SANT'AGOSTINO

SANT’AGOSTINO

Aurelio Agostino  nato in Numidia a Tagaste odierna Souk-Ahras (Africa settentrionale) nel 354 d.C. il padre era proprietario terriero andato in crisi a causa della pressione del fisco romano. La madre è fervente cristiana e influenzerà in modo decisivo la conversione del figlio. La prima parte della sua vita fu abbastanza dissoluta, studiò a Madaura e a Cartagine; non ancora ventenne ebbe  un figlio, Adeodato, dalla relazione con una donna da lui abbandonata solo quindici anni dopo. Agostino vive in un periodo di crisi, l’Impero Romano si sta sfaldando c’è un generale crollo di valori e ideali lui cercherà di gettare le basi della Cristianitas. Si tratta di un personaggio inquieto dal punto di vista spirituale e corporale (è in viaggio continuo). È autodidatta, non conosce il greco e il primo libro che influenza il suo pensiero è l’Ortensio di Cicerone che lo avvicina alla filosofia Stoica che invita alla continua ricerca della verità. Di Agostino abbiamo un’autobiografia, i XIII libri delle Confessioni. Si avvicina al Manicheismo che lo affascina per il problema del Male, rompe però con questa religione perché il capo spirituale, Fausto, non è in grado di rispondere ai suoi perché…

Si avvicina poi al Neoplatonismo con la lettura delle Enneadi di Plotino (un pensatore greco che cercò di costruire un grande sistema filosofico basandosi sul Platonismo e sui Pitagorici). Di quest’opera lo affascina una frase in particolare: “Non uscire da te, torna in te stesso, all’interno dell’uomo abita la verità”, la frase la interpreta come se Dio fosse dentro di lui. La vita di Agostino è tribolata contraddistinta da grandi viaggi, problemi economici e anche un figlio illegittimo.

Lo troviamo a Milano nel 386 quando incontra il vescovo Ambrogio che lo invita a leggere la Bibbia, dopo quest’incontro si convertirà al cristianesimo. Ha bisogno però di solitudine e si rifugia così a Cassago dove comincia il commento della Bibbia. Passerà da Roma, nel Napoletano. Passa l’ultima fase della sua vita come vescovo di Ippona (Nord Africa) inizia la lotta contro le eresie e la sistemazione del suo pensiero (scritti pieni di contraddizioni). Morì ad Ippona durante l’assedio dei vandali di Genserico.

OPERE

Le opere di Agostino si dividono in cinque grandi insiemi:

1.Lotta alle eresie: Manichei, Arianesimo, Donatisti e Pelagani.

2.Elaborazione dogmi: opere teologiche, filosofiche, Il De Trinitate, il De Vera Religione e il De Magistro.

3.Scritti d’esegetica e di commento bilblico.

4.Visione della storia: De civitate dei, espone la teoria della doppia città di Dio, terrena e celeste.

5.Le Confessioni: autobiografia dell’anima, capolavoro perché ha colpito i cuori di tutto il mondo senza distinzioni di religione o di razza.

Sono 2 i principali temi della filosofia di Agostino:

1.Scoperta di Dio dentro L’anima

2.Problema del male.

Parlando del primo punto, sappiamo che il punto di partenza della filosofia è la ricerca di Dio dentro l’anima, l’uomo è un essere fragile, ha bisogno di certezze. Per questo il problema filosofico non è il cosmo, non sono i misteri della natura ma i tormenti della propria anima. Questo Dio è amore, non è un ideale di conoscenza; per arrivare a Dio l’unica strada percorribile è quella della carità.

Qual è il rapporto tra ragione e fede? Il motto di Agostino è “bisogna filosofare nella fede”, il che vuol dire che non bisogna vedere fede e ragione come due elementi contrapposti bensì in maniera fondamentale quindi la fede è la base e la ragione aiuta a comprendere i misteri del mondo.

Il secondo punto è quello riferito al problema del Male in rapporto alla creazione divina. “Se esiste Dio e Dio è bene, luce, amore; da dove arriva il Male?”; il punto di partenza è sicuramente che il Male esiste ma allora da dove si origina? Si può operare una distinzione tra Male e Male naturale ma si dimostra insoddisfacente. I Manichei davano una spiegazione del Male, lo definivano un Antidio delle tenebre. Agostino non crede a questa teoria perché così dicendo si crea un'altra divinità e si sfocia nel politeismo, per lui invece “Il Male è l’imperfezione, la mancanza di essere. Viviamo in un mondo in cui le cose sono ordinate in un grado per gradi di perfezione destinati a crollare”.

Cerca poi di distinguere i vari tipi di male:

1.MALE METAFISICO\ONTOLOGICO: le cose, in quanto create da Dio, sono state create per gradi inferiori di essere, dalle più perfette alle meno. Dal punto di vista di Dio il Male non esiste ma l’uomo non lo sa poiché, dal suo punto di vista il Male è vedere che le cose si corrompono, decadono e sono imperfette.

2.MALE MORALE\PECCATO: il Male si origina dalla cattiva volontà dell’uomo, causa deficiente che spinge l’uomo a preferire i piaceri materiali a quelli spirituali. L’uomo fa cattivo uso delle libertà che Dio gli ha concesso e pecca di superbia. “Il Male morale è quando siamo schiavi dei piaceri terreni e crediamo di essere liberi”.

3.MALE FISICO: il Male fisico può essere di due tipi, quello della carne umana e quello dell’anima. Agostino dice che paghiamo per il peccato originale di Adamo che ha lasciato nell’umanità un ‘indelebile sofferenza, saper comprendere l’esistenza del Male significa capire anche la strada per la salvezza. Per capire il Bene bisogna saper conoscere il Male.

CONCEZIONE DEL TEMPO E DELLA STORIA

Agostino ci parla della sua visione del tempo nelle Confessioni, un colloquio con Dio che ricostruisce la prima parte della sua vita; come vede la storia ce lo descrive nel De civitate Dei, scritto tra il 412 e il 426 libro in cui parte per difendere il cristianesimo da un’accusa dei romani “La colpa del saccheggio di Roma da parte dei Visigoti è colpa dei cristiani che hanno diffuso la corruzione nell’Impero”.

La visione del tempo: le Confessioni

La riflessione di Agostino parte quando si chiede che cosa facesse Dio prima di creare il mondo. Si risponde dicendo che questo è un problema fasullo, prima della creazione il tempo come lo intendiamo noi non esisteva poiché è un ente creato quindi il problema del prima della creazione è un falso problema. C’è un forte legeme tra il tempo e la nostra anima, siamo noi a misurare il tempo. Ma che cos’è il tempo?  La risposta di Agostino: “Se qualcuno me lo chiede lo so ma, se lo devo spiegare, non lo so più”. Questa risposta è dettata dal fatto che se spiego qualcosa uso sicuramente del tempo ma non posso definire il tempo con il tempo (come non posso definire la matematica con i numeri). Il nostro tempo è diviso in tre momenti fondamentali:

1.PRIMA

2.ADESSO

3.POI

Sicuramente il momento più difficile da definire è l’Adesso perché sfugge, non ha confini ben precisi; paradossalmente il passato, ciò che non c’è più è quanto di più certo per fondare il presente => gli unici tempi reali dell’uomo sono il PRESENTE DEL PASSATO e il PRESENTE DEL FUTURO. Tutto ciò porta ad una definizione del tempo come Extensio animae = distensione dell’anima, l’anima misura il tempo, si distende in un prima, in un adesso e in un poi. Il presente è il momento più fugace, il momento dell’attenzione. Il passato è il momento dela memoria. Il futuro è il momento dell’attesa, nel senso biblico della Salvezza.

Il problema della storia: il De civitate Dei

Con quest’opera nace il concetto di teocrazia medioevale; Dio guida la storia con un progetto decisivo, razionale, progressivo, entra nella storia per il miglioramento dell’uomo, non per il suo male. La storia non è altro che una linea retta che ha un inizio (Creazione), un punto centrale (la nascita del Cristo) e una fine (Giudizio Universale). La storia dell’uomo non è altro che un continuo conflitto tra due mentalità morali tra loro contrapposte: c’è una Città Terrena (Babilonia o Regno di Satana), città governata dall’egoismo e dagli interessi personali dove non si riconosce e non si adora il vero Dio, città figlia di Caino. Esiste poi un’altra città che sarà da venire, è la Città Celeste (Gerusalemme), è la città dove regneno amore e carità.

Si evince che Agostino aveva una visione della storia come un conflitto, una lotta, nel presente vive il Male nel futuro sarà il Bene (escatologia). Nella Città di Satana inoltre si voleva identificare il potere temporale che spesso era visto come qualcosa di malvagio mentre il papato incarnava per certo la Città Celeste; i papi useranno gli insegnamenti di Agostino per far nascere la teocrazia.

Dio ha un rapporto intimo con la storia però l’uomo è anche dotato di libero arbitrio, non lotta per la Città Celeste ma spinto dalla lussuria è dominato dai vizi della Città Terrestre.

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