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CONFRONTI:


TSCHAIKOWSKY vs TSCHAIKOVSKY



L' analisi che voglio proporre come prima uscita di Music on Tnt nella sezione classica, è il confronto tra due dischi della Deutsche Grammofon, ciè il concerto per violino n.1 di Tschaikovsky, uno interpretato da Gidon Kremer e la Filarmonica di Berlino diretti da Lorin Maazel, l' altro interpretato da Gil Shaham con la Philarmonia Orchestra diretti da Giuseppe Sinopoli.
Innanzitutto, voglio precisare che questo non è assolutamente un' esame, ma una semplice analisi della peculiarità dei due dischi, sia dal lato puramente sonoro che interpretativo.
Prima di analizzare i due dischi, penso che sia necessaia una breve presentazione del Conc. per violino e orchestra in re m n.1. Il concerto per violino ed orchestra in re maggiore n. 1 op. 35, fu composto da Tschaikovsky nel 1878 a Clarens in Svizzera, qui egli ebbe modo di suonare con il violinista Yosif Kotek, il quale era stato allievo di Tschaikovsky al conservatorio di Mosca.
Kotek, fu estremamente importante per Tschaikovsky, in quanto da violinista fu prodigo di consigli tecnici che il compositore russo prese in seria considerazione. Tre settimane dopo, Tschaikovsky terminò il concerto e dopo averlo provato assieme a Kotek, decise di cabiarne l' andante, scrivendone uno completamente nuovo detto Canzonetta, il vecchio andante, con il nome di Médiation, divenne uno degli unici tre pezzi per violino e pianoforte che Tschaikovsky abbia mai scritto.
La prima esecuzione in pubblico di questo concerto, fu un piccolo travaglio in quanto, fu fissata nel 1879 a Pietroburgo, ma dato che il violinista Leopold S. Auer si rifiutò di suonarlo ritenendolo troppo difficile, non fu presentato che qualche tempo dopo a New YorK, il solista era Adolf D. Brodskij al quale Tschaikovsky dedicò il concerto.
La critica, verso quest' opera non fu all' inizio molto benevola, anzi Eduard HanslicK un critico dell' epoca scrisse che se un' opera musicale aveva la una remota possibilità di puzzare, questa l' aveva sicuramente, e se lo diceva lui........

Kremer/MaazelIl primo disco ascoltato, è quello che vede come solista G. Kremer diretto da L. Maazel con la Filarmonica di Berlino, ascoltando le prime note del CD ci si rende subito conto dell' impostazione che Maazel ha dato all' orchestra, infatti questa appare nelle prime battute quasi come fosse *sospesa* per dare quell' atmosfera di attesa che sfocierà successivamente in una presenza molto più decisa quando lo spartito del concerto lo richiederà.
Cosa dire allora, mi è piaciuta moltissimo la capacità dell' orchestra, e conseguentemente di Maazel, di assecondare perfettamente il violino di Kremer, da quel che si può ascoltare dal CD infatti nelle parti in cui lo spartito lo richiede, la sincronia tra orchestra e solista è perfetta.
Per quanto riguarda la registrazione, questa è nello standard della D. Grammofon, il solista è molto ben centrato e l'orchestra è situata appena appena dietro di esso, durante i pieni orchestrali tipici del primo ed ultimo movimento, si nota una tendenza dei fiati a piazzarsi in primo piano scavalcando la sezione degli archi.
Kremer in tutto ciò è a mio avviso perfetto, riesce ad alternare momenti di grande lirismo e compostezza a momenti di grande virtuosismo, in questa sua interpretazione si immedesima nello spartito in modo esemplare, nei movimenti più lenti non indugia troppo tra una frase e l'altra, nè evidenzia alcuni passaggi più di altri, semplicemente esegue con la stessa veemenza tutto ciò che lo spartito gli propone.
Globalmente quindi questo CD non mi sembra dare adito a critiche, certo se qualche pecca durante le riprese del concerto cè stata, i tecnici della Grammofon avranno sicuramente fatto la loro parte, purtroppo mi manca un paragone dal vivo di questo concerto, quindi l' idea che me ne sono fatto è sicuramente diversa da una formatasi *sul campo*. In dfinitiva un buon disco ben interpretato e diretto.

Shaham/SinopoliIl secondo CD in esame è interpretato da G. Shaham come solista diretto da Sinopoli accompagnato dalla Philarmonia orchestra.
Rispetto al disco precedente la D. G. adotta una nuova tecnica di registrazione chiamata 4D, questo nuovo metodo consente di ottenere una scena un pò più ampia rispetto alle passate edizioni, e a mio avviso un sensibile incremento nei dettagli e della precisione della prospettiva, nulla comunque che mi faccia urlare al miracolo come un' ossesso, almeno questo è quello che mi fa percepire il mio impianto.
I punti in comune al disco precedente ad un non tecnico quale io sono, appaiono subito dall' atmosfera pacata dell' orchestra e dalla stessa capacità di attesa (per l' attacco del solista) che si avverte con Kremer e Maazel, voi mi direte, è logico il pezzo è lo stesso.... eppure eppure anche se le due orchestre si comportano in modo sostanzialmente simile, le differenze emergono nell' approccio di Shaham nell' interpretare il proprio ruolo.
Egli infatti, pur concedendosi un discreto virtuiosismo, indugia di più in alcuni passaggi della partitura, infatti le parti più lente del primo movimento sono smaccatamente dilatate rispetto a Kremer, quasi volesse far risaltare alllo spasimo ogni più minuta sfumatura della musica di Tschaikovsky.
Questo maggior *respiro* se così posso definirlo, se da un lato mi fa pensare che Shaham abbia voluto approfondire le sfumature, il tempo delle attese creando quasi un' aspettativa verso le note successive maggiore rispetto a Kremer, dall' altro allunga troppo la durata del primo movimento, se non nel tempo reale (poco più di due minuti) sicuramente in quello percettivo, e alla mia persona questa scelta non è piaciuta particolarmente.
Gli altri pezzi cioè la canzonetta e il finale non mi danno la stessa sensazione di cambiamento rispetto alla precedente versione, quindi sono da lodare la bravura di Shaham e quella dell' orchestra nell' amalgamarsi perfettamente sia nei passaggi più lenti che in quelli estremamente più veloci. Entrambe le in terpretazioni sotto questo punto di vista mi hanno soddisfatto pienamente.
L' unicha note dolente per quanto mi riguarda, è il non aver avuto modo di ascoltare questo concerto dal vivo ciò per me è grave, in quanto solo così riesco a percepire effettivamente le difficoltà interpretative di solista, direttore e orchestra, questo è anche il motivo per cui non mi esprimo sul dettaglio tra le sezioni delle due orchestre, semplicemente perchè avendo ben presente la differenza tra un concerto dal vivo e uno registrato, mi rendo conto che seppur le due orchestre siano ineccepibili (come i direttori), il lavoro fatto in studio si sente e ripeto le due orchestre appaiono troppo simili.


© Copyright 1999 Alfonso Pone.- http://www.music-on-tnt.com



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