Dal modello alla realtà
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L’associazione “Gruppo Storico Pompieri Valchiavenna” nasce alla fine dell’anno 2000 e svolge attività di raccolta, recupero e conservazione di cimeli e attrezzature d’epoca dei vigili del fuoco, con particolare riguardo all’ambito locale.

Dal 2004 il gruppo ricerca e restaura mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, dotandosi via via di un parco macchine sempre più importante.

Questa pagina è la storia del ritrovamento, acquisizione e restauro dell'autopompa FIAT 15 ter del 1912 appartenuta al servizio antincendio della fabbrica di pneumatici Pirelli di Vercurago (LC). Questa autopompa servì inoltre come mezzo antincendio per tutti i comini limitrofi intervenendo con personale della ditta appositamente addestrato.

Alla dismissione della ditta  il  Sig.Fulvio  Crippa aveva ritirato la fabbrica della Pirelli e la vecchia autopompa FIAT mod. 15 TER.

Questo mezzo non fece più interventi antincendio ma era utilizzata dal Sig. Fulvio durante le feste locali per ricordare i passati fasti del mezzo.

Il Gruppo Storico venuto a conoscenza della presenza di questa autopompa, contattò il Sig Crippa nel settembre del 2005 con la speranza di incrementare il proprio parco veicoli. Alla fine di settembre 2005 il Sig. Fulvio con squisita cortesia, cedette a titolo gratuito il mezzo, certo che in tal modo l’autopompa sarebbe stata riportata agli antichi splendori ricevendo una adeguata sede espositiva.

Durante la manifestazione "Nostalgia in Rosso" del 17.09.2005 l'auto venne per la prima volta esposta al pubblico con gli altri mezzi dell'associazione.

Da una prima analisi del mezzo, si ebbe modo di constatare che su un normale telaio di FIAT 15 TER, probabile residuato bellico della prima guerra mondiale, era stato artigianalmente costruita una struttura copiata da  autopompe dell'epoca. Si constatò che la struttura dedicata alla attrezzatura antincendio, i parafanghi,  il cofano, le pedane, i cassoni scorrevoli, le panchine erano stati costruiti a mano da un fabbro, un falegname ed un lattoniere in modo artigianale. In particolare i parafanghi una volta smontati e sabbiati presentavano una diversa sagomatura  a testimonianza di interventi successivi nel tempo, effettuati da diversi artigiani con stili e capacità di lavoro non omogenei.

Purtroppo non fu possibile reperire alcuna documentazione o registrazione relative al mezzo in questione, pertanto dell’autopompa non si conosce né l’anno di costruzione né l’origine, anche se su dichiarazione dei proprietari precedenti al Sig: Crippa, si può ragionevolmente ipotizzare l’anno 1912.

Come di consueto per la costruzione dei modelli, il restauro partì  da foto e disegni d'epoca reperiti durante tutte le manifestazioni a cui avevo partecipato, e dalla visita diretta a macchine simili custodite nei Musei dei VV.F. di Mantova, Milano e Torino, o di proprietà di collezionisti privati.  

La macchina venne  fotografata in tutti i particolari e quindi il restauro procedette  su tre binari paralleli come probabilmente effettuato all'epoca della costruzione, interessando VV.F. volontari e permanenti con competenze diverse quali fabbro, falegname, carrozziere e meccanico motorista.

 

 

 

LO SMONTAGGIO

 

Dopo aver smontato tutte le parti asportabili in legno si è provveduto alla sverniciatura e smerigliatura del telaio portante e della struttura metallica dell'allestimento antincendio. Successivamente il tutto è stato trattato con fondo poliuretanico e quindi verniciato di rosso. Il colore rosso vigili del fuoco è stato acquistato presso la ditta Lekler di Como che produceva gli smalti in uso  all'epoca.

 

 

 

Rimossa la pavimentazione in legno del posto guida viene evidenziato il blocco cambio ed applicato al parafiamma in legno la scatola di raffreddamento dell'olio motore. Aperto il coperchio del cambio abbiamo costatato che gli ingranaggi presentavano evidenti segni di usura legati alla mancata sincronizzazione delle marce. Tramite un volano alimentato da un cinghiolo di distribuzione, l'olio motore veniva  trasportato da una catena a bilie nella vasca di raffreddamento, e quindi ritornava per gravità nel motore del mezzo.

 

 

Dopo aver staccato l'albero di trasmissione alla pompa antincendio, il corpo è stato staccato dai supporti di ancoraggio, trattato con sabbiatura per riportarlo all'originale splendore del bronzo e successivamente verniciato con smalto protettivo trasparente.

 

 

IL RESTAURO

 

Le parti originali erano fatte in  legno d'abete che, data l'età del mezzo, presentavano parti gravemente deteriorate o marcite. Abbiamo quindi deciso di ricostruirle totalmente   utilizzando legno di frassino che, pur essendo più pesante, garantiva una maggiore resistenza. Tale legno è stato trattato con una spazzolatrice in nylon  per conferirgli il necessario grado di invecchiamento. Il sedile dell'autista è stato riportato al legno naturale, stuccato, trattato con fondo poliuretanico e riverniciato nel colore rosso VV.F.

 

 

Tutte le pedane del mezzo sono state protette con listelli di ottone, come normalmente presenti sulle parti soggette a maggior usura per il calpestio. Va infatti ricordato che le suole in cuoio degli scarponi erano chiodate, non esistendo ancora le confortevoli suole antiscivolo in gomma. Il radiatore è stato lucidato con smerigliatrice e panni abrasivi e paste speciali sempre più fini.

 

 

 

Particolare del restauro dei fanali e della verniciatura delle parti in legno.

 

 

 

Il restauro della parte motore ha richiesto la sostituzione di guarnizioni varie, alcune completamente ricostruite con apposito materiale, lo smontaggio delle parti in ottone e rame ( calotte, diffusori, collettori, carburatore, tubi in rame per olio e benzina, etc.). Tutte queste parti sono state pulite e lucidate  con panni e paste abrasive speciali e quindi verniciate con vernice protettiva.  L'estrema usura dell'albero  del gruppo pompa raffreddamento motore ne  ha richiesto la ricostruzione in acciaio. Una volta ripristinato l'olio del motore  e del  cambio,  verificata l'efficienza del sistema frenante e riempito il radiatore con liquido refrigerante con tanto entusiasmo ed ancor più trepidazione abbiamo dato il fatidico giro di manovella.

 

 

Il gruppo pompa antincendio è stato riposizionato sui propri supporti e ricollocato il piano di appoggio serbatoio carburante ed attrezzature.

Lucidati i divisori, riduttori, colonnina idrante antincendio in ottone e pompa monocilindrica, sono stati posizionati su appositi supporti in legno.

 

 

 

Particolare dei fanali con le aste di supporto, cofano motore e leve a molle di aggancio che sono stati integralmente ricostruiti.

Posizionamento del supporto ruota di scorta e culla di alloggiamento.

 

 

 

Il colpo d’occhio dell’autopompa restaurata è comunque molto soddisfacente e cattura in pieno l’immagine di quello che doveva essere novantasei anni fa.

 

 

 

 

La dotazione antincendio era costituita oltre che da secchi, corde, manichette da 45 e 70 mm  in canapa, da lance in ottone con rivestimento in corda per un efficace isolamento dal freddo. Su appositi supporti era posizionata la classica scala italiana composta da 4 elementi, costruita con gli staggi in abete per garantire l'elasticità ed i gradini in frassino per offrire maggior robustezza. Sopra la scala Italiana era sistemata la scala all'americana con  gancio  in metallo completamente forgiato a mano.  Il rampone in metallo  anch'esso forgiato a mano  e con manico in legno, veniva spesso usato negli incendi dei tetti per la rimozione delle coperture o di parti pericolanti.

 

 

Particolare della vasca di raffreddamento dell'olio motore. A lato leva di massa a due funzione, l' accensione con manovella e spegnimento del motore.

Visibile al centro della pedaliera il famoso chiodo dell'acceleratore. Dalla sua forma è derivata l'attuale modo di dire "andare a chiodo" o "schiacciare il chiodo" per indicare il raggiungimento di elevate velocità o giri motore.

 

 

 

Lato sinistro del gruppo motore con visibile la pompa del circuito di raffreddamento ad acqua.

Sul lato destro è visibile il carburatore mod. Zenith in ottone. I cavi colorati in rosso del circuito elettrico sono ricoperti, come gli originali, con una calza in tela.

 

 

 

Particolare del radiatore con tappo e scritta completamente ricostruiti.

 

 

 

 

Sedile del guidatore con rivestimento in pelle.

Volante in legno in unico pezzo sagomato probabilmente a vapore ed unito con due ribattini in rame ed avvitato al supporto a  quattro razze in ottone 

 

 

 

Particolare della tromba (equivalente all'attuale clacson) utilizzata dall'autista per segnalare la presenza del mezzo. La campana in bronzo (equivalente della moderna sirena) era suonata da un pompiere durante gli spostamenti di soccorso.

 

 

 

 

Una particolarità della macchina era la lancia con leva chiuso-aperto decorata con il logo FIAT.

Lampada da illuminazione a carburo.

 

 

 

Gruppo pompa con tubazione di mandata da 70 mm, gancio di traino e due ramponi per il recupero- spostamento di travi da tetto.

 

 

 

 

Lancia in ottone da 25 mm telescopica con la possibilità di ugello intercambiabile da getto pieno a frazionato per il minuto spegnimento di braci o piccoli focolai.

 

 

 

 

La scarsa qualità del sistema frenante obbligava l'uso di un cuneo di stazionamento durante il funzionamento della pompa o della soste in strade con forte pendenza.

 

 

 

 

Un cordiale ringraziamento alla Famiglia Crippa per la donazione e la fiducia accordataci.

 

 

 

 

Un cordiale ringraziamento alla Ditta FIC sponsor del restauro, in ricordo del padre Orfeo Peverelli Vigile del Fuoco presso il Distaccamento di Chiavenna.

 

 

 

 

A volte ci piace immaginare l'autopompa fuori da una caserma dei civici pompieri  pronta a correre rombando per le strette vie.

 

 

 

 

 

Purtroppo le fasce elastiche hanno una scarsa tenuta e il consumo d’olio favorisce il formarsi di  un po’ di fumo, fastidioso ma pittoresco.