Mezzi 1945-1960
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Autogrù  Diamond 6x6. Anno 1946

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Autogru Diamond 6x6 con motore benzina da 8700 cm3 con potenza di 108 cv. Dotato di due bracci del tipo a traliccio con portata di 100 Ql., 50 per ogni trave. Anteriormente montava un verricello con potenza complessiva di 100 Ql. Questo tipo di autogrù furono acquistate da Ministero dell'Interno come residuati bellici ed assegnati ai comandi provinciali. Tra i servizi che i vigili del fuoco devono disimpegnare, hanno assunto notevole importanza in questi anni, con lo sviluppo  del traffico automobilistico, quelli di recupero e di sollevamento di rimorchi in genere e degli automezzi in particolare. Le manovre e le operazioni necessarie per questi speciali lavori possono anche, in taluni casi, presentare un carattere di estrema urgenza, quando ad esempio si richieda l'estrazione di persone travolte da un veicolo, per le quali qualche minuto può significare la vita o la morte. 

 

 

 

Autopompa Fiat ASPI 640 N. Anno 1948

 

 

 

 

Autopompa Fiat Aspi 640 N con motore diesel a quattro cilindri da 6032 cm3  con potenza di 72 cv., velocità massima 80 Km/h. Dotata di serbatoio antincendio di 3000 lt. con pompa montata posteriormente del modello Aspi con portata di 2000 lt/min a 8 atm. Questa autopompa era stata assegnata a tutti i comandi provinciali dimostrandosi un automezzo sicuro per la sua velocità, la sua quantità di acqua che trasportava, la sua capienza degli scomparti che consentiva di trasportare notevole materiale antincendio e da soccorso, tubazioni di vario diametro, lance, corde, estintori  a polvere e ad anidride carbonica, autorespiratori e attrezzatura portatile varia. Sulle fiancate laterale erano sistemati i quattro pezzi che compongono la scala italiana e i tubi di aspirazione, sul tetto era alloggiata la scala ganci , Dal 1940 il Corpo Nazionale  fu dotato di nuovi e potenti automezzi, sopratutto di modelli unificati che, costruiti in serie e in gran numero, permettevano un abbattimento dei costi, ma sopratutto rendevano più semplice ed economica la manutenzione.

 

 

Motocarro Benelli SAB. Anno 1943

 

 

 

 

Motocarro del tipo furgonato con motore a benzina ad un cilindro da 500 cm3, poteva trasportare oltre al conducente due vigili, nella furgonatura era sistemata oltre al corredo antincendio tradizionale, due autorespiratori del tipo Pirelli, due pezzi di scala italiana, un estintore idrico ed uno a schiuma, torce a vento e  attrezzi vari da muratore e da fabbro. Nella parte posteriore era alloggiata una motopompa del tipo leggero barellabile modello Fiat-Tamini 1100 con portata di 1000 lt/min. ad una pressione di 8 atm. Negli interventi di rilevante gravità, le autopompe, poco agili e di grosse dimensioni, furono affiancate da motocarri simili attrezzati, solitamente montati su Benelli 500. Questi mezzi, seppur dotati di minori capacità di carico, furono preziosi sopratutto dopo le incursioni aeree, i cui effetti devastatori provocavano la caduta sulle strade di migliaia di metri cubi di macerie con la conseguente limitazione, se non un vero impedimento alla percorribilità degli automezzi di grosso ingombro.

 

 

 

Motocarro Benelli. Anno 1943

 

 

 

 

 

Motocarro con motore a benzina ad un cilindro da 500 cc. Di norma il motocarro non veniva utilizzato per i normali interventi d'incendio perchè non comporterebbe un'efficienza adeguata allo scopo . Tuttavia la necessità di assicurare ai corpi, nel caso di attacco aereo, la possibilità di affiancare agli interventi di una autopompa, da riservare ai casi di maggiore gravità anche un adeguato servizio, con mezzi rapidi e leggeri, per la pronta neutralizzazione degli spezzoni incendiari al termite magnesio o al fosforo, ha suggerito ai comandi l'opportunità di servirsi dei motocarri. Corredato di serbatoio da 300 lt. di miscela acqua-liquido schiumogeno al 3 che veniva trasformato in schiuma e pressurizzato con l'ausilio di due bombole di aria compressa al momento dell'utilizzo per spegnere l'incendio, servendosi delle tubazioni da 2 metri munite di lancia a schiuma sistemati su naspi ai lati del serbatoio. Tra la cabina ed il serbatoio erano sistemati alcuni tipi di estintori portatili, uno ad anidride carbonica, uno a schiuma e uno spallabile del tipo idrico,

 

 

 

Elicottero Agusta Bell 47 G. Anno 1955

 

 

 

 

 

Equipaggiato con motore a sei cilindri Lycoming TVO 435 da 220 CV, poteva trasportare 1 pilota ed un passeggero alla velocità di crociera di 169 km/h. La capacità di carico al gancio baricentrico era di 400 kg. Nella parte superiore del pattino erano dislocate due barelle una di tipo chiuso per il trasporto del ferito ed una aperta per il trasporto di materiale da soccorso. Il primo nucleo elicotteristi del Corpo Nazione le dei Vigili del Fuoco fu fondato nel 1945, prima amministrazione statale dopo l'aeronautica ad utilizzare per il soccorso il mezzo ad ala rotante.

 

 

 

Motocicletta  Guzzi Falcone 500. Anno 1958

 

 

 

 

Motocicletta Guzzi Falcone da 500 cc, potenza 23 CV, velocità 120 km/h, in servizio presso i comandi provinciali come porta ordini o apri pista della colonna mobile.

 

 

 

Autopompa Fiat Bergomi 642 N 65. Anno 1958

 

 

 

 

Autopompa con motore diesel da sei cilindri da      cm3 con potenza di 92 cv. Dotata di serbatoio antincendio di 100 lt. con pompa centrifuga antincendio del modello Bergomi con portata di 2800 lt/min ad una pressione di 8 atm per la media pressione e di 20 lt/min ad una pressione di 50 atm  per l'alta pressione. Questo tipo di autopompa era provvisto di premescolatore per la formazione nella pompa della miscela acqua-schiuma per l'alimentazione delle lance schiumogene ideali per lo spegnimento di liquidi infiammabili. Per il funzionamento con  acqua nebulizzata ad alta pressione, le autopompe erano munite di tubo premente in gomma ad alta resistenza avvolto su naspo e per l'erogazione dell'acqua venivano impiegate delle speciali pistole in lega leggera a doppio effetto, così adattare il lancio ai diversi incendi ed alla diversa distanza dalle fiamme con un basso utilizzo di acqua. Il corredo di questa autopompa

era formato dalla scala italiana, a ganci, corde in canapa , autorespiratori del modello Spasciani, un gruppo elettrogeno con la rispettiva serie di fari con cavalletto, manichette di vario diametro, rampone, badili, tridenti, estintori di vario tipo, lance idriche e a schiuma, taniche di liquido schiumogeno, raccorderia varia, attrezzatura da muratore e da fabbro. L'autopompa 642 N è stata costruita in tre versioni dalle ditte: Bergomi, Zancangeloni e Macchi.