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Questo sito non e' completo in tutti i suoi link ai vari contributi, risorse e progetti. Questo perche' e' stato oscurato dall'assessore alle Reti civiche del Comune di Roma. Diffondete e mirrorate .

This web-site is not complete in all its pages. It was on the city server of Rome and it was obscured by the city council member responsible of Civic networks. Read the press release and diffond as much as possible.


 

Di seguito il comunicato stampa che chiarisce il motivo dell'oscuramento:

COMUNICATO STAMPA

 L'assessore alle Reti civiche ha chiuso la rete civica.

L'assessore alle Reti civiche Mariella Gramaglia ha chiuso d'autorita' e senza preavviso tutti gli spazi internet che negli ultimi anni aveva fornito ai cittadini ed alle associazioni all'interno dei Progetti sperimentali.

Abbiamo avuto adesso il caso di Isole Nella Rete: sequestro del server e conseguente blocco dell'attivita' di numerose associazioni senza fini di lucro. Nonostante due intepellanze parlamentari e l'unanime giudizio dei cittadini della rete circa la 'stupidita'' dell'atto, ancora una volta per censurare una sola pagina web (operazione di per se deprecabile) viene chiuso un intero sito comprendente anche informazioni che nulla hanno a che vedere con la pagina in questione.

L'atto sconsiderato danneggia il lavoro di tutte le persone ed i gruppi che gratuitamente hanno prestato la loro opera e che sono stati il motore reale della rete civica.

Non si puo' infatti non notare che l'assessore con questo atto ha semplicemente distrutto la rete civica. I progetti sperimentali erano infatti la parte di maggior successo della rete civica romana, l'unico punto di espressione libera delle associazioni e dei cittadini romani.

Attualmente dopo l'atto sconsiderato dell'assessore rimane solo il sito web istituzionale del Comune di Roma. Mariella Gramaglia non sembra comprendere che un sito istituzionale non e' una rete civica.

Il motivo dell'atto e' poi risibile: don Fortunato Noto che ad Avola (Siracusa) ha aperto l'associazione Telefono Arcobaleno (0931/82.38.16) impegnata con metodi talvolata preoccupanti (roghi di libri, campagne stampa contro produttori di giocattoli e trasmissioni televisive) nella battaglia alla pedofilia, generando pero' piu' spesso isterismo che pacata attenzione, ha deciso di presentare denuncia nei confronti del comune per una pagina presente sul server. La pagina 'incriminata' e' la citazione di un brano letterario pubblicato su una rivista a distribuzione nazionale e acquistabile in tutte le librerie. Sarebbe come dire che andrebbero censurati tutti i testi di critica letteraria che citano opere 'sconvenienti'. La citazione e' all'interno del progetto 'Femminile nella fantascienza: modelli d i scrittura' che e' anche una tesi di laurea discussa con successo alla Facolta' di Lettere di Roma'.

La pagina era all'interno di uno dei progetti attivi di FRD (Foro Fomano Digitale) area a disposizione degli artisti e dei brain workers, dotata di un ampia rete di rapporti internazionali.

L'oscuramento della pagina in oggetto, vista la debolezza della denuncia, sarebbe stato di per se un atto deprecabile, tuttavia ci lascia costernati la chiusura completa di FRD e dell'intera rete civica senza preavviso alcuno. E' stato disprezzato il lavoro di decine di associazioni e cittadini (compresa un'associazione dell'arma dei carabinieri e i vigili del fuoco) e gli impegni presi dall'assessorato sono stato traditi. Da cio' si deduce il comportamento inaffidabile del Comune di Roma che prima offre spazi di libera espressione ai suoi cittadini e poi senza preavviso li toglie.

Basta saperlo.

Riassumendo:

Chiediamo pertanto l'immediata riapertura di tutti i servizi della rete civica romana e un incontro tra le associazioni e i cittadini che partecipano al progetto della Rete Civica Romana con l'assessore Gramaglia ed una serena, ma seria valutanzione delle competenze necessarie al funzionamento dell'assessorato.

I partecipanti al progetto Foro Romano Digitale

Associazione culturale Edu.Co.
Associazione culturale Matrix
Simultaneita'
Associazione Culturale IperAudio
J.W.L Aardekooper
sciattoproduzie
Luther Blisset
Associazione culturale VirtualMondo
Complesso per/forma
Associazione culturale Oikos


 

 The city council member responsible of Civic networks has closed the
 Civic network in Rome.

Mariella Gramaglia, responsible of Civic networks, closed by authority and without warning all internet spaces that had been given in the past years to citizens and associations related to Experimental Projects.

This event took place only a few days after the seizure of the Islands in the Net server which abruptly stopped all activities of many nonprofit associations. In spite of two questions in Parliament and the unanimous judgment of netizens about the 'foolishness' of the action, once again a whole web site (which contained information in no way related to the 'offensive' page) was taken down in order to just censor one page (a deplorable action by itself).

The thoughtless action damages the work of all people and groups who have contributed their time for free and who have been the true force of civic net.

It can not go unnoticed that with this action Mariella Gramaglia simply destroyed the Civic network. Actually, Experimental Projects was the most popular section of the Civic network in Rome, the only spot of free expression for roman associations and citizens.

At the moment, after the thoughtless action, only the institutional web site of the Rome administration remains online. Mrs. Gramaglia does not seem to understand that an institutional site is not a civic network.

Besides, the reason of the action is laughable: priest Don Fortunato Noto, who started an association called Telefono Arcobaleno (Rainbow Telephone) in Avola (Sicily) fighting pedophilia in sometimes worrying ways (books pyre, press campaignes against toys manufactures and tv shows) and producing often more hysteria than quiet care, decided to file a charge against the city administration over a page stored on the server.
The 'indicted' page is a quote of a literary piece published on a nationally distributed magazine purchasable in every bookstore. This is equivalent to censoring literary criticism that quotes 'unseemly' works and closing all libraries and bookstores. The quote is part of a project named 'Feminine and science fiction: writing patterns' , which is also a graduation thesis successfully upholded at the University of Rome 'La Sapienza'.

The web page was part of one of the FRD (Roman Digital Forum) active projects, an area arranged by and for artists and knowledge workers also provided with a wide network of international contacts.

The work of dozens of associations and citizens (included an association of the Carabinieri police force and one related to firemen) has been disregarded and the commitments taken by the councillor department betrayed. From that we infer the unreliable behaviour of the city council, which at first offers free expression spaces to its citizens and then it removes them without warning.

We only need to know that.

Summarizing:

We therefore demand the immediate reopening of all services of the roman civic network and a meeting with Mrs. Gramaglia and all associations and citizens that participate in the network, in order to calmly but seriously evaluate the competencies that are needed to administrate the network.

The participants of Foro Romano Digitale

Associazione culturale Edu.Co.
Associazione culturale Matrix
Simultaneita'
Associazione Culturale IperAudio
J.W.L Aardekooper
sciattoproduzie
Luther Blisset
Associazione culturale VirtualMondo
Complesso per/forma
Associazione culturale Oikos


 

MIRROR ATTIVI


 

RASSEGNA STAMPA


 

 La Censura del Comune di Roma

Arturo di Corinto.

Le politiche della comunicazione si fanno sempre piu` complesse e gli attori di questa scena assumono un ruolo sempre piu` centrale. Le reti civiche con la loro promessa di essere interfaccia fra cittadini e amministratori, rete di saperi e conoscenze, punto di incontro fra lavoro e non-lavoro, ne rappresentano una preziosa estensione. In questo scenario, la rete civica del comune di Roma e` stata e forse tornera` ad essere una delle esperienze piu` avanzate di cooperazione fra cittadini e amministrazioni, sia per le modalita` attraverso cui si e` sviluppata sia per le finalita` che aveva provato a darsi. Ed ha rappresentato uno strordinario canale di comunicazione fra i cittadini e le istituzioni.

Tutto e` cominciato all`incirca tre anni fa. L`amministrazione, col ricambio politico e generazionale che stava vivendo, sotto la pressione delle sfide che la citta` avrebbe incontrato negli anni a venire, cominciava a realizzare l`idea che non era possibile governare una citta` come Roma senza la partecipazione attiva dei cittadini. Dall`altra parte, il mondo dell`attivismo sociale cercava un differente protagonismo nei processi politici piu` ampi, e voleva intervenire direttamente nei processi decsionali che avrebbero portato la citta` al Giubileo, forse alle Olimpiadi e ad altri appuntamenti. Fu allora proposto di costituire uno strumento che rispondesse a queste esigenze. Gli attivisti della telematica di base e gli amministratori decisero di fare un patto per la costituzione di una rete telematica cittadina. L`amministrazione avrebbe fornito le infrastrutture (connessioni internet gratuite), ed i cittadini telematici le competenze, l`hardware e la vastissima rete di connessioni con la societa` civile di cui all`epoca le bulletin board systems romane erano capaci. Le bbs si impegnavano a replicare nelle loro messaggerie elettroniche le conferenze cibernetiche del comune di Roma su handicap, volontariato, trasporti, centri sociali, lavoro etc. etc. Uno scambio contrattato fra tante posizioni e soggettivita` differenti come erano i primi partecipanti all`esperimento -circa 30 bbs condotte da singoli e associazioni-.

Uno scambio quindi che riconosceva implicitamente ed esplicitamente il diritto, il valore, la competenza dei cittadini a partecipare ad un esperimento di Autogoverno della citta`. Processo non facile, ma necessario per confrontarsi efficacemente con le sfide portate dalle nuove economie materiali e culturali portate dalla diffusione delle tecnologie dell`informazione e della comunicazione di cui all`epoca la citta` era uno dei poli nazionali in declino.

Una scelta che vedeva nella condivisione dei problemi e delle soluzioni relativi al rapporto fra tecnologie, lavoro e gestione del territorio, partecipazione e cittadinanza, le espressioni politiche piu` generali dell`apertura di una orizzontalita` inedita fra i soggetti sociali e le esigenze della burocrazia e della politica. L`amministrazione riconosceva che l`accentramento amministrativo e la eccessiva burocratizzazione dei processi gestionali non potevano farvi fronte efficacemente. La struttura decentrata, rizomatica a-gerarchica delle associazioni e delle bbs, si`.

Difficile fu stabilire le regole. Grazie al pressing delle associazioni coinvolte fu stilata una policy d`uso della rete civica che garantiva il diritto alla riservatezza delle comunicazioni per garantire ai cittadini la stessa privacy di cui godono le comuni lettere postali, come pure il diritto all`anonimato, scelta estetica o necessita` per i gruppi raccolti sotto un nome collettivo, che non volevano o non potevano esprimere rappresentanti e gerarchie. Anonimato anche per i cittadini a rischio di partecipazione pubblica, come le vittime di aggressioni o i malati terminali che non vogliono esporre la propria identita`. Insomma non veniva richiesta nessuna identificazione burocratica ed anagrafica ai cittadini, affinche` potessero esprimersi liberamente. Il comune dimostrava di aver capito quale era lo scenario comunicativo che l`avvento della telematica reappresentava, Fu anche garantita assistenza legale del comune in caso di eventuali controversie e un gateway UUCP consentiva inoltre lo scambio di posta internet fra le bbs (la tecnologia povera della telematica fatta a casa), ed Internet (quella che usa i servers delle universita` e delle aziende).

Nel frattempo si sono contate defezioni e sgambetti, incomprensioni e calo fisiologico di interesse, diminuiva il fascino della comunicazione uno a uno delle bbs e trionfava il modello Internet mentre infuriava la battaglia contro la Tassazione Urbana a Tempo (TUT). Si apriva cosi` ai cittadini l`uso degli spazi web del comune il cui libero uso si basava su un rapprto fiduciario fra cittadini e una amministrazione che ricambiava l`impegno degli attivisti per l`opera di diffusione dell`esperimento di "democrazia elettronica" e per il loro apprezzabilissimo lavoro di alfabetizzazione telematica presso centri sociali e biblioteche comunali.

Altri progetti e proposte erano tuttavia in corso. Creare all`interno della rete civica e sugli spazi comunali delle banche del software cui attingere per attivita` ricreative e produttive e non dover scegliere fra la spada di damocle della copiatura illegale o l`impossibile costo per le licenze individuali del software.

L `Agenzia del Lavoro Immateriale e il Teatro Virtuale erano altri due progetti. L`Agenzia era stata pensata come luogo d`incontro fra i lavoratori "immateriali", analisti software come artisti di strada e tecnici del suono, che avrebbero usato gli strumenti dell`informatica delle comunicazioni per scegliersi e cooperare, in maniera orizzontale e senza mediazioni. L`uso di un mezzo relativamente poco costoso, soprattutto quando gestito collettivamente, e piu` o meno facilmente accessibile attraverso le bbs, i centri sociali, le circoscrizioni o i laboratori di quartiere - altra idea abortita di centri multimediali seguiti da tutors volontari e retribuiti, per la connessione in rete e l`insegnamento informatico- era un nuovo straordinario strumento per mettere in rete competenze, esperienze e saperi. Mentre il teatro virtuale voleva essere botteghino elettronico e bacheca degli appuntamenti culturali con aree di connessione all`interno dei foyer dei teatri stessi (CyberFoyer), da usare per conoscere la scaletta degli appuntamenti teatrali, le biografie degli artisti e cosi` via.

Insomma grosse progettualita` e partecipazione. Ora sembra tutto finito. Gli spazi web dell`associazionismo telematico romano sono stati chiusi con un intervento intempestivo e autoritario del nuovo vicedirettore generale del comune di Roma sig. Mariella Gramaglia. Il motivo? La presenza su uno degli spazi web delle associazioni partecipanti ai progetti sperimentali del comune di Roma di un rimando ipertestuale (link), ad una pagina fisicamente esterna ai computer del comune, che conteneva materiale giudicato indecente e blasfemo da un parroco di Avola che si e` curato di denunciarne l`esistenza presso il Comune di Roma. La guerra santa del prete, che si e` gia` distinto in crociate contro libri "indecenti" e i giochi elettronici, ha quindi apparentemente motivato la decisione del comune di chiudere lo spazio a quelli che sono additati come satanisti. In realta` la pagina "maledetta" era un brano letterario presentato come parte di un percosro di ricerca e studio relativo ai modelli di scrittura al femminile () e presentato all`Univesita` di Roma.

La chiusura degli spazi web e` stato un errore di metodo. Perche` si e` scelta la via autoritaria ad una soluzione negoziale della controversia derivante dall`esistenza della pagina incriminata. Un errore di merito in quanto si trattava di un brano letterario col linguaggio proprio di certe tendenze della critica politica e della fiction letteraria.

Tuttora la richiesta dei cittadini di avere un incontro pubblico con l`assessore rimane disattesa. Allo stesso momento alcune delle pagine oscurate sono state riaperte al pubblico, senza che tale atto fosse preceduto da una discussione chiara, pubblica e collettiva sul motivo della discriminazione rispetto alle associazioni che sono ancora oscurate. Dato questo modo di procedere e siccome per la sconsiderata censura non possiamo invocare la non competenza tecnica dell`assessore che ha validi collaboratori, possiamo solo pensare che si e` trattato di una scelta politica. Una scelta politica per ricontrattare ad un livello autoritario la presenza sugli spazi comunali di quelle stesse associazioni che avevano dato via alla rete civica ed ai progetti sperimentali.

Ora, come cittadini, quello che vogliamo e` la riapertura di tutte le aree dei progetti sperimentali e l`avvio di una discussionepubblica sull`accaduto. Ricordando che la rete civica e gli spazi web non sono proprieta` dell`amministrazione ma dei cittadini che li hanno creati e che li "pagano" con le tasse ed il lavoro volontario in cui si impegnano per proseguire l`esperimento. La rete civica non e` stata una concessione del Comune ai cittadini, e` il risultato di una contrattazione fra parti ugualmente legittimate ad intervenire sui processi politici relativi alla gestione del territorio che abitano e che la rete civica, per le progettualita` ancora ha, all`interno dell`economia dei flussi comunicativi e` una forma di reddito indiretto per i soggetti che attraverso di essa svolgono le proprie attivita` didattiche, comunicative e produttive. Insomma uno scenario in cui e` ormai doveroso riconoscere che il diritto alla Comunicazione come si configura nelle attese della societa` digitale e` ormai da considerarsi non mero chiacchiericcio ma come "diritto all`esercizio della Cittadinanza".


 

 Il Diavolo nel sito e il Provider diventa Esorcista

di Manlio Cammarata - 16.07.98
tratto da http://www.interlex.com

Non si e' ancora spenta l'eco del sequestro del server di Isole nella Rete e gia' si e' verificato un nuovo caso di oscuramento di siti di associazioni senza scopo di lucro. Il fatto e' questo. In una pagina della sezione Oltre il Confine, che meritoriamente la rete civica di Roma mette a disposizione delle associazioni non-profit, viene pubblicato un messaggio in cui si parla di satanismo,sesso e turpitudini varie. Sembra anche che, cliccando su un'immagine, si acceda a un sito di pedofili. Un parroco siciliano vede e denuncia il fatto. La responsabile della rete controlla, inorridisce e... cancella tutto. Proprio "tutto", tutti i siti "linkati" dalla pagina delle associazioni, compreso il Telefono Azzurro, L'Associazione italiana Carabinieri, l'Associazione italiana diritti dei bambini, il Coro universitario di Roma... Immediata, come al solito, la reazione della Rete, con l'immediata riproduzione del testo su un sito all'estero e un viavai di messaggi nelle aree di discussione. La giustificazione addotta per il drastico black ou t e' che occorreva mettere ordine nella pagina (vedi il puntuale resoconto di Repubblica.it).

Le due vicende non possono essere messe sullo stesso piano,ma richiamano l'identico problema, ancora una volta quello della responsabilita' del provider.

Il caso di Isole nella Rete e' un esempio di ottusita' del potere (questa volta quello giudiziario), al quale troppo tardi si e' cercato di porre rimedio con un cavillo procedurale, che ha reso possibile la sollecita restituzione del server. Invece il bust di Roma e' senza dubbio frutto di un errore di valutazione, che non incide sul valore di una delle migliori reti civiche italiane. Ma che impone una riflessione.

Fino a che punto un fornitore di spazi Web (o la persona delegata dal titolare a questo compito) puo' o deve intervenire per rimuovere un contenuto critico? Si tenga presente che, nel momento in cui si accerta l'estraneita' del fornitore del servizio alla diffusione del contenuto contestato, e' difficile persino per il giudice ordinarne la cancellazione (non a caso, nell'ordinanza del Tribunale di Teramo di cui si e' parlato la settimana scorsa, l'ordine di cancellazione e' rivolto all'autore, non al provider). Tanto piu', di front e alla semplice segnalazione di un terzo, il provider puo' rivestire il ruolo di censore? La legge non impone a un cittadino qualsiasi di adoperarsi per far cessare un presunto atto illecito. Nel caso in questione, come in molti altri, non si puo' chiedere al fornitore di servizi di valutare se la diffusione di un testo possa o no costituire un reato. E' un compito che spetta al magistrato.

Ma ci sono casi in cui la pericolosita' o l'illiceita' di un contenuto sono evidenti, come in questo, dove compare addirittura un link a un sito pedofilo. In queste situazioni il provider ha l'obbligo di intervenire? O ne ha solo la facolta'? Oppure - ipotesi non peregrina - un suo intervento puo' costituire un atto illecito, almeno sul piano civile?

Verrebbe spontaneo rispondere che e' necessario definire dei limiti, oltre i quali l'intervento sia consentito o dovuto. Ma non e' facile, perche' spesso entrano in gioco valutazioni assolutamente soggettive. Lo stesso contenuto "blasfemo" che fa scattare un sacerdote cattolico puo' lasciare del tutto indifferenti altre persone (di fatto i contenuti quel messaggio sono sgrammaticate rimasticature di tesi ben note). Sotto questo punto di vista l'intervento del provider, che prontamente esorcizza il diavolo dal suo server, si rivela come un atto arbitrario di censura.

Eppure il problema dei contenuti critici immessi dai titolari degli spazi Web, o dai partecipanti alle aree di discussione, esiste ed e' grave. Si deve fare qualcosa per limitare i possibili danni, e questo "qualcosa" e' la rimozione, che tuttavia non puo' restare un puro arbitrio del fornitore del servizio. E' necessaria una regola che dia al provider il diritto di "usare le forbici" in determinati casi, sollevandolo da responsabilita' sia nei confronti dell'autore del contenuto quando decida di intervenire, sia di fronte alla legge, quando ritenga di non dover oscurare una pagina o un intero sito. Questa regola puo' essere introdotta nel contratto di affitto (anche a titolo gratuito) dello spazio sul server, e puo' essere prevista dal futuro codice deontologico dei fornitori di servizi, in modo che si abbia certezza dei diritti e dei doveri e, per quanto possibile, un atteggiamento comune dei diversi provider.

Comunque tutto questo non eviterebbe che il diavolo esorcizzato d a un server possa immediatamente comparire su altri dieci o cento siti della Rete. Il che confermerebbe la visione di quelli che vedono Internet come un'invenzione diabolica, mentre si tratta solo del primo mezzo di comunicazione sul quale non puo' funzionare alcun tipo di censura.


 

da "Liberazione" mercoledi' 15 luglio 1998

 Rete Civica Romana. Per una pagina incriminata chiuso l'intero sito delle
 Associazioni

di Monica Castoldi

Il Comune di Roma a meno di due anni dal giubileo, ha deciso di chiudere tutte le pagine dei cittadini e delle associazioni romane presenti sulla locale rete civica perche' al suo interno e' stato rinvenuto un messaggio ritenuto offensivo della morale cattolica. L'Assessora alle reti civiche Mariella Gramaglia he infatti chiuso di autorita' e senza preavviso tutti gli spazi Internet che negli ultimi anni avevano fornito ai cittadini e alle associazioni all'interno dei Progetti sperimentali. Il motivo dell'atto e' una denuncia nei confronti del Comune di Roma per aver ospitato sul suo server frasi dai "contenuti satanisti" da parte di don Fortunato Noto che ad Avola (Siracusa) ha aperto l'associazione Telefono Arcobaleno, impegnata contro quella che definisce la battaglia antipedofilia. In seguito alla denuncia il Comune ha deciso di sospendere a tempo indeterminato i servizi web offerti alle associazioni. I metodi perpetrati dall'Associazione arcobaleno vanno dai roghi di libri, alle campagne stampa contro produttori di giocattoli e trasmissioni televisive. Riguardo alla comunicazione digitale questo brano, tratto dal sito Arcobaleno, parla da se':"Spesso soggetti animati da intenzioni criminali e ripugnanti hanno utilizzato Internet per i loro fini piu' immorali e inconfessabili (...) con il rischio di vedere esporre una quantita' di adolescenti, e perfino bambini, alle sempre piu' esplicite e pertanto pericololossisime strumentalizzazioni perpetrate per via telematica". La pagina "incriminata" e' la citazione di un brano tratto da una tesi di laurea dal titolo: "Femminile nella Fantascienza: Modelli di scrittura" discussa con successo alla facolta' di Lettere di Roma, e pubblicato anche dalla rivista "Torazine", distribuita in molte librerie italiane. La tesi tratta, tra l'altro, di alcune autrici di fiction cyberfemministe che professano il loro anticattolicesimo e recuperano i culti perseguitati dall'inquisizione. Dunque, a pochi giorni dal dissequestro del server di Isole nella Rete, un altro atto di censura telematica. In modo analogo infatti, per censurare una sola pagina web (operazione di per se' quantomeno discutibile) viene chiuso un intero sito comprrendente anche informazioni che nulla hanno a che vedere con la pagina in questione. Cosi', attualmente non esiste piu' la rete civica romana ma soltanto il sito web istituzionale del Comune di Roma. In un comunicato i partecipanti al Foro Romano Digitale (area a disposizione di artisti e brain workers) chiedono l'immediata riapertura di tutti i servizi della Rete Civica romana, un incontro tra le associazioni e i cittadini che partecipano al progetto con l'assessora, oltre a "una serena ma seria valutazione delle competenze necessarie a ricoprire l'incarico attualmente svolto dall'assessore Gramaglia", mentre Peacelink, associazione pacifista di volontariato telematico esprime "perplessita sui metodi utilizzati dal Comune di Roma".


 

da: Il Giorno di sabato 11 luglio ' 98

 Odore di zolfo sul Web del comune

di Andrea Natella

Deve essere stato un colpo di sole, cosi' avranno pensato le decine di associazioni ospiti del sito Internet del Comune di Roma, quando l'assessore Mariella Gramaglia ha deciso di chiudere de facto la rete civica a tutti i partecipanti esterni alla giunta: associazioni di Carabinieri, di Vigili del Fuoco, comitati di quartiere, e una serie di realta' che avevano accolto la proposta del Comune di rendere viva la Rete Civica con sperimentazioni comunicative di vario genere.

E' accaduto tutto molto rapidamente, quando il solerte don Fortunato Noto della Parrocchia Madonna del Carmine di Avola scopre nelle pagine del Foro Romano Digitale, uno dei progetti sperimentali ospitati, una tesi di laurea su fantascienza e femminismo che cita un articolo di sapore satanista 'La loggia nera: una via satanica alla conoscenza' gia' apparso sulla rivista Torazine, regolarmente distribuita nelle librerie Feltrinelli.

Cosi' Don Fortunato, che ha aperto Telefono Arcobaleno per dare la caccia ai pedofili su Internet, dopo iniziative spettacolari come roghi di libri, amuleti e bambole, dopo campagne stampa contro giocattoli giapponesi come il Tamagochi e la bambola Sailor Moon, ha deciso di passare alle vie legali ai danni del Comune di Roma, giudicato colpevole di ospitare satanisti.

Una situazione difficile da gestire a pochi mesi dal Giubileo, cosi' Mariella Gramaglia, che all'assessorato alle Reti Civiche sembra essere capitata per puro caso, ha deciso di chiudere tutto: non la pagina incriminata, non la tesi che la richiamava, non il sito del Foro Romano Digitale, ma tutta la rete civica, togliendo voce a lmeno per qualche tempo, a quelle realta' variegate che costituiscono la ricchezza digitale della citta'. Il web comunale e' stato cosi' trasformato in semplice depliant delle attivita' della Giunta e cancellato quel cammino verso la democrazia elettronica che sembrava essere stato intrapreso.

Un vero peccato...


 

Corriere Roma
Il Caso/ Dopo l'intrusione degli occultisti, revocato l'accesso ai gruppi esterni

 Mai piu' Satana sul sito internet del comune

'Qualcuno purtroppo ha fatto un uso improprio delle opportunita' offerte dal Comune abusando della nostra fiducia. Per questo siamo costretti almeno temporaneamente a revocare la concessione degli spazi.' Dopo l'intrusione satanica nel sito Internet del Campidoglio, con un brano che inneggiava al diavolo e al sesso di gruppo, il Comune azzera i contributi di gruppi e associazioni alla sua sezione web oltre il confine. Con una lettera anzi un'e-mail, di poche righe Mariella Gramaglia, responsabile del site del Campidoglio, ha informato tutti i titolari degli spazi che prima di riprendere le trasmissioni saranno richieste maggiore severita' nell'uso delle password, l'individuazione dei responsabili dei gruppi e dei campi di intervento delle associazioni'. 'Dobbiamo sapere a chi diamo spazio, anche se i gruppi sono quasi tutti corretti - spiega Mariella Gramaglia -. Dalla prossima settimana rimanderemo in rete chi ci dara' garanzie di affidabilita', episodi del genere non devono piu' accadere. Siamo andati ben oltre i limiti della liberta' di espressione'. Anche perche', come spiega don Fortunato Di Noto presidente del Telefono Arcobaleno, che dal '96 lavora su Internet per difendere i bambini da occultismo e pedofilia, dalla pagina incriminata si accedeva direttamente a siti su incesto, sesso con minori, satanismo. 'Serve maggiore controllo sulla Rete - commenta -, il rischio e' che su quei siti finiscano dei bambini'. Ma anche sul sito del Comune di Bologna ci sarebbero gruppi di discussione che hanno come tema Satana e tutto l'armamentario pseudo-ideologico gia' espresso nel brano 'romano'. Ma la decisione della Gramaglia ha gia' scatenato le polemiche degli organizzatori del Foro Romano Digitale, il sito che ospitava 'la via satanica': 'Non e' giusto cancellare tutto, Il Comune ha data spazio ai cittadini e non puo' riprenderselo se non approva quanto viene scritto', si lamenta Fabrizio Fassio. 'La Gramaglia dovrebbe difendere la liberta' dei romani di dire quello che vogliono', aggiunge un altro organizzatore del Foro, Stefano Lotti. Stefano Diana pensa invece agli Usa: 'Se una cosa del gene re fosse successa in America ci sarebbe stata una sollevazione popolare'. E gli fa eco Maurizio Mazzoneschi: 'Quella del Comune e' stata una grave scorrettezza, un fatto antidemocratico senza precedenti'.

Ester Palma


 

Corriere Roma (Edizione romana del Corriere della Sera)
cronaca/sport/spettacoli 9.07.998

 Spuntano Satana e i pedofili nel sito internet del comune. Colpa di un
 intruso.

IL CASO / Il delirante messaggio e' stato subito cancellato. Mariella Gramaglia: 'Purtroppo e' sfuggito al nostro controllo'

Il titolo non lascia spazio a dubbi: 'La Loggia Nera Una via satanica alla conoscenza'. E poi giu' con 150 righ e fittissime di un delirante messaggio inneggiante alla dissoluzione della cultura cristiana attraverso la vera santificazione senza tempo: il godimento' Il tutto dopo a ver paragonato la Chiesa al nazismo e accusato i sacerdoti di pedofilia e pratiche sadomaso. E annunciato che 'il corpo di Satana e' composto dall'erotizzazione latente degli esseri umani', che puo' 'dare vita ad una nuova preghiera'. Nei giorni scorsi piu' di un utente Internet ha fatto un salto sulla poltroncina piazzata davanti al suo computer scoprendo questo testo all'interno del sito ufficiale del Comune di Roma, fra informazioni sugli uffici capitolini e indicazioni sugli orari di musei e monumenti. Un sito che viene 'visitato' da 750 mila persone ogni mese, di cui un terzo sono stranieri. Non e' romano neanche don Fortunato Di Noto, parroco siciliano e presidente di 'Telefono arcobaleno', che ha denunciato il Comune dopo aver letto quel testo. Furente e scandalizzata anche Mariella Gramaglia, responsabile del sito e delle reti informatiche del Campidoglio: 'Una cosa gravissima, che e' sfuggita al controllo dei nostri funzionari. Me ne scuso con tutti gli utenti e i cittadini'. E spiega che il brano incriminato si trovava (perche' e' s tato immediatamente cancellato) nella sezione 'Oltre il confine', che raccoglie contributi di varie associazioni no profit oltre che di gruppi giovanili e di centri sociali. 'Finora non era mai successo nulla, abbiamo dato spazio a chi ce lo ha chiesto sulla base di una certa fiducia r eciproca, che ora scopro mal riposta. Tanto piu' che gli autori di questa grave scorrettezza hanno usato un sistema di aggiramento delle regole ufficiali di navigazione in rete, che rendevano piu' difficile l'accesso al testo da parte degli utenti, ma diminuivano anche le possibilita' di scoprirlo per i nostri operatori'. 'La Loggia Nera' si trovava sul sito del Foro romano digitale, il cui responsabile e Fabrizio Fassio, che del satanista non ha proprio nulla: 54 anni di cui 25 passati all'Ibm, coordinatore di progetti informatici internazionali sui turismo, lavora per l'associazione Civita. Secondo lui quel testo faceva parte di una tesi di laurea in Lettere sul 'Femminile nella fantascienza: modelli di scrittura', unico contributo al Foro di un gruppo creativo, 'Machina': e il brano che ha scandalizzato i responsabili del sito capitolino e' tratto dalla rivista di cultura underground e tecnologia 'Torazine', distribuita in molte librerie italiane. ' Il Foro funziona come un magazzino di progetti sui beni culturali romani, e quel lavoro universitario mi sembrava interessante spiega Fassio Certo, non posso controllare tutto: si tratta di migliaia di pagine e quella parte mi era sfuggita. Mi dispiace dei riflessi anche politici di quest'episodio. Ma invito il Comune a rafforzare la rete di rapporti con i creativi romani. Magari definendo piu' rigidamente gli ambiti di intervento. La rete pero' per la sua stessa natura e' incontrollabile'. Non e' certamente d'accordo Mariella Gramaglia: 'D'ora in poi faremo molta piu' attenzione alla scelta delle associazioni cui concedere spazio, saremo piu' selettivi. L'amministrazione comunale e' aperta a tutti i contributi ma sempre nell'ambito della civilta' e della correttezza. Non e' possibile, non sara' piu' possibile usare certi toni e certe frasi nel sito del Comune: si possono avere le proprie opinioni, ma non e questa la sede in cui esprimere tesi tanto strampalate'.

Il Foro romano digitale e' stato gia' da ieri sera scollegato dal sito comunale.

Ester Palma


 

Un gruppo ospite della rete civica mette on
line testi osceni
e l'assessore blocca l'intera sezione del
non-profit

 Satana sul sito di Roma oscurate 63 associazioni

di Giancarlo Mola

ROMA - Black-out sulla rete civica della capitale. Decine di associazioni non-profit ospitate dal sito del Comune di Roma sono state oscurate all'improvviso. Motivazione: nelle pagine web di uno di questi gruppi, il Foro romano digitale, erano comparsi testi inneggianti al satanismo e al sesso di gruppo. L'incursione luciferina e' stata subito scovata da don Fortunato Di Noto, parroco della chiesa della Madonna del Carmine di Avola, in provincia di Siracusa. Don Fortunato e' presidente e fondatore dell'associazione Telefono Arcobaleno, impegnata nella lotta alla pedofilia. Anche su Internet.

Il parroco siciliano ha denunciato cosi' il fatto , indignato perche' l'indirizzo delle pagine incriminate esordiva con www.comune.roma.it/, vale a dire con la Url del sito del Campidoglio. Che immediatamente e' intervenuto. 'Foro Romano Digitale - dice Mariella Gramaglia, responsabile del sito del Comune - ha rotto in modo gravissimo il rapporto di fiducia con l'amministrazione. Ci hanno raggirati sia nel merito (contenuti con inviti molto espliciti e violenti all'orgia, al sesso con i bambini, a perversioni sadiche), sia nelle modalita', con la contraffazione del nostro indirizzo'.

Cosa c'era di preciso nelle pagine dello scandalo? 'Nient'altro che la citazione di un brano letterario pubblicato su una rivista a distribuzione nazionale e acquistabile in tutte le librerie', dicono in un comunicato i partecipanti al Foro romano digitale. Che aggiungono: 'La citazione e' all'interno del progetto 'Femminile nella fantascienza: modelli di scrittura' che e' anche una tesi di laurea discussa con successo alla facolta' di lettere di Roma'. Macche', risponde Mariella Gramaglia, 'non e' vero che si tratti di un testo relativo a una tesi di laurea, e' un testo di una violenza terribile. Nella colonna di sinistra c'erano tra l'altro simboli e formule magiche che, secondo gli esperti, servono all'organizzazione di messe nere. Mi dicono inoltre che cliccando sulla figura dell'Anticristo che campeggiava sulla pagina si andava direttamente su siti di pedofilia. e' gente da cui guardarsi'

Al di la' della questione specifica, la polemica e' scoppiata perche' non sono state cancellate soltanto le pagine sataniste. Ma quelle di tutte le associazioni non-profit, 63 in totale, a cui il Comune aveva offerto ospitalita'. Che da un giorno all'altro si sono trovate, incolpevolmente, fuori dalla Rete.

'I link alle pagine degli ospiti del sito sono temporanemente disattivati'. Compaiono solo queste undici parole sul video di chi clicca sul bottone 'Associazioni non-profit' della sezione 'Oltre il confine' della rete civica del Comune. Eppure proprio quella sezione si presenta al navigatore come uno spazio di grande liberta': 'Il visitatore potra' vagabondare tra i siti che sono graditissimi ospiti dell'amministrazione comunale, ma che vivono in piena autonomia, elaborano le loro pagine e offrono informazioni sui temi piu' vari della vita cittadina'.

E' facile immaginare lo sconcerto dei gruppi oscurati. Fra essi c'e' per esempio Peacelink, associazione di pacifismo telematico, il cui club romano era ospitato sul sito del Campidoglio. 'Ci auguriamo - dice Carlo Gubitosa, segretario nazionale aggiunto di Peacelink - che la denuncia di una singola pagina non penalizzi ulteriormente tutte le associazioni di volontariato che non sono piu' in grado di offrire dei servizi informativi'. Fuori Rete anche il Cipax, Centro interconfessionale per la pace, che fornisce servizi bibliotecari e di formazione nel settore dell'educazione pacifista. E poi, solo per citare le associazioni piu' conosciute, il Wwf, la Lipu, Libera, la Croce rossa, la Cgil universita', l'Associazione per la pace.

Ma qual e' la ragione dell'oscuramento generalizzato? Il Comune risponde che c'e' necessita' di dare ordine all'accesso alle pagine del Comune. 'Le password per mettere materiali nel nostro sito - continua Mariella Gramaglia - erano state date anni fa dal mio predecessore. Per una questione di pulizia ho pensato fosse mio dovere verso i romani azzerare una situazione di cui nessuno sembrava sapere nulla. Non muore nessuno: si tratta solo di rifirmare il codice deontologico e nel giro di dieci giorni li rimetteremo in Rete'.

Difficile pero' spiegare alle associazioni che motivo c'era di bloccare tutto. Nulla escludeva infatti che - ferma restando l'immediata cancellazione della pagina satanista - si potessero ricontrattare gli accessi mantenendo le pagine sul web.

E' il secondo caso, questo, di oscuramento di interi blocchi di sito, in poco piu' di una settimana. Il 29 giugno la procura di Vicenza aveva infatti sequestrato il server del sito 'Isole nella Rete', che a sua volta ospitava oltre 15.000 pagine di associazioni di volontariato e non-profit. In una delle pagine - gestita da una associazione pro-Kurdistan - era infatti comparso l'invito a boicottare una agenzia di viaggi milanese che organizzava tour in Turchia. Il server e' stato poi dissequestrato tre giorni dopo, ma anche in quel e' risultata determinante la mobilitazione del popolo della Rete.

(10 luglio 1998)


 

PER UNA LETTURA CRITICA


 

 Rogo Romano digitale. [relk- msg from hackmeeting]

.forse allora aveva ragione chi diceva che il medium e' il messaggio o perlomeno un elemento talmente significativo e incidente da ricodificare completamente i contenuti, al punto da renderli motivo di preoccupazione anche quando circolino da tempo e disinvoltamente su supporti piu' classici. mi riferisco sia al libro di blisset(classica inchiesta, genere gia' da tempo sdoganato) sia alla mail contro il turismo in turchia sia agli argomenti satanici che hanno ispirato questa ultima bella trovata da parte dei censori del comune della roma pre-giubilare. dunque si rinnovano le tecniche di diffusione e con loro quelle di controllo evidentemente. per esempio nella sentenza del magistrato che svolgeva l'inchiesta blisset veniva sostenuto che la pericolosita' di quelle pagine stava nella loro potenziale illimitata diffondibilita', chiunque ovunque avrebbe potuto leggerle e la sua diffamazione raggiungeva virtualmente dimensioni planetarie. tutto vero ma e' evidente come anche in questo caso la signora in questione non coglieva il nodo della questione. un libro che a un certo punto inizia a vendere a diffondersi non preoccupa molto e anche se i suoi contenuti sono insidiosi o scomodi per qualcuno. quando un libro cade nelle mani del lettore ha gia' attraversato il lungo processo di stesura, il vaglio dell'editore, la correzione delle bozze, la stampa la eventuale promozione e la vendita. chi lo legge ha in mano un oggetto gia' distaccato da questa trafila di eventi, un oggettosingolo distinto, che al massimo e' statopercepito come parte di un insieme al momento di essere scorto in libreria accatastato insieme agli altri. una volta rubato o pagato e tirato fuori dalla libreria diventa l'elemento castrato. certo non era cosi' quando un secolo e mezzo fa usciva il manifesto del partito comunista, ma la nostra percezione dello spazio e del tempo da allora ha subito serie modificazioni. la rete invece funziona diversamente , non so se spiego; un linguaggio/contenuto che appare in rete pulsa del contatto che stabilisce sia con chi lo legge sia con la struttura caotica di connessioni che gli sta alle spalle. non c'e' un processo di produzione in rete tutto viene percepito, tranne alcuni casi, come immediato come direttamente parte di un tutto a cui partecipa anche il lettore. dunque, comunita': la paura e lo scopo di molti dei p oteri del nostro tempo. rispetto a questo il caso di frd e' particolarmente significativo. mi spiego: i mezzi di comunicazione e in particolare la rete si allinea a meraviglia con l'idea cattolica di comunione e ecumenismo, non a caso numerose parrocchie sono presenti in rete, il vaticano ha un sito ciclopico , le edizioni paoline sono all'avanguardia della produzione multimediale e via cosi'. la rete e' la perfetta metafora di molti fondamenti della teologia cristiana. anche e soprattutto per la sua capacita' di fare comunita'; per questo mi sembra significativo che la gravissima censura verificatasi sia stata ispirata proprio da un prete che evidentemente vagava in rete, un po' con la stessa idea con cui i suoi avi vagavano nei boschi in cerca di eretici e streghe da mettere al rogo, in nome della tanto temuta pedofilia, la quale come e' ovvio gioca il ruolo dell'ingranaggio genera-timore-ansie- paranoie per il medio individuo ormai del tutto pronto ad accettare qualsiasi argomento PURCHE' SIA ALLARMANTE.

reLK.


  da [hackmeeting] 13.07.998 from [: robin :]

 Riflessioni sulle 150 righe sataniche

Grazie! Sono andato a leggerlo..Il testo esprime opinioni condivisibili, non nuove, e ripetute anche nella psicologia orgonica di Wilhelm Reich. Inoltre, nulla di nuovo anche per i lettori di romanzi horror e fan del black metal. Nella variante soprannaturale. Infatti, si cita Aleister Crowley. Il linguaggio di Crowley si ritrova nei racconti di H.P Lovecraft, il quale lo leggeva volentieri. Il Don brucia pure quelli? No, no... li pubblica Mondadori...

Qualche considerazione. Il testo della 'Loggia' si basa sul rifiuto dello scambio simbolico fondato dal cattolicesimo. Non per caso, come esergo c'e' la frase 'jesus died for his own sins not mine'. E' un testo dall'alta intertestualita'. Non mi stupisce che si trovasse all'interno di una tesi di laurea sulla fantascienza femminile. Non sono poche, in America, le autrici di fiction, le cyberfemministe che professano il loro anticattolicesimo e recuperano i culti perseguitati dall'inquisizione. Non solo panteismo, ma femminilizzazione e naturalizzazione di dio e deita'.

Questo mi fa riflettere sugli aspetti comunicativi dei linguaggi antagonisti. Non rispecchiano l'ordine degli scambi sociali, relativi alla sessualita', al lavoro, alla religione, ma si sedimentano sul rimosso. Come, appunto quello dei culti 'non cristiani'. Mentre quello del Don rispecchia il topic retorico della 'scoperta' e dell''ubiquita' del male'.

Allora, se il linguaggio dei satanisti appartiene al rimosso storico e si scontra con le pratiche manipolatorie che cancellano le 'diversita'' storiche,che sorvegliano l'identita' della verita', puo' essere che esso riguardi anche le intelligenze non omologate. Basta analizzare la nascita dell'universo gutemberghiano e l'appropriazione di questo mezzo fatta la chiesa cattolica. E' risaputo: il passaggio dalla cultura manoscritta alla stampa corrispose alla eliminazione di testi considerati eretici, ecc. Non si tratta semplicemente del 'credere', ma di come si fonda socialmente la verita' del credere. Nel senso di rispecchiamento in un valore extracomunicativo.

La concezione del linguaggio sostenuta dal Don e i suoi amici di AN e' repressiva perche' si fonda su valori extracomunicativi. Vede Internet come un tutto e non come rizoma di comunita' in grado di stabilire liberamente i linguaggi e le forme di esistenza. La semantica dovrebbe viaggiare in rete con la cintura di castita'. Infatti, sono andato a visitare il sito dell'associazione Arcobaleno. Si parte con: 'E la prima volta alla Camera si parla di Internet' (1997). Si professa un approccio comunicativo 'trasparente'. Il che significa maggior controllo. Assolutamente ovvia - per loro - l'indifferenza per gli aspetti finzionali della comunicazione. In lista, si parlava di McLuhan. E questi signori (AN, FI, CCD, Lega Nord, Ulivo) identificano in continuazione l'uso della tecnologia con il fine, il canale con il messaggio. Come se nella vita off-line non esistessero maschere, finzioni, complicita', segreti, latenze, differenze, spostamenti del senso, multiidentita'... Come se il contenuto di un atto comunicativo non cambiasse valore, in base al contesto in cui avviene, in base al diritto (acquisito per il fatto stesso di parlare) dei partecipanti alla comunicazione.

Ho l'impressione che per tali poliziotti del senso sia proprio l''apertura semantica', il nomadismo della verita', il problema. Cio' che prospettano e' una forma di comunicazione 'referenziale' e 'protocollare'. La comunicazione enunciata da x a y, n... sarebbe valutabile secondo dei protocolli di 'legalizzazione' e identita' morale, estetica, comportamentale z che naturalmente sono garantiti dallo sguardo della sorveglianza (extracominicativa). La loro argomentazione si fonda su presunti casi di 'pedofilia', e di 'satanismo', ma incide sulla possibilita' di formare patti comunicativi (credenze, opinioni, valori) estranei allo sguardo della sorveglianza. Non e' solo un attacco alla liberta' di enunciazione, ma anche alla liberta' d'interpretazione. Alla definizione intersoggettiva di cio' che consensualmente i partecipanti di una 'societa' comunicativa' riconoscono come verita' contestuale.

Questo brano, tratto dal sito Arcobaleno, e' a dir poco 'allucinante':

'spesso soggetti animati da intenzioni criminali e ripugnanti hanno utilizzato Internet per i loro fini piu' immorali e inconfessabili; il ricorso a Internet non conosce confini ne' territoriali, ne' tantomeno anagrafici, con il rischio di vedere esporre una quantita' sempre crescente di adolescenti, e perfino bambini, alle sempre piu' esplicite e, pertanto pericolosissime strumentalizzazioni perpetrate per via telematica;'

A prima vista, credo, si tratta del meccanismo di legalizzazione 'sociale' della repressione. Per cui, come nelle varie forme storiche di fascismo, il signor Bravo Cittadino, con la delega simbolica del potere, si attribuisce il diritto di indicizzare la 'devianza comunicativa' (perche' di parole e rappresentazioni si tratta) e di escluderla dall'ordine degli scambi sociali. Il fenomeno va di pari passo con l'icona mediatica del 'mostro' in cui si rispecchia il Bravo Cittadino per purificare la propria identita' sociale. Quando i media, le norme, creano le streghe, si attaccano le basi di esistenza delle diversita'.

Inutile l'ironia ... Meglio Oliver Stone. Quando, nella prefazione al romanzo 'Assassini nati', dice: 'Una volta che si siano create categorie di soggetti da considerare politicamente corretti, si inizia - e si e' gia' iniziato - un processo di indebolimento delle nostre liberta' fondamentali.'

Queste le ragioni per cui, da stasera, il testo 'La Loggia Nera. Una via satanica alla conoscenza' sara' reperibile anche sul sito di Fortunecity.


 

 Intervista a Radio Citta' del Capo - 96.3 Mhz (Popolare Network)

Bologna, 15 luglio 1998

Roberto robin Benatti: Mi trovo al telefono con Macchina, il nickname dell'autrice della tesi di laurea dedicata alla fantascienza femminile, in cui era inserito il testo La loggia nera. Una via satanica alla conoscenza. Ne abbiamo gia' parlato nei giorni scorsi. E' un testo considerato tanto pericoloso da causare l'oscuramento delle reti civiche romane. Partiamo da una prima domanda: cosa ne pensi dell'oscuramento?

Macchina: Ciao! Allora, innanzitutto, penso che il testo in questione non e' stato assolutamente letto. In quanto era semplicemente uno strumento critico di analisi del linguaggio e della possibilita' di oltrepassare la distinzione tra la morale buona e quella cattiva. Distinzione che appartiene a qualunque tipo di rappresentazione di realta'. D'altra parte, non e' stato letto neppure il progetto che stava alla base della tesi. La tesi si trovava nel sito del Foro Romano Digitale. Il sito per la cooperazione in rete, con progetti e installazioni dei cittadini. Noi li mettevamo su e si aprivano alla collaborazione e all'aiuto di chiunque si fosse connesso e avesse voluto ampliare quel tipo di progetto. Quindi, la mia tesi era li' come un corpo aperto, disponibile all'integrazione di qualsiasi altro contributo. La loggia nera, il testo che mi e' arrivato, ne era parte integrante. Visto, appunto, l'utilizzo dello strumento critico del linguaggio che il testo sottintende. E le autorita' competenti...

RrB: ...si', le autorita' competenti. Sono rappresentate da Mariella Gramaglia. Tra l'altro, ha detto in una intervista: Non e' vero che si tratti di un testo relativo a una tesi di laurea. E' un testo di una violenza terribile." A me sembra che non abbia valutato il contesto in cui il sesso era inserito. L'analisi delle controculture cyber. E' in preparazione una interrogazione parlamentare. E' vero?

M: Dovrebbe essere presentata oggi o domani. Ci sara' anche una interrogazione comunale di Mara Malavenda, indipendente di Rifondazione, in cui verra' sottolineato il grave abuso di potere compiuto da Mariella Gramaglia. La rete civica e' stata oscurata completamente, a partire da un'unica pagina web. Al di la' del fatto che lei non abbia capito il contesto, e' inimmaginabile che a partire dalla censura di una pagina si butti giu' una intera rete civica costruita in due, tre anni di cooperazione. Improvvisamente, negando quello che era il punto fondamentale della rete civica romana. Cioe', il diritto di partecipazione telematica per tutti i cittadini del comune di Roma. La nostra battaglia, fino ad ora, e' su questo. Vogliamo che sia riconosciuto il fatto che ogni cittadino ha diritto a uno spazio web e a un accesso gratuito alla rete. E' come una piazza. Ciascuno deve avere il diritto di poterci passare.

RrB: Prima di andare in onda mi hai detto che l'atteggiamento di Don Fortunato Di Noto e dei volontari dell'associazione Arcobaleno e' alquanto morboso. Nella ricerca di presunti messaggi pedofili e satanisti...

M: Purtroppo, la cosa e' molto triste e va avanti da 1500 anni. Non so per quanto ancora andra' avanti. Nel momento in cui le persone cercano di fare un discorso su loro stesse, sulla sessualita', sul corpo... Nel momento in cui si cercano le parole per esprimere la sfera del non detto, queste vengono censurate da chi il non detto ancora lo teme. Da chi mette le mani in cio' che e' complicato: nel nostro desiderio, nel nostro modo di vivere, nel tentativo di conoscere la nostra natura.  Non fa altro, in modo quasi infantile e morboso, di metterci il dito dentro. Come chi lo mette in una ferita aperta e dice: Vedi fa male! Allora, questa cosa non deve esistere, non dobbiamo parlarne, censuriamola! Meglio far finta che non esista. Megliono trovare un colpevole per tutto cio' che accade di male. Invece di cercare di capire da dove nascono le cose e quindi discuterne. Senza censurarle. Per seguire un percorso conoscitivo che non perpetui violenza su nessuno.

RrB: L'atto di censura e di oscuramento e' una vicenda mediatica che crea un nuovo mostro. Parlandone in radio, facendo controinformazione possiamo tentare di decostruire il processo di produzione di questo nuovo fantasma. Eccone un esempio: Mariella Gramaglia parla addirittura di formule magiche presenti nella pagina web censurata. (Macchina ride.) Sono andato a controllare le famose formule magiche. Non sono altro che titoli di tracks di musica tecno-gotica acquistabili quasi ovunque: Orbital, Inferno Bros... Vuol dire che la Gramaglia e Di Noto non si sono affatto preoccupati di comprendere il linguaggio del testo che stavano cosi' gravemente giudicando. La frase "Children of noise" e' stata sufficiente per parlare di messaggi pedofili nascosti...

M: Infatti, quando nella tesi parlo del mostro,  mi riferisco al mostro del romanzo "Frankenstein" di Mary Shelley. Per l'analisi della fantascienza, non e' altro che il primo cyborg. Il cyborg nasce da una commistione tra la moderna tecnologia occidentale e qualche cosa di molto simile alla magia. Il linguaggio e le parole creano delle realta'. In modo tale che, per chi ne e' spaventato, possa essere ritenuto magico. Frankenstein nasce dalle tecnologie del suo creatore e dagli studi di alchimia. Nel romanzo, le formule vicine alla magia rappresentano la scienza ritenuta non valida. Tutta quella parte di scienza che nasce nel Trecento, nel Quattrocento, nella notte dei tempi e non e' ritenuta accettabile. Essa utilizza dei procedimenti che non sono gli stessi del pensiero razionale dell'uomo occidentale, diventato il pensiero dominante. Quando magia e tecnologia si uniscono, come puo' accadere in rete, dove il linguaggio di una persona che cerca di dire il famoso non detto si unisce con lo strumento telematico, il risultato e' potenzialmente distruttivo. Puo' arrivare ovunque. Dall'unione di questi due aspetti, nasce qualcosa che fa paura: il mostro. E la mia tesi non viene neanche letta, ma viene buttata giu'. Terrorizza, prima di vedere di cosa si tratta. Perche' unisce modi di pensare diversi, modi di sviluppare il pensiero che sembrano divergenti e che quando si uniscono si trasformano in altro. Infatti, Frankenstein stesso fa terrore. Mentre il primo cyborg si colpevolizza per la sua mancanza di natura originaria, e arriva a cercare il suicidio assieme al suo creatore, dopo cento anni, noi non abbiamo piu' voglia di colpevolizzarci. Rivendichiamo il nostro diritto di parlare e di scrivere.

RrB: Bene. Abbiamo sentito la voce di Macchina, l'autrice della tesi cha ha fatto gridare al diavolo. Invece, come lei stessa ci ha spiegato, con la sua ricerca ha dato esistenza a un progetto telematico ambizioso che meritava di essere seguito. Alcuni non ne hanno saputo tradurre il significato. Forse, perche' sono troppo occupati a intessere fantasie di sorveglianza per definire una realta' in cui il vero male c'e', ma non si vede. Ti ringrazio.

M: Grazie a te, ciao.


¡

 da hackmeeting 15.07.998. messaggio di Harry

L'atto di forza che in questi giorni ha leso ingiustamente la liberta' di espressione dei terminali di informazione e comunicazione ospitati nella Rete Civica di Roma, appare tanto sconclusionato e inutile quanto quello che recentemente ha condotto al sequestro preventivo del server di E.C.N., per via di un volantino diffuso dall'associazione

  • Isole nella Rete
  • percepito come "diffamatorio" da un'agenzia di viaggi.

    1. La procedura e' stata dissennata:
      Chiudere senza preavviso e a tempo indeterminato oltre 60 spazi estranei alla vicenda (per di piu' orientati al sociale e svincolati da fini di lucro, tra cui Peacelink, Wwf, Lipu e Croce Rossa) e' un atto inqualificabile, che danneggia la collettivita' piu' di quanto si ipotizzava potessero fare le fantomatiche "150 righe sataniche" contestate.
       
    2. Il merito e' risibile:
      Mariella Gramaglia, responsabile comunale del progetto, in un'intervista riportata dai giornali esplicita in questi termini i motivi dell'atto censorio:
       
      1. "E' un testo di una violenza terribile"
        Affermazione discutibile... ma se anche fosse? Dov'e' il "reato"? Si trova di molto "peggio" nelle comuni biblioteche: libri accessibili a chiunque, pubblicati dalle maggiori case editrici italiane.
        In questo paese c'e' la liberta' di pensiero e di stampa. E per favore non venitemi a ripetere che l'avete fatto per proteggere i minori, paventando assurdi rischi di "contaminazione": a un bambino non capita di accedere a un sito internet per sbaglio, ne' legge di questa roba. Se poi si volesse cominciare a togliere dalla circolazione tutto cio' che non piace al Vaticano, sulla rete italiana non vi potra' piu' essere alcuna liberta' di parola.
         
      2. "Nella colonna di sinistra c'erano tra l'altro simboli e formule magiche che, secondo gli esperti, servono all'organizzazione di messe nere." Incommentabile: il Comune di Roma si fa carico di provvedimenti che limitano con arbitrio la liberta' di espressione facendo leva su un revival di superstizioni ancestrali. Ci manca solo che domani il sindaco Rutelli ricorra alle sedute spiritiche per risolvere il problema della disoccupazione. La mitica (nel senso di "oggetto di mitologia") Costituzione della Repubblica Italiana sancisce tra l'altro che in materia di culto lo Stato ha l'obbligo di essere imparziale e *LAICO*: non puo' arrogarsi a nessun titolo il diritto di censurare uno scritto in base a credenze religiose particolari. Le limitazioni poste dalla norma costituzionale che richiama ad atti "contrari al buon costume" non si pongono, trattandosi di materiale ad ampia e secolare diffusione liberamente acquistabile nelle librerie. Personalmente non credo nella nomenclatura "satanica" di derivazione cristiana, tra esorcismi e possessioni diaboliche da operetta: le "gesta di Satana" non mi toccano minimamente, e ritengo in aggiunta di avere gli stessi diritti dei soggetti di religione cattolica. Ergo, io voglio poter leggere quel cazzo che mi pare e piace, senza tutori che decidano al mio posto. CHIARO? Il contenuto della pagina incriminata, qualsiasi esso sia, appare assolutamente irrilevante: e' una questione di principio, di liberta' di scelta. Se si continua di questo passo, dopo aver censurato le pagine piu' appariscenti si passera' a rastrellare e smussare tutto il resto. Pensateci bene prima di dire che non vi riguarda.
         
      3. "Mi dicono inoltre che cliccando sulla figura dell'Anticristo che campeggiava sulla pagina si andava direttamente su siti di pedofilia" "Mi dicono" non va bene: le "autorita' competenti" non dovrebbero assumere posizioni vincolanti pesantemente discriminatorie nei confronti della liberta' altrui e di per se' infamanti sulla base di un "sentito dire". Se quello citato, per quanto "scomodo" possa apparire, e' davvero un sito dove si "violentano i bambini", ovvero legato a traffici e prostituzione, io allora sono Elisabetta la Regina d'Inghilterra.
         
    3. Il querelante e' tutto un programma:
      Il firmatario della denuncia e' un prete della diocesi di Siracusa, tale don Fortunato, il quale ha istituito tempo addietro il *Telefono Arcobaleno*, gruppo che si prefigge di proteggere la collettivita' dall'invasione marziana di "pedofili" e "satanisti", in particolare quanti operano su Internet. Le azioni legali rivendicate con orgoglio (si parla di battaglie vinte) nelle pagine del sito ufficiale dell'associazione concernono mobilitazioni contro (cito) giochi e giocattoli diseducativi come il *Tamagotchi*, il *Prof. Horribilus* e la bambola *Tanya Luna park*. Tra le piu' importanti iniziative intraprese a scapito di "maghi e truffe": digiunano 2000 fedeli della Parrocchia e 'un falo' contro superstizione e magia. Oggetti bruciati: Bambola Tanya Luna Park, talismani, amuleti, fatture di magia nera, libri dell'occulto. Il tutto condito da esposti, ingiunzioni, petizioni, denunce, querele.

    Questo l'interlocutore del Comune di Roma. Questo il clima.
    A proposito di giocattoli: chi traumatizza chi?
    A proposito di "falo' contro la superstizione": da che pulpito?
    Insomma, va bene l'intento di proteggere il "consumatore" dai raggiri dei ciarlatani di professione e i minori dalla violenza propriamente detta. Va bene anche fare opera di proselitismo professando liberamente le proprie credenze religiose e amministrando in pubblico bizzarri rituali al fine di esorcizzare Il Maligno.
    Tuttavia, quando si richiede con successo l'intervento censorio dello Stato laico, forti della presunzione di "ragione morale" conferita dalla propria militanza attiva nella confessione maggioritaria, allora forse si esagera.
    Specie di questi tempi, dove tra pedofili e satanisti tutto fa brodo. Vedi il clamoroso caso dei *Bambini di Satana*: oltre un anno di ingiusto e brutale carcere preventivo frutto di una tentacolare montatura coadiuvata da isteria collettiva e pregiudizi che si sperava fossero stati accantonati per sempre (Dimitri e compagni sono stati assolti con formula piena perche' i numerosi reati contestati - dallo stupro all'omicidio - semplicemente "non sussistono", ma non prima di aver subito un'agghiacciante caccia alle streghe forcaiola a mezzo stampa).

    Non si scherza con il carcere e non si scherza con la liberta' di parola. Probabilmente questo comunicato non verra' diffuso. Non tutti si possono permettere di diffondere l'opinione di uno psicopatico, pedofilo, stupratore, assassino, mafioso, peggio di un terrorista libico e quant'altro mi si vuole ancora appioppare

    (Marco Dimitri, in un comunicato stampa datato 23 Marzo di quest'anno)


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