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Copertina dell'album

Johann Sebastian Bach: Variazioni Goldberg
Pianista Glenn Gould


Breve storia dell'opera

Le 32 variazioni Goldberg per clavicembalo furono composte da Bach intorno all'anno 1740, il loro nome deriva dal destinatario di tale opera ossia J. Gottlieb Goldberg, musicista e compositore allora molto conosciuto. Goldberg però all'epoca non aveva più di 14 anni, appare quindi improbabile che Bach abbia scritto per un ragazzo così giovane un'opera tanto monumentale e difficile da eseguire. La leggenda vuole che Goldberg commissionasse a Bach quest'opera per alleviare le notti insonni del signore presso cui lavorava: il conte Keyserlingk. Il lavoro sarebbe addirittura stato pagato con "cento luigi d'oro in una coppa, d'oro anc'essa".
I biografi di Bach però non hanno mai rinvenuto questa coppa nel suo patrimonio familiare, quindi queste notizie sono probabilmente frutto di voci e, come per la maggior parte delle leggende, non corrispondono alla realtà.
Di certo, c'è che Bach scrisse quest'opera come un'esercizio per la tastiera, un gruppo di composizioni che comprendeva anche delle Partite per cembalo, le ouvertures chiamate Concerto Italiano, Ouvertures nello stile francese, preludi per organo, duetti e una fuga conclusiva sempre per organo.

L'ascolto

Gould al pianoAmo molto Bach, mi piace la caratteristica sensazione di organizzazione che mi dà la sua musica; ascoltandolo spesso, mi stupisco di quanto possa la struttura di una composizione, essere scientificamente organizzata, probabilmente quest'impressione che ho, è dovuta alla connotazione contrappuntistica dell'opera.
Per contrappunto si intende:
l'arte di combinare con una data melodia (canto dato) una o più melodie contemporanee, più o meno autonome, che si dicono anc'esse contrappunti rispetto al canto dato. Quando le melodie combinate in contrappunti siano tali da consentire l'inversione della loro posizione reciproca, la combinazione dicesi contrappunto doppio. Enciclopedia Treccani.
In parole povere quindi, il contrappunto è la coesistenza o la sovrapposizione di due melodie; capirete bene che, per non rendere la partitura caotica, la musica deve essere, oltre che ben eseguita, perfettamente pianificata nella sua struttura.
Questa composizione è formata da un'aria e 32 variazioni, l'aria iniziale poi, quasi a voler sottolineare le variazioni, è riproposta alla fine dell'opera. Come ho in precedenza detto, amo la musica composta da Bach, e in particolare apprezzo molto queste variazioni. Se tra le due versioni di quest'opera di cui dispongo, ho scelto questa, è perchè Gould,rispetto a A. Gavrilov, ha reso in modo più fedele le sonorità che caratterizzano un clavicembalo.
Non dimentichiamo infatti, che le Variazioni furono scritte per clavicembalo e non per pianoforte, e che un'esecuzione di questa partitura non può non tenerne conto. Il clavicembalo rispetto al piano limita la caratteristica del suono, è più secco, il piano invece riesce a dare al suono varie sfumature sia per quanto riguarda il timbro, sia per quanto riguarda la dinamica. Con queste premesse un'esecuzione fedele di quest'opera dovrebbe avvalersi solo di un clavicembalo, ma se si usa il piano come se fosse un clavicembalo (è quello che Gould fa in questo cd), si riesce ugualmente a restare fedeli alla composizione originale.
Veniamo ora alle mie impressioni: il cd è caratterizzato da un suono asciutto che giova moltissimo alla musica, la mancanza quasi totale di riverberi rende il piano e la musica da esso prodotta estremamente intellegibile; se a questo, uniamo un'interpretazione davvero notevole, otteniamo la totale comprensione della partitura. Le arie o melodie che caratterizzano le variazioni, sono facilmente riconoscibili, ogni variazione si può analizzare perfettamente nella sua struttura. Io da profano (nel senso che non suono il piano), riesco a percepire perfettamente la partitura e il suo svolgersi, apprezzando sino in fondo l'opera.
Il cd si ascolta facilmente perchè, la musica in esso contenuta scorre fluida, vi si alternano variazioni non molto veloci o decisamete caratterizzate da un ritmo lento, ed altre decisamente funamboliche, tanto che, a volte, mi chiedo dove finisca la bravura di Gould e inizi quella dei tecnici del suono: non una sbavatura. L'interpretazione è frutto di una ricerca scientifica, nulla viene lasciato al caso, ogni cosa, ogni nota, sembra formare un'immenso puzzle dove è possibile apprezzare sia la visione d'insieme, sia quella del singolo pezzo.
Evidenziare una variazione rispetto ad un'altra non avrebbe senso, il cd non si può ascoltare separando una variazione dalle altre, altrimenti si perderebbe il senso dell'opera.
Non vi è ombra di dubbio, conoscendo Gould, che l'esecuzione sia stata smembrata e poi ricomposta in fase di missaggio: questo procedimento, se da un lato può far storcere il naso ai puristi, a quelli cioè che vorrebbero le registrazioni in studio assolutamente non manipolate, quasi si assistesse ad un concerto dal vivo, dall'altro non si può non ammettere che il lavoro fatto in studio, anche se ai veri intenditori sembra blasfemo, a me è servito come esperienza didattica, tanto chiaramente riesco a riconoscere la trama della partitura.
Glenn Gould, affronta il suo cavallo di battaglia con una maturità e una fermezza che non si riscontrano nella sua precedente interpretazione: qui egli non interpreta la partitura con spirito impetuoso, ma sembra lasciarsene guidare, assecondando i tempi, dando il giusto phatos alle variazioni lente, e affrontando spavaldamente quelle più impegnative.

Tecnica di registrazione

I master originali di questo cd sono del 1981, la Sony li ha ringiovaniti usando una tecnica chiamata super-bit mapping: il master originale viene rimasterizzato con un convertitore super definition sound a 20 bit e poi convertito a 16 bit senza che però si perda in qualità e definizione. In effetti il pianoforte è alquanto definito, si ode il canticchiare di Gould e il suono non appare mai compresso, ma al contrario, risulta estremamente naturale e non affaticante. In definitiva la registrazione si attesta su ottimi livelli, riuscendo a soddisfare anche le schiere di puristi audiofili nelle cui fila milito anche io.

Concludendo, conscio che molti non amano Gould, ritenendolo un bluff, voglio ricordare cosa disse di lui Stockhausen dopo averlo ascoltato in un concerto a Palermo: "Glenn Gould è il più straordinario interperete bachiano che io abbia mai ascoltato".

A presto Alfonso Pone e De Laurentiis Antonella.

© Copyright 1999 Alfonso Pone. - http://www.music-on-tnt.com


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