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ne' paterni Lari,

Il suo terren

solcar.

LARA. Naiade, figlia del fiume Almone. Giove, amoroso di Giuturna, non avendo potuto avvicinarla perché ella si era gettata nel Tibro, chiamò tutte le Naiadi del paese, e le pregò d'impedire che la ninfa si nascondesse nei loro fiumi; tutte gli promisero questo servizio. Solo Lara andò a dichiarare Giuturna e a Giunone le intenzioni di Giove. Il dio, irritato, le fece tagliare la lingua, e diede ordine a Mercurio di condurla agli inferi; ma sul cammino Mercurio, preso dalla bellezza di quella ninfa, si lasciò amare, ed ebbero due bambini, che furono chiamati Lari, dal nome della loro madre. Si è voluto far intendere che lo spionaggio è un mestire infame, così pure come ci si suggerisce là che una bella donna trova sempre qualcuno che si fa carico dei suoi problemi.

LARI. I pagani chiamavano così gli dei domestici. Gli Antiquari impiegano a volte questo nome al singolare e dicono: questa figura rappresenta un dio Laro. Si dice, in poesia, Lari per intendere la casa. [...] I ritratti che noi conserviamo nelle nostre case, non sono anch'essi, sotto qualche aspetto, i nostri Lari?

MUTA. Dea del silenzio. Lo stesso di Lara.

(«Dizionario di Mitologia di tutti i popoli, [...] di Luigi Capello Conte di San Franco; Torino 1833»)

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