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Situazione politica   Inizio pagina

La scena politica in Albania è caratterizzata dalla presenza di due principali forze politiche: il Partito Democratico ed il Partito Socialista che rappresentano due poli contrapposti. Gli altri partiti hanno una consistenza elettorale molto minore e sono divisi in due gruppi distinti associati ai due gruppi principali. Il primo gruppo è composto di partiti in coalizione con il Partito socialista (F. Nano) e, insieme, hanno vinto le ultime elezioni del Giugno del 1997.

Queste forze politiche minori sono rappresentate dal partito dell’Alleanza Democratica, il Partito Socialdemocratico, il Partito Agrario, l’Unione per i Diritti Umani e il Partito per l’Unione Nazionale. Il gruppo che a questi si contrappone, conosciuto come Unione per la Democrazia, è costituito dal Partito Democratico (S. Berisha), dall’Unione Liberale, dal Partito per la Legalità, dal Fronte Nazionale e dal Partito Democristiano. Vi è inoltre un gruppo di partiti di centro-destra guidati dal Partito Repubblicano.

Ciò che caratterizza il sistema politico albanese è lo spostamento continuo dell’elettorato dalla Sinistra alla Destra e viceversa, indicando una società politicamente instabile. L’attuale Governo, guidato da Meta, è formato da una coalizione di partiti guidati dal Partito Socialista, in base ai risultati delle ultime elezioni svoltesi nel Giugno del 1997, dopo un periodo di caos e guerriglia scatenati dal fallimento delle Società finanziarie piramidali che hanno polverizzato i risparmi della maggior parte della popolazione.

In generale, predomina un forte senso di sfiducia e di disillusione da parte della popolazione verso lo Stato albanese e il voto attuale, si caratterizza per essere un voto di protesta e di dissenso nei confronti della politica del governo. Nonostante gli sforzi sostenuti per applicare le regole della legge, esistono tuttora dei problemi strutturali che paralizzano l’apparato statale.

Il problema della dipendenza del sistema giuridico dalla politica, anche collegato ad un alto livello di corruzione e all’inadeguata preparazione dei giudici, addizionato alla mancanza di coscienza pubblica rispetto agli aspetti legali, concorre ad alimentare questa sfiducia.

Per la sua posizione geografica e socio-politica, lo sviluppo dell’Albania rimane strettamente legato agli sviluppi e alla stabilità nell’area balcanica. La precedente guerra in Bosnia e la guerra in Kosovo hanno impedito, di fatto, un flusso regolare d’investimenti stranieri in Albania. Ultimamente il Paese è stato inserito nel Patto di Stabilità dal quale si aspetta un maggiore flusso d’investimenti. In generale, una maggiore attenzione ai problemi di sviluppo socioeconomico potrebbe senz’altro costituire una condizione fondamentale per lo sviluppo.

Politica nazionale di sviluppo   Inizio pagina

L’Albania si trova a dover affrontare le problematiche tipiche dei paesi con economia in transizione. Le sfide che l’attuale esecutivo si trova di fronte sono molto difficili, anche per le pressioni poste in essere dall’IFI. Molte delle misure necessarie al cambiamento dell’economia sono certamente impopolari, ma necessarie per portare l’economia ad un trend positivo di crescita e di sviluppo sostenibile (controllo dell’inflazione, riduzione del debito pubblico e quindi riduzione del deficit di bilancio ecc.). Il governo deve, inoltre, tenere conto della grande pressione dell’opinione pubblica riguardo agli altissimi costi sociali che tali operazioni comportano. A questo si aggiunge anche l’aspettativa verso l’effettiva materializzazione degli aiuti internazionali promessi in varie riprese dalla Comunità Internazionale.

Dal punto di vista istituzionale la situazione è ancora pesante, anche a causa dell’avvicendamento continuo dei funzionari nelle pubbliche amministrazioni. Il processo di riforme segna un forte rallentamento e le stesse strutture governative hanno un grado di operatività molto scarso.

A questo problema stanno tentando di ovviare quasi tutti gli organismi di cooperazione presenti in Albania (Banca Mondiale, Unione Europea, Consiglio d’Europa, OSCE, ecc.), ma con risultati per ora limitati. Questo perché i processi di “Institution Building” necessitano comunque di tempi lunghi. Nel caso particolare, inserire pochi funzionari preparati nelle attuali realtà amministrative comporta un’immediata riduzione di operatività e sottopone gli stessi funzionari alla lentezza dei processi decisionali propria della pubblica amministrazione albanese.

Il PIP (Public Investment Programme) per il 1998-2000 aveva definito il piano di interventi strategici nei quattro campi economici ritenuti chiave per lo sviluppo futuro dell’economia albanese in funzione delle politiche di aggiustamento strutturale:

1.               Governance and institutional development: la riorganizzazione di questi settori è fondamentale per attuare il pieno sviluppo dell’economia di mercato in un contesto di maggiore efficienza dei servizi pubblici. In tale ambito le misure che dovranno essere intraprese sono relative ai seguenti punti:

  1. Consolidamento del processo legislativo e rafforzamento del sistema giudiziario;

  2. Rafforzamento delle condizioni di pubblica sicurezza nel Paese;

  3.  Miglioramento del sistema di raccolta delle entrate fiscali e delle capacità di formulazione del budget annuale dello Stato;

  4.  Riforma della Pubblica Amministrazione finalizzata alla “de-politicizzazione” e consentire una maggiore efficienza e professionalità del personale impiegato;

  5. Miglioramento delle capacità di monitoraggio dei programmi e conseguente rafforzamento dei servizi statistici.

2.               Enterprise Sector Development: recupero ed espansione delle attività nel settore dell’imprenditoria privata. Le azioni da perseguire sono:

  1. Rafforzamento del quadro legale in cui inserire le attività commerciali;

  2. Miglioramento della trasparenza ed equità nella gestione dei sistemi di tassazione e doganali;

  3. Instaurazione di un reale mercato delle proprietà terriere;

  4. Miglioramento e rafforzamento della gestione dei sistemi di irrigazione;

  5. Un reale sistema dei servizi (privati) per supportare le attività produttive (industria ed agricoltura) e commerciali.

3.               Public infrastructure and utilities: il PIP rileva come la disponibilità di un adeguato sistema di infrastrutture faciliti notevolmente lo sviluppo delle attività economiche ed il miglioramento della qualità di vita, ma rileva anche come tale obiettivo comporti costi elevatissimi di investimento a causa dello stato di forte degrado del sistema di infrastrutture. Le linee di intervento sono:

  1. Continuazione del programma di rafforzamento e di riabilitazione delle infrastrutture stradali, ormai intrapreso nell’ambito del precedente PIP;

  2. Espansione e rafforzamento delle infrastrutture urbane delle città e rurali che, come noto, hanno subito un rapidissimo degrado dovuto alla fortissima pressione demografica, all’assoluta mancanza di fondi per la manutenzione ed allo spopolamento delle aree rurali;

  3. Aumento degli investimenti nell’energia e nel settore idrico con un programma parallelo di ristrutturazione della gestione, orientandola verso una strategia di “cost recovery” affinché, nel medio termine, si possa pensare ad una privatizzazione delle Public Utilities. Questo per far sì che i futuri costi di investimento possano essere reperiti al di fuori di PIP;

  4. Privatizzazione del settore delle telecomunicazioni;

  5. Riorganizzazione e definizione del quadro istituzionale relativo alle tematiche ambientali.

4.               Human resources development and social services: occorre mettere a punto una strategia per fornire servizi pubblici e per alleviare gli effetti della disoccupazione e della povertà. Anche in questo caso le linee di azione definite sono quattro:

  1. Riforma del sistema sanitario, rafforzamento dei servizi di “primary health care”; ristrutturazione del sistema ospedaliero, miglioramento dell’efficienza gestionale e dell’efficacia delle prestazioni sanitarie;

  2. Riforma del sistema scolastico e ristrutturazione di strutture scolastiche;

  3. Rafforzamento della cosiddetta “social safety net” cercando al contempo di introdurre dei meccanismi di finanziamento che conducano il sistema verso forme di autofinanziamento. Miglioramento delle possibilità di impiego introducendo un meccanismo di “short term job opportunities” e possibilità di micro-finanziamenti (programmi di micro-credito);

  4. Definizione di una strategia che consenta un recupero e la conservazione del patrimonio storico culturale del Paese ed avvii degli scambi più continui con il resto dell’Europa.

Per quanto attiene il quadro operativo internazionale esiste una forte presenza in Albania di numerose agenzie di cooperazione allo sviluppo, sia bilaterali sia multilaterali, e di quasi tutte le principali Istituzioni Finanziarie.

 

Strategia e politica di cooperazione del GVC   Inizio pagina

Il GVC opera in Albania sin dal giugno del 1998 e da allora sono stati realizzati interventi multi-settoriali. A partire dall’implementazione dei primi progetti, è stata posta particolare attenzione al ruolo della donna nel contesto socio-economico del Paese. Questo è stato fatto attraverso progetti specifici rivolti alle donne il cui proseguimento è previsto anche per il 2000/01.

Rispetto ai vari macro-settori di intervento, si possono individuare alcune strategie che stanno caratterizzando la nostra presenza in Albania.

Per quello che riguarda il primo macro-settore “Human Resources and development of social services” sono state individuate le seguenti strategie:

Strategie nel settore sanità:

  1. Interventi in ambito tecnico/formativo per il personale tecnico sanitario per migliorare la qualità del servizio sanitario pubblico;

  2. Riabilitazione delle strutture e fornitura di attrezzature;

  3. Interventi di informazione/educazione rivolti al pubblico e intesi a migliorare l’interattività con le strutture e la prevenzione generale delle malattie.

Strategie nel settore servizi sociali e servizi al mercato del lavoro:

  1. Potenziamento della formazione professionale per favorire un maggior coordinamento tra mercato di lavoro e sistema formativo. Questo con l’obiettivo di sfruttare le competenze acquisite dai singoli cittadini attraverso i percorsi formativi (scuola, formazione professionale);

  2. Stimolo ad una maggiore attenzione alle politiche sociali, favorendo una maggiore allocazione di fondi e di risorse per iniziative legate ai servizi sociali ed ai servizi di sostegno al mercato del lavoro;

  3. Promuovere iniziative volte al miglioramento della qualità del servizio in ambito sociale.

Strategie nel settore Enterprise Sector Development (Agricoltura):

  1. Rendere più efficienti i servizi di supporto (formazione, assistenza tecnica, ecc.) alla produzione nei diversi campi (zootecnia, veterinaria, ecc.), cercando di incrementare la produttività, la qualità dei prodotti ed i circuiti di commercializzazione;

  2. Miglioramento del sistema delle infrastrutture rurali e dei servizi del credito agli agricoltori che operano nella varie filiere produttive;

  3. Collaborazione all’elaborazione di piani di sviluppo locale nelle aree di interesse.

Strategie nel settore Public Infrastructures:

  1. Riabilitazione delle infrastrutture urbane dei servizi connessi con particolare attenzione al miglioramento delle capacità di gestione e di manutenzione (Sviluppo Urbano e Rurale);

  2. Predisposizione di azioni adatte per la conservazione dei suoli e delle foreste (Ambiente).

I partner del GVC   Inizio pagina

  •  “Albanian Foundation for Training and Development” (AFTD). Questa ONG rappresenta una delle prime organizzazioni non governative albanesi, è “discendente” diretta di AFP che, nata nel 02/1995, costituiva un'emanazione sindacale del BSPSH (Unione dei Sindacati Indipendenti Albanesi). L’organizzazione nasce nel 1995, anche su iniziativa di Nexus-CGIL ed ha implementato, in collaborazione con varie ONG internazionali, attività di formazione (professionale, organizzativa, ecc.) in diverse aree del paese.

  • AFPA (Albanian Family Planning Association), con cui si sono realizzate le attività del programma finanziato dal Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio. L’AFPA opera con educatori locali dei quali cura la formazione: a Valona dispone di 8 educatori, affiancati da 4 consulenti psico-sociali e da 4 consulenti sanitari. Per mezzo di questo staff e grazie alla collaborazione con ONG straniere e con le istituzioni locali, si è promossa una campagna permanente di educazione sessuale, di salute riproduttiva, di pianificazione familiare e di diritto alla libera scelta. L’azione è soprattutto indirizzata agli adolescenti e alle donne e si concretizza in seminari, diffusione di materiale informativo, campagne radiotelevisive, tavole rotonde e corsi di formazione.

La progettualità del GVC    Inizio pagina

Le attività del GVC in Albania si sono finora concentrate sostanzialmente su tre aree territoriali di intervento: il distretto di Scutari nel Nord dell’Albania, il distretto di Valona al Sud ed il distretto di Elbasan nel centro del paese.

Nell’ambito delle strategie di promozione del ruolo della donna, sono stati realizzati due progetti specifici. Il primo, intitolato “Potenziamento del ruolo e della tutela dei diritti delle donne e dei luoghi di aggregazione” rientra nel settore sociosanitario e copre parte delle strategie di intervento sopra descritte. L’iniziativa si collega all’intero Programma Donne finanziato dal DAS, che prevede un rafforzamento a livello istituzionale. Questo comporta un approfondimento dei temi di carattere legislativo (leggi sul nuovo codice di famiglia e sulla violenza sessuale) e un’attività informativa/negoziale presso le singole autorità locali in materia di diritti umani delle donne e delle bambine. L’intervento comporta anche l’eliminazione della discriminazione delle donne in materia di eredità nelle aree rurali.

Per quello che riguarda le attività condotte a livello decentrato, sono stati presi accordi con l’Associazione delle Donne Giuriste Albanesi (Women’s Jurist Association), nella persona della presidente Vjollca Mecaj e con il Centro di sostegno legale alle donne (SH GJ & Women’s Advocacy Center). Per quello che riguarda gli interventi fatti a livello centrale, sono stati presi accordi con il Committee Woman and Family, nella persona della sua presidente Lavdie Ruci.

Questo collegamento con l’intero Programma Donne sarà tenuto anche per il rifinanziamento, mantenendo però il GVC la propria autonomia. I progetti finanziati per il 2000 dalle Regioni Marche ed Emilia Romagna integrano le attività proposte nel rifinanziamento per il Centro delle Donna a Valona.

Il progetto intitolato “Sostegno all’autonomia economica e al miglioramento della qualità della vita delle donne rurali” ha invece come obiettivo principale il miglioramento della qualità della vita delle donne delle zone rurali e l’aumento del reddito familiare, promuovendo le capacità imprenditoriali delle donne. Per questi due progetti è stata fatta richiesta di rifinanziamento e si è in attesa dell’approvazione da parte del Dipartimento Affari Sociali.

Nell’ambito della strategia per il settore agricolo si sta realizzando il progetto “Appoggio alla produzione agricola a Scutari”, finanziato dall’Unione Europea. Questo progetto è implementato in concomitanza con il progetto “Formazione allo sviluppo economico e produttivo delle imprese agricole familiari” finanziato dalla Regione Emilia Romagna. Considerando gli ottimi risultati finora conseguiti e l’eccellente collaborazione avviata con il Ministero dell’Agricoltura (a livello centrale) ed il Dipartimento di Agricoltura di Scutari (a livello distrettuale), si è pensato di ripetere l’esperienza ed un nuovo progetto di Sicurezza Alimentare è in fase di elaborazione per i distretti di Scutari, Malsia, Madhe e Lezha.

Tutti questi progetti prevedono un forte supporto alle istituzioni locali attraverso gli interventi di formazione e all'effettiva capacità di intervento sul territorio. Un supporto diretto ai beneficiari è garantito attraverso la fornitura degli input agricoli di qualità, all’erogazione di micro-credito, la formazione e l’assistenza tecnica.

Per quello che riguarda i progetti dell’ambito agricolo/formativo è stato avviato un buon rapporto di collaborazione con la controparte “Albanian Foundation for Training and Development” (AFTD). Questa ONG rappresenta una delle prime organizzazioni non governative albanesi, è “discendente” diretta di AFP che, nata nel 02/1995, costituiva un'emanazione sindacale del BSPSH (Unione dei Sindacati Indipendenti Albanesi). L’organizzazione nasce nel 1995, anche su iniziativa di Nexus-CGIL ed ha implementato, in collaborazione con varie ONG internazionali, attività di formazione (professionale, organizzativa, ecc.) in diverse aree del paese.

Tutto questo nell’ambito di progetti internazionali e dando priorità ai gruppi sociali meno sviluppati ed emarginati, alle donne, ai giovani, alla popolazione rurale, e alle fasce di popolazione con minori possibilità di accesso allo sviluppo. Insieme con AFTD si sta anche realizzando un progetto, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, che prevede il potenziamento della gestione dei servizi pubblici nella prefettura di Elbasan. Questo attraverso la formazione professionale e l’assistenza ai funzionari ed al personale responsabile della gestione dei servizi pubblici nella città di Elbasan.

Un altro partner del GVC è costituito da AFPA (Albanian Family Planning Association), con cui si sono realizzate le attività del programma finanziato dal Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio. L’AFPA opera con educatori locali dei quali cura la formazione: a Valona dispone di 8 educatori, affiancati da 4 consulenti psico-sociali e da 4 consulenti sanitari. Per mezzo di questo staff e grazie alla collaborazione con ONG straniere e con le istituzioni locali, si è promossa una campagna permanente di educazione sessuale, di salute riproduttiva, di pianificazione familiare e di diritto alla libera scelta. L’azione è soprattutto indirizzata agli adolescenti e alle donne e si concretizza in seminari, diffusione di materiale informativo, campagne radiotelevisive, tavole rotonde e corsi di formazione.

Per quello che riguarda gli interventi di emergenza attuati in occasione dell’arrivo dei profughi kosovari durante il 1999, il GVC ha portato avanti diversi interventi di riabilitazione. Questi si sono realizzati con finanziamenti Echo (fondi di un programma specifico per i profughi kosovari) nel settore della salute (Policlinico di Elbasan) e dell’educazione (Scuola e asilo a Valona). Sempre con i fondi residui del 1999 si attende l’approvazione per un progetto di riabilitazione di una scuola elementare a Valona.

Le principali aree di intervento per Echo riguardano la Salute Pubblica ed il settore “Water and Sanitation”. ECHO sta anche consolidando gli interventi precedentemente avviati per la gestione dei farmaci e per il miglioramento dei sistemi di “information gathering” con rispetto alla salute e sistema di sorveglianza epidemiologica. Mentre durante il corso dell’anno passato Echo aveva focalizzato gli interventi nell’area della riabilitazione del servizio ospedaliero (maternità e pediatrico), la programmazione delle politiche d’intervento per il 2000 prevede una maggiore attenzione ai servizi di salute primari (centri di salute in ambito rurale). E’ stata inoltre sottolineata l’importanza del coinvolgimento comunitario per garantire un maggior impatto e sostenibilità degli interventi.

Struttura organizzativa del GVC   Inizio pagina

Il GVC dispone attualmente di un ufficio di coordinamento a Tirana, con personale espatriato (uno) ed un'interprete locale. Questo ufficio tiene i rapporti con gli Enti finanziatori, i vari Ministeri, i partner locali e con altri soggetti che lavorano nell’ambito della cooperazione.

Si dispone, inoltre, di un ufficio a Scutari, con un espatriato e, come personale locale, un economista, un agronomo, un logista, un esperto di formazione ed una segretaria.

In base alle diverse ubicazioni dei progetti Echo, si dispone anche di uffici locali a Elbasan e a Valona. Con la fine del progetto Echo a Elbasan l’ufficio è attualmente in fase di chiusura. Si riaprirà, invece, l’ufficio di Valona con l’espatriato che seguirà il nuovo progetto di riabilitazione della scuola elementare.

 

 

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