IN MEMORIAM

di Francesco Sfilio

 


IL SECOLO XIX
27 luglio 2000, mercoledì.
CULTURA & SPETTACOLO
Giuseppe Gaccetta, falegname e violinista, diventa professore a 87 anni: svelerà la tecnica segreta del grande virtuoso

A Genova da tutto il mondo per suonare come Paganini.

 

ANDREA CASAZZA ,

Una scuola paganiniana a Genova. Non di interpretazione, che quella da tempo esiste, ma di didattica. Una scuola che, unica al mondo, insegnerà a suonare il violino secondo il metodo tramandatoci dal grande Paganini. Un metodo dimenticato. Caduto nell'oblio per mezzo secolo. Passato di bocca in bocca, di violino in violino: da Paganini a Camillo Sivori, da questi a Francesco Sfilio, sino a Giuseppe Gaccetta, oggi ottantasettenne falegname del centro storico, negli anni Trenta violinista di eccezionale talento. Un uomo dalla vita intricata e straordinaria, come il plot di un romanzo.
Il corso di violino basato sul metodo Sfilio nascerà al conservatorio di Genova. Non potrebbe essere altrimenti. Il primo a dirlo è lo stesso direttore del "Paganini", Angelo Guaragna. E lo fa dopo aver incontrato Giuseppe Gaccetta. "Gaccetta - dice Guaragna - custodisce un vero e proprio tesoro. Un tesoro di sapere che ha tenuto per se per sessant'anni e che ora vuole svelare. Anzi, che sta svelando a un ristretto gruppo di allievi, fra i quali alcuni violinisti dell'orchestra del Carlo Felice. Ma il bagaglio di conoscenza di quest'uomo, tornato a vivere per la musica dopo sessant'anni di silenzio, rappresenta un'eredità per tutta la città. Che Genova non può in nessun caso farsi sfuggire".

L'apertura di un corso di violino secondo il metodo di Francesco Sfilio è imminente?

"Sì. Farò di tutto e di più perché si apra il più presto possibile. Probabilmente sarà difficile farlo partire con il prossimo anno scolastico che si inaugura a novembre. Certamente non sarà impossibile per i primi mesi del 2001. Io, in ogni caso, ho già pronta la domanda da presentare al Ministero".

La cattedra sarà affidata a Giuseppe Gaccetta?

"A chi, se no? Lui è l'unico che ha in mano le nozioni indispensabili per insegnare la pratica esecutiva e la preparazione tecnica legata al metodo Sfilio".

Ed è davvero così eccezionale, questo metodo?

"Di più. È sorprendente, in qualche passaggio addirittura rivoluzionario. Contiene grandissime intuizioni tecniche ed è uno straordinario veicolo per raggiungere livelli intepretativi importanti. Ci sono notazioni che sui metodi tradizionali non esistono. Del resto, che il sistema dldattico di Sfillo possa portare a risultati eccezionali è dimostrato non solo dal fatto che deriva direttamente da Paganini...".

Cosa intende dire?

"Gaccetta è la dimostrazione vivente della scuola Sfilio. La sua registrazione dei Capricci, è il soprendente risultato di quella scuola".

È cosi notevole l'incisione di Gaccetta dei "Capricci"?

"Non c'è dubbio, e non solo dal punto di vista della tecnica. Sono eseguiti con una pulizia di suono e una velocità straordinaria, è vero. Ma hanno al loro interno anche una musicalità abbagliante. Il che sta a dimostrare come una buona base tecnica sia veicolo essenziale per una restituzione interpretativa di pregio. I "Capricci" di Paganini sono un test perfetto in questo senso. La loro complessità strutturale e le difficoltà tecniche che comportano ne hanno soffocato la geniale musicalità in più di un'interpretazione. Anche importante. Gaccetta l'ha tirata fuori, sino all'ultima goccia, giocando sul fraseggio, sulle dinamiche interne. Personalmente, in questa registrazione ho scoperto cose che non avevo mai ascoltato prima".

Ma se il metodo di Sfilio è così rivoluzionario, com'è possibile che nessuna scuola o conservatorio ne abbia conservato la memoria?

"Non è poi cosi strano come sembra. L'insegnamento nei conservatori è da sempre legato a sistemi didattici ufficiali. Adottata una via, un metodo, è poi difficile riconoscere che ne esiste un altro migliore. Non solo. In campo artistico contano anche molto gli umori, le gelosie, le lobbies. Sfilio, ai suoi tempi, evidentemente non godeva di molte simpatie, di giusti appoggi."

Ma gelosie e lobbies non sono scomparse. E il sistema didattico di Sfilio manda a gambe all'aria quello adottaato sinora nei conservatori. Non ci saranno resistenze nel mondo accademico a partire proprio dai qui, da Genova?

"Partiamo da Genova, appunto. E qui credo di poterlo escludere. Al "Paganini" da anni pensiamo al fenomeno musicale con la mentalità più aperta possibile. Questo vale in generale e, in particolare, per i sette ottimi docenti di violino che vi insegnano. Di più. Deve essere chiaro a tutti che in questo caso non si tratta più solo di una questione musicale. È un fatto di rilievo eccezionale per tutta la città. Ripeto: è un'opportunità, un tesoro che Genova non può farsi sfuggire".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL SECOLO XIX
27 luglio 2000, giovedì.
CULTURA & SPETTACOLO


ALLA RADIO
I Capricci del falegname a Mattino Tre

La storia del violinista-falegname Giuseppe Gaccetta sta suscitando curiosità e interesse a livello nazionale. Al di là del romanzesco versante umano della vicenda, con Gaccetta è emersa una vera e propria miniera artistica: una risorta "scuola paganiniana" che restituisce le scoperte tecniche e le eredità conoscitive (racolte da Sivori, e dunque a Paganini) del grande didatta Francesco Sfilio. Una scuola avvalorata da quella strepitosa incisione inedita dei Capricci dall'archetto di un Gaccetta giovanissimo, nel 1931. Per la prima volta quei Capricci torneranno a suonare: la settimana prossima (P.S.: il 2 agosto 2000) il terzo canale di Radio RAI ne proporrà una selezione nella trasmissione "Mattino Tre" condotta da Nicola Campogrande. Giuseppe Gaccetta spiegherà la prodigiosa tecnica che ha appreso da Sfilio. Ed il perché di un silenzio durato quasi una vita.
 

 IL SECOLO XIX
27 luglio 2000, giovedì.
CULTURA & SPETTACOLO


Dalle prime lezioni allo scoppio della guerra, all'amara decisione di lasciare il violino

Così l'allievo Gaccetta racconta e ricorda incontri e scontri con il suo insegnante


Era un artista straordinario ed un " uomo giusto, retto, di grande umanità". Giuseppe Gaccetta ricorda Francesco Sfilio: ormai quasi mezzo secolo distanzia il loro ultimo incontro, ma la memoria del falegname-violinista torna con precisione e commozione al suo grande maestro. "Devo tutto a Sfilio. Se non ci fosse stato lui non sarei mai esistito come artista. Per me è stato un modello, un padre... La costanza che mi ha trasmesso nello studio I'ho in seguito riversata anche nel mio mestiere di falegname".
Costanza che a Gaccetta non mancava, negli anni di apprendistato con Sfilio: la sua giornata iniziava alle 4 con il tragitto (a piedi) da Principe a Santa Tecla. Qui aveva affittato per 10 lire al mese una casetta dove poteva studiare finché la luce - I'unica che c'era: quella del sole - lo permetteva. "Per i primi sei mesi era Sfilio a venire a Genova da Sanremo per darmi lezione, e coi soldi che gli davo non si pagava neppure il viaggio. Dopodiché mi disse: "un po' cammina il cane, un po' la lepre". E dunque mi trasferii io, per due anni. In seguito ho continuato a incontrarlo parallelamente all'attività concertistica, fino al '40"
Arriva la guerra. Alla decisione di Gaccetta di accantonare il violino per prendersi cura dei familiari, Sfilio ripudia l'allievo e per due anni si rifiuta di riceverlo. Fino a quando, nel '42, Gaccetta si ripresenta chiedendogli aiuto: suo cugino è stato chiamato militare in un reggimento in partenza per la Russia. Il giorno successivo sarà trasferito a Genova, come panettiere.
Nel 1949 Gaccetta incontra ancora Francesco Sfilio: viene a sapere che nel corso della guerra il maestro si era visto costretto, a causa delle ristrettezze economiche, a dare in garanzia il proprio prezioso violino Maggini. Gaccetta tenta allora, ma invano, di riscattare da un faccendiere senza scrupoli lo strumento, per restituirlo al suo maestro.
Negli anni successivi è la vita stessa a separare insegnante e allievo. L'artista Gaccetta è ormai un artigiano ed i problemi di lavoro lo assorbono totalmente: tra alterne fortune arriva a gestire sessanta operai. Poi, trent'anni in Sardegna, ed il ritorno a Genova negli anni '80. Ed il pensiero frequente al suo Maestro, di cui più nulla aveva saputo.
Una settimana fa Giuseppe Gaccetta ne scopre la data di morte, attraverso ricerche al comune di Sanremo, e pensa di istituire una fondazione a suo nome. Affinché l'arte di Francesco Sfilio venga risarcita, tornando a vivere insieme alla sua grande scuola violinistica paganiniana.

G D. M.

 

  

Francesco Sfilio, in una delle rarissime foto esistenti

IL SECOLO XIX
27 luglio 2000, giovedì.
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Francesco Sfilio, in una delle rarissime foto esistenti

 NEL SEGNO DEL "CANNONE"



Un puntale per violoncello. È stato un puntale eseguito a opera d'arte liutaria che ha fatto alzare il sipario su Giuseppe Gaccetta, 87 anni, falegname nel centro storico, sconosciuto vioinista di straordinario talento nella Genova degli anni Trenta. Quel puntale, che lo ha fatto conoscere a Giuseppe Bignami, violoncellista del Carlo Felice. A lui, dopo sessant'anni di silenzio, Gaccetta ha riveiato di essere stato un tempo musicista. Un violinista che nel 1931, aveva persino inciso su rullo alcuni "Capricci" di Paganini.

È stato l'ascolto di quella prodigiosa registrazione a sollevare l'interesse del mondo della musica attorno a quel mite artigiano ottantasettenne e attorno all'uomo che gli aveva insegnato a suonare a quel modo: Francesco Sfilio, alllevo di Camillo Sivori, unico discepolo di Paganini. Interesse su Sfilio (a sua volta grande didatta dimenticato dalla storia della musica) e sul suo metodo didattico: unico e dimenticato, che deriva per linea diretta dal grande Niccolò Paganini, che ne ripropone esercizi didattici e pratiche di "allenamento muscolare". Un metodo destinato a rivoluzionare il sistema di insegnamento moderno del violino.
La storia di Giuseppe Gaccetta - i suoi esordi come violinista, il suo incontro con Francesco Sfilio approdato a Genova nel 1929 per aprire una propria scuola di violino, i suoi lunghi anni di studio in vista del concorso paganiniano del 1940 cancellato dallo scoppio della guerra, il Secolo XIX l'ha raccontata ai suoi lettori lo scorso 12 luglio. Ora è il direttore del conservatorio Niccolò Paganini ad aprire un'altra pagina. Lo fa decidendo di offrire a Gaccetta la possibilità di insegnare il metodo di studio paganiniano. E offrendo alla città di valorizzare un tesoro di conoscenza unico al mondo.

 

 Pagine su Giuseppe Gaccetta e Paganini in questo sito:

"Quale voce per il violoncello di Alfredo Piatti?"

"Giuseppe Gaccetta, falegname a Genova"

"La Ragione di Apollo"