Breve storia della chitarra

Lo sviluppo nei primi decenni del '900 in America

 


 

Senza soffermarci sulle vere origini dello strumento e in particolare su quello classico che ebbe grande sviluppo in Spagna, ci dirigeremo direttamente in America: culla delle chitarre folk e a cassa arcuata (coi tagli a "f") prima, ed in seguito delle semiacustiche ed elettriche. Una piccola parentesi è d'obbligo dedicarla alle chitarre Martin che fra le acustiche a cassa piatta hanno raggiunto, pur adeguandosi alle richieste delle mode e del mercato, livelli di qualità sonori insuperati. Tuttavia fra i grandi costruttori, colui che ha legato maggiormente il proprio nome alla musica jazz è sicuramente Gibson. Negli anni '20 la chitarra comincia ad assumere una parte rilevante anche nelle "big bands", ma il problema dei chitarristi (allora non amplificati in alcun modo) è quello di farsi sentire in mezzo a fiati e percussioni, così Gibson realizza la prima chitarra a cassa arcuata che montando corde metalliche (a differenza delle spagnole che hanno quelle in nylon) ed avendo una cassa di risonanza più ampia riesce a supplire (seppur solo in parte) al problema sonoro. Grande successo ebbe fra i musicisti e la si vede spesso nelle mani dello stesso Django la famosa Gibson L-5. Occorre aspettare gli anni '30, grazie alla sperimentazione di rudimentali trasduttori per amplificare le chitarre acustiche folk, per avere il primo pick-up magnetico che, introdotto da DeArmond, finalmente ne risolse definitivamente il problema. Il passo verso le chitarre a cassa piena o solid body è breve, e ovviamente le tavole di legno massello di qualità con cui vennero e vengono costruite eliminano anche l'incognita del feedback e del sustain con i quali le semiacustiche hanno sempre dovuto fare i conti. Ancora oggi gli strumenti di quell' epoca sono i più ricercati o gelosamente custoditi.

 


 

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