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KULA SHAKER
"PEASANTS, PIGS & ASTRONAUTS" Columbia, Sony Music


Per certi versi non suona male il nuovo "temuto" album dei Kula Shaker. Temuto perché la band di Crispian Mills non ha mai brillato per innovazione né freschezza, anche se l'esordio discografico del 1996 aveva particolarmente colpito in episodi quali "Govinda" o "Tattva", dove l'affascinante mescolanza del rock tradizionale con le rarefatte atmosfere orientali, sembrava uno dei pochi antidoti al dominio dei vari Gallagher e delle loro "Wonderwall".
Ora tornano con una dozzina di nuovi pezzi, musicalmente sempre molto vicini allo stadium-rock, con delle ritmiche ben curate anche se suonano inevitabilmente come di già sentito.
Mancano a mio avviso i classici singoli che possono trascinare tutto il lavoro che invece appare alquanto godibile anche se troppo spesso prevedibile.

L'ascolto


Great Hosannah va benissimo all'inizio e ci predispone bene all'ascolto, è poi la volta di Mystical Machine Gun" e S.O.S a loro modo ritmate ma davvero retrò.
Radhe Radhe è una splendida cantilena al cui ascolto avverto l'unicità, nonostante tutto, di una band come quella dei Kula Shaker ai giorni nostri, dove spesso tutto viene anche musicalmente pianificato artificialmente.
I'm still here, è un acustico tutto firmato Mills (che tornerà ad ammaliarci più avanti con "Tireworm") che ci introduce ad una delle migliori songs dell'album: Shower your love. Questa canzone pur nei suoi limiti (ad esempio ha un intro alla Cornershop e altre cosucce varie volendo proprio essere fiscali), potrebbe rappresentare il nuovo trampolino di lancio per i Kula Shaker. E' orecchiabile e sdolcinata come a sua maniera lo è 108 Battles (of the mind) con i suoi coretti d'altri tempi oggigiorno fattisi un po' imbarazzanti.
Mid tempo spensierato è Sound of drums mentre di ben più alto valore artistico mi pare essere Last Farewell, lenta ma dall'impatto sonoro perfetto: senz'altro uno degli episodi meglio riusciti dall'unione d'atmosfere "indio-britannica".
Golden Avatar è un bel rock di quelli che non passeranno mai e a lunga conservazione è un pò tutto l'album dei Kula Shaker. E' il ritorno dello stile rock più classico, quello che non passerà mai. Ma attenzione proprio perché non passerà mai, potrebbe non essere questo il momento per ascoltarlo, con questo lavoro i Kula Shaker potranno rinforzare sì il loro nucleo di fans, ma difficilmente potranno colpire di nuovo l'attenzione di un pubblico più vasto come accadde per il disco d'esordio.

Il tempo ci dirà se la loro scelta sarà premiata. Nel frattempo è già sera e come ultima canzone c'è una specie di ninna nanna indiana, io data l'ora avanzata, non posso chiedere di meglio quindi....buonanotte.

© Copyright 1999 Giordano Forcina. - http://www.music-on-tnt.com



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