Bach à Venise



extraits

RADIO SUISSE ROMANDE
ESPACE2

Un réportage de David Meichtry
avec le violoncelliste Claudio Ronco


 

Prima Suite:

Un violoncello solitario sulla laguna.

parte I
parte II
parte III

«L’arte di spiegare, come quella di insegnare, dovrebbe sempre tener presente l’importanza di generare dubbi e non solo certezze. E’ mio desiderio far sì che questi nostri incontri intorno alle sei Suites di Bach per violoncello solo, non aggiungano all’enorme massa di opinioni e credenze che sedimenta sopra ad esse, altra sedimentazione; io desidero principalmente far sì che possano produrre curiosità verso rinnovate visioni di quell’oggetto, e nuove intenzioni musicali.

Ci si è sforzati, negli ultimi decenni, a spogliare la musica di Bach da ogni immagine o figura retorica o visione che le era stata attribuita dalle generazioni che l’avevano ereditata, amata e posseduta. Così innumerevoli “visioni” astratte sono state dette, raccontate, esposte al fine di far “immaginare” qualcosa ad ogni frase di questo autore, reso maestro assoluto del pensiero musicale occidentale.

Se dunque il nostro ascolto non dev’essere impedito nel formare o inseguire immagini, tuttavia ciò che abbiamo dato o accolto con il nostro sentire non dovrà mai restare imprigionato in quelle figure.»

C. R.

 

 

« ...Peggy ci portava in barca in mezzo alla laguna; era una donna francese dall’età indefinibile: sguardo di ragazzina e corpo flessibile e robustissimo di abile gondoliere. Viveva a Venezia da vent’anni.


Un solo remo affonda nell’acqua: spinge e poi si ritira piegandosi d’un lato, lasciando che la corrente gli scorra intorno; non si oppone mai alla forza dell’acqua, ma la dirige e la guida con dolcezza e determinazione insieme…
Vicino a lei, io suono Bach: l’archetto del violoncello come il remo, la massa della barca in movimento come la cassa armonica spinta dal vibrare delle corde, l’acqua come il mistero della mente di colui che ascolta…


Peggy, vogando, ci raccontava della sua vita e delle terapie con massaggi drenanti, della perfetta comprensione dei flussi e deflussi sanguigni, come dirigerli, equilibrarli, correggerli. Nei canali di Venezia, come vene e arterie, io suonavo Bach.
E “Bach”, in tedesco, significa “ruscello”: fluido scorrere d’acqua e di pensieri... »

 



continua con:

Suite II

foto di:
Emanuela Vozza

 

 

 

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