Fuori schema
 
Pinna e il Meridione, Pinna fotografo della realtà; sono le formule classificatorie, senz'altro legittime e veritiere, che ricorrono maggiormente nei discorsi di quanti si sono occupati del sardo. Ma Pinna non si è limitato a considerare solo gli aspetti documentali dell'immagine fotografica, dimostrando anzi importanti interessi tecnici e formali che si sono accentuati soprattutto dai tardi anni Cinquanta in poi. Pinna, per esempio, è stato tra i primissimi fotoreporter italiani specializzatosi nell'uso delle pellicole a colori, già impiegate nella sua prima trasferta all'estero (agosto 1953). Le propensioni innovative di Pinna sono ancora meglio denunciate dall'adozione di un formato assai desueto come il panoramico, utilizzato tra il 1962 e il 1971, per il quale egli va certamente ritenuto il maggior specialista nazionale.
 
fotografie
É poco conosciuta nella sua interezza, malgrado sia stata coltivata con costante regolarità, anche la produzione ritrattistica di Pinna. Se nei soggetti ripresi all'interno dei servizi a sfondo etnologico Pinna non disgiunge la sensibilità introspettiva dalla volontà di individuare il contesto biografico e culturale nel quale essi si situano, altrove il fotografo preferisce immagini dove tratti fisiognomici, gesti e oggetti contribuiscono pariteticamente alla connotazione psicologica degli effigiati.  
 
 
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