Quei "magazzini di frontiera" da più secoli protagonisti della storia del Canada. L'epopea dei commercianti della "Compagnia della Baia di Hudson

L'Osservatore Romano, 9 Marzo 2001, 3.

Franco Pelliccioni

1966 - 2006

QUARANTA ANNI DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE E DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA  

Un turista che si aggiri tra un reparto e l’altro di un lussuosissimo grande magazzino canadese, rutilante di luci, sfavillante di colori, odoroso di profumi e dove tutto: scaffali, vetrine, ambiente è perfettamente tirato a lucido, dove articoli e merci, di ogni natura e provenienza, sono sapientemente e ordinatamente esposte, ad Ottawa come a Montréal, a Toronto come a Vancouver, forse finirebbe per pensare di trovarsi solo all’interno di un altro - uno dei tanti - grandi centri. Dove gli individui tendono a riunirsi in ogni giorno dell’anno per ripetere all’infinito il loro rituale consumistico, in questo caso anche un po’ elitario… Ma si sbaglia, poiché l’apparenza lo ha completamente fuorviato. A meno che non conosca i lineamenti storici di questo paese grande quasi come un continente… Qualcosa forse potrebbe apparirgli "al di sopra delle righe". Specialmente se ha occasione di visitare un paio di reparti, quello dei souvenirs - canadiana -, ad esempio, e quello degli articoli di pellicceria. In entrambi i casi niente di particolarmente eclatante, vistoso o eccezionale. Ma là c’è un qualcosa che denota diversità e cura dei più infinitesimali particolari. Tanto da trapelarvi addirittura uno spessore conoscitivo, del tutto impensabile in analoghi ambienti.

Eppure non tutti i magazzini di questa catena sono uguali tra loro. O espongono, sempre e comunque, le medesime mercanzie. Spostiamoci infatti più in là o, meglio, molto, ma molto più in là, verso il Grande Nord, l’artico canadese. Qui non esistono grattacieli, le strade spesso non sono asfaltate o non ci sono e gli stessi eurocanadesi sono una minoranza rispetto agli originari abitanti, i cacciatori eschimesi, gli Inuit. Entriamo dunque in un piccolo e surriscaldato edificio in legno. Che però potrebbe anche essere in muratura, essendo irrilevante la sua tipologia costruttiva. All’interno le merci esposte in una qualche misura sono ancora quelle viste nel sud: cibo surgelato, scatolame, vestiti, casalinghi, elettrodomestici. Ma accanto: ecco fucili e munizioni e tende e slitte a motore. E quant’altro può essere d’utilità in luoghi così remoti e difficili. Eppure il magazzino è sempre lo stesso. Poiché è quello della Compagnia della Baia di Hudson, più famigliarmente chiamato la Bay o, in francese, la Baie, tanto che questa è la dicitura che figura, non solo nell’insegna, ma anche nella sua stessa ragione sociale. Nessuno potrebbe neanche lontanamente sospettare come la storia di questi "magazzini", un tempo stazioni commerciali di frontiera, sostanzialmente coincida con quella del Canada. Anzi, di più! Poiché sono riusciti a plasmare e modellare il suo immenso territorio, oltre che la sua stessa politica, partendo da remoti avamposti situati, come leggiamo nell’espressione letterale, intorno alla Baia di Hudson. Anche se la sua dirigenza, mente e volano della società, è rimasta per secoli saldamente confinata nella lontana Inghilterra e in mani inglesi, a Londra! E sì, perché solo dal 1970 la sede principale si è spostata nel Manitoba, a Winnipeg.

La storia della Compagnia rappresenta una delle più straordinarie, affascinanti e avventurose imprese mai effettuate dall’uomo. Non solo perché come luogo d’azione era stato previsto, fin dal lontano 1670, una parte dell’allora inesplorato Canada. In quell’anno, capitanati dal Principe Rupert, un gruppo di nobili e di ricchi commercianti inglesi, desideroso di incrementare le proprie entrate finanziarie, ma anche attratto dal gusto per l'avventura, il rischio e le terre ignote, si riunì per fondare quella che a tutt’oggi è la società di capitali più antica esistente al mondo. E videro giusto quando la battezzarono: Governatore e Compagnia degli Avventurieri d'Inghilterra Commercianti nella Baia di Hudson.

Mappa parziale dell'Impero della Compagnia della Baia di Hudson

Già due anni dopo, nel 1672, lungo la costa meridionale della James Bay, all’interno della Baia di Hudson, veniva fondata la Moose Factory. Da quel momento in poi crebbe quello che gradualmente divenne uno straordinario "Impero delle Pellicce". Fondato e consolidato da poco più di un pugno di uomini straordinari, per la maggior parte scozzesi e, in particolare, originari delle isole Orcadi. Nel 1811 le 76 stazioni della Compagnia impiegavano solo 320 uomini. Che commerciavano e barattavano con gli indiani, prima, e con indiani ed eschimesi, poi. Spostandosi da un fiume all'altro, da un territorio all'altro, da un lago ad un altro, su agili canoe in corteccia d'albero. Sottoponendosi alle estenuanti fatiche del portage per superare istmi, boschi e paludi. Uomini che attraversavano territori sconosciuti ed immensi, mai percorsi prima d’allora da altri bianchi. Soffrendo e rischiando la loro stessa vita. I loro forti, stazioni e "fattorie" erano avamposti della "civiltà" europea in terre popolate esclusivamente da "selvaggi". Con i quali si doveva, però, trovare un comune modus vivendi, un'intesa profittevole per ambo le parti. Ma l'interesse commerciale, l'interesse della Compagnia e, in genere, del profitto prevalse sopra ogni altra cosa. La contabilità, le registrazioni e le annotazioni relative al dare e all’avere, scrupolosamente eseguite giorno dopo giorno, costituivano infatti l'attività prevalente. Le esplorazioni, la costruzione di uno stato canadese, che non fosse quello della Terra di Rupert, cioè il colossale territorio originariamente concesso dalla Corona britannica alla Compagnia e comprendente tutte le terre attraversate dai fiumi che sfociavano nella Baia, sarebbe arrivato molto tempo dopo. Quelli erano territori grandiosi e potenzialmente dotati di immense ricchezze in pelli e pellicce. Per secoli, ogni anno a maggio le navi degli europei salpavano da Gravesend sul Tamigi, en route fermandosi nelle Orcadi per caricare l'acqua. Dopo aver rifornito di merci da scambiare con gli indigeni le diverse stazioni della Compagnia situate all'interno della Grande Baia (York, Moose, Albany e Churchill), a settembre tornavano in Inghilterra. Lo spirito d'avventura e di corpo dei dipendenti della Compagnia, stabilitisi in quei posti sperduti, consentì loro di superare ogni difficoltà. Inclusa quella rappresentata dai francesi che, utilizzando i medesimi mezzi, cercarono di contrastarne l’attività di scambio con gli amerindi. Comunque gli ex courers de bois, poi voyageurs, non riuscirono mai a rappresentare un serio ostacolo per la Compagnia, mettendo un freno alla sua attività. L'arrivo per via terra o fluviale dal territorio dell'odierno Québec risultava, infatti, essere ben più lungo e difficoltoso dell’itinerario marittimo seguito dalle navi provenienti dalla lontanissima Inghilterra. Nonostante, poi, quelle fossero acque artiche e infide, per la diffusa presenza di icebergs alla deriva, in particolare nello stretto di Hudson e all’imboccatura stessa della Baia. C'è chi ha comparato lo spirito di corpo di questi uomini straordinari con quello esistente nella Marina Britannica: per essi le lande selvagge erano l’oceano e gli avamposti le navi.

La Compagnia non è stata, quindi, un'ordinaria società commerciale, sia pure potente, sia pure importante. Poiché ben presto divenne una specie di regno, tanto da necessitare valenti statisti per amministrarla. Come dichiarò alla fine degli anni '30 John Buchan, Governatore Generale del Canada. Durante i primi due secoli del suo "impero", essa dominava e commerciava sopra un territorio che comprendeva un dodicesimo della superficie della terra. Poiché includeva circa 3 milioni di miglia quadrate, cioè dieci volte le dimensioni del Sacro Romano Impero al massimo del suo splendore. Nel corso di una cena pubblica tenutasi a Cristiania (Oslo) nel 1841, in occasione della visita del Governatore della Compagnia, questi fu apostrofato come "il capo del più esteso dominio nel mondo conosciuto, salvo l'Imperatore di Russia, la Regina d'Inghilterra e il Presidente degli Stati Uniti". In effetti le sue stazioni commerciali andavano dalle sponde dell'Oceano Artico ai docks di San Francisco, toccando ad ovest le isole Hawaii. Ma la sua influenza sarebbe andata ben oltre...Ad esempio nel campo delle eccentricità: negli anni 1850 riuscì a vendere il ghiaccio dell'America Russa (Alaska) alla popolazione di San Francisco. O in quello delle emergenze internazionali: nel 1915 la sua flotta di trecento navi riforniva di cibo e munizioni Francia, Russia e Romania. E dire che le sue stazioni commerciali, specialmente quelle localizzate nel Grande Nord canadese, ancora nel XX secolo erano rimaste tecnologicamente all’età pre-industriale. Non esistendovi, spesso, neanche il riscaldamento...

Essa rappresentò ancora un qualcosa di più e di ben più determinante specialmente per il futuro e moderno Canada, che ha le sue origini proprio nella Compagnia. Non solo perché furono sempre i suoi uomini che, nel tempo, seppero tenere alla larga i coloni americani diretti verso il nord. Ma perché nel 1870 la vendita dei suoi territori alla nuova nazione del Canada consentì alle colonie esistenti di riempire i giganteschi vuoti territoriali, sia verso ovest che, soprattutto, verso nord. Tre delle vecchie stazioni commerciali: Fort Gary (Winnipeg), Fort Edmonton e Fort Victoria divennero addirittura capitali provinciali, rispettivamente del Manitoba, dell’Alberta e della Colombia Britannica. Infine ne ha modellato, non solo la forma fisica, ma anche quella politica. Dando alla nuova nazionalità una forte e pionieristica mentalità, che perdura ancora oggi. Non a caso la storia "registrata" di quasi tutte le regioni del Canada inizia con il commercio delle pellicce...

http://users.iol.it/f-pelli/f-pelli.canada.hudson.htm

Creata 12 marzo 2002

Modificata 26 gennaio 2006

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