TARADASH - Al Ministro delle finanze - Per sapere - premesso che:

in data 10 luglio il maresciallo della Guardia di Finanza Oscar D'Agostino è stato trasferito con effetto immediato da Treviso a Firenze ad opera dell'amministrazione militare;

il provvedimento è stato ufficialmente motivato con "ragioni di servizio" non altrimenti precisate;

il maresciallo D'Agostino è segretario regionale dell'associazione nazionale "Progetto Democrazia in Divisa" che si batte, tra le altre cose, per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza;

a D'Agostino, con atto unilaterale della Life, associazione di liberi imprenditori, è stata conferita la carica di presidente onorario della Life stessa, carica che, peraltro, non comporta in alcun modo l'iscrizione alla associazione in questione alla quale, infatti, D'Agostino non è mai stato iscritto;

di fatto, come emerge chiaramente dalle dichiarazioni rese agli organi di stampa dai vertici locali della Guardia di Finanza, il trasferimento ha il carattere di un provvedimento disciplinare surrettizio, le cui vere ragioni sono di matrice politica e quindi ben diversa da quelle addotte ufficialmente. Il Comando della settima legione di Venezia (lancio Ansa ore 18,59 del 10 luglio 1997) ha spiegato il trasferimento con "una palese incompatibilità ambientale per una contigua attività extraservizio, per continue contiguità con gruppi imprenditoriali ed altri organismi dei quali D'Agostino ha assunto anche la presidenza onoraria" tutte cose che il comando di legione giudica "pericolose ed inquietanti per la divisa che indossa D'Agostino e per l'attività della Gdf.".

nello stesso senso si esprimeva il colonnello Grassi, comandante della Guardia di Finanza di Treviso (intervista a La Tribuna di Treviso dell'11 luglio 1997, pagina 25) "(…) è chiaro che la contiguità del sottufficiale con il Life rappresenta elemento di incompatibilità ambientale; dovrebbe fare gli interessi dell'Erario, non quelli di Fabio Padovan, personaggio indagato";

la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di associazione sono cardini del nostro ordinamento costituzionale, e come tali patrimonio di tutti; anche degli appartenenti all'amministrazione militare, come ribadito in modo esplicito dall'articolo 9 della legge 11 luglio 1978, n. 382, laddove si stabilisce che "i militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuto l'autorizzazione;

è evidente che il maresciallo Oscar D'Agostino altro non ha fatto che disporre di questi diritti entro i limiti dovuti, come del resto hanno implicitamente riconosciuto i suoi stessi superiori, impossibilitati a sottoporlo a qualunque provvedimento disciplinare e costretti, volendo comunque punirlo, a ricorrere all'espediente surrettizio del trasferimento per "ragioni di servizio";

il trasferimento in Toscana ha avuto gravi ripercussioni anche sull'equilibrio della famiglia del maresciallo D'Agostino, dal momento che sua moglie, nata a Venezia, è studentessa all'università di Padova e lavoratrice a Treviso;

se ritenga la libera manifestazione del proprio pensiero da parte del maresciallo D'Agostino un atteggiamento incompatibile con l'appartenenza alla Guardia di Finanza;

se condivida le motivazioni che hanno indotto i vertici della Guardia di Finanza, per loro stessa ammissione, ad ordinare il trasferimento immediato del maresciallo;

in caso contrario quali provvedimenti intenda adottare nei confronti di chi ha emesso il provvedimento;

se non intenda provvedere affinché il maresciallo D'Agostino sia immediatamente riassegnato al Comando di Treviso, tenendo anche conto delle condizioni familiari sopra esposte. (4-11991)