NASCE L'ASSICURAZIONE ETICA

Quante volte, ci siamo trovati impotenti di fronte alle estenuanti lungaggini burocratiche, alla cavillosità e ai lunghissimi tempi di liquidazione di una compagnia assicurativa?

Eleganti e ossequiosi fino alla nausea, quando si tratta di vendere una polizza; i funzionari delle assicurazioni perdono tutto il loro savoir faire al momento di liquidare un sinistro o erogare un rimborso.

Alcune volte si sfiora la tragi-commedia, come nel caso di quell'agricoltore che dopo aver subito gravi danni nel vigneto per una violenta grandinata, si vide negato qualsiasi forma di indennizzo perché la sua polizza copriva esclusivamente i danni provocati da grandine piovuta da nord!

Al di là degli aneddoti più o meno coloriti, è esperienza comune, l'inequità del mercato assicurativo italiano, uno dei più arretrati d'Europa. Tanto che proprio nei giorni scorsi il ministro Pecoraio Scanio ha tuonato contro la scarsa trasparenza delle compagnie assicurative, mentre l'Antitrust ha iniziato a passare a setacciare il settore per provare presunti accordi tra le aziende mirati a tenere elevati i prezzi delle polizze.

A confermare l'arretratezza del mercato assicurativo italiano sono anche i dati elaborati dall'Associazione difesa utenti servizi bancari, finanziari, postali assicurativi (Adusbef): in Italia operano 249 imprese d'assicurazione contro le 832 della Gran Bretagna, le 715 della Germania e le 539 della Francia. Delle 249 compagnie italiane, le prime 10 aggregano quasi la metà del totale dei premi raccolti, mentre le prime 40 società raggiungono quasi l'80%. Insomma, una situazione di oligopolio malamente mascherata, tutta a vantaggio delle imprese.

Obiezione professionale

Ad essere scontenti dell'attuale situazione non sono solo gli utenti, ma a volte anche gli stessi lavoratori del settore. Questa è almeno l'esperienza di Gianni Fortunati, oggi attivo promotore della prima agenzia di assicurazione etica fondata in Italia.

"Ho lavorato per circa quindici anni nel settore delle assicurazioni convenzionali. Due anni fa, all'età di trent'otto anni, ho conosciuto prima l'esperienza della Banca Etica e poi di Caes, un progetto di assicurazione etica avviato da qualche anno nell'area di Limbiate, alle porte di Milano. Proprio per il mio passato professionale, sono stato conquistato dal progetto e ho deciso di giocare lì le mie capacità professionali e la mia idealità ".

A spiegare la storia e gli obiettivi di questo coraggioso esperimento di assicurazione etica è Luca Munari, presidente della cooperativa. Sul finire degli anni '80, alcune persone, decidono di aprire una riflessione sulla coerenza fra i valori dichiarati e il proprio agire quotidiano, a partire dal lavoro. E siccome alcuni dei diretti interessati a questa ricerca, lavoravano nel campo assicurativo nacque l'idea di una sorta (il assicurazione etica. Il riconoscimento di una profonda affinità fece avvicinare subito quest'idealità al Commercio Equo e Solidale e alle MAG.

E così che nel 1995 nasce la Cooperativa Assicurativa Etico Solidale (C.A.E.S. come struttura operativa di coordinamento di un gruppo di consumatori all'inizio locale e ora nazionale.

In realtà - spiega Giovanni Fortunati -non c'era allora e non c'è neanche oggi l'ambizione di creare una compagnia assicurativa vera e propria. Il vero obiettivo di C.A. E. S. è quello di promuovere un movimento di consumatori per l'acquisto di prodotti assicurativi eticamente orientati".

Oggi C.A.E.S. è un'agenzia assicurativa plurimandataria indirizzata prevalentemente alla fornitura di servizi nell'ambito delle imprese no profit.

A dimostrazione della coerenza con i propri ideali di fondazione il 10% del ricavo provvigionale lordo del ramo assicurativo (non degli utili) viene destinato a iniziative sociali come partecipazione concreta alla promozione ed al sostegno di una economia che pone al centro l'uomo. In tale scelta vi è la manifestazione dei valori della condivisione e della sobrietà come proposte di un calmiere che si opponga alla violenza di un'economia basata sul profitto e il consumismo.

In definitiva, lo scopo è quello di organizzare e orientare la domanda verso quelle Compagnie assicuratrici disponibili a confrontarsi e fare propri i principi della finanza etica; in questo modo è possibile intervenire direttamente nel mercato trasformando l'acquisto di una polizza, da atto passivo, in un'azione critica nei confronti del sistema economico corrente.

Intervista a Giovanni Fortunati

(responsabile Coordinamento Nazionale)

Quando è iniziata l'attività di Caes?

Ho iniziato a lavorare al progetto Caes come volontario due anni fa, l'obiettivo era quello di dare una svolta imprenditoriale a un progetto nato con una forte carica ideale, ma con risultati economici non soddisfacenti.

In realtà, quando sono arrivato, l'agenzia c'era già, in quanto era stata fondata nei primi anni Novanta nell'ambiente delle parrocchie e

dei gruppi d'acquisto di Limbiate. Grazie alla mia disponibilità e a quella di un altro collega con esperienza nell'ambito assicurativo convenzionale è stato possibile dare una visibilità nazionale al progetto, e quindi sostenibilità economica all'iniziativa che fino allora si era limitata ad operare localmente.

Concretamente, quali sono i vostri obiettivi?

La nostra sfida oggi non è tanto quella di creare una compagnia assicuratrice etica, ma quello di dare forza ai consumatori consapevoli per ottenere da una o più compagnie convenzionali polizze convenienti, trasparenti ed eque. Da parte nostra ci impegniamo a fornire la massima trasparenza nella composizione del premio pagato e un rapporto paritario con i clienti assicurati.

Cosa intendete per polizze eque?

Per equità intendiamo che il Premio sia equo, in altre parole che il prezzo delle polizze venga determinato in base ai dati oggettivi e non arbitrariamente dalla compagnia utilizzando parametri non verificabili.

Grazie alla contrattazione collettiva, questo è un risultato facilmente raggiungibile.

Cos'è che fa la differenza tra un'assicurazione etica e una convenzionale? Le differenze sono parecchie. La principale è che noi non svolgiamo intermediazione assicurativa classica, ma proponiamo alle compagnie una contrattazione collettiva. Inoltre chi si rivolge a noi, non è un semplice cliente, ma socio.

E tra i nostri attuali trecento soci, una grossa parte sono persone giuridiche, cioè cooperative o consorzi di cooperative impegnate nel no profit e loro aderenti.

Chi sottoscrive una polizza con noi, ha dunque il diritto, in qualità di socio, di chiedere un dettagliato rendiconto del nostro operato.

Un altro aspetto interessante del nostro lavoro riguarda la natura delle polizze. Abbiamo effettuato uno studio dettagliato per offrire polizze trasparenti, in grado di tutelare realmente gli interessi dell'utente. Per esempio nel caso delle polizze auto, noi offriamo una copertura e una serie di garanzie molto più elevate rispetto a quelle standard.

Nonostante ciò, le nostre polizze sono tra le più convenienti. In ogni caso il settore che noi privilegiamo è quello del non-profit, quindi cooperative sociali, associazioni di volontariato e via di seguito.

Coerenti con il principio della solidarietà sociale non prendiamo in considerazione la rischiosità dell'ambiente di lavoro, proprio perché uno dei punti cardini della nostra attività è il ripristino della mutualità.

Noi non andiamo a valutare la rischiosità dell'attività della cooperativa che si rivolge a noi, soprattutto nel caso di cooperative sociali. Che operino nel campo dell'edilizia o della cartotecnica per noi non fa differenza, non consideriamo il diverso valore di rischiosità,

come fanno le compagnie convenzionali, ma applichiamo a tutte le polizze, in tutt'Italia, lo stesso tipo di tassazione.

Stipulate polizze anche fuori dall'ambito non profit?

Nel caso di aziende, molto raramente. Può succedere, quando possiamo contare sulla conoscenza diretta del titolare, e quindi c'è una valutazione sulla persona. Diverso è il caso di polizze individuali, per le quali non c'è nessun problema.

Che tipo di polizze offrite?

Offriamo qualsiasi servizio assicurativo, con l'eccezione delle polizze sanitarie e delle polizze vita a risparmio. Anzi, rispetto a quest'ultima stiamo studiando un prodotto che sia più coerente con la nostra idealità e progettualità.

Puoi spiegare meglio ?

Nella maggior parte dei casi le polizze sanitarie sono strutturate in questo modo: si paga un premio in base all'età. E in base alle opzioni scelte c'è un massimale assicurato nell'annualità. A noi questo non sembra un criterio rispettoso del principio di mutualità.

Per la stessa ragione noi non ci occupiamo delle cosiddette polizze miste.

Per quanto riguarda il risparmio, cioè le cosiddette pensioni integrative, riteniamo che i prodotti offerti dal mercato assicurativo convenzionale siano poco interessanti per i consumatori, ma stiamo lavorando alla definizione del primo fondo etico previdenziale.

Dove siete presenti in Italia?

Oltre alle quattro sedi di Torino, Milano, Limbiate e Castellanza, abbiamo referenti su tutto il territorio nazionale, attraverso gruppi d'acquisto, alcuni organizzati altri no. Per esempio siamo referenti nazionali del WWF, altri gruppi sono presenti a Roma e a Cesena. Vi sono poi gruppi organizzati come l'Agenzia per la Pace di Chiavenna.

Come funzionano i gruppi organizzati?

I gruppi organizzati possono contare sulla presenza di un referente locale che ha effettuato un corso di formazione presso la nostra sede centrale. E sono queste persone che poi fanno da collegamento tra la realtà locale e la sede centrale. Su Torino la situazione è diversa, perché visto il radicamento della cooperativa nella zona, è stato naturale decidere di aprire delle sedi nel territorio.

Ma quale significato può assumere l'attività di una cooperativa come C.A.E.S. che comunque si trova adoperare in tutto e per tutto nel mercato tradizionale e a collaborare con Compagnie assicurative profit?

Almeno in teoria, le assicurazioni sono sorte per rispondere al bisogno del singolo o di una comunità in caso di sventura; ma nel mercato assicurativo odierno non esiste nessun prodotto che risponde a questo criterio di solidarietà. E poi c'è il fatto che l'assicurazione R.C. Auto è obbligatoria, per non pensare al problema della previdenza integrativa e della riforma sanitaria in atto, che costringe molti a pensare alle assicurazioni private. Consapevoli che spesso dalla validità di questi prodotti dipende il futuro di una persona e della sua famiglia; ci siamo chiesti: E' etico rimanere assenti da questo mercato? Siamo fermamente convinti della necessità di non delegare alle assicurazioni private, tutt'altro che etiche, il potere di determinare le soluzioni e le regole di questo mercato di massa.

Quali saranno i vostri prossimi passi?

La sfida di C.A.E.S. è quella di portare istanze e modalità di solidarietà, giustizia, democrazia economica in un mondo quale quello assicurativo che, mai come in questi ultimi anni grazie anche all'enorme successo dei fondi di investimento, delle polizze vita e di tutti i prodotti similari, si sta rivelando una delle grandi casseforti della finanza mondiale.

Si tratta di offrire uno strumento concreto per poter esprimere la nostra obiezione, così come le MAG sono strumento di obiezione monetaria, ma in positivo partecipando alla costruzione di una concreta e praticabile alternativa. In ogni caso, C.A.E.S. non intende proporre uno strumento contro, non vuole proporre l'abbattimento del nemico (le compagnie assicurative) ma il riorientamento, attraverso la scelta personale dei singoli consumatori assicurativi consapevoli, di una attività che è nata per una finalità mutualistica e che ad oggi è ancora uno strumento di utilità sociale. Con questi obiettivi, la CAES progetta, entro l'anno, di lanciare sul mercato il primo Fondo Etico di previdenza Integrativa. L: Associazione Finanza Etica e le Mag sono i partner del progetto, mentre Assimoco è la compagnia che si è resa disponibile a strutturare il prodotto.

Sarà pertanto un fondo assoggettato alla "certificazione" etica ed al controllo sull'utilizzo degli impieghi da parte dei suoi sottoscrittori e dai gruppi d'acquisto organizzati che li rappresenteranno.

IL LATO OSCURO DELLE ASSICURAZIONI

Secondo l'Associazione difesa utenti servizi bancari, finanziari, postali assicurativi (Adusbef) quattro sono le accuse ricorrenti nei confronti delle compagnie assicurative:

I. Non si sa mai con certezza se si è assicurati o meno contro uno specifico evento, finché l'evento non si verifica e non si attiva la polizza per il risarcimento dei danni causati dal sinistro.

2. Nel caso delle polizze vita rendita non si conosce il prezzo applicato dalle compagnie al prodotto (caricamento); oltretutto, in quelle miste, la scissione dei premio per il caso di vita e quello di morte non è indicata. In altri termini, troppi assicurati ritengono che la retrocessione sia calcolata sul premio pagato; non sa che il suo premio è decurtato dei caricamenti e degli accantonamenti a garanzia dei caso morte.

3. Le compagnie di assicurazioni non tendono ad impostare, nei confronti dei produttori di beni e

dei relativi utenti, campagne di prevenzione miranti ad eliminare o a contrastare Alla fonte danni ed inconvenienti derivanti dall'uso di quei prodotti; non effettuano interventi, ad esempio, nel campo dell'educazione scolastica e della prevenzione: si limitano a risarcire ( o a non risarcire) I danni ma senza fretta e spesso facendoci la cresta.

Per restare nel ramo RC auto, alcuni comportamenti delle compagnie sono passibili di forti critiche: perché per esempio annualmente non vengono adeguati d'iniziativa i valori assicurati per l'incendio e il furto del veicolo? Perché troppi assicurati non vengono avvisati per tempo delle variazioni contrattuali (maggiorazione dei premio, ecc.) come prescrive la legge? Perché il furto viene rimborsato prendendo a base dei valore dell'auto rubata il dato riportato da una pubblicazione, Eurotax, "istituzionalizzata" dagli addetti ai lavori, ma che nessuno controlla, e i cui dati divergono notevolmente da quelli di mercato riscontrati realmente nel settore delle auto usate?

4. Nelle Imprese di assicurazione è praticamente impossibile perfino esercitare il diritto (minimo) di reclamo. Non vi sono procedure certe e conosciute per la gestione dei sinistri, figuriamoci se le compagnie si interessano della gestione dei reclami.

Per saperne di più

Cooperativa Assicurativa Etico Solidale (Caes) Coordinamento Nazionale, via Roma, 15 - 2 1053 Castellanza (Va) te/ 0331500998 fax 0331482913 E-mail: caes.italia@libero.it

Agenzie Caes

- Limbiate (Mi), Via Garibaldi, 12 tel 02 996 7935

fax 02 9967925 E-mail: coopetic@tiscalinet.it

- Torino, Via Brindisi, 15 te/ 01 l 5216403 fax 01143962 10

E-mail: caes.torino@tiscalinet.it

- Milano, Via Angera, 3 tel 02 6 75 74325 fax 02 6 75 74322

E-mail: caes.italia@libero,ít

Adusbef, Associazione difesa utenti servizi bancari, finanziari, postali, assicurativi, via Farini 62 00187 Roma tel 06 4818633 http: //vvv.adusbef.it