IL ROMANTICISMO

Il Romanticismo, complesso movimento storico, politico, letterario, filosofico, sociale, artistico, iniziato in Germania alla fine del 1700 e ai primi dell ‘800, si diffuse in tutta l’Europa grazie ad una particolare situazione storica, causata dalla crisi delle ideologie illuministiche, in seguito al diffondersi della filosofia Kantiana e idealistica, dal fallimento del dispotismo politico di Napoleone e dal culto della nazione contro il cosmopolitismo e illuminismo. Quindi, data la sua complessità, è molto difficile, non solo ridurlo ad una precisa definizione tecnica ma anche determinarne i limiti cronologici. Comunque come data di scadenza, in Germania, si preferisce il 1797, anno di pubblicazione della rivista Athenäeum, che propose grandi problematiche al mondo culturale ed accademico di tutta Europa, grazie alla partecipazione di un gruppo di intellettuali (tra cui, i fratelli Schegel, Novalis, Schelling), che proclamavano l’avvento di una nuova civiltà, caratterizzata da una nuova estetica, da una nuova concezione filosofica, religiosa e sociologica, e anche da una nuova letteratura. Essi, partendo dalla concezione estetica di Schiller, che distingueva la poesia ingenua degli antichi e quella sentimentale dei moderni, affermavano che la poesia antica è quella che imita la natura con un’arte soprattutto realistica e oggettiva, mentre quella moderna è sentimentale, perché basata sull’esperienza interiore del poeta.

Questi intellettuali presero le mosse sia da quello che si può considerare il centro di origine del Romanticismo, il gruppo di letterati degli ideologi tedeschi, verso la fine del Settecento, con a capo Herder, grande ammiratore della poesia popolare e dell’arte primitiva, sia dallo Sturm Und Drang (tempesta e assalto), movimento che anticipa quello romantico; in Inghilterra, il 1798, quando fu stampato il programma aggiunto alle Lyrical Ballades da Wordsworth a Coleridge; in Francia, il 1813, con la traduzione del corso di letteratura drammatica del tedesco Schlegel e l’Allemagne di M. de Staël; in Italia, il 1816, col primo manifesto del Romanticismo italiano "La lettera semiseria di Crisostomo" di Berchet con le versioni delle ballate tedesche "Leonora" e "Il cacciatore selvaggio" del Bürger. In tale lettera il Berchet, poeta tipicamente romantico, per aver posto le basi della poetica romantica in Italia, condanna le regole classiche e l’imitazione dei modelli, esaltando una poesia spontanea, popolare, ispirata a sentimenti vivi e attuali, educativa, morale, nazionale, cristiana: l’arte deve essere popolare, estesa a tutta la classe borghese emergente; la mitologia deve essere bandita, perché tratta fatti lontani dalla realtà e quindi diseducativi; l’Italia si deve aprire agli influssi della letteratura moderna europea; la naturalezza e il sentimento diretto della realtà storica portano ad imitare solo la natura ed a trattare fatti contemporanei al periodo in cui si vive; La lingua e lo stile devono essere semplici e naturali. Agli stessi principi di utilità, di concretezza, di buon senso, di modernità, di moralità e di italianità si ispira il periodico "Il Conciliatore", che nello stesso titolo propone una conciliazione del nuovo col vecchio (la nostra tradizione classica) a differenza della poetica tedesca, più estrema.

A questo riguardo, basti pensare all’atteggiamento moderato del Manzoni verso il Romanticismo. Il periodo storico tra la fine del Settecento e il congresso di Vienna (1814) vede l’Europa vivere- uno dei periodi più drammatici della sua storia con il definitivo crollo delle società di antico regime, con il fallimento delle attese rivoluzionarie della Rivoluzione Francese, con la tragica fine dello straordinario periodo napoleonico ed ancora con l’anacronistico ritorno al passato dell’Europa della restaurazione, emersa dal congresso di Vienna, essendo il potere riportato nelle mani delle tradizionali e screditate aristocrazie: da tutto questo nasce la delusione storica, presente in molti intellettuali. Poiché l’ondata di rivolta, che in Francia aveva dato un duro colpo agli ordini preesistenti, si era diffusa un po’ in tutti gli stati europei, il processo di Restaurazione che fece da moderatrice e da guida nei rapporti civili della vita spirituale delle masse, avvenne alla luce del compromesso tra il vecchio e il nuovo. Infatti, la borghesia in ascesa, già presa in considerazione durante le esperienze rivoluzionarie e napoleoniche e poi ben inserita nel progresso delle strutture capitalistiche, diventava sempre più insofferente. In campo letterario e filosofico, si diffondevano scritti con aspirazioni che rifiutavano il vecchio ordine: si pensi all’ideologia liberale e allo spirito nazionale. Questi ricchi fermenti culturali, aspiranti ad un ordine nuovo, si allineavano con i progressi nell’economia, per cui si affermava sempre di più il binomio progresso-libertà. I grandi fatti nuovi che caratterizzeranno l’Europa della restaurazione saranno i fermenti nazionali in tutti quei paesi delusi nelle loro aspirazioni unitarie come l’Italia, la Germania, la Polonia, dove l’esigenza patriottica sfociava nella rivoluzione risorgimentale. Quindi l’età della restaurazione appare molto complessa e contraddittoria mentre, come risposta ad una situazione così complessa si ha un movimento culturale, quello romantico, anch’esso vario e contraddittorio. Pur polemizzando con l’Illuminismo, il Romanticismo si può considerare sia come svolgimento, approfondimento di esso sia come antitesi. Infatti dall’illuminismo esso prende, approfondendoli, i concetti di libertà, di fratellanza e di democrazia, intendendo però la libertà non come fine ma come "mezzo" per raggiungere altre libertà fino al marxismo e la democrazia in senso più popolare. Si deve dire però che nella seconda generazione romantica (De Sanctis, Tommaseo, Mazzini), il distacco dall’Illuminismo fu più forte.

Per i romantici, la poesia deve veramente essere educatrice del popolo, mentre la conoscenza della storia viene considerata basilare per stabilire le origini della civiltà di ogni nazione europea. I tedeschi, ad esempio, esaltavano il medioevo, perché fu in quel periodo che la Germania nacque come nazione civile. Ma l’aspetto centrale del Romanticismo è senz’altro la scoperta del sentimento (diverso in tutti gli uomini, che presentano quindi una libera individualità), che corrisponde in filosofia alla scoperta della creatività Kantiana dello spirito, anche se il Romanticismo filosofico analizza la ragione più criticamente, mentre quello letterario si muove sulla via del sentimento. Infatti per Kant la realtà è frutto dell’attività creatrice del pensiero, ponendo però dei limiti alla ragione teoretica, che può conoscere solo il manifestarsi fenomenico della realtà, mentre gli idealisti sono portati alla conoscenza globale della realtà, come un tutto organico di finito e infinito, che illumina il primo. Questa via seguono Fichte, Schelling ed Hegel, che giunse ad affermare che "tutto ciò che è reale è razionale", frutto dell’attività creativa del pensiero umano e quindi degno di essere considerato. Tale affermazione che il soggetto pensante può creare anche dal nulla tutta la realtà, ha come conseguenza sia l’esaltazione del vitalismo individuale sia una concezione metafisica della ragione, con il disprezzo per la realtà empirica, che spesso nei romantici provoca uno stato di insoddisfazione, causato dal contrasto tra ideale e reale.

Un altro aspetto importante del Romanticismo è l’esaltazione del concetto di Patria, soprattutto nei paesi che avevano perduto la loro indipendenza per le guerre napoleoniche e per il congresso di Vienna. Si deve anche ricordare il ritorno alla fede religiosa con cui il Romanticismo superò il meccanicismo materialistico dell’Illuminismo. Ancora, l’inquietudine e la passionalità erano sentite come espressione dell’individualismo contro l’egualitarismo settecentesco. In Italia, i più grandi interpreti del Romanticismo furono Manzoni, col suo amor patrio, la sua fede religiosa e il suo bisogno di educare il popolo mediante le su opere; Leopardi, con la sua inquietudine la sua aspirazione d’Infinito e la sua contemplazione idilliaca della natura e anche il Foscolo, da considerare meglio un neoclassico romantico, con la sua fede nel culto delle Illusioni e nella forza eroica del sentimento contro la fredda ragione (Sepolcri) In Inghilterra, gli scrittori che più caratterizzarono il Romanticismo furono per la lirica Byron, simbolo del poeta ribelle e satanico e Shelley; per la narrativa Walter Scott, iniziatore del romanzo storico a cui si ispirò il Manzoni per i Promessi Sposi; molto successo ebbe pure Dickens.

In Francia le idee romantiche, divulgate da , Madame de Stäel, si affermarono con De Lamartine, De Musset, De Vigny, Victor Hugo e soprattutto con la grandissima opera narrativa di Honorè del Balzac e di Stendhal. In Spagna si deve ricordare l’opera di Josè de Espronceda; in Russia le opere di Puškin e di Gogol. I maggiori narratori americani dell’Ottocento, Poe, Melville e Hawthorne, seguono soprattutto le vie del "nero": Poe con racconti basati sul mistero, l’orrore, il brivido dell’arcano, Hawthorne con la "La lettera scarlatta" e Melwille con "Moby Dick". I rivolgimenti politici e sociali dell’ultimo Settecento e del primo Ottocento, trasformando la composizione sociale e i gusti del pubblico, provocarono anche mutamenti nella produzione musicale: infatti, la presenza delle nuove categorie emergenti comportò richieste verso una musica meno evasiva e più legata ai problemi politici e sociali dell’epoca. Con il tedesco Beethoven, si aprì una nuova era musicale, non solo per le novità tecniche, ma anche per l’impegno professionale e il senso di responsabilità. Ad incoraggiare questo processo di rinnovamento furono proprio le idealità romantiche, quali la libertà di ispirazione e di espressione, che permisero la ricerca di nuovi contenuti musicali che riflettessero gli ideali civili, politici e morali della cultura romantica. Nel campo della musica strumentale ricordiamo il polacco Chopin, l’austriaco Schubert, il tedesco Schumann, Listz. In Italia il melodramma subì un grande rinnovamento dando molta importanza alle vicende umane messe in scena, ai caratteri dei personaggi e ai contenuti letterari. Rossini e soprattutto Donizetti e Bellini sentirono molto l’influsso della cultura romantica, che essi espressero particolarmente attraverso l’amore infelice. Qualitativamente e di gran lunga più innovativo fu però Verdi, che cercò di esprimere caratteri più virili ed eroici, con argomenti che riflettessero il clima di tensione politica e di patriottismo dell’epoca in opere come "Nabucco" o "La battaglia di Legnano".

Gli sconvolgimenti storici di questo periodo con la conseguente crisi di idee all’interno della società, portarono ad una nuova immagine di artista solitario, rispetto al ruolo di educatore morale e civile precedente di genio incompreso che, convinto dell’impossibilità di modificare la società si chiude in se stesso, immaginando mondi fantastici in cui rifugiarsi, creando la cosiddetta "pittura visionaria", di cui un precursore fu il pittore svizzero Füssli che si ispirò ad autori come Dante e Shakespeare, rivalutati nel romanticismo perché autori genuini e forti. La pittura del Romanticismo affrontò anche temi tratti da riti magici e misteriosi come si vede nei dipinti di Goya, che tratta spesso convegni notturni di streghe e demoni in onore di Satana. Un pittore che sentì fortemente sia il bisogno di tenere vive le regole neoclassiche del decoro sia l’esigenza romantica di esprimere una profonda ricerca interiore fu il francese Delacroix. Ricordiamo la sua famosa opera "La libertà che guida il popolo" in cui il pittore vuole dimostrare la propria adesione ai moti rivoluzionari (le tre giornate di Parigi del Luglio 1830) ritraendosi accanto alla figura femminile rappresentante la Libertà, nel personaggio col cappello nero armato di fucile.

Conclusione

Da quanto letto, il Romanticismo è un movimento in cui convivono aspetti anche opposti fra di loro come il "liberalismo" e la "restaurazione" la religione della libertà e il ritorno alla fede dogmatica del Cristianesimo; il Titanismo e il vittimismo; la reazione e la rivoluzione; il realismo e il poetico. A questo riguardo, il critico Bosco distingue una scuola romantica, con regole precise, e una sensibilità romantica, con gli aspetti più complessi e contraddittori del movimento. Perciò se la data di inizio del Romanticismo tedesco del 1800 e di quello italiano del 1816 è molto vaga, per lo stretto legame tra Illuminismo settecentesco e romanticismo, ancora meno chiara è la data della fine, perchè il Romanticismo sopravvive nel Verismo (Verga) e nel Decadentismo. A questo riguardo, il critico Bosco parla di Romanticismo bifronte, con due aspetti apparentemente non conciliabili fra di loro: da una parte, il movimento tende alla concretezza, ad una visione reale, storica (Manzoni); dall’altra all’indefinito, al vago (Leopardi). Per questo, il Romanticismo sfocerà nel Naturalismo, nel romanzo sperimentale e anche nel decadentismo simbolista. Il Romanticismo esiste ancora oggi, non solo perchè alcune sue esigenze sono universali, come l’aspirazione all’infinito, la sensibilità, l’angoscia del dubbio universale, l’inquietudine e l’insoddisfazione, lo scontro fra ideale e reale, ma anche per l’attuale individualismo attivo, che comporta l’autonomia dell’individuo, limitata però dalla piena padronanza che egli deve avere su se stesso e dal concetto della superiorità dell’interesse del tessuto sociale cui appartiene.

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