"Della memoria nel mondo"

Nel maggio del 1989 sedevo in una sala di registrazione a Montevarchi, Arezzo, a fianco di un violoncellista all'epoca mio allievo, Stefano Veggetti, e due ottimi amici musicisti: la clavicembalista Diana Petech e il liutista tedesco Joachim Held, che suonava la tiorba.
In quei giorni si è mangiato e bevuto allegramente, e pure inciso un buon disco, poi pubblicato dalla Nuova Era nel 1991. Eccolo:


Anzi, quella qui fotografata è la seconda edizione, di nove anni dopo, nella nuova veste grafica dell'editore. Facevo stampare con fierezza sul retro di copertina la dicitura "First world recording", e avrei potuto vantarne anche la "First world performance", poiché le avevo eseguite sin dal 1982 (e sempre con "strumenti originali d'epoca"!), ma il fatto di aver rintracciato una copia dell'edizione originale di quelle Sonate opera prima, databile intorno al 1740, nella biblioteca personale del grande Alfredo PIatti, a Bergamo, mi faceva presumere di non esser stato il primo... c'era infatti pure un'edizione dei primi del Novecento d'una di quelle, la quinta in La minore, nella versione adattata per violoncello e pianoforte e ampiamente corretta di Luigi Forino (Ed. Ricordi, 1926), celebre violoncellista che di Alfredo fu ammiratore ed amico intorno alla fine del XIX secolo. E poi Nona Pyron, violoncellista e musicologa inglese, nel 1982, aveva pubblicato un'edizione critica di Sonate barocche per violoncello, e una di quelle era proprio di Lanzetti (curiosamente tratta dall'op.II, che era solo una riedizione londinese del 1745 circa, curata da "chissàcchi" e trascritta anche per flauto...). Insomma, sospettavo di non esser l'unico ad aver eseguito Lanzetti nel mio secolo, ovvero il XX...

Uno o due anni dopo la pubblicazione, regalai molte copie di quel disco a biblioteche e mediateche, critici e colleghi, allievi e amici vari, e una andò pure al violoncellista Gaetano Nasillo, di passaggio a Venezia, dove eseguì in una chiesa piuttosto umida e fredda la quarta Suite di Bach su violoncello barocco...
Non ebbi poi più notizia di lui, e neppure di Stefano Veggetti (a parte gli occasionali incontri con i loro nomi nei programmi concertistici o tra quelli dei docenti di corsi di perfezionamento violoncellistico). Pare infatti che il mio nome (e i miei insegnamenti?) siano scomparsi totalmente dalla loro memoria, per ragioni a me misteriose, più o meno nell'anno 1993 o '94.

Comunque, di quel mio disco si può leggere e scoprire molto da questo link:
http://users.libero.it/claudioronco/napolitano.html

oppure ascoltarne molti brani da quest'altro:
http://users.libero.it/claudioronco/sampl-lanz.htm

Nel frattempo Salvatore Lanzetti accompagnava le mie giornate di studio al violoncello, le lezioni ai miei allievi privati, le piacevoli serate musicali in compagnia di amici e amanti della musica. Così nel '96 tornai a inciderne alcune Sonate dell'opera V e VI, e pure la celebre "Sonata detta Porto Mahone" ( di cui esistono solo tre copie manoscritte a fine Settecento) e alcuni dai brani dai "Pièces pour le violoncelle" del manoscritto conservato alla BN di Parigi, con l'accompagnamento di un'ottima mia allieva parigina, Julie Mondor, e di un mio grande amico romano, l'organista, cembalista, pianista e musicologo Andrea Coen. Quella particolare incisione, però, non volli disperderla nel mare magnum del mercato, sicché ne feci un doppio CD che registrai, montai e stampai tutto da solo. O meglio: con l'aiuto di molti amici che mi finanziarono al fine di riuscire in una così pazza impresa... Ecco qui in mini-foto anche lui:


La storia della sua incisione è raccontata nelle seguenti pagine del mio sito:

http://users.libero.it/claudioronco/ascolto.html

http://users.libero.it/claudioronco/ascolto3.html

... e pure qui:
http://users.libero.it/claudioronco/lanzetti.html

 

Qualche giorno fa, infine, ho ricevuto la lettera indignata di una giovane amante dei dischi di musica classica, ma per fortuna non era arrabbiata con me... Anzi, mi deliziava con complimenti graditissimi, per il mio vecchio disco delle Sonate op.I di Salvatore Lanzetti. Continuava però con toni tristi e poi irosi, riferendomi del premio che la rivista Amadeus aveva consegnato quest'anno 2006 alla "prima incisione mondiale delle Sonate di Salvatore Lanzetti", nell'interpretazione del violoncellista Gaetano Nasillo, accompagnato da Sara Bennici, secondo violoncello, e Andrea Marchiol al cembalo... Eccolo:

(cliccandoci su si arriva da Amazon, dove potete comprarvelo, se vi pare...)

...In effetti era proprio tutto vero, come si può constatare seguendo questo link:

http://www.amadeusonline.net/premio.php

...nel quale, in effetti, si può leggere questa presentazione:

"La bravura c'è, ma non si vede. Nel senso che non è esibita con pensiero e tecnica sfacciati. È al contrario espressa con finezza di eloquio e con molteplici sfumature che fanno tendere l'orecchio a chi ascolta. La grossolana bravura, il violoncellista Gaetano Nasillo proprio non la conosce, proprio non gli interessa. Già la proposta presuppone ricerca giacché schiera un compositore ai più sconosciuto, la cui musica va ad arricchire la settecentesca scuola napoletana: Salvatore Lanzetti. A tale autore, comparabile a Leo, Porpora e Vinci, si deve un'attenzione al violoncello che, dall'ascolto di questa prima realizzazione discografica delle Sonate a violoncello solo e basso continuo op.1 nn. VII-XII, mostra una coscienza solida e sviluppata del linguaggio specifico dello strumento. Il che non sortisce dal nulla, bensì da un retroterra culturale di virtuosi del violoncello e da una gloriosa tradizione liutaria locale che aveva creato le condizioni più idonee per la nascita di pagine come queste. Nasillo, sostenuto con ricettiva cangianza espressiva dal cembalo di Andrea Marchiol e dal violoncello continuista di Sara Bennici, ci fa toccare con mano l'antico gusto partenopeo che aveva trovato a Londra il trampolino europeo. Un gusto definito da Burney new style dove l'arte del contrappunto si fonde al senso del contrasto, alla melodiosità e a un senso del teatro che sa mormorare. Pura classe."
(Nicoletta Sguben)

(...le evidenziazioni in grassetto sono mie...)

In quest'altro link, oltre al curriculum di Gaetano Nasillo, è pure possibile scaricarsi gratuitamente gli MP3 dell'intera dodicesima Sonata op.I:

http://www.sileteventi.it/Curricula/gaetanonasillo.htm

Dunque l'indignata amante di musica si lamentava della scarsa attenzione del mercato del disco e dei suoi dipendenti, siano essi critici o semplici redattori, per quelli che dovrebbero essere i doveri di coloro che si occupano, in quel mercato, non solo di musica "commerciale", ma d'arte e cultura.
"Sarebbe bastato", scriveva educatamente alla redazione di Amadeus, "una semplice e veloce indagine in internet, per scoprire che quello che voi, indubbiamente il maggior periodico di musica classica in Italia, avete premiato come prima esecuzione e ricerca musicologica del Maestro Nasillo, non era né cosa nuova o ignota...".

Infatti c'erano state già altre incisioni dopo la mia, tra cui questa (rintracciata da me in internet senza difficoltà):

Emmanuel Balssa, violoncello
Alix Verzier & Bertrand Cuiller, continuo


Questa edizione contiene anche alcune Sonate dell'op.V e VI, che io ho inciso solo nel '96; non ho trovato la data di pubblicazione, ma credo sia assai recente, forse di quest'anno (spero non sia stata segnalata anche questa come "first world recording"!), ed è recensita e acquistabile al seguente indirizzo web: http://www.diverdi.com

E poi c'era il lavoro di ricerca di Marie-Thérèse Bouquet, della Sorbonne, che Lanzetti studiava già negli anni '70, e più di recente anche un violoncellista italiano, Renato Criscuolo, si è laureato nel 2004 alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Perugia (Corso di Laurea in Lettere Moderne), con una tesi su "Salvatore Lanzetti, virtuoso di violoncello, compositore e didatta", nella quale ampiamente cita me, le mie ricerche, le mie incisioni e i miei scritti, senza dimenticare per questo il mio nome...

Ma quel che ha irritato me, in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo.......... è stato accorgermi di come la fatica delle mie lezioni sia finita nel vuoto, mentre i miei doni di dischi venivano dimenticati insieme al mio nome e al mio lavoro...

Bene, a mo' di magra consolazione, raccolgo il dono di Nasillo, che ha messo in rete gratuitamente l'intera sua nuova interpretazione della dodicesima Sonata dell'opera prima di Salvatore Lanzetti, Napolitano, pubblicata e premiata da Amadeus nel 2006, e la offro ai miei visitatori a fianco della mia vecchia incisione del 1989 (eseguita con strumenti d'epoca e prassi storica, ma con il La accordato a 440 Hz, a differenza del gruppo di Nasillo, che suona con il La 415 Hz, ovvero mezzo tono sotto, secondo una consolidata convenzione moderna applicata normalmente agli strumenti barocchi), per il piacere di che ama far confronti e scoprir le differenze...

Eccole qua sotto, cavallerescamente:

 

Allegro:

 

Largo Cantabile:

 

Minuetto:

Infine, per dare un senso a questi confronti e ritrovare il senso del confronto con un Maestro o una scuola, nulla di meglio che concludere con un esercizio violoncellistico di Salvatore, lasciato in un quaderno manoscritto di appunti, quasi con nonchalance, su un foglio di dimensioni inusuali, al fine di eseguirlo tutto leggendolo senza girar pagina. Mi è sempre parso, provandomi ad eseguire quelle note, di intravedere il sorriso sornione di quel gran Napolitano, quasi mi dicesse "Provati un po' a suonarmi questo!" .

Beh, io ho provato a rispondere all'appello... cliccate sul suo sorriso, qua sotto:


 

Buon ascolto, augurandomi di rimanere almeno un poco nella vostra memoria...

 

Musicalmente vostro, Claudio Ronco,
Venezia, 27 Ottobre 2006.

immagini:

Rebecca Hayward,
Pastelli della serie "Bestiary":
"Avoiding the cracks"
"The race"

http://freeweb.supereva.com/rebeccahayward

Charles van Loo,
Ritratto a sanguigna di Salvatore Lanzetti,
Torino, ca. 1750

 

 

 

 

 

 

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