Lettere da

Marte

ANCORA PER JIM MORRISON!

 

 

Da: Claudio Ronco "claudioronco@iol.it"
Data: Mon, 10 Jun 2002 12:29:01 +0200
A: Antonietta

Oggetto: dal pianeta Marte.

Il giorno 9-06-2002 17:06, Antonietta, ".........@tiscali.it" ha scritto:

è un gran peccato!

@@@@@

probabilmente anzi sicuramente la sua cultura musicale è qualcosa di anormale e fuori dal comune, ma il tentativo stesso di farsi pubblicità in internet non la distanzia molto dall'atteggiamento inetto di Jim Morrison, nella sua immensa superiorità musicale è sicuramente meno saccente di me per quanto riguarda il rock in ogni sua forma; è un peccato che fra i sostenitori della musica colta (non metto le virgolette perchè lo è veramente) ci siano individui preclusi alle novità!
Potrebbe provare ad utilizzare la chitarra elettrica per alcuni dei suoi nuovi brani non si sa mai magari il successo arriva! Per quanto riguarda l'idea di seppellire Jim sotto ad una strada asfaltata e trafficata di parigi non è affatto male; penso che l'idea non gli sarebbe dispiaciuta. Bella frase: "reso mito dalla degenerata imbecillità del suo tempo storico!" scusi ma lei dove vive su marte?. Effettivamente non sò se sia meglio far vedere la fragilità dell'uomo cercando una soluzione o sia meglio nascondersi dietro sicurezze preconfezionate....

Con il massimo rispetto le dico che la sua scelta è tanto più colta quanto più semplice! Cordiali e distinti saluti

Michele

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sì, vivo su Marte.

Per scelta e per convenienza.

In generale mi sembra che gli appartamenti in affitto siano più economici (Marte non è esattamente il posto dove tutti vorrebbero passare le vacanze...), ma le ragioni che mi spingono a restare qui sono altre.

Prima fra tutte l'assenza di segnale radio televisivo che mi rende possibile spendere piacevoli serate chiacchierando con gente comune —operai, contadini, gente umile, e non i soliti intellettuali che frequentavo sulla terra, unici esseri umani liberi di andare a spasso la sera anziché star seduti di fronte alla tivù (sempre che non ci fossero i mondiali di calcio..)—, ma soprattutto il tempo di leggere, parlare, studiare con i bambini e gli adolescenti, dialogando e confrontandoci su mille argomenti, lo sguardo rivolto all'infinito, gli occhi negli occhi dell'altro, con l'energia vitale e gioiosa che solo la giovinezza può regalare profusamente al mondo.

Certo, ogni tanto risale angosciosamente la nostalgia dei verdi prati, dei fiori di campo, dei cieli azzurri e delle acque fresche e incantate del meraviglioso pianeta terra, ma in quei casi si fa avanti la coscienza (e la memoria!) di quanto tutte quelle cose siano ormai rimaste solo ingannevoli illusioni mediatizzate dal cinema e dalla televisione, mentre quelle vere muoiono lentamente ma inesorabilmente sotto la pressione della violenta follia umana, che consuma, cancella, brucia, disintegra, polverizza, annulla.

Qui su Marte l'acqua c'era, e quindi anche i prati i boschi i cieli azzurri; e per questo abbiamo buona speranza di farli resuscitare, sebbene con un lungo lavoro in condizioni estreme di povertà e desolazione.
Ma coltivare e attendere i frutti, in questo mondo ancora violentemente determinato a restare morto e infecondo, ribelle a ogni atto o dichiarazione di amore e di speranza di vita, rende noi abitatori delle sue inospitali polveri dei sognatori capaci di moltiplicare all'infinito l'energia dei sogni, ed è quanto basta a vivere prati in fiore e freschezze acquatiche con vera e infinita intensità, proprio in questo deserto altrimenti mortifero.

Contiamo infine su una permanenza di soli quarant'anni fra queste sabbie infocate, che se pur lunghi e faticosi, non sono tuttavia l'eternità. La manna che ci viene inviata dal pianeta terra non è un cibo entusiasmante come le orecchiette alle cime di rapa o il paté di foie gras, né l'acqua che scaturisce dalle pietre marziane per effetto della misteriosa tecnologia terrestre importata su questo pianeta è paragonabile in alcun modo a un Cabernet o a un buon Champagne (né alla Coca-Cola, peraltro...), ma posso assicurare che la fantasia di cui è capace il cervello di un bambino non devastato dai cartoni animati giapponesi e dai video giochi, è in grado di fare miracoli sorprendenti, trasformando col solo tocco di una sinapsi cerebrale un sorso d'acqua in infiniti sapori intrecciati a profumi e sublimi delizie.

Dunque non ci manca davvero nulla di essenziale, e qui nessuno è vecchio o anziano, proprio perché non possiamo esser altro che bambini di dieci, trenta, cinquanta o cento anni d'età... E farne nascere altri e tanti, di bambini, è una necessità complessa e vitalizzante, che finisce col rendere il sesso, o meglio la nostra attività sessuale, qualcosa di sempre innocente e non colpevolizzata da mille orrende paure e traumi. Curioso paradosso, qui su questa terra desolata non c'è bisogno di difendersi dal pericolo della pedofilia, semplicemente perché essa, in questi luoghi, non esiste più. Non c'è infatti alcun bisogno —inconscio o manifesto— di ricorrere ad atti contro natura per soddisfare desideri repressi, perché l'assenza di bombardamenti pubblicitari e continui stimoli al desiderare cose, oggetti, situazioni, emozioni, sensazioni e così via, ci permette di ritrovare un armonico equilibrio fra vuoti e pieni, presenze e assenze, bisogno e soddisfazione, così da adattarsi perfettamente alle diverse condizioni psicofisiche. Ecco allora che a nessun uomo adulto viene il desiderio di penetrare col suo organo sessuale un qualsiasi fragile e minuscolo orifizio infantile, né qualsiasi altra combinazione di idee sessuali mal combinate fra loro e inadatte al naturale processo di azioni e sensazioni che hanno come scopo ultimo l'esercizio di un piacere intenso e complesso destinato occasionalmente a generare nuovi esseri umani sani, vitali, equilibrati e felici di essere al mondo. O semplicemente al far l'amore perché è bello e induce a preferire la pace alla violenza.

 

Ma ciò che, parlando da un'ottica totalmente personale, io trovo essere una delle migliori ragioni per considerare questo inospitale pianeta decisamente preferibile alla terra, quasi fosse davvero un giardino dell'Eden, un Paradiso primordiale ritrovato, è ancora un'altra:

lasciatemi dire con soddisfazione e profondo orgoglio che qui su Marte a nessuno viene in mente l'idea per cui nell'anno del Signore 2002 d.C. ci sia ancora qualche imbecille capace di considerare o immaginare o definire personaggi come Jim Morrison o Andy Warhol o Jimi Hendrix eccecc. dei "contemporanei", decidendo per conseguenza che Beethoven, Leonardo da Vinci o Giacomo Leopardi non lo siano affatto.

 

 

Per di più, su Marte non esiste neppure l'anno 2002, e neppure tutti gli altri anni! D'altronde, anche sulla terra è sufficiente recarsi in Israele per ritrovarsi non nel 2002 bensì addirittura nell'anno 5762! (anche se, ahimè, non nel non-tempo degli abitanti del pianeta Marte...)
E molti altri anni diversi sono disponibili sulla terra, fra i suoi svariati popoli e culture, laddove li si riconosca dietro o sotto la divisa che l'Occidente tecnologizzato gli impone a forza o con l'inganno e l'illusione di ricchezza.

Ecco allora che personaggi già morti e semi-decomposti, tenuti in vista come mummie, risibili oggetti di culto conservati in templi dell'ignoranza e stupidità colpevoli, personaggi che erano già vecchi, decrepiti e consunti fin dal momento della loro nascita, corpi inutili e sterili nel loro lento, secco disfacimento, continuano a venire esposti allo sguardo del mondo come "CONTEMPORANEI", nella totale, mostruosa approvazione e accettazione del fatto da parte dei milioni di consumatori delle ultime residue risorse del devastato pianeta terra.

Quale altra ragione potrei immaginare per comprendere questo fenomeno, se non quella di un popolo che di fronte all'incapacità di cambiare le sue abitudini distruttive e autodistruttive, deve forzatamente diventare inconsapevole dell'inevitabile scorrere del tempo, poiché con la sua attuale capacità di consumo e sfruttamento delle risorse planetarie non gli restano che cento, duecento anni di sopravvivenza, prima del disastro e del collasso definitivo degli equilibri vitali del suo pianeta?

 

D'altro canto, anche Beethoven o Leonardo da Vinci sono diventati per l'abitante del pianeta terra meri oggetti di consumo!
Questi nomi, infatti, non sono altro che "rappresentazioni" di personaggi strettamente chiusi nel loro ambito specifico, cosa definita e fissata dagli indifferenti dominatori del pianeta terra nel minimo dettaglio e in modo assolutamente immutabile.

Ben diverso è qui da noi su Marte: Beethoven è vivo e contemporaneo non solo poiché da noi è abolito il tempo, ma soprattutto perché lui, come ogni "Classico", rivive e si moltiplica nello studio creativo e infinito di un'umanità giovane e innamorata dell'idea di far vivere e fiorire nuovi mondi possibili. Proprio com'era sul pianeta terra prima che, a seguito di troppe guerre e troppo impoverimento, si cominciasse a fornire gli abitanti di televisioni, jeans firmati e di terroristi islamici.

 


Bene,

temo di dover concludere la mia lettera, in rispetto ai limiti di tempo che il pianeta terra impone. Ma c'è un'ultima cosa cui voglio rispondere, ed è a seguito di queste due frasi un po' inacidite:

"il tentativo stesso di farsi pubblicità in internet"

"non si sa mai magari il successo arriva!"

 

"Farsi pubblicità" sulla terra (in internet o altrimenti) è cosa troppo costosa, in quanto non consiste nella semplice, banale azione di pagare spot dai prezzi spaventosi sulle TV o nei media, ma deve forzatamente avvalersi dell'atto di convincere (e costringere!) le masse di umani a comprare i propri prodotti a prezzo maggiorato, dopo averli coperti o infarciti di segnali pubblicitari (ad es. il logo delle Nike, o il coccodrillino sulla maglietta, o addirittura, sfacciatamente e ridicolmente, l'intero nome della casa produttrice scritto a caratteri cubitali) e portarli in giro, veicolando così ogni compratore la pubblicità di ciò che ha comprato, diventato ormai suo malgrado parte di un popolo asservito e annichilito di cartelloni pubblicitari semoventi.

No, caro amico/a: io non mi faccio affatto pubblicità in internet! Non solo non spendo un soldo in più di quel che serve a pagare la connessione telefonica allo scopo di immettermi nell'oceano rete, ma non mi dispongo neppure a organizzare i miei affari economici in modo connesso ai canali che il web occasionalmente apre.

Lancio semplicemente gratuiti messaggi in bottiglia, in un oceano ineffabile.

 

 

Proprio per tutte le cose che già ho detto in questa lettera, io non cerco né provo interesse per il "successo" mondano! Mi basta avere di che vivere dignitosamente e in buona salute, senza togliere nulla a nessuno e inquinando o consumando il meno possibile l'ambiente intorno a me.
Non voglio diventare un "personaggio di successo" sul pianeta terra! Sarei fagocitato, decomposto, vomitato e reingurgitato, digerito, macerato, espulso e resuscitato sempre mio malgrado, ripagandomi con cosa? Tanti soldi sonanti coi quali comprarmi grosse tivvù da guardarmi in dorati isolamenti, protetti da polizia privata perfettamente armata?

No, grazie. La vita è breve, in quel caso.

 

La mia è migliore, se non altro perché preoccupandomi del mio conto in banca insufficiente ho un argomento di conversazione e di condivisione con la maggior parte degli esseri umani sulla terra, coi quali desidero mantenere aperta e attiva una comunicazione, via internet o altro, ma preferibilmente diretta, durante i miei quotidiani rientri sul pianeta terra.

 

In conclusione, proprio a conferma dello stato di degradante imbecillità degenerata dell'illusorio tempo storico di un Jim Morrison, la mia ultima visita al pianeta terra mi ha aperto gli occhi a più chiare visioni.
Infatti, essendo insospettito dal fatto di aver ricevuto la bellezza di 25venticinquedico25 email in due giorni consecutivi di insulti variegati al riguardo del mio

>IRRISPETTOSO<

comportamento nei confronti di quella rottura di coglioni di Jim Morrison, incapace di capire non solo cosa ci fosse di "nuovo" o di 'rivelatore" o di "grande" in tutte le parole ammassate caoticamente da lui in vita, ma ancor più nell'ammassarsi periodico nella mia posta di messaggi a lui relativi, me ne sono andato al mio consueto piccolo bar sotto casa per bere un buon caffè in compagnia dei casuali avventori e chiacchierare un po' dei fatti mondani.

¡@!

Ecco! E' così che mi si è rivelata l'ovvia, banalissima soluzione del mistero:

la tivvù aveva trasmesso proprio il giorno prima un film sulla vita di jimmorrison!

"Effettivamente non sò se sia meglio far vedere la fragilità dell'uomo cercando una soluzione o sia meglio nascondersi dietro sicurezze preconfezionate.... Con il massimo rispetto le dico che la sua scelta è tanto più colta quanto più semplice!"

Oy oy... caro amico/a, temo di dover mantenere e preservare qualche dubbio sulla verità di quel che mi dici.... non vorrei ritrovarmi un brutto giorno incosciente di esser già morto e decomposto, seppellito sotto l'asfalto di un trafficato e rumoroso incrocio di nulla e di vuoto, di illusione sterile e di solitudine desolata, di disperata impotenza di fronte alla fine del viaggio di morte e di tenebra...

 

 

Ama, ti prego, e genera bellezza col tuo desiderio di vita. Racconta le tragedie del mondo al mondo, ma sorreggi il tuo racconto con la forza dell'intelligenza che genera speranza di rinnovamento e nuova vita. Carezza gli occhi del bambino coi tuoi occhi, e accompagna il vecchio tenendolo per mano, attento alla fragilità delle sue ossa.

 

 

Vivi felice e restami amico.

Claudio Ronco.

 

 

CONTINUA (ahimè....)

 

MUSICA DI SOTTOFONDO:

"Reyzele"
Claudio Ronco ed Emanuela Vozza, violoncelli.
Se non funziona -dato che è un MP3- chiedetemelo
pure scrivendo a claudioronco@iol.it
Sarò lieto di inviarvelo via email (pesa solo 80k).


 

 

 

©claudioronco2002