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Johann Sebastian Bach Concerti brandeburghesi n°4, 5 e 6.



La copertina del cd

Ecco una nuova proposta per entrare nel mondo della musica classica. Dopo le Quattro Stagioni di Vivaldi, è ora giunto il momento di prendere in considerazione J. S. Bach con i suoi ultimi tre dei sei concerti brandeburghesi.
Detti concerti furono scritti da Bach per il magravio Christian Ludwig di Brandeburgo all'incirca nel 1721. Questi disponeva di un'orchestra di eccellenti musicisti e una volta conosciuto Bach, gli chiese dei concerti da poter suonare con l'orchestra della cappella. Bach allora penso di riunire dei lavori da lui già scritti e inviarglieli. Bach fu molto felice di questa commissione in quanto era consapevole che la sua musica sarebbe stata eseguita da eccellenti musicisti, cosa che purtroppo non gli accadeva spesso.

L'ascolto

Di solito quando si parla di concerto, si intende che l'orchestra ha come riferimento uno strumento solista. Naturalmente non è sempre così, spesso infatti i concerti vedono come solisti uno o più strumenti (ma di solito non superano i quattro). I Concerti Brandeburghesi di Bach si collocano nel secondo gruppo, in quello cioè dove i solisti sono più di uno. Dei tre concerti il più inusuale è il n°6, questi infatti vede come solisti 2 viole, 2 viole da gamba e un violoncello.

Come ho accennato nella rubrica il primo passo, questi lavori di Bach in musicoterapia sono usati per curare la depressione. Perché? Presto detto, i Concerti brandeburghesi presentano una ricchezza armonica davvero ammaliante, forse non sono considerati come capolavori assoluti, ma hanno la capacità di rapire chi li ascolta e trascinarlo in un mondo di sorprese.

Se considero un buon disco per iniziare ad ascoltare musica classica, è perché non ci sono i lirismi esasperati e intrisi di significato tipici di Beethoven e dell'ultimo Mozart. la musica scorre via leggera, piacevolissimo é il clavicembalo che sembra solo accompagnare il primo movimento del conc. n°4. Nel terzo movimento invece dopo il tutti iniziale il brano si consuma sui dialoghi tragli stumenti solisti, ossia il violino e due flauti traversi.

Il concerto n°5 invece si apre con lo strumento solista che per quasi tutto il brano contrasterà l'orchestra il clavicembalo. La prima volta che ho ascoltato questo brano sono stato colpito appunto dal cembalo e dal suo suono metallico. Prima non ne avevo mai ascoltato uno e devo dire che per il tipo di musica è chiaramente più appropriato del piano. Rispetto al piano riesce a essere stumento solista senza essere troppo serio, il piano ha sempre quell'aria malinconica (che mi fa impazzire), di cui il cembalo mi pare sprovvisto.

Assolutamente da rimarcare poi è la vivacità del concerto dominato nei tre movimenti da un clavicambalo estremamente virtuoso, cede il passo al violino e al flauto solo nel secondo e terzo movimento. Dei tre lavori qui presentati è sicuramente il più trascinante di tutti.

La caratteristica dominante del conc. n°6 è invece di essere quasi privo di note acute, in tutti e tre i movimenti la tonalità é bassa quasi sommessa. A me l'effetto di questa impostazione timbrica tipica di quei pezzi poco elaborati, contrapposta a un fitto e serrato dialogo degli strumenti solisti è piaciuta molto. Naturalmente come tutti i pezzi che lo hanno preceduto questo concerto non è assolutamente difficile da ascoltare.

Conclusioni

Tre concerti davvero da non perdere, bellissimi sono i dialoghi tra gli strumenti solisti e tra l'orchestra e i solisti. Entrambi supportano un'unica causa, quella di far divertirte l'ascoltatore e di fargli dimenticare i guai che l'affliggono. Non so se Bach quando scrisse questi concerti pensasse solo all'intrattenimento dell'ascoltatore, ma posso affermare che a mio avviso le cose stanno così.

Spesso quando ascolto delle pagine di questo genere di musica troppo virtuose o pacate, mi capita di far fatica a seguire lo svolgersi degli eventi, in questo caso anche se l'impostazione della musica è chiaramente frizzante non ho mai avuto voglia di saltare un brano. Sin dal primo ascolto ho lasciato che la musica si rivelasse a me, mi sono lasciato trasportare da uno spartito ricco di idee che come nel caso dell'ultimo concerto, sembrava volesse prepararmi a un tipo di atmosfera per poi cambiare le carte in tavola.

Tutto mi ha colpito di questo album, l'unica nota stonata è la registrazione. Questa pur avendo una scena e un dettaglio abbastanza buoni tende a rendere l suono degli strumenti un pò troppo metallico, pre il cembalo magari va anche bene ma per gli strumenti ad arco è un disastro. Pazienza non si può avere tutto dalla vita. Vi basti sapere di portarvi a casa una pagina di musica davvero accattivante e ben eseguita. Al momento dell'acquisto il cd era un mid-price quindi..


© Copyright 1999 Alfonso Pone -http://www.music-on-tnt.com

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