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Elio e le Storie Tese

CRACCRACCRICCRECCR (1999)

CD CoverE' un momento difficile per chi scrive, perché bisogna ammettere che forse stavolta non si è del tutto ripetuto il miracolo. Craccraccriccreccr è un bel disco, ma non ha la continuità di Italyan, rum casusu cykti né di Eat the phikis. Detto questo, parliamone per quel che è a parere del sottoscritto, cioè comunque uno dei più bei CD di musica italiana del '99. Il titolo, innanzitutto. Elio ha dato ad esso una motivazione commerciale ed una di sgnificato: la prima è che in questo modo il CD venderà molto, perché sarà difficile ricordare, ad esempio, il titolo di un CD di Ron, mentre basterà dire al negoziante "mi pare si chiami craccra, cru cru, boh…" per poter acquistare questo disco); per il significato, si sottolinea nei concerti che Craccraccriccreccr è tipicamente il rumore che fa il corpo quando cambia nella forma e nel colore, come dicono i Litfiba. Chiaro, no?

Prima, grande, pesante premessa: questo è il primo CD del gruppo senza Paolo "Feiez" Panigada (forza Panino!) e un po' si sente; c'è meno "acustica" e più "elettronica", anche se entrambi i termini vanno usati con cautela. In ogni caso, la poderosa macchina da suoni messa in piedi fa assolutamente effetto: dopo la commovente apertura (la sola traccia del sax di Paolone in T.V.U.M.D.B.), la giocosa Evviva e la discutibile La visione, Enrico Mentana annuncia Il rock and roll, e sono dolori per tutti gli spacciatori di rock tagliato male che l'industria musicale ci propina.

Di rock si torna a parlare nella sublime Farmacista (da cui va citato l'ineffabile sillogismo "l'uomo moderno è nervosetto, la vita media si è allungata: l'uomo moderno passa più tempo nervosetto"), in Nudo e senza cacchio, che ancora una volta ci ricorda dove cercare un grande chitarrista in Italia, nella finale Bis, che farebbe pensare a un plagio ai danni di Ligabue se non fosse che la si può trovare anche nella ghost track del CD… (scoprite quale!), il che fra l'altro fa spostare il sospetto dall'altra parte.

Per gli amici snob che non sentono la musica "demenziale", bisogna invece fare questa prova: selezionate la traccia 10 (Mustasì), ditegli che avete comprato un CD "colto" e chiedetegli di indovinarne l'autore dall'ascolto. La risposta dovrebbe stare intorno al mondo etno-fusion dei Weather report (provato!), e voi potrete togliervi con lui una bella soddisfazione. Non dimetichiamo La bella canzone di una volta, suonata e cantata alla maniera di Natalino Otto, l'ispirata Caro 2000, la scintillante Discomusic (gli omaggi e le citazioni si sprecano), il divertimento di Beatles, Rolling stones e Bob Dylan e di Che felicità, sguaiatamente scritta e cantata da Giorgio Bracardi.

Insomma, sarebbe davvero tutto bello, ma qualcosa non va: la registrazione non è di qualità eccellente come per i lsvori precedenti, e non è solo questione da puristi, perché il gruppo tiene molto anche a cose del genere; inoltre, sinceramente sarebbe stato meglio chiudere così disco e discorsi anziché aggiungere "cose" davvero non all'altezza del resto e della fama del complessino quali Sogno o son desktop, Bobby burrs, e soprattutto l'orrenda Bacio, che spezzano bruscamente l'atmosfera e il livello del lavoro. Si potrebbe dire "chi se ne importa" e saltare questi brani, e infatti alla fine l'ascolto va così, ma la loro presenza unita ad alcuni testi fa temere che gli Elii abbiano dovuto o voluto abbassare il tiro per allargare il mercato, parlando ai famosi giovani più che a coloro che da anni li seguono e che, disgraziatamente, crescono, si sposano, fanno figli e comprano meno CD. Con tutto il rispetto per il diciassettenne che sono stato poco tempo fa e che adesso è qualcun altro, di gruppi per giovani ce ne sono fin troppi, ma forse il problema di far mangiare tante persone intorno ad una produzione discografica è troppo grande per essere trattato qui.

Pazienza.

A presto

© Copyright 1999 Pier Luigi Zanzi -http://www.music-on-tnt.com