N.W. Gade, P.A. Heise,
Integrale dei Trii con pianoforte.

Brenno Ambrosini, pianoforte
Luigi Mangiocavallo, violino
Claudio Ronco, violoncello


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«Permettetemi di farvi da guida: fate suonare il Larghetto con moto delle "Novellette" di Niels W. Gade, e lasciate che i primi due accordi del pianoforte siano come l'invito ad entrare nelle visioni di una poesia improvvisata:

Scende la notte sulle bambole già addormentate;
Il vento lieve le carezza, ora.
Nella luce della luna
Esse sono fate che sognano di amare,
E tutto intorno il lago palpita,
Ritmato dal mio cuore calmo,
Verso le sponde serene del loro volto.

  Provate a credere che il pianoforte sia solo colui che vi accompagna e sostiene in questo sogno; smaterializzate il violino e il violoncello: di essi non rimanga che carezza, desiderio, corpo leggero che muove, vibra sul vostro respiro.
Se questo vi riesce, se potete percepire la visione di un lago al chiarore lunare, nel quale, come un'isola, affiora il volto addormentato di una bambola; o se solo vi sentite attratti in qualunque altro vostro percorso onirico, diverso, o inesprimibile, allora incidere questo disco immaginando una poesia per ognuna di queste composizioni è stata un'idea che è valsa la pena di sostenere, perché tutto ciò di cui ha bisogno questa musica è soltanto la nostra attenzione.
Trovate che sia musica simile a quella di Schumann? Nulla di più naturale: provengono dalla stessa scuola, sono amici. Ma nessuno trova che Andersen somigli ai fratelli Grimm: fanno solo lo stesso mestiere, vivono entrambi in paesi freddi e hanno tradizioni quasi comuni. Però in letteratura o in pittura le differenze -a volte- si notano meglio.
In musica si dipende da una materia ben più fragile della parola o del colore: ci si addentra nell'ineffabile, vi domina l'inconscio. O l'ignoto: troppo spesso si preferisce evitarlo trattenendo il suono o la frase nei limiti del conosciuto, dell'abituale. Ma è così che Gade assomiglia a Schumann, e Schumann rischia di somigliare solo a se stesso, senza contenere nulla più di ciò che ci è già noto di lui.
Ma la musica deve essere indagine ininterrotta dell'ignoto, rinnovarsi sempre nel nostro ascolto creativo, amorevole, devoto [...], perché nessuno può conservarla solo sulla carta o sui dischi: essa esige una tradizione, con la sua ritualità, e l'esercizio costante del pensiero per educare mani e voci a proteggerne la "decomposizione", la degradazione a oggetto che rischia di restare solo un'inattuale curiosità della storia.» [...]

Estratto dal libretto di Claudio Ronco, per il CD dell'integrale dell'opera per trio con pianoforte dei due compositori danesi Niels Wilhelm Gade e Peter Arnold Heise, pubblicato nel 1995 dalla casa editrice Symphonia di Roberto Meo.

 

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© C. Ronco 1995

 

 

claudio ronco


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