida a favore di Rabbi Dov Bèr. Rabbi Barouch spiegò
la sua decisione dicendo che era dovuta ad una richiesta del padre, il
Baal shem Tov. Di fatto fu l'ultimo ad organizzare il movimento, alla sua
morte i suoi discepoli scelsero di non rimanere uniti alla guida di un
unico maestro. Pertanto, dopo aver eletto un capo, Rabbi Chéour Zalman,
ritennero più opportuno dividersi onde diffondere in modo più capillare lo
chassidismo, incaricandosi ognuno della sua diffusione in un certo
territorio dove ognuno avrebbe operato secondo la propria personalità.
La maggioranza dalla popolazione ebraica viveva in quel periodo in Polonia
e in Russia ed è quindi verso questi due mondi che si diressero gli
sforzi degli chassidim. La Russia in particolare era vista come la
roccaforte dell'opposizione, infatti lì erano le più grandi scuole
talmudiche. Venne inviato in Russia Rabbi Chnéour Zalman, il più colto fra
tutti i discepoli, quello di cui gli altri dicevano: "pur avendo mangiato
tutti dallo stesso piatto, lui ha avuto la pietanza migliore". Ogni
chassidim dunque andò a fondare la propria scuola. La funzione di guida
spirituale divenne quasi ereditaria e si crearono delle vere e proprie
dinastie; nondimeno l'idea originaria venne mantenuta. La figura della
guida spirituale, il Rabbi, era necessaria sia per mostrare le intenzioni
di D-o che per indicare il cammino e la via da seguire per elevarsi
gradualmente verso di Lui. Ognuno di questi Rabbi si stabilì in una città
il cui nome rimarrà collegato al gruppo di seguaci che vi si formò. Così
troveremo degli chassidim di Satmar, di Gour, di Vichnitz, di Belz o di
Loubavitch, che, pur lontani dalle loro terre d'origine e privati dagli
avvenimenti storici di tutto quello che avevano, hanno saputo continuare a
vivere come prima, come se vivessero in un mondo di solo spirito,
irraggiungibile da qualsiasi fatto contingente.
Col passare del tempo si attenuò l'aspetto scandalistico della novità
inerente il chassidismo . Gli oppositori cominciarono a comprendere che i
loro sospetti erano senza fondamento e che la loro ostilità era
ingiustificata. In tempi relativamente brevi stava arrivando il momento
della rappacificazione.
Dal 1808 cominciarono le prime iniziative comuni, intraprese concordemente
dai dirigenti degli chassidim con quelli dei mitnagdim, come per esempio
un'edizione del Talmud approvata a Kopoust da entrambi, approvazione che
sarebbe stata impensabile solamente dieci anni prima. Finalmente si era
giunti alla riconciliazione. Gli chassidim erano di nuovo accettati come
membri a pieno titolo e parte integrante della comunità ebraica, e il loro
movimento come un elemento indissociabile dell'ebraismo tradizionale. Ben
presto il chassidismo assunse il ruolo di rappresentante dell'ebraismo
religioso e tradizionale. E' pur vero che i tempi cambiano e che dalla
fine del XVIII secolo e soprattutto durante il XIX secolo gli chassidim si
trovarono a sostenere i violenti attacchi dell'Haskalah, la corrente
illuminista ebraica, che nel suo desiderio di apertura al mondo, di
riconoscimento sociale, di crescita culturale e di "degiudaizzazione" non
esitò a ricorrere all'aiuto dello Zar per costringere gli ebrei ad
uniformarsi alle loro idee. Il chassidismo intraprese una nuova battaglia
e paradossalmente divenne il difensore della tradizione.
La storia del movimento chassidico e la sua posizione nel mondo ebraico
cambiarono radicalmente nello spazio di poche generazioni. Da una
posizione di supposta eresia passò a gestire la tradizione sino ad
assumere il ruolo di difensore della tradizione stessa, divenendo un
fenomeno unico nella storia ebraica.
Oggi il chassidismo è portatore dello stesso messaggio, combinando
l'apertura al mondo e il rifiuto delle attitudini sclerotizzate che lo
hanno caratterizzato sin dalla sua fondazione. Senza dubbio è questo che
ne ha fatto un elemento motore di molte comunità ebraiche in Israele e
nella diaspora, desiderose di trovare una chiave di lettura degli
avvenimenti di questo secolo, presentendo un senso della storia. Il
chassidismo, che ha una lunga tradizione di lotta per le idee, propone un
messaggio immutato nel tempo.

elaborato da materiale disponibile sul sito www.torah.it