| prose

volo estivo

chissą donde colma di lieve gas compresso spuntņ dall'angolo spera rossa gią parendo perdersi dentro sfumature d'aria meno spuria

ma si fermņ staccando dall'azzurro l'accesa tinta appena scossa da brezza

lontano da punte poste ovunque e ringhi e rami e mani tese ondeggiava ora orizzontale sull'assolato corso donde bimbi additando l'alto tendevano vesti corte e giacche

sporto ammiravo spera adesso danzare sulla piazza con sottili soffi d'aria tra palme bandiere lampe mentre spiata da occhi stupiti lenta risaliva

flume

diradandosi bruma si scoprono picchi rocce lastre infrante dove in gorgogli rivolo gratta arena da ruvide rupi

rovinando in tumulto da puro si sporca di detriti allargandosi lento per pianure colme d'arbori e steli dove si perde in parte per canali

continuando scurito tra selve sostenta pesci fronde insetti dissetando bestie d'ogni specie ora scannate ora mordenti per le ripe

spianandosi sotto ponti di pietra squadrata sčguita in minimi sussulti tra argini e scoli accorpando putridi liquidi al flusso steso tra tetti e porticati pieni di persone

affondando dentro arida salsa riarsa si tuffa incangiandone tinta in acqua diafana dove sassi e sabbia prima tumultuosi giacciono coverti d'onde salate a nutricare prossime sorgenti

san gennaro

dal sagrato si tocca ogni singola voce urlo schiamazzo

per la via pulsare di folla ed effetto corale affascina l'occhio socchiuso

vibrando trombetta tra labbra ignoranti di note mescola musica a fumi di noci vaniglia zucchero fuso

nel duomo chi assiste chi osserva chi mira vestigia d'illustre passato chi cerca chi vaga vendendo santini

s'č squagliato 'o sanghe...e scoppia fragore di folla plaudente fra suoni aromi andirivieni di gente tra bancarelle macchine insegne

da sopra s'alza la mitria nel manto a smovere sangue disciolto tra lampi per foto

ombra di lą ospita grumi di moltitudine stanca di sole splendido sopra carabinieri fiamma belle donne

notte filtrata (studio)

luna di ceramica vecchia amica di canti consumati in silenzio sola corrodi la notte e l'onde contro gli scafi fingono d'odiarti riducendoti riflessa in un lastrico d'argento

nella volta macchiata d'un firmamento travolto da comete taglienti s'accavallano abissi dove fermi scivoliamo persi in sincrono perfetto

forse sei tu l'interruttore dell'ordegno colossale? mischi tu tempi e ritmi di Natura o sei vittima timorosa [...]

non basta essere pupilla d'iride fatto d'una seta di nube per fissare bulbi onesti [...] a tradirti saranno dai pergolati golosi di pace gemme matutine e verdi vernacoli d'uccelli custodi d'aerei segreti...

non alla Notte chiederņ ma al mio costato ma tace ancora questo setaccio!

impressione di marzo
che č, la luna s'č fatta di confetto per fluttuare (nascosta ai distratti) nelle nubi sfilacciate di tramontana equinoziale?

ne? s'č fatta una pastiglia opalina ammmescata al candore posmeridiano per fuggire i curiosi?
un unglio di gatta infitto nella volta celeste!

liscia nelle bave di vento scivola via languendo dalla tua lattiginosa tana dolcezza dell'occaso paonazzo prima sfinito si ritragga!

indietro :: indice

sei il visitatore numero di queste pagine. grazie!