ruggero vasari · anànche (1921)

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Quale campione di un ipotizzato teatro futur-espressionista abbiamo Ruggero Vasari, significativo rappresentante del futurismo siciliano. Anànke (1921) è la prima sintesi teatrale sua che conosciamo: ne è tema un incesto saffico. Venne riscritta e pubblicata più volte da Vasari con titoli differenti - Anarchie, Il giustiziere - con trasformazioni e semplificazioni che la rendono meno diluita, meno letteraria, più fulmineamente significante, con una catastrofe di più intenso effetto: preferisco darla nella prima versione come esempio di una drammaturgia che si svilupperà dal teatro sintetico al «grottesco» - ma in forma, dirò, più capace di imporsi, più energica, di quel che non appaiono ad un riesame obiettivo i «grotteschi» ufficiali di Chiarelli e Antonelli - e che poi arriverà ai drammi del «ciclo delle macchine ».

Mario Verdone

La scena rappresenta l'angolo di un elegante villino del sobborgo di una grande città. Due finestre: una a pianterreno, l'altra al primo piano; dalle persiane filtra una luce azzurra, scialba.
Nel giardino, fra le piante, una tavola di pietra rozza circondata da sedie a vimini. Notte plenilunare.

IL VELARI0 SI APRE

La finestra al primo piano si schiude leggermente.
La luce della camera proietta sulla ghiaia del giardinoun rettangolo giallo.
Si affaccia una donna in vestaglia.
Il chiarore lunare investe in pieno il suo bel volto di perversa sensuale.
Quasi giovane; capelli sciolti; fremono le sue narici di cavalla in foia. Respira a pieni polmoni: l'aria frizzante delle ore antelucane placa l'arsura della sua gola bruciata dalle molte sigarette consumate per l'insonnia.

ANNA - (inquieta) Son già le quattro... e Mila che non si ritira... E' la prima volta... Dove mai sarà andata? Che sia stata trascinata nei salotti di qualche elegante libertino? Oh! no... Non voglio crederlo! Non sarebbe andata? Io sono tutto per lei... madre e...

(Rumori di passi lenti che si avvicinano. Rientra. La luce della finestra a pianterreno si è spenta).

(pausa)

ANNA - (Passeggia nervosamente nel giardino fumando. Poi siede. (Sommessamente come sotto l'incubo di un sogno).
Mila! mia piccola! mio amore!... ebbra... nuda nelle braccia di un bruto che beve ingordamente la sciampagna nella coppa d'alabastro dei tuoi piccoli seni... i tuoi seni che io sola potevo accarezzare... potevo baciare... Ora contaminati dalle labbra lussuriose di un malvagio. Ma nò! Non avrai spezzato per un volgarissimo uomo le possenti corde che ci avvinghiano. Potranno soffocarci, ma non allentarsi.
Tua madre è tanto gelosa; tanto gelosa che ti ucciderebbe. Ma folle che sono! Verrà la mia piccola, verrà subito... dirà che non è stata di nessuno!... che non saprebbe essere di nessuno fuorché di me... l'unico essere che l'ama, che sa amarla. Solo con me... con me sola può ascendere tutte le vette della voluttà... passare in mezzo a tutte le orgie dei sensi...

(pausa)

(Un agile figurina di diciassettenne biondissima) occhi vividi di capriolo, si avvicina al cancello. Nell' aprirlo leggero rumore).

ANNA - (scattante) Mila! (le corre incontro).

MILA - (sconvolta, ma con fierezza) Mamma mi spii forse?

ANNA - (adirata imperiosamente) Come? Non ho forse il diritto di sapere... saper tutto e... subito. Dimmi... dimmi. . .

MILA - Potrai tutto comandare. Una spudorata convenzione lo vuole! Ma essere la custode del mio corpo, l'arbitra assoluta della mia anima... no! no! mai!
Ebbene: vuoi sapere? Mi sono data ad un uomo... cosi hanno voluto, imposto, i miei sensi. E sono stata felice di farlo... sapevo di andare incontro alla tua ingiusta collera... alla tua implacabile maledizione...
ANNA - (fuor di sé) Pazza! Pazza! Hai tanto osato! E me lo gridi anche in faccia! Non sarai più di nessuno! Te lo giuro!

(Le persiane della finestra a pianterreno si aprono appena, Sergio, senza essere visto, assiste impassibile alla scena).

MILA - (eccitatissima) No! No! non puoi farlo! hai già fatto troppo: mi hai pervertita, resa zimbello della tua infame depravazione... mi hai insegnato ad odiare mio padre... gli uomini tutti... per avvicinarti sempre più a me, per soffocarmi tra i tuoi viscidi tentacoli di mostruosa piovra...

ANNA - Disgraziata! Tu non griderai alla notte il mio orrendo e insolvibile peccato! (si lancia addosso furente, l'afferra per la gola). Ti strangolo! Ti strangolo!

(Dalla finestra un colpo secco di rivoltella. Anna cade fulminata. Mila inebetita guarda la madre senza nulla comprendere, poi con un fil di voce: )

MILA - Mamma! Mamma! (fa per cadere ai suoi piedi).

SERGIO - (dalla finestra, voce ferma, glaciale) Non impressionarti! Si uccide chi ci vuoI strozzare la libertà! Si deve uccidere! Il bieco egoismo di tua madre voleva impedire la tua opera deleteria di donna nascente... (esaltato) Va! Va! corri verso la tua gioia! Corri! Ogni minuto perduto accresce il peso della croce della vecchiaia. Espleta la tua missione demolitrice! L'umanità ha bisogno dei vostri vizi, delle vostre perversità, delle vostre infedeltà, delle vostre vendette. Ha bisogno per correre verso quella magnifica dissoluzione, verso quello svolgimento apocalittico. Che spianerà l'uomo e la sua grande opera. Che sfidano Iddio! Il mio rammarico è di non poter assistere a questo divino sfacelo!

(pausa)

(Subentra in uno stato di profonda oppressione).
Ma no! no! lo lo immagino... io lo vedo già... E' ripugnante! Comprendo la inutilità del mio gesto... Sulle fetide macerie ancora fumiganti sento il vagito dei due sessi che con nuovo incesto plasmeranno la nuova umanità. Che seguiterà a sgozzarsi per la signoria delle casseforti, per l'orgoglio, per la vanità. Perché sono uomini! Perché tenuti a battesimo da una dea orrenda: Ananke! (singhiozzando) Va! Va! corri verso lei... tua madre l'ha già raggiunta!

IL VELARIO SI CHIUDE

tratto da:
CARTE SEGRETE n°9 Gennaio-Marzo 1969