Venezia, 10 gennaio 1997.

Cari amici,

anche il 1996 si è concluso col computo delle nuove perdite per il mondo della musica: il nostro splendido teatro veneziano bruciato per stupidità, il costante, inesorabile fallimento del mercato dei concerti e dei dischi in tutto il mondo, le presenze sempre più ridotte nei programmi radiotelevisivi. Arriveremo al Duemila con una tradizione musicale rappresentata solo più da tre tenori e quattro orchestre sinfoniche strapagate? È l'ipotesi che ci è capitato di leggere su una rivista americana («entrare nel nuovo millennio col mercato della musica classica ridotto del 50%...»), ma ci piace sperare che almeno l'Europa sappia correggere questo cupo futuro con la forza e l'equilibrio dell'intelligenza, soprattutto ricominciando ad avere fiducia (e a investire) in questo mercato, che a sua volta si autosostiene anche col solo idealismo e con la straordinaria energia della tradizione e della storia.

Per ora, la vita del musicista è piuttosto dura e confusa, e l'unica cosa che ci sembra chiara è la necessità di continuare a studiare, a dare musica, a offrirla. Che altro, se con i nostri strumenti "antichi" restiamo schiavi del quotidiano esercitarsi, del continuare a cercare nella polvere che copre il passato, nel pessimismo che oscura il presente?

Resta intatta solo la nostra volontà di conservare le grandi tradizioni musicali, e offrirla a quel piccolo universo di amici e amanti della musica con cui da anni condividiamo la devozione alle arti e a cui dedichiamo tutto il nostro lavoro, senza compromessi, senza intermediari.

Nell'impossibilita di muoverci coerentemente nell'organizzazione concertistica (pur senza volerla abbandonare) già da qualche anno abbiamo cominciato a lasciare testimonianze della nostra arte nei supporti che meglio ci possono "contenere"; e questi sono i dischi digitali, grazie alla loro precisione nel conservare e ripetere il nostro messaggio. Noi li trattiamo e consideriamo come libri, osservando pure che essi trattengono, trasmettono o comunicano codici, elettronicamente decodificabili tanto in suoni, quanto in immagini ferme o in movimento, o in parole scritte, o in programmi capaci digestire o manipolare tutte queste cose. Quasi il nome CD fosse la naturale conseguenza di un AB - ovvero di un antico modo di scrivere e di uno nuovo, o rinnovato-, ci accorgiamo di contemplare il muoversi nel mondo di questi multipli del nostro suono e del nostro gesto musicale, ma nello stesso tempo ci sembra di osservare il formarsi di un "luogo" dove, come in un nuovo Rinascimento, tutte le discipline della comunicazione si incontrano e fondono in un unico codice.

Così anche quest'anno abbiamo inciso un CD; anzi, un doppio CD. Ma questo l'abbiamo prodotto e pubblicato solo noi, e quindi non è possibile trovarlo in nessun negozio. Infatti, organizzare una distribuzione commerciale sarebbe stata per noi una sicura rovina economica, una spesa impossibile da riassorbire con una sola produzione discografica all'anno.

Confidiamo però nell'amicizia, e nel formidabile veicolo che è il tam tam fra amici: il nostro CD potete averlo solo ordinandolo direttamente a noi, via email, scrivendo a:

claudioronco@iol.it

Ve lo invieremo subito, e ci potrete pagare nel modo che riterrete più comodo. Noi ci auguriamo che l'idea di consegnare i vostri soldi solo agli autori di quest'oggetto, vi dia la gioia di riconoscerlo più prezioso, e nonostante la volgarità dei materiali plastici di cui è fatto, esso non sia solo l'effimero che per qualche ora fa risuonare i muri della vostra casa, bensì il multiplo di un'opera d'arte, che noi ci auguriamo risuoni a lungo nelle stanze della vostra intelligenza.

Grazie di cuore,

Vostri Claudio Ronco e Lone Loëll.