Le Balene
Monologo teatrale di Luigi Arpini

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Non c’è convenienza, vedete – non c’è convenienza
Mi costringono a  restare qui
Almeno sapessi di dover qualcosa a qualcuno – lo farei. Con fatica, ma più volentieri
Ma non so per chi e per cosa…
Perdo i pantaloni – sarà meglio metterci un elastico; mi piace di più:
la cinghia è troppo dura e stringe troppo – o troppo poco.
L’anno scorso ho dimenticato più volte di chiedere in regalo un paio di bretelle…
segno che non era il momento

Ah, signora! Che dire, che fare…
che abnegazione, nonostante tutto
Essa ci richiede una costanza infinita – e un coraggio da eroi
Molto probabilmente stiano tornando a un’epoca di eroi

Quanti mestieri ho fatto? Di tutto.
Ho venduto anche eroi – o quasi… – Vendevo marionette, marionette di lusso
Bussavo porta a porta – ne ho vendute di marionette!
Me ne mandavano dalle trenta alle quaranta cassette al giorno – no, alla settimana
Erano lisce e nude quando mi arrivavano – facevano paura
Non erano né maschio né femmina – lisce e dure
Oltre che a venderle dovevo pensare a vestirle – sembrava che al tatto si animassero
Toccandole sognavo – percepivo quel che dovevano diventare
Ascoltavo il loro nome fino a quando non avevo un’idea chiara su come vestirle

Benedette marionette… mi sentivo un dio in gestazione – perdinci!
Avevo tutta la libertà nell’inventare costumi di tutte le epoche
Vere o fantastiche che fossero – potevo addobbarle come volevo
Tenendo anche presente i gusti generali o particolari dei clienti
Finiva che dritte o vestite erano tutti degli eroi – sì, tutti
Donne, uomini, vecchi, bambini: tutti eroi – era un’immagine che mi affascinava bestialmente
Cercavo sempre una forma più perfetta di eroe…
Ne ho venduti tanti – molti me li hanno rimandati indietro

Qui l’inverno non è male
Quando si esce non si avverte il minimo sbalzo di temperatura – così l’estate
Mi pare di essere tornato al Paleocene – tutto aperto, senza muri
A quel tempo risorsero le balene
La perfezione di questi animali che si sono adattati a una vita così diversa da quella della terra
E’ oltremodo commovente

Qui c’è un odore che non sono ancora riuscito a stabilire
Anche se è un odore simile a qualcosa che mi è già passata sotto il naso
Non ricordo proprio – temo che la mia memoria abbia subito dei crolli – proprio non ricordo
Dovuto anche al fatto che ricordare mi fa sempre una certa impressione
Devo riuscire a capire una buona volta se è bene
Se vale la pena di adeguarsi alla propria volontà – e tutto il resto è spazzatura
Deve nascondere una falla questo ragionamento

Dopotutto non ci sono ragionamenti che non nascondano falle
Non esistono ragionamenti perfetti che stanno in piedi da soli
Anche se chi li fa ce la mette tutta per farli sembrare perfetti – nascondono sempre un inganno

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I veri martiri e martirizzatori – pace all’anima loro
Sono proprio i filosofi – ancora più dei poeti
Il Paleocene – quella sì che doveva essere un’epoca felice
Le balene danzavano con l’infinito che si scomponeva e ricomponeva
L’amore, per le balene, è un darsi senza risparmio
Le loro grida – per fortuna – non avevano nulla di umano

Melville sapeva e vedeva molto più di Akab – questo è certo
E quella di Akab è la più grande storia dell’invidia che sia mai stata scritta
Non riusciremo mai ad entrare nel cervello di una balena

Ancora oggi non se ne sa quasi niente – sono un mistero
Vengono dal Paleocene– o anche da prima – quando erano mammiferi terrestri
E sapete cosa vuol dire Paleocene? – Vuol dire più di sessanta milioni di anni fa
Dio mio – sessanta milioni di anni fa
Non riesco neanche a pensare all’imponenza delle loro specializzazioni fisiologiche

Homo Sapiens – intorno ai duecentomila anni fa – che tristezza
E i rettili? – più di trecento milioni di anni fa
Meno se ne sa e più colpe se ne danno


(Aggiusta i pantaloni, tira un lembo della maglietta)


Perché il tessuto delle magliette è sempre più elastico di quello dei pantaloni?
Mi aggiusto i pantaloni – le balene sono un vero mistero


(pizzica una corda del violoncello)


Siete dei signori del terzo Millennio – non potete restare qui
né potete ritornare prendendo la strada da cui siete venuti
Poiché nulla ritroverete di quello che credete di aver lasciato
Ma che ritroverete solo attraverso il cammino – dove nulla si sa di ciò che vi aspetta.

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