si tu savais...

(breve biografia)

 

Della vita di Django Reinhardt volendo c'è molto da raccontare: dall' infanzia passata in giro per i vari accampamenti "Manouche", all'incidente occorsogli alla mano sinistra e naturalmente della straordinaria carriera di chitarrista di un jazz  strettamente legato alle influenze gitane, al genio e alle esperienze della vita vissuta sul carrozzone. In questa pagina troverete solo brevi cenni storici e i tratti salienti della sua vita ma data l'importanza  dell' "affaire Django" cercheremo al più presto di approfondire l'argomento.

Camp de bohemiens avec chariots (VINCENT VAN GOGH)

Jean -Baptiste "Django" Reinhardt nasce il 23 Gennaio del 1910 da una famiglia nomade  e propriamente  appartenente alla tribù Manouche (zingari dell'Alsazia). Django mostra capacità e interessi musicali fin da piccolo e già all'inizio del decennio successivo è molto apprezzato nel suonare il banjo nei piccoli locali dei bassifondi di Parigi.  Alla fine degli  anni '20  avviene l'incontro con Louis Vola che allora fisarmonicista propone a Django un nuovo genere che arriva dall'America: il Jazz. Ma la tragedia  lo colpisce quando un incendio scoppiato nel suo carrozzone lo priva dell'uso quasi totale dell'anulare e del mignolo della mano sinistra. 

La tecnica di Django

 Durante la convalescenza riprende in mano uno strumento: la chitarra, ed elabora una tecnica tutta personale e un po' aggressiva dovuta alla forza impressa dalle due dita illese. Infatti l'anulare e il mignolo vengono utilizzate solo per le frasi armoniche e in particolare per l'estensione degli accordi di quinta o di nona. Nel 1934 quando Django, Grappelli e Vola si trovano  a suonare nella stessa orchestra a Parigi, decidono di formare (insieme a  Roger Chaput e Joseph Reinhardt, fratello di Django ed entrambi chitarristi) le "Quintette du Hot Club de France" e subito  una piccola casa discografica, la Ultraphone, si fa subito avanti offrendo loro la possibilità di incidere (direttamente su disco) i primi brani tra cui "Lady Be Good".

 

Le Quintette du Hot Club de France

 Nonostante il successo, la notorietà e la possibilità di suonare stabilmente in giro per l'Europa, Django non riesce a fare a meno di vagabondare o di passare il tempo tra sale da biliardo o tavoli da gioco e nemmeno il "povero" Vola riesce nell'intento di accasarlo quando tenta di fargli affittare una villetta vicino alla sua: molte volte  la band doveva suonare senza di lui o cominciare la serata in forte ritardo. 

 

Una locandina dell'epoca

Verso la fine degli anni '40 Django viene accolto entusiasticamente anche negli Stati Uniti grazie a una tournée insieme a Duke Ellington. La fama e i dischi che lo avevano preceduto gli anni addietro avevano già posto le basi per il suo trionfo. Negli ultimi anni  (1952/53) quando il vagabondare sembra aver lasciato spazio alla puntualità sul lavoro e a una certa stabilità di dimora, problemi di salute (pressione alta?) cominciano ad avere il sopravvento. Django muore il 16 Maggio 1953 all'età di 44 anni lasciando incisioni che ancora oggi stupiscono, affascinano o fanno impazzire i chitarristi  e gli amanti del Jazz di oggi.

La lapide sulla tomba di Django

 

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