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Oggi riposo. Non c'è molto da raccontare, ne approfitterò per aggiornare le pagine ancora latitanti. Partito il gruppone per Rio, la giornata si preannuncia un pelo più rilassante. Sveglia come al solito, ma scopriamo che padre Maurilio uscendo ci ha chiusi dentro e la nostra copia delle chiavi deve essere a qualche centinaio di chilomentri da qui con qualcuno degli altri... fortunatamente Wilson si sveglia (più o meno da solo) e possiamo andare a comprare il pane. In mattinata vado a trovare suor Sonia che mi offrè un caffè vero, italiano, da moka e nella casa trovo anche una copia del Corriere della Sera nell'edizione brasiliana, con dentro anche qualche pagina della Gazzetta. In cucina ho visto anche del sedano: mi sentivo troppo in Italia!
Nel pomeriggio siamo stati al memoriale dell'America Latina, dove c'è la statua della mano insanguinata con la macchina a forma di sudamerica. Una volta finito di girare i vari padiglioni ci siamo svaccati su una panchina e passati cinque minuti è uscita una scolaresca in vista ed è venuta nella zona delle panchine. Andrea dopo poco realizza una stupenda metafora del tempo moderno: noi, in quattro, bianchi europei, occupavamo una panchina intera e ai quaranta ragazzi brasiliani rimanevano le restanti due. Poi mentre chiacchieravamo una si avvicina e ci chiede che ore sono, dopo un minuto ne arriva un'altra, che poi raggiunge un gruppetto che ci stava squadrando da un po'. Quindi ne arriva un'altro che ci dice (tradotto dal portoghese) "Mi hanno chiesto di chiedervi, ma perchè lo vogliono sapere loro, io non c'entro, da dove venite" mentre gli altri dietro erano con le orecchie tese. Rotto il ghiaccio, in trenta secondi eravamo circondati da tutti, come fossimo animali allo zoo. Poi, mentre si parlava, uno dei più grandi apostrofa ad una delle più piccole che ci parlava quasi urlando "Guarda che non sono sordi, sono italiani, è diverso". La cosa ci ha molto divertito.
La sera abbiamo cenato con Wilson, e si è parlato un po' di tutto, dell'olio di oliva, delle supposte, delle differenze tra Italia e Brasile, del volontariato, dei bambini di strada, di corruzione e mafia, dei poveri. Ci ha raccontato che qui circa l'ottanta percento della polizia è corrotta e che la gente (povera) ha più paura di loro che dei criminali, perchè la polizia non deve chiedere scusa.

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