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© Stefano Olcese per http://www.music-on-tnt.com


 
 

La morte di Giuseppe Sinopoli

Stavo distrattamente ascoltando il telegiornale quando la notizia della morte di Sinopoli mi diede una scossa tale da destarmi subitaneamente dal mio pigro torpore mattutino. Mi sembrava irreale. Succede sempre così di fronte alle tragedie che colpiscono le persone di valore.

E Sinopoli sicuramente lo fu.

Copertina dell'albumNon posso esprimere un giudizio sull'uomo dal momento che non ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, ma sull'artista sì. Il Macbeth registrato nel 1983 alla Deutsche Oper Berlin è stata la prima opera che ho ascoltato di Sinopoli, ormai parecchi anni fa. Un'edizione a mio parere storica e di assoluto riferimento, benché in Italia non poche furono le critiche che si levarono contro la Lady Macbeth incarnata da Mara Zampieri. Ma al di là di un cast stellare (la Zampieri appunto, e poi Bruson nei panni di Macbeth, Lloyd in quelli di Banquo e Schicoff in quelli di Macduff), c'era la presenza di una direzione orchestrale concentratissima, instancabile nella ricerca dei minimi dettagli, profonda e originale nell'interpretazione.

Alla compagine berlinese Sinopoli era quindi legato da molto tempo. Tuttavia la sfortunata Aida che ha segnato la fine della sua vita a soli 54 anni rappresentava il ritorno sulle scene del grande teatro tedesco dopo ben dieci anni di assenza.

Copertina dell'albumCon la Germania Sinopoli aveva stabilito un legame certamente privilegiato e, il suo, non è un caso isolato dal momento che molti grandi musicisti hanno trovato in terra tedesca quella serietà e quella considerazione per l'artista che qui spesso è preda di strane invidie e ambigui giochi di potere. Sinopoli era infatti da diversi anni direttore principale della Staatskapelle di Dresda e quest'anno avrebbe preso parte, come era già accaduto in passato, al festival wagneriano di Bayreuth.

Personaggio dalla cultura multiforme (era laureato in medicina e archeologia), Sinopoli nacque il 2 novembre del 1946 a Venezia. Si dedicò dapprima alla composizione con György Ligeti e Karlheinz Stockhausen a Darmstadt e poi a Siena con Franco Donatoni. Benché in questo campo la sua opera Lou Salomé (rappresentata a Monaco di Baviera nel 1981) abbia segnato il raggiungimento di un buon successo, è come direttore d'orchestra che conquistò la grande fama internazionale che tutti sappiamo.

Il 1980 fu l'anno della sua consacrazione, soprattutto grazie alle sue intense interpretazioni di Macbeth, Aida e Attila (rispettivamente a Berlino, Amburgo e Vienna). Da quel momento diresse le principali orchestre del mondo e divenne una delle bacchette più apprezzate dal pubblico internazionale.

Copertina dell'album La discografia di Sinopoli è sconfinata (solo su Deutsche Grammophon ben 62 titoli includono il suo nome!) e si concentra soprattutto sul repertorio romantico e tardo-romantico. Ho ascoltato la recente incisione della quinta sinfonia di Bruckner (sempre su Deutsche Grammophon) rimanendone intimamente colpito: c'è una valanga di note contenute in questa partitura monumentale, eppure Sinopoli riesce a farcele sentire tutte.
E che dire dell'orchestra di Dresda, sempre concentratissima, e dei tecnici del suono che hanno saputo restituirci con luminosa chiarezza e precisione un lavoro così denso.

Sinopoli è stato colpito da infarto la sera dello scorso 20 aprile mentre stava dirgendo Aida, pochi istanti dopo l'inizio del celebre "Atto del Nilo" in cui svetta il drammatico duetto tra la protagonista e Radames. Con Verdi Sinopoli aveva raggiunto la celebrità e, sempre con Verdi e proprio nel centenario della sua morte, ci ha lasciato. Un modo certamente spettacolare ed emblematico di lasciare questo mondo.

Auguriamoci che la sua grande lezione d'arte abbia lasciato il segno nelle nuove generazioni di musicisti.