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Oggi ho dormito alla grande! Mi sono alzato alle nove, e ciononostante non ero ancora l'ultimo... super-colazione insieme e poi ci prepariamo per andare a Messa in parrocchia qui di fianco. Ci ricordiamo all'ultimo di Andrea Lopez che viene praticamente ribaltato dal letto. Entrando nel piazzale della chiesa si sente già dall'interno una musica poderosa. Suor Sonia mi aveva avvertito che qui le Messe sono abbastanza animate, e che il coro ha la batteria. Verifico personalmente che oltre a batteria sono forniti di basso elettrico, quattro chitarre e doppie percussioni. Il coro è tutto di giovani che ballano e ondeggiano durante le canzoni un po' come il coro dello zecchino dell'Antoniano di Bologna.
Sopra il coro c'è un telone bianco su cui proiettano con una lavagna luminosa il testo delle canzoni, in modo da far cantare tutta l'assemblea. Oltre al cantare, chiaramente, si battono le mani, oppure si alzano ondeggiano e cose di questo tipo. Prima della liturgia della Parola tutti i bambini ed i giovani si alzano e vanno verso l'altare dove sollevano le loro bibbie per la benedizione. Bibbie che praticamente tutti in chiesa hanno, anche perchè le lettura vengono fatte dai bambini e quindi risulta un po' complesso seguirle, non solo per noi che mastichiamo ancora poco portoghese.
Prima della benedizione finale il sacerdote chiama tutti i catechisti all'altare per ricevere la benedizione dell'assemblea, visto che oggi è la giornata del catechista. Una mezza domanda mi balena in testa "Devo considerarmi anch'io tra i catechisti?" ma subito viene stroncata. Tuttavia mi accorgo che il nostro gruppo viene pian piano trascinato via da una poderosa catechista, direi quasi strappato a forza dalle panche e che ci tocca salire anche noi con tutti gli altri. Seguono alcuni discorsi e un paio di canti ma alla fine veniamo benedetti e possiamo ritornare a casa in pace.
Un pranzo frugale e poi tutti in centro città per andare alla fiera dell'artigianato che c'è una solo volta all'anno, segnalataci da una delle animatrici del sejota. Scendiamo alla fermata prevista, ma una volta fuori ci attende sono desolazione. Nessuno degli indigeni è a conoscenza di questa fiera. Boh... prendiamo un altro bus e ci portiamo sull'Avenida Paulista, la più importante via di S&etilde;o Paulo, piena di grattacieli e palazzi importanti, corredata da un piccolo mercatino di carabattole e antiquariato.
Tornati a casa giusto in tempo per evitare un acquazzone ben violento, cominciamo la preparazione dell'ultimo piattone caratteristico: i pizzoccheri. Un chilo e mezzo di pasta, due di patate, quasi due di formaggio a cubetti, svariato grana grattuggiato, un sacco di burro fuso e due chili di erbette strane recuperate al mercato la mattina. Alla fine vengono tre teglie belle piene che soddisfano l'affamata tavolata. Un ananas dolcissimo pone termine al mangiare, rimandando l'anguria a data da destinarsi. Iniziano quindi i brindisi per salutare i tre modenesi che domani ritorneranno in Italia. Le due caraffe di caipiriñ vengono quasi svuotate, lasciando un ricordo indelebile (o non ricordo, dipende) della serata in più di una persona.

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