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Giu' Nella Mischia: Gli Anni '80


I testi del nuovo LP SAVED sono piu' rivolti alla compassione e all'amore del prossimo, rispetto al disco precedente.
Qui Dylan esplora il Gospel-Rock con ottimi risultati.
Musicalmente e' uno dei dischi piu' belli, ma i critici non la pensano cosi'.

Il pubblico neanche. La pubblicazione di un disco "live", dai concerti di quel periodo, viene abbandonata a causa delle scarse vendite.
Nel dicembre del 1980 la visione integralista di Dylan si ammorbidisce, e alcuni classici entrano in scaletta.
Con questo tipo di spettacolo, Dylan giunge in Europa nel giugno del 1981.
E' accolto ancora molto bene e pubblica in quei giorni, uno dei suoi dischi piu' sottovalutati: SHOT OF LOVE.
Questo disco viene considerato il terzo della "trilogia religiosa".
Mi permetto di dissentire. E' un disco secolare a tutti gli effetti.
Una perla assoluta, EVERY GRAIN OF SAND chiude l'album.
Dylan conclude il "tour evangelico", negli USA nell'autunno.
Ancora una volta la critica americana, stronca questi show, e per la prima volta in 4 anni Dylan si concede una pausa.

"Quando faccio qualcosa, mi ci calo fino in fondo".
Cosi' Dylan si esprime riguardo al "periodo Cristiano".
Nel triennio '79-'81 come abbiamo visto, Dylan, canto', parlo' predico', di niente altro se non di Cristo e della salvezza Divina.
Combatte' con il pubblico ostile, fece veri e propri sermoni ai concerti, si immerse completamente in un mondo spirituale, e non certo per motivi speculativi. Il periodo "born again", coincide con un calo netto nelle vendite.

Quando nel 1983 usci' INFIDELS tutto questo sembrava non essere mai esistito.

Anzi, una canzone del LP "Neighborhood Bully" era chiaramente dedicata a Israele.
Dylan era di nuovo ebreo?
Da parte sua, defini' gli anni precedenti, come un periodo concluso, una grande esperienza senza dubbio, ma "...del resto anche Gesu', aveva predicato per tre anni...". L'arroganza di questa affermazione e' pari solo alla sua ignoranza.

Ma del resto Dylan e' questo. Una persona che non ha certo paura di fare brutte figure.
INFIDELS resta uno dei dischi migliori degli anni ottanta, poveri in realta' di grandi prove discografiche del nostro.
Mark Knopfler torna alla produzione, e il risultato e' senza dubbio piacevole.

Nelle sessions verranno registrate una grande quantita' di canzoni, fra le quali BLIND WILLIE McTELL, che considerata un vero capolavoro, vedra' la luce solo nel 1991.
Nel 1984 inizia da Verona, il 28 maggio per l'esattezza, una nuova tournee europea. Questa volta i critici hanno ragione di essere insoddisfatti: dopo poche ore di prove, con una band approssimativa e confusionaria, il risultato e' deludente. Nel corso del tour, le cose migliorano, ma resta uno degli spettacoli meno esaltanti della carriera di Dylan.
Per la cronaca esegue solo un paio di brani del periodo "religioso" e con parte dei testi riscritta.
Il disco che ne viene tratto, REAL LIVE, e' ancora piu' opaco e decisamente non tocca il cuore di nessuno.
Il tour si conclude in Inghilterra e neanche un mese dopo Dylan e' ancora in studio di registrazione.
Nel 1985 Dylan ritorna alla ribalta.
Questo e' un anno veramente importante: vengono pubblicati EMPIRE BURLESQUE il suo nuovo, discreto album in studio, e BIOGRAPH, una raccolta di ben 5 LP, che fra l'altro risultera' vendutissima; Dylan partecipa al progetto USA for Africa e al conseguente LIVE AID, che ha l'onore di chiudere, e dove davanti a un miliardo di telespettatori, lancia l'idea per il Farm Aid in aiuto dei contadini americani.
Proprio in occasione del Farm Aid, Dylan decide di farsi accompagnare da Tom Petty & the Heartbreakers. Si trovano talmente bene insieme, che l'anno dopo decidono di andare in tour, prima nell'estremo oriente e poi negli States.
Dai primi concerti viene tratta una videocassetta chiamata HARD TO HANDLE.

Da questo momento in poi Dylan andra in tour tutti gli anni a venire.
I concerti con Tom Petty, che nella prima parte dell'anno erano decisamente buoni, divengono molto meno apprezzabili nel braccio americano della tournee.

Dylan sforza la voce, stona piu' volte. Il suo atteggiamento sul palco e' arrogante e sprezzante.
Forse il giocattolo si sta rompendo.
Dylan trova il tempo per tornare ancora in studio: KNOCKED OUT LOADED, il disco che mette insieme, e' fra i peggiori di sempre. Solo BROWNSVILLE GIRL, una ballata di oltre 10 minuti, lo salva dall'anonimato.
E' proprio il momento per recitare una parte in un film.
HEARTS OF FIRE e' stato definito il peggior film rock della storia.
Dylan interpreta il ruolo di un certo Billy Parker, una vecchia rock star-allevatore di galline, che cerca di conquistare la bella (?) Fiona, una antipatica emergente stellina, ma che deve contendersi con Rupert Everett, bel (???) tenebroso, schizzato e paranoico cantante di successo.
Con un finale che ha pochi rivali in banalita', e' veramente un mistero PERCHE' Dylan abbia accettato di girare questo film. Una porcheria.
Ancora peggio la colonna sonora, a parte una bella cover di THE USUAL di Hiatt.
 

Nel luglio del 1987, Dylan si unisce ai Grateful Dead per un mini-tour di sei concerti.
Vengono eseguite per lo piu' canzoni mai suonate dal vivo, molte delle quali volute proprio dai Dead.
Questi concerti saranno fondamentali per la futura carriera di Dylan.
"Prima del tour con i Grateful Dead" dice Dylan, "andavo in tournee ogni due, tre anni. Poi ho capito che non era piu' sufficiente."
Ed e' un Dylan trasformato, quello che giunge in Europa alla fine dell'estate del 1987. Una scaletta dinamica (nei primi tre concerti Dylan esegue quasi 50 canzoni diverse), arrangiamenti piu' convincenti rispetto all'anno precedente.

Dylan e' in gran forma, per risparmiare la voce, riduce la durata degli show a poco piu' di settanta minuti. Questa, purtroppo, e' l'unica cosa che noteranno molto critici.
Ma sono concerti vivi, originali e ben eseguiti.
I problemi vengono dallo studio di registrazione; il 1988 ci consegna il disco piu' brutto di Dylan: DOWN IN THE GROOVE. Un accozzaglia di brani originali, fra cui solo SILVIO si salva, e di cover insignificanti.
RANK STRANGERS TO ME e decisamente bella, tutto il resto decisamente no.
Incredibilmente poco per Bob Dylan.

Stranamente proprio quell'anno, Dylan ottiene uno dei suoi maggiori successi commerciali, anche se non da solo; TRAVELING WILBURYS VOL. 1, e' il titolo che viene dato al primo lavoro, di questo, neanche tanto, fantomatico gruppo.
George Harrison, Tom Petty, Jeff Lynn, Roy Orbison, raggiungono Dylan nella sua casa di Malibu e registrano un divertissement, ironico e piacevole, che conquista la vetta delle classifiche.
Quando dopo la scomparsa do Orbison, i quattro superstiti nel 1990, cercheranno di bissarne il successo con VOLUME 3, le cose non riusciranno altrettanto bene.
 

Dopo aver registrato il disco con i vecchi amici, Dylan inizia un tour che a tutt'oggi lo vede calcare i palcoscenici di tutto il mondo.
Con una band di tre soli elementi, Dylan ripercorre il suo vasto repertorio, impreziosendolo con cover di brani tradizionali, con arrangiamenti nervosi e grintosi.
I concerti sono un vero successo, e anche la critica americana ne tesse le lodi.
Il piccolo combo, si dimostra un perfetto strumento nelle mani di Dylan, che l'anno dopo ne ripropone la formula anche in Europa. Nell'ultimo anno della decade, Dylan mette a segno il grande colpo: pubblica OH MERCY, il miglior album in studio dai tempi di BLOOD ON THE TRACKS. Con la produzione di Daniel Lanois, mette insieme un disco di grandi canzoni, che sinceramente sembrava troppo sperare. MOST OF THE TIME, MAN IN THE LONG BLACK COAT, RING THEM BELLS, non sfigurerebbero in nessun album del periodo d'oro. Il pubblico purtroppo, non la pensera' cosi', e Oh Mercy non sara' un successo di vendite. Nonostante cio', o a maggior ragione, rimane un vero capolavoro.


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