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Situazione politica    Inizio pagina

L’Argentina si trova nel Cono Sud della America Latina. E’ un paese con una popolazione costituita nella maggior parte da immigranti europei e non.

Politicamente la sua storia recente è nota e simile a quella degli altri Paesi della America Latina: un susseguirsi di governi autoritari, fra cui l’ultima giunta militare (76-83) nota al mondo per aver portato a livello di definizione giuridica internazionale la triste figura del “desaparecido”. Ovviamente non perché il fenomeno fosse unico ed esclusivo di questo Paese, ma perché il movimento delle madri di Plaza de Mayo ricopre in quell’epoca forza e voce a livello internazionale. argentina001.jpg (66790 byte) A tal proposito vale la pena sottolineare che l’Argentina è stata l’unico Paese dell’America Latina ad aver processato la giunta militare, poi amnistiata dal presidente Menem, ed ora di nuovo sotto giudizio per delitti non compresi in tale indulto (sequestro di bambini, figli dei desaparecidos). Dopo la dittatura si succedono tre governi democraticamente eletti: uno diretto dal presidente Alfonsin, ed un secondo dal Presidente Menem per due mandati consecutivi. Recentemente assume la presidenza Fernando De La Rua, con una coalizione di governo costituita da forze distinte: radicali, socialisti ed ex peronisti dell'opposizione. Il nuovo governo eredita una situazione economica gravissima e casse vuote: intere province come Salta, Jujuy, Rio Negro, Corrientes e Chaco con percentuali elevate di persone che vivono al di sotto della soglia della povertà (40%). Province ricche, come Buenos Aires, Cordoba e Santa Fé con alti livelli di delinquenza e una disoccupazione dichiarata dal 20 al 25%. Ma soprattutto, dopo l'applicazione delle discutibili formule del FMI, BID e della Banca Mondiale, ci si ritrova un Paese trasformato, con altissimi livelli di insicurezza, disgregazione, esclusione sociale e senza un vero progetto di Stato-Paese. Sebbene molte siano le forze e le persone interessanti all'interno della nuova coalizione (Graciela Fernandez Mejide, attuale Ministra degli Affari Sociali, Ibarra, Sindaco di Buenos Aires, Chacho Alvarez, Vicepresidente della nazione e lo stesso Carlos Reutman, governatore della Provincia di Santa Fé, nonché Winner, Sindaco di Rosario, Socialista ecc.), la stessa si trova ad affrontare il grave problema di un governo Centrale di una coalizione e varie province fedeli al peronismo (su 24 province 14 sono governate da peronisti, che hanno inoltre maggioranza nel senato), nonché di un sindacato tradizionalmente peronista che ha risparmiato Menem dai grandi scioperi generali, per fedeltà al partito nonostante lo smantellamento delle grandi fabbriche, ma che probabilmente non farà lo stesso con il nuovo governo.

L’Argentina aderisce al Mercosur, Mercato Comune dei Paesi dell’area, con Brasile, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Cile come soci osservatori, che sicuramente entreranno a farvi parte nei prossimi anni.

 

Politica nazionale di sviluppo    Inizio pagina

Come ha dichiarato recentemente un ex Ministro del governo Menem (Carlos Corach) “la trasformazione del paese e la ristrutturazione economica hanno lasciato numerose sacche di povertà e di sottosviluppo”.

L’Argentina è un paese con un enorme potenziale economico ed é considerata una delle riserve mondiali di alimenti, petrolio, e d'acqua dolce. I dirigenti del Paese in contatto con il GVC, tanto recentemente che nel passato, hanno ribadito più volte che più che di soldi c’è bisogno di Metodologie di intervento.

argentina002.jpg (66399 byte)L’Argentina non è un paese povero, è un paese in cui è in corso una trasformazione del modello economico forse più radicale che negli altri paesi, che ha portato e porterà sì ad una  maggiore stabilità finanziaria (crescita degli investimenti esteri, blocco dell'inflazione), ma a prezzo dell'esclusione di gran parte del suo stesso popolo. Se l’Argentina si era caratterizzata in passato per la forte presenza di una classe media, fenomeno abbastanza insolito nei modelli latino americani dove da sempre è prevalso un modello sociale con una netta divisione economica e di classe, il nuovo modello economico ha portato alla riduzione di questa classe media ed all’acutizzarsi delle contraddizioni e differenze sociali.

La politica economica degli ultimi 10 anni, ma anche precedentemente, ha portato avanti una accanita privatizzazione delle imprese, proprietà e servizi statali, anche quelli essenziali come la salute e parte dell'educazione. Uno dei fenomeni collaterali è stato non solo l’impoverimento di settori sempre più vasti della popolazione, ma un aumento esponenziale della violenza, furti, assalti, cioè una “colombinizzazione” di intere aree urbane.

Il nuovo governo è entrato in carica da pochi mesi. In questi primi mesi si è caratterizzato per una prudenza eccessiva e la tattica del temporeggiamento. Difficilmente il nuovo governo potrà cambiare gli elementi essenziali della politica economica che sono condizionati dai grandi gruppi e dalle Banche internazionali, oltre che dal pagamento del debito estero (di 130 mila miliardi di dollari, il cui pagamento degli interessi assorbe il 60% delle esportazioni). Dovrà però comunque cercare di ricostruire un progetto di Paese con una maggiore giustizia sociale ed una politica sociale più sensibile. Dovrà affrontare la grave situazione di corruzione delle strutture dello Stato che è diventato un “valore” dei politici, più che una vergogna. Al momento attuale si assiste ad un esplodere delle rivolte sociali che erano state contenute nell’epoca del giustizialismo dai sindacati. Anche questo fatto risulta sospetto, se si pensa che Menem aveva potuto attuare il suo piano di aggiustamento impunemente e fa pensare a complicità dei grandi gruppi economici con il vecchio potere.

Come prima misura il governo attuale ha lanciato un piano di lavoro sussidiato, e sta lanciando la creazione di un fondo per affrontare le situazioni di emergenza sociale. Si tratta però di misure ancora palliative ed il governo stesso non ha di fatto ancora definito il suo programma.

Strategia e politica di cooperazione del GVC   Inizio pagina

Non soldi, ma strategie e metodologie, questo ci hanno detto alcuni dei dirigenti del nuovo governo: a differenza di altri Paesi, in Argentina é possibile intorno ad un progetto, mobilitare risorse locali, anche monetarie, che permettano l'ampliamento e diffusione dei risultati.

Le recenti missioni in loco di rappresentanti del MAE (Luciano Carrino e Giulia Dario) e gli accordi firmati per l'avvio di un Programma di sviluppo locale della UNOPS in tre Province (Santa Fé, Chaco, Mendoza), fanno pensare ad una ripresa della cooperazione italiana nel paese.

Le proposte sono, se appunto il GVC ribadisce questo interesse, che si investa nel Paese, sostenendo lo studio di nuove proposte, per un periodo di sei mesi. È chiaro che se il Progetto Leyes andasse in porto tale strategia potrebbe essere portata avanti appoggiandosi su tale progetto, però bisognerà comunque riprendere le fila anche a Buenos Aires per stabilire degli accordi con i ministeri centrali, a partire dai programmi nazionali.

Settori di intervento:

Il GVC ha lavorato in passato nei seguenti settori:

a    Sanitario: ristrutturazione, costruzione, fornitura di attrezzature e formazione su medicina e sicurezza del lavoro con il sindacato più forte dell'Argentina: la UOM di Quilmes.

a    Organizzazione Comunitaria: costruzione di un Centro di promozione comunitaria per formazione sanitaria, educativa e piccoli produttori agricoli, e pescatori di fiume.

a    Interventi con l'ONG Acción Educativa su violenza domestica.

a    Appoggio al Movimento di donne della zona del Litoral.

In futuro questi settori saranno mantenuti, ponendo l'attenzione soprattutto su programmi di sviluppo locale che riguardino aspetti sociali di particolare gravità, congiuntamente ad azioni volte alla costituzione di nuovi posti di lavoro, diretti a giovani e donne.

Importante resta anche l’appoggio a cooperative o forme associative per la costruzione delle case o miglioramento di quartieri insalubri (interventi per il risanamento ambientale: acqua servizi, ecc ).

Il GVC intende coinvolgere nella realizzazione dei progetti tutte le forze che operano in un determinato territorio (ONG, Associazioni di Sviluppo Locale, Segreterie decentralizzate municipali o provinciali), sommandosi, dove esistono, a programmi o linee di sviluppo nazionali.

E’ importante lavorare per stabilire interscambio di esperienze ed azioni con gli altri Paesi dell’area, con problematiche similari.

Articolare possibili progetti alle reti Municipi del Mercosud, pensando ad un collegamento con comuni e regioni italiani (utilizzando i fondi e le politiche specifiche della cooperazione decentralizzata), per stabilire interscambi economici, tecnici e commerciali, con particolare attenzione alla rete del commercio equo-solidale. L’Argentina è stata in passato un Paese con forti tradizioni cooperative: si tratta di un potenziale da rafforzare in futuri interventi.

Importante è comunque il supporto alle forme associative presenti nel territorio il cui rafforzamento può rappresentare un freno alla disgregazione sociale, appoggiando la sostenibilità di tali forze.

Anche in Argentina va tenuto presente il canale di cooperazione Sud-Sud.

Nei Programmi si tiene conto dell’aspetto di sostenibilità ambientale, avvalendosi di consulenze locali di ONG che lavorano su questo tema.

La globalizzazione ha in molti paesi distolto l’attenzione dalla sostenibilità ambientale, che sembra quasi essere un lusso dei Paesi ricchi.

 

La progettualità del GVC Inizio pagina

Attualmente sono in corso unicamente delle mini azioni. 
In passato sono stati eseguiti tre progetti MAE dei quali 2 affidati e uno promosso.

Struttura Organizzativa del GVC in loco    Inizio pagina

Il GVC non dispone attualmente di personale espatriato in Argentina.

Proseguono comunque i rapporti e le iniziative con la controparte locale Acción Educativa (ONG) nella città di Santa Fé e San Javier.

 

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