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Situazione politicaInizio pagina

La Repubblica di Angola è uno stato democratico di diritto avente per fondamento l’Unità Nazionale. Gli organi di sovranità dello stato angolano sono i seguenti:

Presidente della Repubblica, attualmente José Eduardo dos Santos, eletto per suffragio universale diretto ogni 5 anni;

Assemblea Nazionale composta da 223 deputati eletti per suffragio universale ogni 4 anni;

Governo;
Tribunali, Costituzionale, Municipali, Provinciali, Supremo

 

Dopo 5 secoli di colonizzazione portoghese l’Angola diventa indipendente l’11 novembre 1975. L’MPLA (Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola), movimento di fede politica socialista, ideato da Agostinho Neto, fu l’organizzazione che più lottò per l’indipendenza e fu quella, dunque, che all’indomani della partenza dei portoghesi prese il potere e tuttora lo detiene.

donne str.jpg (87692 byte)La conquista dell’indipendenza, dopo più di un decennio di guerra per la liberazione, non ha determinato la fine delle sofferenze del popolo angolano, ma l’inizio di un conflitto armato tra angolani stessi : MPLA filocomunista da una parte, attualmente al governo, appoggiato da Unione sovietica e Cuba e UNITA (Unione nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola) altra formazione che contribuì alla lotta d’indipendenza del paese, sostenuta dagli Stati Uniti, dal Sud Africa dell’apartheid e dal filo europeo Zaire di Mobutu.

Sono gli anni in cui la guerra fredda dei due blocchi Est – Ovest non ha ancora terminato il suo corso.

Il conflitto si è attenuato il 31 maggio del 1991con gli accordi di Bicesse (Portogallo) tra MPLA e UNITA. Questo accordo ha dato luogo alle prime elezioni politiche che si sono svolte il 29-30 settembre 1992 e che hanno portato alla vittoria l’MPLA, partito al potere.

Nonostante le elezioni siano state giudicate libere e legali dagli osservatori delle nazioni Unite e dagli osservatori internazionali in generale, l’UNITA non ha accettato la sconfitta ed ha scatenato un nuovo violentissimo conflitto che è iniziato tra le strade di Luanda, capitale del paese, e che nel breve spazio di tre giorni ha causato circa 5000 vittime.

La guerra è continuata fino al 20 novembre 1994, data in cui si sono verificati dei nuovi accordi tra le parti in causa, questa volta firmati a Lusaka, capitale dello Zambia (Accordi di Lusaka).

Questo periodo di guerra è stato il più violento che il popolo angolano abbia conosciuto, ci sono state 500.000 vittime nel breve spazio di due anni, la distruzione di molte delle principali città del paese, ad eccezione di Luanda, la dislocazione massiva di milioni di cittadini dalle aree di origine, si è verificata inoltre la totale paralisi delle attività produttive e commerciali ed una vistosa rottura dei valori morali e sociali.

 

Più di trent’anni di guerra hanno, inoltre, aggravato a dismisura il problema delle mine, stimate da 6 a 10 milioni, che invadono il territorio angolano.

Sono stati individuati 76 tipi di mine prodotte in 22 paesi differenti : Afganistan, Africa del Sud, Germania dell’Est, Angola, Austria, Belgio. Cina, Cecoslovacchia, Cuba, Egitto, Spagna, USA, Francia, Ungheria, Israele, Italia, Yugoslavia, Portogallo, Romania, URSS, Gran Bretagna e Zimbabwe.

Le mine sono state collocate da : portoghesi, angolani (MPLA, UNITA, FNLA), cubani, sudafricani, namibiani, zairesi e mercenari vari.

 

Dati mine anti-uomo

 

N. totale delle mine

Da 6 a 10 milioni

Densità media per kmq

Da 9 a 10 mine

Costo di una mina

Da 3 a 10 dollari

Costo per la disattivazione di metà delle mine presenti in Angola

3,6 miliardi di dollari

N. dei mutilati dalle mine

100.000

Costo della riabilitazione (per un singolo individuo)

3.000 dollari

Durata prevista per lo sminamento totale dell’Angola

Non prevedibile

La Repubblica di Angola vive attualmente una situazione che può essere considerata molto grave considerate anche le conseguenze del violento conflitto che ha caratterizzato il periodo post elettorale. bambina.jpg (50311 byte)

Si assiste ad una quasi paralisi del settore agricolo ed industriale, con eccezione (parziale) del settore petrolifero, della produzione di diamanti, alla degradazione estrema delle infrastrutture sociali, specialmente nel settore dell’energia elettrica e dell’erogazione dell’acqua. Si è aggravato il deficit del bilancio statale, si è avuto un’espansione incontrollata del credito all’economia, si è verificato un grande aumento dell’emissione di carta moneta e dunque una delle più alte inflazioni al mondo (circa il 1.600 % nel 1996), si assiste inoltre all’esistenza di “due monete” , ad un cambio ufficiale e ad uno parallelo che svuota di credibilità le attività bancarie, c’è una massiccia importazione di beni di prima necessità ed una corruzione capillare dei funzionari dello stato.

La crisi sociale è molto grave, le varie categorie di funzionari dello stato non percepiscono lo stipendio per alcuni mesi, a rotazione con altre categorie, il sistema sanitario ed educativo non è in grado di funzionare, si è aggravato notevolmente il fenomeno della disoccupazione e dell’inefficienza del sistema sociale di appoggio alle categorie più deboli della società.

Esiste un altissimo numero di dislocati dalle aree afflitte dalla guerra che si sono rifugiati nelle aree urbane, più sicure, ma incapaci di garantire servizi sociali di base.

Gran parte delle famiglie, soprattutto quelle con redditi bassi, cercano alternative per la sopravvivenza sviluppando attività nel mercato parallelo, abbandonando i figli a sé stessi; la sicurezza alimentare delle comunità tocca livelli allarmanti, essendo la disponibilità alimentare non compatibile con le necessità della comunità stessa, sul territorio non è possibile la libera circolazione dei mezzi di trasporto e i terreni sono pericolosi a causa dell’alto numero di mine.

In questi ultimi tempi si sta osservando una certa attenzione verso una riorganizzazione, una stabilizzazione ed un consolidamento delle funzioni dello stato:

·       Riorganizzazione del sistema commerciale

·       Politica restrittiva in termini di spese di bilancio

·       Stabilizzazione del tasso di cambio

·       Introduzione di un’economia di mercato

·       Maggiore controllo sociale

·       Consolidamento del funzionamento del sistema integrato della gestione finanziaria dello stato.

Un previsto aumento delle entrate finanziarie, dato dalla vendita dei prodotti petroliferi, ha garantito allo stato un aumento dei salari della funzione pubblica, che prima non garantivano assolutamente i livelli minimi di sopravvivenza, contribuendo così all’aumento dei fatti criminali come le rapine a mano armata nei negozi e nelle strade, compiuti proprio da effettivi delle forze dell’ordine, malpagati , ma dotati di armi e di impunità.

In ogni caso la pace tra le due fazioni in lotta costituisce la condizione indispensabile per la risoluzione della situazione politica, economica e sociale del paese.

Gli Accordi di Lusaka avevano dato una buona speranza al popolo angolano; la formazione del GURN (Governo di Unità e Riconciliazione Nazionale), nel mese di aprile del 1997, dove deputati dell’UNITA sono stati integrati nel parlamento angolano e quattro ministeri, incluso quello della Sanità, sono dell’opposizione UNITA, e forze militari dell’UNITA sono state integrate nelle Forze Armate Angolane (FAA), ha reso ormai irreversibile la dinamica della pace in questo paese.

Ma proprio nei primi mesi di quest’anno il processo di pace angolano si è drammaticamente interrotto: l’UNITA ha ripreso le ostilità, con attacchi armati, riposizionamento di mine, distruzione di ponti ed infrastrutture ed è dunque ripreso il dramma degli sfollati di guerra che hanno ripreso ad ingrossare le già misere periferie delle città.

La tragica scomparsa del mediatore di pace delle Nazioni Unite, Blondyn Byen, precipitato con un aereo delle Nazioni Unite al rientro da una missione in Costa d’Avorio, ha definitivamente bloccato le trattative di pace.

Le due forze in campo si sono potentemente riarmate e l’UNITA ha riconquistato tutti i Municipi dove il Governo di Riconciliazione Nazionale aveva riposto l’amministrazione dello stato (praticamente tutte le aree diamantifere che storicamente forniscono risorse all’UNITA).

Sono già qualche migliaio i morti tra civili e militari che la nuova guerra strisciante nel paese ha lasciato sul terreno; così come è ripreso a salire il numero di rifugiati di guerra: l’ultimo rapporto dell’UCAH (Unità di Coordinamento dell’Assistenza Umanitaria delle nazioni Unite) del 18.11.98 parla di circa 490.000 rifugiati.

La provincia di Malanje è quella con il maggior numero di rifugiati, 67.000 persone, seconda solo alla provincia di Huila con 69.000 persone, seguono quelle di Huambo e Bengo.

A nulla sono valse le sanzioni decretate dalle Nazioni Unite all’UNITA; la ripresa delle ostilità da parte dell’UNITA deve leggersi anche alla luce dei recentissimi avvenimenti etnico – politico – militari dell’area centro africana e della Regione dei Grandi Laghi : le recenti ostilità tra paesi quali il Congo Democratico appoggiato dall’Angola, dalla Namibia e dallo Zimbabwe in conflitto con Rwanda, Burundi,  e Uganda hanno dato all’UNITA quello spazio che fini ad ora aveva perso non ricevendo più l’appoggio internazionale che questo movimento armato aveva sempre avuto in questi ultimi decenni.

A livello di governo i deputati dell’UNITA, così come le diverse figure politiche di questa organizzazione facenti parte della compagine governativa, hanno disconosciuto la ripresa delle attività belliche del loro movimento ed hanno creato un nuovo partito politico: la “Unita Renovada” che ha eletto un nuovo presidente del gruppo.

Il nuovo mediatore di pace, il guineiano Issa Djiallo non sembra all’altezza della situazione, e non trova soluzioni convincenti, l’UNITA, rinvigorita dall’arrivo di mercenari, ha iniziato a bombardare le città più grandi, mentre l’esercito governativo versa in grandi difficoltà.

Nel gennaio 1999 sono cominciati gli scontri tra le truppe  governative delle FFAA e quelle dell’UNITA. La ripresa delle ostilità ha letteralmente messo in ginocchio il paese, soprattutto al Nord, in alcune provincie, come quella di Malanje, le organizzazioni umanitarie sono state costrette ad evacuare i propri effettivi data l’impossibilità di compiere il loro lavoro ed alleviare le sofferenze della popolazione. L’emergenza sanitaria e alimentare è diventata un fenomeno drammaticamente diffuso contribuendo sensibilmente all’aumento del numero delle vittime di guerra.

anziana.jpg (74932 byte)I tassi di malnutrizione globale e severa hanno raggiunto, in molte provincie del paese, gli stessi livelli drammatici del conflitto prima del 1993.

La situazione è leggermente migliorata nel settembre-ottobre 1999, in conseguenza dell’avanzata delle truppe  governative a discapito di quelle dell’UNITA, alle quali è venuto meno gran parte  dell’appoggio internazionale, anche per le pressioni delle Nazioni Unite, che hanno ribadito ancora una volta il rigore delle sanzioni economiche non solo all’UNITA ma anche a tutti i paesi che l’avessero sostenuta.

Le organizzazioni umanitarie hanno ripreso, con molte difficoltà il loro lavoro e la situazione generale della popolazione si avvia verso un graduale miglioramento. Resta invece drammatica la situazione dell’insicurezza sulle strade di gran parte del paese e quella delle mine, dal momento che nuove aree sono state minate durante il 1998-99.

 

Politica nazionale di sviluppo Inizio pagina

Le attività della società civile per migliorare il suo livello di sviluppo umano dipendono in grande misura dalle condizioni politico militari, dall'esistenza di un ambiente politico favorevole.

donne acqua.jpg (99303 byte)L'Angola continua a confrontarsi con quello che possiamo chiamare "il paradosso delle potenzialità". Il Paese potrebbe essere un paese africano dove l'eradicazione della povertà avrebbe una prospettiva certa: enormi riserve petrolifere e diamantifere, grandi potenzialità agricole e ittiche.

Il drammatico riaccendersi del conflitto militare durante il 1999 ha determinato la stagnazione molte volte la diminuzione, già al limite, delle spese sociali: sanità, educazione, settore pubblico. L'economia del paese dipende in larghissima misura dalle esportazioni di petrolio (700.000/1.000.000 di barili al giorno), che a sua volta dipende dai capitali stranieri.

L'incertezza politica e militare, e dunque l'assorbimento di considerevoli risorse economiche e umane, il basso numero di quadri medi e superiori, la grave mancanza di infrastrutture, l'altro grado di corruzione della classe politica e la sua incapacità di pianificazione macro-economica, nonostante le pressanti richieste di FMI e Banca Mondiale, sono causa di paralisi delle attività economiche statali, del settore privato e dei servizi.

uomo.jpg (91318 byte)La disoccupazione è stimata tra il 35-45% della popolazione attiva e l'altissimo livello di micro criminalità e della corruzione capillare ne è segno più tangibile.

Interi settori di servizi (sanità, costruzione di infrastrutture, strade, scuole edifici) sono unicamente il frutto di cooperazioni internazionali, il più delle volte a fondo perduto, altre come crediti di aiuto.

E' bene ricordare che l'Angola quest'anno è divenuto paese prioritario per la Cooperazione Italiana, probabilmente il primo paese in quanto a doni e crediti, proprio quando altre cooperazioni avevano smesso di credere nel paese. Nel biennio 2000-2001 l'impegno della Cooperazione Italiana sarà di 190 miliardi di lire dei quali 100 come crediti di aiuto e 90 a fondo perduto.

Bisogna altresì specificare che nel 1999 la società petrolifera AGIP di proprietà dell'ENI, dunque del Governo Italiano, è finalmente riuscita, dopo 14 anni, ad essere proprietaria di maggioranza di due aree petrolifere off shore.

Si è tuttavia certi che la stabilità politica e militare del Paese, con la fine del trentennale conflitto con i ribelli dell'UNITA, darà sicuramente spazio al potenziale per il recupero e la crescita dell'economia dell'Angola.

Passi importanti sono stati fatti con la nuova politica monetaria introdotta nel maggio 1999, con una serie di misure quali: miglioramento del meccanismo di transazione delle divise, fluttuazione del tasso di cambio, azzerando così il cambio nero (anche se il prezzo della divisa straniera continua ad essere determinato dal mercato), creando più fiducia nel sistema bancario, emissione di titoli del Tesoro, libertà di uso di moneta straniera (più che altro USD).

E' un passo positivo per la creazione di un ambiente di buon governo e miglioramento della trasparenza e efficienza dei mercati finanziari, facilitando le attività economiche delle imprese agevolate dalla eliminazione delle licenze di importazione e dalla libertà di apertura di conti bancari in divisa straniera.

 

Strategia e politica di cooperazione del GVC Inizio pagina

L'attività progettuale del GVC in Angola è iniziata nel 1995 nell'ambito dello sviluppo, quando non era possibile immaginare l'ulteriore nuova fase di guerra dopo gli accordi firmati a Lusaka (Zambia) tra MPLA (Governo) e UNITA.

Di conseguenza la programmazione è stata orientata verso l'emergenza.

1996. Lo Sviluppo Socio-Sanitario. Il Programma Sanitario Cacuaco affidato dalla Cooperazione Italiana (frutto degli accordi bilaterali Italia-Angola del 1991) ha riabilitato la rete sanitaria di base del Municipio di Cacuaco - capitale.

1997. Lo Sviluppo Sociale. Il Programma di Reinserimento Sociale dei Giovani in Conflitto con la Legge, programma multibilaterale finanziato dalla Unione Europea e dalla Cooperazione Italiana, ha appoggiato il Ministero del Reinserimento Sociale - MINARS.

Il riaccendersi del conflitto tra le forze governative e le forze ribelli dell'UNITA ha ricondotto il paese alla situazione di emergenza degli anni passati. L'altissimo numero di rifugiati (2 milioni su una popolazione di 12 milioni), città bombardate, la viabilità resa impossibile dai numerosi e violenti attacchi ai mezzi circolanti, non esclusi quelli degli altri organismi umanitari, la situazione di miseria e di carenza alimentare aggravatasi rapidamente e drammaticamente, ha costretto il GVC a riprogrammare il suo intervento nell'ottica dell'emergenza.

1998. L'Emergenza Sanitaria nelle Province in Guerra. Viene finanziato da ECHO il progetto di Emergenza Sanitaria nella Provincia di Malanje, con l'obiettivo di ristabilire la rete di Centri Sanitari periferici della città di Malanje e di appoggiare la Pediatria ed il Centro di Recupero Nutrizionale dell'Ospedale Provinciale, dopo l'arrivo di diverse decine di migliaia di rifugiati dalle province in guerra.

1999. L'Emergenza Alimentare. In seguito al dramma alimentare che la città ha attraversato, dovuto all'accerchiamento delle forze ribelli dell'UNITA, sono stati realizzati contratti di collaborazione con Agenzie Umanitarie quali Programma Alimentare Mondiale, Nucleo di Sicurezza Alimentare dell'Unione Europea, Aiuti Alimentari della Cooperazione Italiana, grazie ai quali è stato possibile garantire l'appoggio alimentare all'Ospedale Provinciale di Malanje, (circa 400 internati al giorno) ed un programma di Food for Work per i tecnici sanitari degli 8 centri di Salute e dell'Ospedale (380 famiglie beneficiarie). Nello stesso momento si è aperta una cucina comunitaria per garantire l'alimentazione a 500 rifugiati nella città di Malanje. Sono inoltre state organizzate distribuzioni di cibo per i rifugiati ( 40 tonnellate di riso).
Nella città di Malanje si sono avuti sino a 160.000 rifugiati.

1999. L'Emergenza Chirurgica. Nello stesso periodo il GVC, unica agenzia umanitaria rimasta in Malanje, dopo l'evacuazione delle Agenzie delle Nazioni Unite e in seguito ai drammatici bombardamenti, ha organizzato l'appoggio al blocco operatorio e alle infermerie di chirurgia dell'Ospedale Provinciale ed ha organizzato l'evacuazione di feriti gravi verso Luanda. Dopo aver stretto collaborazioni con il Comitato Internazionale della Croce Rossa e l'UNICEF, il GVC è stato promotore dell'invio di stock di farmaci, materiale sanitario, sangue, vaccini, latte terapeutico ed alimenti vari per l'ospedale, la pediatria ed i centri nutrizionali e sanitari della città.

1999. L'Emergenza Rifugiati nelle Province. In maggio il Programma di emergenza sanitaria finanziato da ECHO ha aperto il suo appoggio alla provincia de Kuanza Norte, dove è stato allestito un campo di rifugiati che accoglie circa 2000 persone. Sono state edificate case ed un centro di salute, e dopo vari accordi col governo locale, è stata organizzata la distribuzione di parcelle di terreno alle famiglie beneficiarie.

2000. L'Emergenza dell'Infanzia Abbandonata e Separata. Grazie ad una generosa raccolta di fondi organizzata da RAI 3 dopo la messa in onda di un documentario sulla tragedia umanitaria nella città di Malanje, è stato presentato ed avviato un programma triennale che prevede l'appoggio educativo, alimentare ed il reinserimento in famiglie originarie o di adozione a circa 1500 orfani della città di Malanje, così come la costruzione di un centro diurno di supporto e la riabilitazione di alcune scuole primarie.

2000. L'Emergenza dei Medicamenti. La cronica carenza di medicamenti nella Provincia di Malanje ha spinto il GVC a proporre un Programma di Rifornimento di Medicamenti e Materiale Sanitario all'Ospedale Provinciale di Malanje, finanziato dalla Unità di Coordinamento per l'Assstenza Umanitaria della Nazioni Unite (OCHA), creando uno stock supervisionato per sei mesi ai reparti ospedalieri ed al Programma di Controllo della Tubercolosi. Circa 20 tonnellate di farmaci sono stati donati all'ospedale.

2000. L'Emergenza Sanitaria e la Salute Materna. Un programma finanziato dal Ministero dell'Agricoltura dell'Angola con fondi FIDA e Fondo per la Sopravvivenza Belga, sta ricostruendo ed ampliando il Centro Sanitario di Maxinde in Malanje. Il centro sarà referenziale per il più grosso quartiere della città, essendo inoltre l'unica sala di parto periferica, entrando a far parte del Programma di Referenza Ostetrica previsto dal GVC nell'ambito del Progetto di Emergenza ECHO per la città di Malanje. Ricordiamo che in questa provincia la mortalità materna è una delle più alte del mondo.

2000. L'Emergenza Sociale: i Rifugiati a Luanda. Grazie ai fondi in loco per l'emergenza messi a disposizione dalla Cooperazione Italiana, in febbraio è stato avviato un Programma di Azione Integrata Agricoltura e Salute, in un'area agricola del Municipio di Cacuaco. Cento famiglie di rifugiati potranno beneficiare di azioni quali la distribuzione di terra, di sementi, di attrezzi agricoli, di macchinari e di una formazione finalizzata a rendere autosufficienti le famiglie coinvolte.

  

I partner del GVCInizio pagina

In un primo tempo la scelta dei partner locali è stata indirizzata verso quelli Istituzionali. Il GVC è riconosciuto ed ha stretto accordi di cooperazione col Ministero della Sanità (MINSA) e con le Delegazioni Provinciali della Sanità delle tre Province dove opera; col Ministero dell'Assistenza e Reinserimento Sociale (MINARS).

Recentemente si sono aperti dei canali di collaborazione con partner non governativi: la Cooperativa Agricola di Muzondo, il PRODECA (Programma di Sviluppo delle Culture Agricole della Regione Nord: è un dipartimento del Ministero dell'Agricoltura ma raggruppa varie organizzazioni anche non governative).

Nell'ultimo anno è iniziata una collaborazione con le Suore Mercedarie Missionarie che operano a Malanje nella realizzazione del Programma di Appoggio all'Infanzia Abbandonata e Separata.

La progettualità del GVCInizio pagina

La drammatica situazione sociale, politica e militare del Paese induce il GVC a lavorare per tutto il 2000 con programmi di emergenza, pur pensati come fase di transizione verso veri e propri progetti di sviluppo, necessari a consolidare la pace nel Paese e a promuovere la riacquisizione della fiducia da parte della popolazione locale.

Il GVC sarà attivo nei settori dell'appoggio istituzionale e della ricostruzione, non tralasciando l'ambito della formazione sanitaria e tecnica che costituirà il perno dello sviluppo del Paese.

Il GVC promuoverà programmi agricoli col supporto di nuove forme di cooperazione quali il microcredito, finalizzato a favorire la piccola impresa di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti artigianali. Verrà inoltre stimolata la creazione di cooperative principalmente nel settore agricolo per rafforzare l'economia del paese e dinamizzare l'occupazione.

 

Struttura organizzativa del GVC Inizio pagina

Viste le grosse difficoltà locali, soprattutto nel settore dei trasporti e della comunicazione, il GVC, nel corso degli anni ha dovuto organizzare un'efficiente struttura organizzativa che ora dispone di:

4 uffici;
3 magazzini con grandi capacità di stoccaggio merce;
7 postazioni radio HF;
14 autovetture; 4 motociclette;
15 collaboratori espatriati;
200 collaboratori locali.

 

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