Derattizzazione

 

Questo servizio, mirato all’eliminazione di topi e ratti, viene svolto mediante la posa di esche in tutti quei posti che, censiti da parte di operatori specializzati, possono ritenersi habitat naturali o zone di passaggio delle colonie murine.

 

Aspetti biologici e strategie di lotta

contro topi e ratti

 

 

Considerazioni generali

 

 

Nella problematica dell’igiene ambientale la lotta ai muridi occupa una parte di estrema importanza per le implicazioni  igienico-sanitarie  che questi animali e le loro abitudini di vita, estendono alla comunità dell’uomo.

I ratti sono insuperabili strumenti di contaminazione poiché passano instancabilmente dalle cloache alle cucine, dalle fogne ai depositi di alimenti, trasportando da una parte all’altra sulle zampe, sul pelo, sul muso, agenti patogeni.

In tale opera sono coadiuvati dai loro parassiti, soprattutto pulci ed acari: artropodi che con la massima facilità, saltano dai topi all’uomo e sugli animali domestici.

Oltre ad essere semplici vettori di germi delle malattie infettive pericolose per l’uomo, i topi ne divengono centri di moltiplicazione poiché essi stessi ne sono soggetti.

Ma vediamo più da vicino quali sono gli agenti patogeni che possono essere trasmessi dai muridi:

Virus

AFTA EPIZOOTICA, MALATTIE DA ADENOVIRUS, ARBOVIRUS

Funghi

OPLASMOSI, DERMATOFITOSI. LISTERIOSI,SODOKU, FEBBRE DA MORSO DI RATTO

Vermi

ANGIOSTRONGILLOSI

Protozoi

LEISHMANIOSI, TOXOPLASMOSI, RICHETTSIOSI

All’approssimarsi della morte sembra abbandonino prudenza e paura e dai loro reconditi rifugi, vengono a morire all’aperto rendendo così più facile il propagarsi del contagio. Non dimentichiamo che i risultati di una lotta ottimale saranno tanto maggiori quanto questa meritoria azione sarà integrata con altre operazioni quali: disinfestazione e smaltimento dei rifiuti.

La lotta antimurina ha sempre avuto degli aspetti che la rendono comparabile ad una guerra con veri e propri piani strategici, momenti di stallo, contrattacchi, ripiegamenti; questo è naturale, essendo il ratto un animale che possiamo collocare in una posizione filogeneticamente elevata,   da sempre abituato a difendersi dall’uomo.

Partendo da questi presupposti, l’azione del disinfestatore comincia da un attento sopralluogo che servirà a monitorare  il grado di infestazione, i luoghi di maggiore concentrazione, le abitudini, il comportamento e naturalmente le specie presenti.

 

Data la natura informativa di questa nota elenchiamo i capitoli più importanti che intervengono al successo di una campagna di derattizzazione:

Conoscenza del “nemico” e quindi aspetti biologici e comportamentali delle specie censite.

Conseguenze della presenza dei ratti: aspetti igienico-sanitari ed economici.

Individuazione, conoscenza, e specializzazione nell’impiego, dei prodotti attivi e dei mezzi di lotta.

 

Conoscenza del nemico

(Le specie censite)

Fin qui gli aspetti generici dei roditori, ma per dovere di precisione è necessario procedere ora ad una distinzione che vale a differenziarli sia sul piano della posizione sistematica che su quello delle caratteristiche individuali.

All’ordine dei roditori appartengono: la famiglia dei MURINI, comprendente topi e ratti, e la famiglia dei MICROTINI di cui fanno parte le arvicole o topi campagnoli.

Le specie più comuni appartenenti alla famiglia dei muridi sono:

 

MURINI

Rattus Rattus  (Linneo)

Rattus Alexandrinus

Rattus Norvegicus

Ratto dei tetti

Sua sottospecie

Ratto delle chiaviche

MICROTINI

Mus Musculus

Apodemus Sylvaticus

Micromys Minutus

Arvicola Terrestris

Microtus Arvalis

Pitymis Savii

Topo domestico

Topo selvatico

Topo di risaia

Arvicola acquatica

Campagnolo comune

Campagnolo dei savi

 

Conseguenze della presenza dei ratti

(Danni igienico-sanitari ed economici)

 

Dopo aver esaminato brevemente le specie dei Murini e Microtini che più ci interessano, osserviamo più da vicino i danni che questi roditori possono provocare.

Malattie causate all’uomo ed agli animali domestici  (già enunciate)

Danni alle derrate alimentari;

Danni ai beni mobili ed immobili.

Si ritiene che i ratti presenti nel mondo siano più numerosi dell’uomo: circa due miliardi nella sola India e nel rapporto di un ratto per ogni abitante nei Paesi più evoluti.

I danni  economici causati dai muridi sono di varia natura: da una parte diretti, per la sottrazione  di generi alimentari utilizzati per il loro sostentamento: ogni ratto divora infatti annualmente circa 12-15 kg di alimenti !

Dall’altra parte indiretti:questi roditori riescono infatti ad insudiciare con le loro deiezioni e con i peli una quantità di cose tre volte superiore il loro fabbisogno alimentare annuo.

Ci sono ancora i danni causati alle piante ed ai loro frutti: la contaminazione, anche di lieve entità, delle derrate alimentari, può far escludere dal mercato intere partite di generi commestibili.

Il tutto è aggravato dalla conseguente fermentazione putrida che decompone il materiale contaminato e concorre a dilatare il danno economico e il rischio di epidemie.

Per quanto riguarda i danni alle cose, bisogna risalire ad una particolare caratteristica morfologica dei roditori: come è noto, i topi presentano gli incisivi molto incurvati, a forma di scalpello, privi di radici ed a crescita continua. Se l’abitudine a rosicchiare non provvedesse a consumarli, si allungherebbero di circa 1 cm al mese.

Per questo motivo topi e ratti sono sempre alla ricerca di sostanze che offrano una certa resistenza ai loro duri e taglienti incisivi.

Essi rodono qualsiasi materiale, anche senza ingerirlo, perché ciò risponde ad una esigenza  connaturata alla loro morfologia, prima ancora che al  bisogno nutritivo.

 

Conoscenza e specializzazione

dell'uso dei mezzi di lotta

L’uomo, guidato inizialmente da odio istintivo e poi dalla coscienza del pericolo per la sua salute e per i suoi beni, ha sempre cercato di liberarsi dei muridi combattendoli con ogni mezzo; spesso però non ha posto la dovuta cura alla protezione degli alimenti o ad una igienica eliminazione dei rifiuti, favorendo in tal modo la moltiplicazione di questi roditori.

L’entità della popolazione murina è determinata essenzialmente da tre fattori: natalità, mortalità, migrazioni. Queste tre forze naturali sono a loro volta influenzate da cause ambientali: presenza di predatori, malattie e competizioni.

Da sempre l’uomo si è inserito in questa lotta per la sopravvivenza agendo come attivo perturbatore. Alcuni rodenticidi già usati nel Medio Evo, composti a base di arsenico e la scilla rossa, sono usati ancora oggi, così come il fosfuro di zinco, Alfa-naftiltiourea, fluoroacetato di sodio, solfato di stricnina, norbormide e anticoagulanti. Tra questi veleni ve ne sono alcuni molto tossici anche per l’uomo e  per gli animali domestici mentre altri (come gli anticoagulanti) presentano un certo margine di sicurezza e si possono considerare veri ratticidi selettivi.

Gli anticoagulanti

Si tratta di sostanze tossiche ad azione ritardata e che non determinano diffidenza in quanto i ratti non attribuiscono alle esche preparate con queste sostanze i gravi disturbi che accusano, e continuano a nutrirsene fino alla morte, non destando sospetti neppure tra i sopravvissuti.

Presentano inoltre un grosso vantaggio per derattizzare ambienti e magazzini in quanto i topi e i ratti intossicati dalla loro ingestione anziché morire sul posto, tendono a raggiungere l’aria aperta, allontanando così anche pericolose putrefazioni.

Tra tutti i prodotti anticoagulanti i più noti sono il WARFARIM, il CLOROPHACINONE e il BROMADIOLONE la cui caratteristica, comune a tutti gli anticoagulanti, è quella di precludere la sintesi della vitamina K .

La presenza della vitamina K, negli organismi viventi, è indispensabile per la formazione della protrombina nel fegato che, a sua volta, attivata in presenza di ioni calcio della trombochinasi elaborata dalle piastrine e da alcuni tessuti, si trasforma in trombina.

L’assenza di protrombina provoca, negli organismi viventi, emorragie interne ed esterne che causano la morte lenta ed indolore.

Le varie specie reagiscono diversamente all’azione di questi prodotti.

Per topi e ratti 1-3 milligrammi al giorno provocano la morte in 3-8 giorni; cani e gatti possono manifestare disturbi se ne ingeriscono una discreta quantità quotidianamente e per almeno 5-10 giorni; il pollame ed i volatili in genere, così come l’uomo, non vengono danneggiati dall’azione degli anticoagulanti.