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Il tragicomico

Sì: solo i guitti della comicità oggi sono ben accetti in società...
Ed è un fatto concreto, difficilmente digeribile: di fatto, divertono e istruiscono; ma se qualcuno volesse istruire senza per forza divertire?
Nell'emblema del teatro, Tragedia e Commedia sono indissolubilmente legati insieme, pertanto restano cose diverse e separate, come l'acqua e l'olio, anche se temporaneamente si possono mescolare (e si mescolano con aggiunta di aria, come avviene, ad esempio, quando si prepara la maionese).
Ma cosa accade quando la Commedia si prende tutto il pubblico?
Ahimè, accade che l'unica vitalità nel linguaggio teatrale sarà quella della vis comica, anche nel discorso – di fatto! – tragico.
Niente più alternanza di compassione e sollievo, dunque, ma fosse solo questo!
La comicità è popolare; mentre l'attore tragico recita, sa bene che dovrà far affidamento sull'entrata del Comico, al momento giusto, per dar modo al pubblico di raccogliere il suo messaggio da mani più compassionevoli delle sue.
Diversamente succede quando un attore comico, trattando argomenti da Tragedia, introduce un attore tragico: quest'ultimo diventa parte del gioco comico e nulla più...
Così son fatte le rigide e immutabili leggi del teatro.

 

C.R.

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©claudioronco2006