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DAVID SYLVIAN

Secrets of the beehive (1987)

Monografia completa

Due dei molti siti nessuno ufficiale) dedicati a David Sylvian:
http://www.geocities.com/Paris/LeftBank/3691/Sylvian1.html http://www.ajrose.demon.co.uk/Sylvian/sylvian.htm.

In un pomeriggio piovoso della metà degli anni '80, gli anni di Duran e Spandau, la speaker di turno ha chiesto alla duraniana di turno il motivo di tanta ammirazione per il gruppo dell'adorato Simon Le Bon; la disarmante risposta fu Perché prima ero una fan dei Japan, che però si sono sciolti. In frasi come questa, per la verità mai più ascoltata da nessun'altra duraniana, si nasconde il contributo dato fin dalla fine degli anni '70 dal gruppo di David Sylvian e soci ai successivi new romantic, dandy e via truccandosi.

Poi è arrivato il 1983, lo scioglimento (e i motivi li lasciamo fuori di qui) e le diverse, affascinanti strade imboccate dai componenti del quartetto, strade che, come quando si provava goffamente a disegnare alla lavagna il DNA, si allontanano e si incontrano a intervalli che ogni amante del genere sogna brevissimi.

In fondo, proprio il patrimonio genetico del gruppo è rimasto in tutti e quattro gli artisti, ma David Sylvian ha forse scelto il percorso meno Japanese, e Secrets of the beehive ha rappresentato il primo vero distacco dai suoni che avevano caratterizzato i lavori con Karn, Jansen e Barbieri; dopo l'elettronica di Brilliant trees e, soprattutto, di Gone to earth, in questo disco sono gli strumenti acustici ad avere il compito di ornare le composizioni, sempre più orientate verso una sorta di raffinatissimo impressionismo musicale.

Arrangiamenti e orchestrazioni sono affidate alle idee di Ryuichi Sakamoto, e il risultato finale è un poetico album di foto in bianco e nero a paesaggi solo accennati, di tanto in tanto nitidi, che ti lasciano libero di immaginare il resto, di guardarci dentro e vederci, magari, qualcosa di diverso da quello che il fotografo aveva voluto cogliere.

A dipingere sfumature e particolari contribuiscono musicisti quali Mark Isham, David Torn, Phil Palmer e lo stesso Sakamoto; tutti mostrano, senza mostrarsi troppo, come la bravura e la classe, l'abilità tecnica e il rigore siano una sola cosa, e disegnano in ogni momento un frammento di natura, senza che debba comparire per forza un torrente in copertina, con buona pace dell'attuale musica per ascensori spacciata per new age.

Parlare di singoli brani è riduttivo nei confronti di un lavoro che stupisce anche per coerenza formale; se però è vero che un paio di titoli possono invogliare all'ascolto, è difficile dimenticare Orpheus e una nuova straordinaria versione di Forbidden colours (colonna sonora di Merry Christmas, Mr. Lawrence). E' un lavoro ricchissimo di spunti e di emozioni, che vanno lasciate volare in silenzio. Per spiriti liberi e libertà sopite. Per chi vuol fare un bel viaggio anche solo guardandosi dentro.

Le canzoni contenute nell'album sono:

  1. September
  2. The Boy with the Gun
  3. Maria
  4. Orpheus
  5. The Devil's Own
  6. When the Poets Dreamed of Angels
  7. Mother and Child
  8. Let the Happiness In
  9. Waterfront
  10. Forbidden Colours (CD bonus track)

© Copyright 1999 P. L. Zanzi -http://www.music-on-tnt.com