Michele Bolaffi, canti liturgici ebraici per solo, coro e strumenti; 1826, Sinagoga di Livorno.

 

Lechà dodì - Vieni, o caro, incontro alla sposa; accogliamo il Sabato.
Osserva e ricorda* insieme; così come il Dio unico ci ha fatto ascoltare contemporaneamente; il Signore è uno e il suo nome è uno, e ciò gli è di fama, di gloria e di lode.
Vieni, o caro, incontro alla sposa; accogliamo il Sabato.
Orsù, andiamo incontro alla festa perché è fonte di benedizione. Fin dall'inizio, dalle origini, essa è stata eletta; fu alla fine dell'atto, ma nel pensiero ne era il principio**. Vieni o caro....
O Santuario del Re, città regale, alzati! esci dallo stato opposto a quello normale; sei stata abbastanza nella valle di lacrime, ed Egli avrà pietà di te. Vieni o caro..... [...]


(Si canta nella liturgia dell'inizio del Sabato, e sono molti versetti col ritornello del lechà dodì; l'autore è il cabalista Shelomo ha-Levì Al-Qabez, vissuto a Safed nel XVI sec. E' un acrostico, poiché le strofe formano il nome dell'autore)


*Es. 20:8 "Osserva il giorno del Sabato" e Dt. 5:12 "Ricorda il giorno del Sabato"; si dice che tutto il popolo sentisse contemporaneamente le due parole "ricorda" e "osserva",e in ebraico per "osservare" e "conservare" si usa la stessa parola.

**I Maestri del Talmud insegnano che il Sabato è lo scopo della Creazione, e quindi è "primo" anche se nella sequenza dei sei giorni è l'ultimo. Da questo deriva l'evangelico "gli ultimi saranno i primi".


 

 

...un MIDI, in fin dei conti, funziona un po' come un organetto meccanico a manovella; per questo ho provato a scriverne qualcuno, adattando la partitura di Michele Bolaffi; si ascoltano cliccando sui titoli:

 

 

 

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Nella foto: Rabbi Chaim Malowitsky e Claudio Ronco.