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BIRELI LAGRENE - Special guests (1986)

cd coverCerti CD non vanno ascoltati senza saperne nulla; ci sono opere difficili che richiedono cultura e abitudine all'ascolto. Quel che bisogna sapere di questo disco, però, è soltanto che conviene iniziare ad ascoltarlo con un volume non troppo alto, perché il primo brano si apre con il one, two, three, four di Larry Coryell seguito da un potente primo accordo delle due chitarre che, da subito, fanno capire cosa succederà dopo.

Larry e Bireli hanno storie musicali diverse: il primo è chitarrista di lunga esperienza e ha navigato i mari del jazz, della fusion e anche della musica classica; Lagrene aveva, nell'anno di registrazione del CD, 21 anni, ed era una grandissima promessa del jazz-rock (mantenuta, per alcuni, solo in parte), promessa che qualcuno ricorderà dal vivo in Italia proprio nel 1986 con il mai abbastanza compianto Jaco Pastorius.

Questo live (registrato in studio, con un audience limitata ed attenta) potrà piacere di più o di meno a seconda dei gusti, ma difficilmente verrà mai definito noioso; viene voglia di battere col piede, di muovere la testa, di schioccare le dita in ogni brano, anche se non si tratta propriamente di un CD facile. I due interpretano con ritmo, stile, feeling e tecnica un set piuttosto eterogeneo, passando per la supercelebrata All the things you are (davvero complicato contare i dischi che la contengono), Jobim (Wawe), Miles Davis (All blues), Scott LaFaro (Gloria's step) e brani "di produzione propria" , senza far avvertire troppo la distanza fra gli autori, ma anche rispettando il "mood" originario di ogni brano.
Certo, il jazz piace ad entrambi e Bireli Lagrene fa sentire quanto apprezzi Django Reinhardt, di cui risuonava gli assoli a memoria fin da bambino, ma non siamo di fronte all'ennesima celebrazione della tecnica portentosa di due mostri a scapito del calore, iniziativa molto in voga negli anni '80 non del tutto scomparsa; il risultato è eccellente ed equilibrato, così chi vuole semplicemente ascoltare buona musica troverà il disco magnifico per anni (io sono a quota 13), chi la musica la suona seriamente avrà argomenti di studio davvero validi e chi strimpella con gli amici vorrà smettere di farlo, ma rimarrà incantato.

Ad accompagnare i due ci pensa, al contrabbasso, Miroslav Vitous, grande anche nel saper stare in secondo piano, con misura ed eleganza. Il CD è un continuo scambio di ruoli fra Larry e Bireli per la partte ritmica e quella solista, e anche se forse non è questo il caso per parlare ancora una volta dell'abusato "interplay", sicuramente si avverte lo stimolarsi a vicenda, il guidare e lasciarsi guidare nei cambi di atmosfera e nelle idee che arrivano lungo i brani. L'energia è tanta, anche quando il rumore è poco, il che ha il pregio di far dimenticare, qui e lì, l'altissimo livello tecnico dei tre, per ricordarsene poi bruscamente al successivo, pirotecnico assolo.

Alcuni direbbero Imperdibile. Altri, evidentemente, se lo stanno perdendo.

© Copyright 1999 Pier Luigi Zanzi -http://www.music-on-tnt.com