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© Pier Luigi Zanzi per http://www.music-on-tnt.com


 
 

EDITORIALE

IL PRIMO MAGGIO E LA RESURREZIONE DEL BUON ASCOLTO

A volte penso che sia semplicemente perché, malgrado le mie magliette sgargianti, le giornate sullo scooter a sfrecciare per Roma o Isotta di Pippo Franco in segreteria telefonica, sto invecchiando; con l'età guardi le cose in un altro modo, si dice, e anche la musica la vorresti diversa. Poi mi indispettisco con i luoghi comuni e mi rispondo che non è vero, che in fondo sono sempre aggiornato su molte, molte musiche ed è pur sempre GIUSTO chiedersi quale sia una canzone buona e quale no.

Ma se spiego forse è meglio.

E' il primo Maggio; sono a casa e ci sto pure bene, per cui penso che possa essere carino allietare l'atmosfera con le note del mitico concertone romano, cui ho assistito molte volte negli anni passati (compreso quando Elio fu censurato da mamma RAI per la sua invettiva contro un sacco di bella gente inquisita qua e là).

Bene, la TV è accesa e il familiarissimo suono di quella piazza devastata dal casino mi torna alle orecchie che lo passano di testa ai ricordi -ed è gol, in effetti :-).

Emir Kusturica scalda la folla e la fa sudare di allegria, e la cosa mi piace. Poi cos'altro? Non sto ad elencare ospiti e aggettivi che sarebbero ridondanti per chi il concerto l'ha sentito e inutili o tardivi per gli altri. Qualcosa però vorrei dirla, e riguarda la qualità, così, come termine in sé, per quello che vale (molto) e perché nella vita e nella musica ne serve.

Elisa, innanzitutto.

Io dico che non è difficile, quando si entra in un negozio di dischi, scegliere di acquistare qualcosa pensando a quanto valga effettivamente, alla sua essenza di prodotto per un mese o di esperienza d'ascolto che dura.
Elisa è bravissima, perché sa dove andare e come farlo, e alla sua età è molto. Il suo live set è stato efficace come pochi altri su quel palco, con un buon gruppo che le sta dietro e la sua voce che, semplicemente, non sbaglia, perché Elisa si scrive cose che sa cantare, e fa bene. La sua cover per piano e voce della Redemption song di Marley ha dato i brividi a molti, nonostante lei come pianista non sia Keith Jarrett; questo per dire che non sto attaccando il solito pistolotto tecnicone sulla bravura di questo o quel musicista per quanto è veloce sulla chitarra o nell'assolo di batteria.

E' un concerto pop e non chiedo cose che non si possono verificare.

Parlo, dicevo, di qualità. I Quintorigo. Un gruppo che fa musica senza disprezzare né idolatrare il mercato, sfidandosi con un contesto che non invoglia all'utilizzo degli archi e vincendo la sfida grazie alla dignità e al valore del proprio lavoro. Pino Daniele, che da quasi dieci anni a questa parte venderà CD come gelati all'equatore ma sforna un pane che non ha neanche il retrogusto dei suoi lavori precedenti, al concertone ha fatto… il chitarrista dei 99 posse, con professionalità e bravura, senza strafare e senza protagonismi; ha stonato come ormai purtroppo gli capita spesso, vabbè, ma questa è un'altra storia che, nel caso specifico, non c'entra con la sua grandezza di sempre.

Ha mostrato quanta sensibilità musicale possieda e, per differenza, quanta gliene basti per tirar fuori ogni anno senza sforzi "capolavori" dello spessore di Fatte 'na pizza.

Piero Pelù, animale da palco nel senso più feroce e teatrale del termine, si è esibito in una performance in cui il suo personaggione saettante da un estremo all'altro della lunga pedana ha dato lustro e visibilità a canzoni che cantate da chiunque altro (ma anche ascoltate su un CD anziché viste) rivelerebbero il loro scarso valore.

Anche qui non si offendano i cultori del Pelù perché non ce l'ho con nessuno in particolare; dico semplicemente "che tocca fare per campà…". Ascoltate Desaparecido, nascita dei Litfiba, e riparliamone.

Alex Britti.

No, dico, Alex Britti.

Porca miseria, sai benissimo, Alex, quanto tu possa chiedere alla tua chitarra (molto, davvero molto) e quanto alla tua voce (…) e cosa fai? Canti Sono contento, canzone orecchiabile ma non banalissima e soprattutto difficile da interpretare anche per una voce discreta.

Risultato: come ha detto qualcuno in redazione, il direttore (Alfonso Pone ndr) l'avrebbe cantata meglio (e il "bel canto" del direttore di solito non ricorda Renato Bruson… :-(( ).

Perché? Perché l'esigenza di sparare il singolo ovunque deve prevalere su una logica che chiunque avrebbe potuto seguire o suggerirgli? Non capisco, o forse sì. Questi erano esempi sparsi. Esempi di qualità diverse, che ci dicono come le pubblicità urlanti tutte contemporaneamente al disco dell'anno, al capolavoro del decennio e quant'altro ci mentono.

Non è vero, il pop non è tutto uguale, il jazz non è tutto fico, la musica non è per forza da dividere in musica per le masse e colta, perché anche questo è un modo per collocarci, per farci sentire parte di una massa quando ne siamo bisognosi (e venderci così CD contenenti spesso foto assai migliori della musica) o parte di un'elite quando ci illudiamo d'essere adulti (e venderci così la ventottesima ristampa del terzo mitico album dei King Crimson con copertina cartonata, note di copertina identiche a quelle del vinile -e quindi piccole e illeggibili-, custodia in friggipack adatta anche al microonde e alla lavastoviglie e, pensa te, rarissime foto d'epoca che ritraggono Robert Fripp mentre subisce un fallo da rigore non fischiato).

Consumare musica consapevolmente è importante davvero. Non permettere alle case discografiche di farci uscire da un negozio con un CD che non vale il nostro tempo è un diritto che possiamo esercitare in molti modi.

Come?

Allora: comprare CD copiati è illegale e fa male a tutti, per cui non fatelo.

Gli mp3 suonano male, diciamolo, per cui scaricatevi qualche brano per capire se un artista vi piace e poi comprate.

Non sto dando soluzioni, eh?

L'usato.

Esiste un mercato dell'usato che è vivo e vegeto in ogni grande città. Sfruttatelo se vivete in queste grandi città o fatevi un sabato in gita alla città più vicina con un negozio che tratti anche l'usato. Con l'usato potete buttarvi e sperimentare (osa con l'usato, ho trovato lo slogan:-P), potete tentare quell'artista che non avete mai capito bene, scoprire qualcosa di nuovo…

Le offerte.

Non siete obbligati (anche se l'ennesimo spot sembra suggerirlo) ad acquistare il nuovissimo CD del superdivo ad un'ora dalla sua uscita. Ascoltate musica, tanta musica. Poi passerà qualche mese (un anno, via) e il CD sarà in offerta al prezzo che sarebbe giusto pagare fin dall'inizio. Per le offerte poi vale lo stesso discorso di allargamento delle conoscenze che ho fatto per l'usato.

I negozi.

Scegliete un buon negozio. Cercate una persona, non uno scaffale. Il negozio piccolo, o comunque quello fatto di persone e non di scaffali, è l'unico in cui potete sperare di imparare qualcosa di nuovo, l'unico in cui potete scambiare opinioni con una persona che di musica ne sente e ne vende molta.

Da un negozio così uscite più poveri per la spesa, ma più ricchi per tutto il resto.

Credo che il predicozzo sia durato anche troppo. Comunque ricordatevi che anche la musica, quella adulta e da teen-ager, quella di chi vi canta il vostro senso di libertà e di chi vi suona in un assolo la vostra cultura e sapienza, è un mercato, il cui primario interesse è far sì che voi compriate.

Comprate, comprate, ma cercate sempre la qualità.

Pier Luigi Zanzi