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 Per il Teatro

MONTAGNE SACRE
Echi dall'Antico Testamento   
di Claudio Ronco

Monologo drammatico per attore-violoncellista

Opera commissionata dal Festival Pucciniano di Torre de Lago, Lucca,"Montagne Sacre" è una performance la cui struttura è essenzialmente basata su un'immagine: Abramo che sale al monte Morià con il figlio Isacco, in una possibile nuova realtà nella quale Isacco non più innocente fanciullo condivide col padre la coscienza dell'atto che sta per essere compiuto, trovandosi nella necessità di porsi nella stessa posizione morale, spirituale e storica di Abramo, in quella prova che non ha alcun modo di essere superata da una sola delle parti.

Musiche di Claudio Ronco.

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BRIDGES - PONTI
Una performance musicale per violoncellista solo,

su testi di Claudio Ronco;
musiche di David Popper, Offenbach, Victor Herbert, A.F. Servais, J.S. Bach e Domenico Gabrielli.

 

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ELEGIA PER ISRAELE
Uno spettacolo di Claudio Ronco,
su testi di David Grossmann;

con due attori, ombre cinesi, un minimo di tre musicisti ed elettronica;
musiche di Claudio Ronco.

 

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ASCOLTANDO LE ALI DEGLI ANGELI   di Claudio Ronco
un concerto-racconto per attore e violoncello solo

«....Racconterò al mio pubblico di quella strada di Barcelona, la "Rambla" che scende dritta verso il mare tra giocolieri, musicisti di strada e venditori ambulanti, come il letto di un fiume nato dal cuore più antico della città.
Dalla Sarabanda della II Suite di Bach che rappresenta il cuore della città, si scivola e ci si confonde fra il virtuosismo degli studi trascendentali di David Popper, per giungere al fine in riva al mare con la Giga della III Suite di Bach per violoncello solo...»

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IL MIO ARCO E' VOLATO FRA IL PUBBLICO   di Claudio Ronco
una performance per un violoncellista solo

La performance "Il mio arco è volato fra il pubblico" è un omaggio a Pablo Casals e al grande repertorio violoncellistico da concerto fra '800 e '900, con frammenti dai concerti per violoncello e orchestra di Dvorak, Schumann, Volkmann, Anton Rubinstein e David Popper, basato su un aneddoto raccontato dallo stesso Casals al suo biografo Albert E. Kahn.

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IL VIOLONCELLO DI DAVID IN AMERICA
Fantasia per violoncello e saltimbanco

Ideato da Claudio Ronco per la messa in scena con Sergio Bini (alias BUSTRIC)
Musiche di David Popper
e J. S. Bach.

 

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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Spettacolo notturno per un bosco o giardino

Ideato da Ben Patterson, artista fluxus, e Claudio Ronco, violoncellista e compositore, per il bosco di Wiesbaden, o qualsiasi altro bosco nel mondo...


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SUONI DI GUERRA E SUONI DI PACE
Battaglia musicale fra Turchi e Veneziani

Ideato da Claudio Ronco per essere messo in scena nel forte militare di S. Andrea, Venezia.
Musiche di: Giovanni e Andrea Gabrieli, Claudio Ronco, tradizione turca e araba. Strumenti: trombe e flauti diritti, tromboni, timpani, liuti e cembali santur, lud, strumenti ad ancia e percussioni del Medio Oriente


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SERENATA PASTORALE

Pastiche barocco in forma scenica,
su musiche di Haendel, Vivaldi, Porpora e altri,
per Mezzosoprano, due contraltisti, violino, violoncello e cembalo, tre ballerini e tre attori.

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IL DOLORE DI SHYLOCK E IL VIOLINO DI RE DAVID
Una performance musicale di Claudio Ronco con violino, violoncello, percussioni, voci recitanti e un ballerino-mimo.

Musica di Claudio Ronco, testi dal "Mercante di Venezia" di William Shakespeare.

«What are there masques? Hear you me Jessica, lock up my doors, and when you hear the drum and the vile squealing of the wry-neck'd fife, clamber not you up to the casement then, nor thrust your head into the public street to gaze on Christian fools with varnish'd faces: but stop my house ears (...)»

 

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QELIPPOTH - CONCHIGLIE
Omaggio a David Popper

Concerto-performance per violoncello solo

Musiche di David Popper, Max Reger, J. S. Bach, Claudio Ronco.
Durata un'ora circa, senza intervallo.

David Popper, figlio del cantore della Sinagoga Antica di Praga, diventa uno fra i più acclamati virtuosi dell'Ottocento. In questa performance, il racconto immaginario della sua infanzia e adolescenza, del suo abbandonare il ghetto, affrontando le vie del successo mondano nei maggiori teatri europei, si snoda fra una scelta di brani connessi fra loro da
suggestioni narrative legate alla Qabalah ebraica, immaginando un ritorno alle tradizioni dell'anziano violoncellista, sulla soglia delle grandi tragedie del Novecento..

Dai testi recitati:
«(...) in quel grande teatro barocco, io alzai l'arco a fermare il tempo: gettai lo sguardo all'officiante, in attesa del mio momento rituale, e aggredii le corde nell'arpeggio solenne del primo Preludio di Bach per violoncello solo, come un ciclopico accordo di suoni, di gemiti raccolti e sollevati al cielo, spinti dal basso nobile della terza corda, ad ondeggiare in alto, verso il vibrare della luce. Eccole: le due voci di quel violoncello stavano tutt'e due espandendosi, ognuna nelle sue direzioni, verso il fuori e verso il dentro, mentre il mio plesso solare spingeva i respiri, luminoso, irraggiante, e la mia testa incalzava le frasi e incitava le spalle in una rotazione continua, da sinistra a destra, senza più fermarsi, solo in sospensioni, in gesti dilatati, come a tendere la corda dell'arco per caricare la freccia, scoccarla, lasciarla volare verso quel centro terreno, quel bersaglio ai miei piedi: Malkhut! La Rivelazione, l'accordo del razionale e dell'irrazionale su questa terra, in questo nostro mondo! Il violoncello cantava nel teatro della vita, riparava la frattura della morte, l'errore del demiurgo; ogni nota girava nel vortice dei suoni, nelle loro infinite direzioni... C'ero riuscito! Ognuno in quel luogo aveva espiato i suoi peccati, era redento! (...)»




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