CARAVAGGIO

Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, nacque, probabilmente a Caravaggio, il 29 settembre 1573 da Fermo  e dalla sua seconda moglie Lucia Aratori, entrambi nativi di Caravaggio. Questa, perlomeno, è la data tradizionalmente tramandata, perché ricavata dalla copia di un documento di un amico, Marzio Milesi, che oltre alla data ed al luogo della nascita riporta anche la data ed il luogo della morte del pittore. Incerti sono, comunque, sia la data che il luogo di nascita, poiché l'archivio parrocchiale di Caravaggio è privo del registro riguardante il periodo 1569-1585.

Il suo primo serio approccio con la pittura risale al 1584 quando, undicenne, firmò, il 6 aprile un contratto quadriennale per il suo apprendistato a Milano presso la bottega del pittore bergamasca Simone Peterzano, autore degli affreschi della Certosa di Garegnano, presso Milano. In questi anni conosce l'opera di Giovan Girolamo Savoldo, da cui apprende l'uso dei toni freddi ed il tocco luminista. Pare anche che in questo periodo abbia la sua prima disavventura giudiziaria e che trascorra anche un anno in prigione.

Arrivato a Roma verso la metà del 1592 trova misera ospitalità presso monsignor Pandolfo Pucci da Recanati dove se la passava magra: per mangiare doveva arrangiarsi con un'insalata che faceva “da antipasto, pasto e pospasto”. Uscito dal tunnel, il pittore avrebbe ricordato quel suo primo benefattore con il nomignolo di "monsignor insalata".

Si trasferì poi presso l'oste Tarquinio, - proprietario di locande - al Monte di Brianza, proprio dietro piazza Navona, al quale Caravaggio fece forse un ritratto. Caravaggio per guadagnare dipinge: e siccome lui, si rifiuta di inventare i suoi soggetti, ecco comparire sulle tele il Ragazzo che monda la mela, od il Ragazzo con il cesto di frutta  (oggi alla Galleria Borghese di Roma). Tutte immagini vere, colte probabilmente nel retro dell'osteria.

Presta poi la sua opera presso un pittore siciliano di "opere grossolane" ed in seguito nella bottega di Giuseppe Cesari, pittore specializzato nelle composizioni di fiori e frutta detto “Cavalier d'Arpino " , dove ebbe l'incarico, principalmente, di dipingere appunto fiori e frutti. Essere nella bottega dell’Arpino, il primo pittore di Roma, amico personale di Clemente VIII, segna l’inizio dell’ascesa del Caravaggio, grazie agli incontri che ne scaturiscono. La bottega é infatti frequentata internazionalmente, fiamminghi ed olandesi vi erano di casa e non omettevano di passarvi se e quando a Roma, Van Dijck, Jan Brueghel, Johann Ruysch. Entrò a far parte dell’Accademia di San Luca e, grazie al Cavalier d’Arpino anche a quella degli Insensati, ed intrattenne rapporti con personaggi di rilievo. Risalgono a questi anni opere già molto significative, come il Bacchino malato (1591, Galleria Borghese, Roma), Concerto di giovani (foto 5) (1591-92, Metropolitan Museum of Art, New York), eseguito per il Cardinal del Monte, Ragazzo morso da un ramarro (1593, Londra National Gallery e Collezione Longhi Firenze), la Buona ventura (1594, Musei Capitolini, Roma; Louvre, Parigi ), Bacco (1595 ca., Galleria degli Uffizi, Firenze), Canestro di frutta (1596, Pinacoteca Ambrosiana, Milano), Amor vittorioso (1598-99, Staatliche Museen, Berlino), Giuditta e Oloferne (1595-96, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma).

Nei quadri del periodo giovanile l'arte di Caravaggio si esprime in composizioni fortemente simboliche ed allusive che attraverso la malinconica sensualità dei soggetti evocano uno struggente senso dell'effimero od un drammatico sentimento religioso.

I fiori e le nature morte, i particolari dei vasi di vetro, dei capelli e delle unghie, sono resi con una precisione minuziosa e con un'attenzione tecnica pari a quella riservata alle figure, molto espressive. Caravaggio non usava mai disegni preparatori, ma dipingeva dal vero prendendo come modelli persone spesso scelte tra il popolo: la natura era la sua privilegiata fonte di esperienza.

Di qui l'eccezionale resa delle luci, delle ombre e dei riflessi, che descrivono ogni particolare della fisionomia, ogni espressione, ogni singolo gesto delle figure rappresentate.

Grazie al Cardinale, Caravaggio fu scelto, a soli 24 anni, per dipingere la Chiesa di San Luigi dei Francesi: nella Cappella Contarelli tre scene della Vita di San Matteo: "San Matteo e l'Angelo" (sopra l'altare), "La Vocazione di San Matteo" (a sinistra) e "Il Martirio di San Matteo" (a destra).

Mentre continuava a dipingere per il Cardinal Del Monte, nel 1600 riceve la commessa per due quadri (Crocifissione di San Pietro  Conversione di San Paolo) per la Cappella Cerasi nella Chiesa di Santa Maria del Popolo.

Nel frattempo la sua vita privata era decisamente turbolenta, segnata da una sequela di risse, arresti per diversi stupri e rilasci su garanzie di personaggi altolocati. Il 19 dicembre aggredisce con bastonate ed un colpo di spada tale Girolamo Stampa. Da qui partirà la sequela di denunce degli anni a venire.

Il giurista Laerzio Cherubini di Norcia gli commissiona l'anno successivo una pala per la propria cappella, la Morte della Madonna oggi al Louvre di Parigi. Esegue anche il Ritratto di Maffeo Barberini ed il San Giovanni Battista per il collezionista Ciriaco Mattei.

Il 28 agosto del 1603 Caravaggio ed alcuni suoi amici vengono denunciati e poi processati per aver diffamato il pittore Giovanni Baglione. Caravaggio viene arrestato e poi rimesso in libertà grazie all'intervento dell'ambasciatore del Re di Francia. Inizia a dipingere per il Cardinale Maffeo Barberini il Sacrificio d'Isacco oggi alla Galleria degli Uffizi di Firenze e la Madonna dei Pellegrini o di Loreto  custodita nella Chiesa di Sant'Agostino a Roma.

Nel 1604 viene nuovamente arrestato varie volte per ingiurie e porto d'armi abusivo. Il 24 aprile il garzone d'osteria del Moro lo accusa di avergli tirato in faccia un piatto di carciofi e di averlo insultato. Termina la Deposizione, di cui Rubens eseguirà una copia nel 1612. Altri guai giudiziari costellano il 1605: il 28 maggio viene arrestato per porto d'armi abusivo, si rifugia quindi a Genova, per circa un mese, in seguito al ferimento del notaio Mariano Pasqualone e qui porta a termine Ecce Homo per i signori Massimo, rientra a Roma ed il primo settembre viene denunciato dalla sua padrona di casa, Prudenzia Bruna, per non aver pagato l'affitto; per vendicarsi le romperà le gelosie delle finestre a sassate. In questi mesi lavora alla pala della Madonna e Sant’Anna per l’altare nella basilica di San Pietro dell’Arciconfraternita di Sant’Anna dei Palafrenieri che termina alla fine di marzo del 1606; contemporaneamente consegna la Madonna di Loreto per l’altare della Cappella Cavalletti in Sant’Agostino.

Il 29 maggio 1606, durante una rissa al gioco della pallacorda, in Campo Marzio, Caravaggio uccide Ranuccio Tomassoni da Terni, rimanendo egli stesso ferito alla testa. Per questo delitto riceve il bando capitale emesso da Paolo V Borghese (chiunque e dovunque può eseguire la sua sentenza di morte). Fugge allora nei feudi dei suoi protettori Colonna a Zagarolo sotto la benevolenza di Don Marzio Colonna, poi a Paliano, a Palestrina ed in seguito a Napoli. Qui Caravaggio dipinse nel 1607 Le Sette opere di misericordia (Chiesa del Pio Monte della Misericordia, Napoli) e la Flagellazione di Cristo (Chiesa di San Domenico Maggiore, Napoli). Dal 22 luglio soggiorna a Malta, dove inizia l'enorme opera della “Decollazione del Battista”, (foto 9)l'unica opera firmata (Duomo, La Valletta) con un procedimento particolarissimo (il sangue che esce dalla testa del Battista si trasforma in una scritta in cui si legge “f. Miche..Ang..lo” cioè fratello Michelangelo.

A Malta scoperto come omicida e finito in carcere per un diverbio con un nobile, ne viene espulso il primo dicembre per essere rinchiuso nel Castello di Sant'Angelo a Roma. Riesce a fuggire e ripara a Siracusa ove esegue il Seppellimento di Santa Lucia conservato nell'omonima chiesa.

Da Siracusa Caravaggio si recò a Messina (dove dipinse La resurrezione di Lazzaro, e l'Adorazione dei pastori (foto 6), 1609, Museo Nazionale, Messina ), a Palermo (Natività (foto 8), Oratorio di San Lorenzo a Palermo) e poi di nuovo a Napoli, dove venne aggredito e gravemente ferito al volto da alcuni sicari all’osteria del Cerriglio. Caravaggio, uscito malconcio e sfregiato per sempre in volto da quell’agguato, inoltrò una disperata richiesta di grazia al Papa e si mise sotto la protezione delle autorità spagnole a Napoli dove rimase per diversi mesi per curarsi dalle spaventose ferite subite. E' di questo periodo il Martirio di Sant'Orsola.

L’improvvisa partenza per Porto Ercole, al confine con lo Stato Pontificio, resta una vicenda ancora piena di ombre: sembra che Caravaggio, scortato su una feluca spagnola, giungesse in quel luogo per ricevere il tanto sospirato condono papale e proseguire liberamente per Roma. Aveva persino portato con sé alcune cose, tra le quali uno dei suoi ultimi dipinti, un "San Giovannino". Ma, essendo Caravaggio trattenuto più del previsto dalle autorità di polizia, la feluca proseguì il suo viaggio, senza consegnargli il prezioso bagaglio. Caravaggio si precipitò verso il porto e, benché fosse ancora debole e malfermo per la brutta ferita ricevuta a Napoli, corse lungo la spiaggia della Feniglia per molto tempo, nel tentativo disperato di raggiungere la barca ed alla fine, stremato cadde in preda di una febbre perniciosa che decretò la sua morte come riferisce un Avviso (giornale dei Presìdi spagnoli) che riporta anche la data del decesso: 18 luglio 1610. Altra versione sulla sua morte sarebbe quella secondo cui potrebbe essere stato ucciso da emissari della famiglia di Ranuccio Tomassoni che avrebbero poi traslato il suo cadavere sulla spiaggia di Porto Ercole facendo certificare la sua morte per malattia da un medico compiacente.

Vero è che Caravaggio non poté mai sapere che aveva ottenuta la grazia da Papa Paolo V, per l'intercessione del Cardinale Gonzaga. Le spoglie del grande pittore si ritiene siano state tumulate nell'antico cimitero della Congregazione di San Sebastiano, oggi piccola piazza ai piedi di Monte Filippo.

 

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