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Buena Vista Social Club

OST


Copertina dell'albumDurante tutta la primavera e l'estate, abbiamo assistito alla scalata delle classifiche della musica latino-americana. Capisaldi di questa tendenza sono artisti quali J. Lopez, R. Martin e E. Iglesias. A mio avviso però gli artisti che abbiamo appena menzionato poco hanno a che fare con la cultura musicale latino-americana. Il loro orientamento è quello della musica pop in generale a cui danno quel tocco di esoticità in più cantando canzoni in spagnolo. La vera musica latino-americana i suoi ritmi, i suoi strumenti, la sua lingua e la sua atmosfera, si riflettono pienamente invece in Buena Vista Social Club. Questo cd è particolarissimo e degno di nota perchè oltre a essere artisticamente valido, porta alla ribalta degli artisti più che settantenni!
Gli interpreti del cd sono stati scovati a Cuba (non si sa se appositamente o casualmente), da Ry Cooder e proposti in una serie di cd (dovrebbero essere tre), tra cui questo in particolare ha avuto un grande successo di critica e pubblico in Europa.

Il cd inoltre anche se ha vissuto di vita propria irrompendo nei cuori del pubblico, è la colonna sonora dell'omonimo film di Wenders. Sinceramente è difficile stabilire se il film/documentario abbia giovato al cd, o il cd abbia giovato al film/documentario. Nella mia città il film è stato proiettato per poco meno di una settimana in un periodo di scarsa affluenza di pubblico nelle sale (appena all'inizio dell'estate). Questi passaggi quasi clandestini nelle sale fa risaltare maggiormente il successo del CD che quindi non è da collegarsi necessariamente al film. C'è dell'altro allora, cosa? Proviamo a scorirlo insieme!

L'ascolto

I brani contenuti dal CD hanno un fascino particolare. Ascoltandoli si riesce a immaginare il mondo che li ha generati. Un primo assaggio del CD magari ci fa immaginare le splendide spiagge di Cuba, la voglia di allegria che questa musica si trascina dietro, il ricordo di serate in discoteca durante le ferie estive, dove abbiamo lasciato il cuore al ritorno in città.
La musica di Buena Vista Social Club è quindi musica che riesce a farci rilassare e magari ci rende il suo ascolto piacevole e rilassante.

Ma c'è dell'altro. Ascoltando con vera attenzione, e facendo caso ai minimi particolari, si entra in una dimensione completamente diversa da quella più spensierata che appare inizialmente. La cosa che mi ha colpito maggiormente sono le voci dei cantanti. Il loro colore e la loro stanchezza! Per stanchezza intendo il tempo che queste voci, con tutto quello che hanno da dare alla musica, hanno passato a lottare durante una vita difficile. Proviamo a pensarci un attimo, ci troviamo di fronte a dei settantenni che per tutta la vita hanno vissuto di musica facendo altri mestieri senza abbandonare mai la speranza di poter avere successo.

Ma il successo è arrivato, e questi musicisti hanno rispolverato tutta la voglia di fare musica che spesso hanno dovuto sopprimere. E tutti, ma proprio tutti, hanno colmato la mancanza di freschezza vocale con una passione e un calore nell'interpretare e suonare davvero commoventi.

Le canzoni raccontano attimi di vita quotidiana. Tutte hanno un fascino indiscutibile, rendono l'atmosfera dello studio quasi familiare. Non sembra di ascoltare un disco, ma di star seduto in un fumoso locale di Cuba, dove dei musicisti ispirati si divertono a fare musica.

Sinceramente mi hanno colpito due canzoni: Veinte anos e Pueblo Nuevo. La seconda è un pezzo che vede il pianoforte come solista. Ebbene qui più che altrove si avverte la difficoltà che devono aver incontrato i musicisti nel ricominciare a suonare. Gonzàlez il pianista, per anni ha fatto il lustrascarpe per vivere (almeno è quel che ho letto), e ha ricominciato a suonare proprio in questa occasione. Ebbene se pur non ha perso il gusto di suonare, se si paragona la scioltezza del suo piano con quello di un musicista allenato, si riscontra un certo impaccio nei passaggi più difficili. Tutto ciò se può sembrare un limite, arricchisce di fascino il brano.

Veinte anos è un piccolo capolavoro, cantata con trasporto e sentimento, è l'unico brano del disco che prevede una voce femminile, Omara Portundo. La canzone, a tempo di Bolero, è ricca di grazia anche perchè la Portundo è accompagnata da un Company Segundo quasi timoroso di rubarle la scena. La voce di Segundo sembra cullare quella della Portundo. Favolosa!!!

Qualità Audio

La caratteristica che balza subito all'orecchio è la scena e il calore del suono. Mai graffiante o fastidiosa la tromba, così come le voci sono ben riproposte. Sembra di ascoltare davvero un concerto dal vivo e questo penso possa essere un bel complimento per una registrazione.

Conclusioni

Fatevi un bel regalo, ascoltate questo disco anche se non avete mai amato la musica latino-americana (o Cubana), rimarrete sicuramente piacevolmente sorpresi da questi agguerritissimi vecchietti!


© Copyright 1999 Alfonso Pone -http://www.music-on-tnt.com

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