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Se all'arte viene negata la possibilità e capacità di spostarsi al di fuori degli "ordini" del normale, di un'umanità che accetta solo più ciò che è "prevedibile", allora, dopo aver perso Dio, all'uomo non resterà più nulla per liberarsi da questo banalissimo processo lineare che ora avviene, e che corrisponde al necessario, naturale fenomeno di espansioni e contrazioni, che la Natura mette in moto per far emergere e poi soccombere alternativamente diverse forme di vita.

C.R.



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