Una breve anamnesi...:

nacqui sub Duce ancorché fosse tardi e vissi a Roma sotto il divo Giulio.
Ciononostante mi sono diplomato in regìa e sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia e laureato in Scienze Economiche alla Sapienza.
Ho cominciato a scrivere a cinque anni. Dappertutto:sui muri, dietro le porte dei cessi, sui banchi di scuola e poi poesie, libri gialli, fantascienza e infine un mare di film. La prima sceneggiatura l'ho scritta per degli amici amatori, si intitolava "La Strada Che Porta Lontano" e non sapevo neppure che si chiamasse sceneggiatura.

Il cinema mi ha travolto. Moglie e figli non mi hanno mai permesso di smettere per scrivere quel capolavoro che ogni scrittore mediocre pensa di poter scrivere..

I soldi sono importanti per mangiare, vestirsi e stare caldi in una casa: poi non contano quasi più nulla, tuttavia una sceneggiatura vale quanto è stata pagata.
E anche gli sceneggiatori. E' un triste dato di fatto. Il mercato è mercato.
Così bisogna farsi pagare il più possibile, anche se per qualche amico produttore in difficoltà ho scritto film gratis. Qualcuno mi è anche grato.

Da qualche anno il cinema italiano è in crisi, nel senso industriale della parola. Ma anche artistico. Se si producono 300 film all'anno (tanti ne facevamo ai bei tempi) è probabile che 30 siano buoni e tre capolavori. Se se ne producono solo 30, allora tre sono discreti e un capolavoro può nascere in media ogni 3,3 anni.

Invece il cinema americano tira che è un piacere. Molti dei nostri registi, attori, tecnici si sono trasferiti a Hollywood. Però loro non lavorano con l'italiano, magari a gesti, ma possono farsi capire. Per gli sceneggiatori non c'è speranza? C'è.

"uno tanto più sa quanto più sa che non sa niente"

Last modified on Monday 5 May 1997