Brescia 29/9/1995

Care Alessandra, Daniela e Marina,

La vostra bella lettera mi ha colpito molto perché il problema che vi preoccupa sta molto a cuore anche a me.
Voi siete sicuramente delle persone sensibili e generose e avete deciso di fare qualcosa di molto bello. Forse non sapete nemmeno quanto la vostra compagna soffre.

Riuscite ad immaginare la vostra vita senza un papà accanto? Può darsi che vostro padre torni a casa tardi alla sera, che vi riesca poco di vederlo, di parlarci... però sapete che è vicino a voi, che potete contare su di lui nei momenti in cui ne avete veramente bisogno: insomma che è con voi (spero proprio che sia così per tutte voi tre! )

Ecco... questo purtroppo, non basta . Può darsi che voi siate perfettamente a conoscenza delle enormi difficoltà in cui si trova la vostra compagna, ma quello di cui ho appena scritto non è purtroppo l'unico problema.

Non intendo scrivere per spiegarvi in quali guai sta la persona per cui vi preoccupate. Si tratta di difficoltà di diverso genere. Mi limito a farvi sapere che una di queste è la possibilità di perdere perfino le cose più care: la mamma vicina, la propria cameretta, il proprio ambiente. Avete un'idea di cosa significherebbe se accadesse proprio a voi?

Se io fossi la ragazza di cui parliamo, piangerei tutti i minuti per quello che mi sta succedendo, anche senza nessuno che mi prenda in giro. Deve essere terribile. Per forza che si diventa chiusi e un po' musoni. Nessuna persona normale resisterebbe, nemmeno un adulto. In queste condizioni non si può pensare di essere sempre curati e puliti, di cambiarsi regolarmente e fare tutto quello che serve per risultare piacevoli a chi ci sta intorno.

Voi avete genitori che vi preparano quello che serve, che vi controllano e vi seguono, affinché facciate sempre bella figura e nessuno vi critichi. Non tutti i genitori hanno invece la possibilità di fare lo stesso (anche altri vostri compagni, se ci badi, sono un po' trasandati, sicuramente molto più della vostra compagna).

Insomma... questa ragazza ha immensamente bisogno del vostro aiuto, molto più di quanto voi possiate arrivare ad immaginare. E quando si è in queste condizioni si è talmente disperati da non volere nessuno vicino perché si ha paura di soffrire ancora di più. Non aspettatevi che vi accolga con un sorriso o con un ringraziamento. Chi sta veramente male non ha nemmeno il tempo di essere riconoscente.

Se vi potesse capitare di dare direttamente da mangiare a uno di quei poveri bambini affamati che si vedono purtroppo spesso al telegiornale, potreste forse vederlo prendere con avidità il cibo, sporcarsi e sbrodolarsi nella frenesia di nutrirsi... Finireste col pensare che è ingordo e sporcaccione e che ha dimenticato pure di dirvi grazie.

Non aspettatevi quindi gentilezza, tenerezze ed amore da chi ne ha tanto bisogno da poterne morire. Accontentatevi di donare in attenzione, disponibilità accoglienza... senza riserve e attese di riconoscimento. Raccoglierete il risultati del vostro amore solo molto lontano negli anni, quando non ve lo aspetterete più.

Vi accorgerete allora di avere inaspettatamente indietro più di quanto avete dato, proprio quando vi sarà magari più necessario.
Il quadro della situazione che mi avete fatto mi è purtroppo noto. Ho sempre sperato che la situazione in classe si risolvesse positivamente. Devo constatare con dispiacere che non è successo quello che ho sperato.

Già l'anno scorso vi avevo anticipato che quest'anno ci sarebbe capitato di parlare spesso delle relazioni tra i ragazzi e con gli adulti, che questo era necessario perché in relazione all'orientamento delle scelte dopo la terza media. Ciò diventa tanto più importante in questa situazione. Quando leggerete questa lettera avrò già svolto un primo intervento in questa direzione. Intendo cercare di fare capire a tutta la classe quali sono i comportamenti che aiutano tutti a sentirsi bene, a realizzarsi positivamente, ad affermarsi.

Per riuscire a salire non è necessario appoggiarsi a qualcuno più debole, spingendolo in basso. È questo che tutti devono capire.

Ciao!



Brescia 5/10/1995

Cara Elisa,

Era quasi un anno che aspettavo una tua lettera!
Mi hanno scritto quasi tutte le tue compagne (anche diverse volte!) e mi meravigliavo che una ragazza piena di iniziative come te, se ne stesse nascosta.

Dici di avere scritto altre lettere prima di questa. Lettere che non sono mai state terminate nel timore di risultare banali. In realtà non credo che capiti spesso di scrivere lettere che possano dirsi veramente cariche di significati e serie.

Lettere di questo genere finiscono col diventare noiose per chi le scrive e per chi le legge.
Le cose di maggiore valore sono quelle che viviamo tutti i giorni. L'apparente banalità del quotidiano è ricca della dolcezza delle piccole cose. Penso che nella vita non sia importante vincere le Olimpiadi, scalare il K2, attraversare in moto il deserto dei Gobi, sposare un cantante famoso, fare la fotomodella... Le cose che contano sono le lame di luce che feriscono gli occhi attraverso le tapparelle quando ci si sveglia, il profumo di una focaccia, la pioggia che ti lava la faccia tornando da scuola, un abbraccio della mamma quella volta che piangevi e non sapevi perché...

Questo è quello che resta nel cuore e che può rendere una vita felice o disperata.
Ti scrivo queste cose perché so che puoi capirle. Sei o non sei una poetessa? Non ti sto prendendo in giro. Mi fa molto piacere saperlo e mi conferma nell'idea che ho di te. Ricordi quello che ho detto a Simone quando se la prendeva con le foglie dell'albero in cortile, a scuola?

Eppure qualche volta, pure tu, non sai donare a chi ti circonda tutto quello che puoi. Sei forse un po' troppo attenta a scegliere con chi essere generosa.
Per essere perfetta dovresti invece essere disponibile e amica anche verso chi proprio simpatico/a non ti è; chi forse ha un bisogno disperato anche della tua amicizia. Non temere. Questo non è un rimprovero. Solo una riflessione che ti propongo.

Ecco... pensandoci bene, tu hai già capito. Posso sbagliarmi, ma la tua lettera è un indizio. Ti sei decisa a scrivere solo perché volevi essere sicura.
Intanto ti chiarisco subito che a Simone (possibile che ci sia sempre di mezzo lui? ) stavo facendo un rimprovero che forse non meritava.
Dal suo atteggiamento mi era sembrato che stesse prendendo in giro un mio collega (vostro insegnante) che io stimo molto.
Mi sarebbe dispiaciuto enormemente. Probabilmente mi sono sbagliato. Capita spesso ai genitori, vuoi che non capiti a un insegnante?

Chiusa questa questione torniamo a te e alla tua classe. Si, hai capito bene. Il mio intervento non è stato casuale ed estemporaneo. Era necessario fare qualcosa destinato a provocare reazioni e riflessioni serie. Ecco perché abbiamo fatto tutta quella scena del cerchio, del darsi la mano, del camminare sostenendoci a vicenda... Era necessario che tutta la classe si rendesse conto della necessità di stare uniti e dell'aiuto reciproco.

Ci sono tra voi compagni/e vergognosamente emarginati/e. Persone che soffrono moltissimo per drammi familiari e personali che nemmeno arrivi ad immaginare. Può essere che non ti siano particolarmente simpatiche. Ammetto che non ti vada di comportarti con loro da vera amica. Credo però che quando qualche sciocco presuntuoso si permette di attaccarle e deriderle sia un dovere per te e per tutti difenderle.

So benissimo che non sei tu a proporre battute infelici o di scherno... Chi lo fa, tuttavia, si permette di farlo perché sa che gli altri compagni rideranno per lo scherzo. Questo a me, come educatore e come uomo, non sta bene.
Per il futuro mi attendo quindi da ogni allievo della 3A che non si verifichino più situazioni in cui qualcuno piange (da solo o davanti ai compagni) perché nessuno ha avuto il coraggio di difenderlo. Questa è una responsabilità anche tua e ora so di potere contare anche su di te.

Ora voglio tornare alla tua passione segreta... Sono proprio contento di avere scoperto che ti piace scrivere qualcosa che ti senti di chiamare poesia.
A questo punto sono ansioso e curioso di leggere qualcosa di tuo. Metti da parte i timori e prova. Io conosco un bel modo per fare volare le poesie. Si inseriscono nella rete delle banche dati (senza mettere, se credi, il nome dell'autore, magari usando uno pseudonimo) e rimbalzano in giro per un po'. Non sai chi e quanti le leggeranno, ma qualcuno, non si sa dove, gusterà quello che hai scritto e forse chiederà di leggerne ancora. Ti interessa?

Ciao!



Brescia 8/10/1995

Cara Marina,

oggi è stata per me una giornata impegnativa ma sono contento di essere riuscito a trovare un po' di tempo anche per scriverti.
Il tuo problema non è un problema da niente, ma non devi ingigantirlo. Questo è quanto francamente penso.
Più ci rifletto sopra e più mi sembra che il vero nocciolo del problema sia la tua età (ti sembra strano eh? ) . Sarà forse perché comincio proprio a diventare vecchio, ma tendo a vedere ogni cosa in una prospettiva che considera i lunghi periodi piuttosto che i giorni. Ti faccio, a questo proposito, una previsione per il futuro con la certezza di indovinare....

Tra venti anni sorriderai pensando a quanto eri sciocca a preoccuparti per un fatto come questo. Guarderai la vita e i fatti che succedono da qualche gradino più in alto e ti sentirai forte e sicura. Avrai una famiglia tua e sarai preoccupata di essere una buona mamma e moglie... Penserai: "come ero bambina allora..." con un po' di dolcezza e un briciolo di malinconia per questi anni che ora ti sembrano così difficili e che allora ti appariranno così pieni di promesse.

Con tutto ciò, la questione per te è ora ancora importante. Vediamo quindi di capire quello che veramente conta.
Avrai ormai capito che non è facile trovare un'amica... Ecco, siamo circondati da tante persone eppure è così difficile trovare chi veramente ci capisce ed accetta per come siamo. Questo significa che le persone che ci sono affini non si trovano ad ogni angolo di strada. Al contrario si trovano persone molto diverse da noi e da come ci aspettiamo o desideriamo che siano normalmente tutti quelli con cui abbiamo a che fare. Ti aspetti che tutti intorno siano onesti, gentili, educati, generosi, attenti, sorridenti, rispettosi,,, No eh?

Ormai lo sai che puoi veramente contare su qualche fortunata occasione e che c'è da approfittarne quando si riesce a conoscere qualcuno che ti soddisfi per il modo di fare, di pensare e comportarsi. Per il resto sarà facile invece trovare chi ti taglia la strada quando sei in bicicletta, che ti ruba lo spuntino a scuola, che ti fa un dispetto all'oratorio... insomma pensa alle mille piccole occasioni quotidiane di meschina cattiveria ordinaria... La normalità, purtroppo, non è il comportamento corretto. Intendo dire che chissà quante volte ti troverai ancora di fronte a qualcuno che per ignoranza, stupidità, malattia o cattiveria ti farà qualche torto e ti sentirai offesa o umiliata.

In questi casi ricordati che non sei tu, in realtà, ad essere appunto umiliata ed offesa. È invece chi compie gli atti che sembrano ferirti così profondamente che si comporta al di sotto della normale dignità umana.
È un po' come quando un tuo compagno scioccamente ti dice una parolaccia. Se ti dice che sei una scema, forse per questo diventi realmente scema? No di certo! Al contrario, facendo così, è lui che dimostra, davanti a tutti di essere veramente scemo!

Dunque renditi conto che le persone che arrivano a mettere in atto ridicole esibizioni sessuali hanno dei serissimi problemi a vivere in maniera positiva la sessualità. Dal momento che non sono nemmeno sicuri di essere, come nei caso che hai potuto osservare, dei maschi veri... allora cercano conferme in queste manifestazioni insensate.

Proviamo a immaginare per assurdo. Se tu non fossi ben sicura di essere donna, andresti forse in giro ad esibire i genitali per scandalizzare e spaventare?
Incredibile vero? Eppure gli esibizionisti (ma ci sono anche delle esibizioniste) "ragionano", se si può chiamare ragionamento questo, proprio così: col mio comportamento faccio paura e questo vuol dire che sono proprio un vero maschio (o femmina). Capisci? Hanno BISOGNO di spaventare altrimenti si sentono persi e non sono nemmeno più sicuri di essere uomini veramente!

Il vero debole, tra te e l'esibizionista, non sei quindi certo tu... È lui che è un povero miserabile che, forse non per colpa sua ma per qualche disgrazia, ha perso persino il senso di quello che è veramente e di quello che la società si attende che faccia. Non resta che compatirlo e sperare che trovi la forza per tornare a comportarsi come un essere umano con un minimo di dignità per sé stesso.

Non pensare di non trovarne più tra i piedi di questi individui... purtroppo la stupidità, l'ignoranza e la cattiveria sono molto ma molto più diffusi nel modo che il buon senso, il rispetto e la bontà!
Pazienza! Anche sopportare le persone moleste è un'opera di carità!
Insomma... Non preoccuparti più di tanto... Non ne vale la pena.

In realtà la cosa ti ha colpito perché non te l'aspettavi. Ora sai che può capitarti pure questo nella via (magari non ti capiterà magari più... chissà?!).
Certamente rimarrai allibita per molte altre cose che nemmeno riesci ora ad immaginare. Ti succederanno e ci rimarrai male per giorni interi, poi capirai che "m'è capitata pure questa!" e metterai il tutto nel cassetto dei ricordi. Avanti negli anni lo confiderai a qualche amica quando sarete sposate e ci farete su delle grandissime risate perché lei ti racconterà esperienze simili e vi ritroverete a dire..:" lo sai... è il marito di...." e...: "poverina la moglie, se lo sapesse!" e "povero disgraziato...".
Adesso ti sembra di avere una preoccupazione fondata. Sbagli! Metti da parte inutili ripensamenti su un occasionale fatto di ordinaria stupidità umana.

Vorrà dire che se incontrerai ancora un povero svantaggiato del genere, tirerai dritto "senza manco cagarlo" (come dice qualcuno dei tuoi compagni di classe ). Sarà lui a rimanere lì come un fesso incredibile: aveva bisogno di spaventarti e invece non hai fatto neanche una piega! Ci dovrà pensare su un po' e forse deciderà finalmente che non può continuare ad essere così scemo e a fare queste figure.

In conclusione stai serena, gli uomini, quelli veri, non sono mica così come questo episodio ti può aver fatto pensare. chissà quanti ne conosci che preferiscono esibire il cuore e la testa piuttosto che i genitali! Guarda quanti in gamba ne hai intorno! Conta su queste certezze e non su vuote paure!

Ciao!



Brescia 12/10/1995

Cara Marina,

Per la verità il trucchetto per cambiare i voti era già noto agli insegnanti. Anche l'anno scorso era la stessa storia. Qualcuno correggeva persino con il bianchetto.... Ne avevamo già parlato anche in consiglio di classe e un paio di genitori erano stati avvertiti. Gli insegnanti a volte fanno finta di niente per evitare di cacciare in guai grossi qualche allievo perché, se la Preside lo sapesse, prenderebbe sicuramente provvedimenti molto antipatici.

Chi fa queste cose ha già dei grandi problemi a scuola e mettere queste sciocche manovre alla luce del sole potrebbe significare bocciatura assicurata.

Finora gli insegnanti hanno perciò cercato di avvertire i genitori interessati e sorvegliare che la cosa non andasse oltre il limite di un fatto spiacevole ma controllabile. Se qualche sciocco pensa però di avere trovato il sistema buono, approfittandosi del fatto che l'insegnante chiude un occhio (e qualche volta tutti e due) per il suo bene, si sbaglia pericolosamente; se insiste non si potrà far finta di non vedere... e allora saranno dolori! .

Per quello che invece riguarda la vostra compagna di scuola, sono veramente felice di non essere d'accordo con te . Non mi sembra che non sia cambiato nulla. Certo, i soliti stupidotti continuano a prenderla in giro, ma ho visto di quanta amicizia l'avete circondata (tu e alcune poche altre generose compagne). Mi ha riempito il cuore di gioia vedere che c'è chi le sa stare vicino.
Non mi importa degli altri, è sufficiente che non si sentano più appoggiati da tutti nel dire cattiverie.

Fino a poco tempo fa rimaneva sola e isolata anche durante l'intervallo, ora invece sa di potere contare su qualcuno che sa abbracciarla o tenerla per mano quando si sente più disperata. Tu, insieme alle compagne che hanno iniziato ad essere più affettuose sei veramente meravigliosa. Stai facendo qualcosa che ti rende grande soprattutto di fronte a te stessa.
È con questo coraggio di donare che diventi realmente donna in senso pieno. Brava!

Ciao!



Brescia 13/10/1995

Cara Laura,

Cambiare fa bene. Le nuove esperienze stimolano a crescere e migliorare. Vedrai che avere un nuovo insegnante di educazione tecnica sarà utile a molti dei tuoi compagni (e, ne sono certo, anche a te). Imparerete ad adattarvi a un modo diverso di affrontare la materia. L'insegnante che penso vi seguirà è veramente molto in gamba. Tra tutti gli insegnanti che conosco è uno dei migliori. Se avessi dovuto personalmente scegliere chi fosse destinato a prendere le mie classi avrei, senza dubbio, scelto lui.
Non si scrive "... iniziero ha odiare... ", ma piuttosto "... inizierò a odiare...".
... Ma va là! Cosa vuoi odiare? Una ragazza intelligente come te!..

Vedrai che i nuovi insegnanti ti diventeranno simpatici. Anzi! Il riuscire a scoprire i lati buoni del loro carattere sarà un'ulteriore dimostrazione del tuo valore umano.
Anche a me è dispiaciuto molto per l'insegnante di educazione fisica. Purtroppo molte volte ho perso la compagnia di colleghi e colleghe che stimavo enormemente e con cui mi trovavo bene. Devo però dire che al loro posto sono poi sempre venute altre persone che sarebbe stato un peccato non conoscere. Certo... Mica tutto sono uguali e qualcuno è più o meno simpatico, ma il segreto per vivere felici è sapersi adattare con prontezza alle situazioni nuove.

Per quello che riguarda la tua scelta della scuola risponderò trattando dell'argomento con tutta la classe (forse quando leggerai l'avrò già fatto). È importante capire che gli istituti professionali sono scuole superiori come tutte le altre, anzi sono ancora più impegnative di un liceo. Molti insegnanti hanno purtroppo ancora dei preconcetti sulle scuole di formazione professionale e sugli istituti perché sono legati alle esperienze del tempo in cui loro erano studenti. Ora molte cose sono cambiate e queste scuole risultano veramente innovative e valide. Rifletti ancora con serenità sulla tua scelta. Cerca di evitare i condizionamenti e guarda la realtà dei fatti che riesci a verificare. In ogni caso c'è ancora tempo.

Per quello che mi riguarda, direi che la tua scelta è PER TE una scelta corretta in cui mi sento di appoggiarti. Per quello che riguarda le successive possibilità di impiego per questo settore e l'università (architettura nel tuo caso) ne parleremo in classe.

Ciao!



Brescia 16/10/1995

Cara Brunella,

La tua lettera mi ha fatto molto piacere. Immaginavo che forse nessuno mi avrebbe più scritto lettere, dal momento che ormai ho smesso di essere direttamente vostro insegnante. Per quello che mi riguarda, mi riprometto di continuare a rispondere a chiunque, estendendo l'iniziativa di questa posta anche alle altre classi.

Quando il Prof. ---- ha saputo come funzionava la cosa, ne è rimasto entusiasta e mi ha chiesto di invitarvi a scrivere lettere anche a lui. Se ti capita quindi di parlarne in classe, riferisci pure che il tuo insegnante di musica è pronto a fare la stessa cosa che ho finora fatto io. ---- mi ha pregato, se fosse necessario, di aiutarlo a rispondere (magari viene sommerso di lettere! ).

Vivere il mio nuovo ruolo è un'esperienza ancora tutta da scoprire, ma penso che potrò essere di grande utilità a tutta la scuola, ai miei colleghi e a tutti gli allievi. I progetti che ho in mente di realizzare sono ancora tutti da sviluppare e diventeranno operativi tra qualche tempo. Per poterne vedere i risultati temo bisognerà attendere l'inizio del nuovo anno.

Ti ringrazio di tutti i complimenti. Anch'io debbo complimentarmi con te per la maturazione che hai avuto. Mi sono accorto che sei diventata più sicura di te stessa e che la tua partecipazione a scuola è più attiva e consapevole. Sei cambiata molto, e in meglio, dalla classe prima in qua. Sono certo che continuerai in questo positivo sviluppo. Temevo che l'" aeroplano" ti avrebbe potuto procurare qualche problema psicologico invece vedo con enorme soddisfazione che hai affrontato questa sacrificio con grande maturità e decisione, proprio come si conviene ad una persona ormai adulta. Brava!

Ho letto con curiosità come hai passato le vacanze. Mi piacerebbe raccontarti un po' le mie, ma sono stanchissimo e tra poco (questa sera) devo ancora uscire di casa per un altro dei miei numerosi impegni culturali. Sarà per un'altra volta!

Una cosa importante che non posso però tralasciare è la questione della tua scelta. Che tu abbia deciso di fare la poliziotta è, per il momento, una questione secondaria. Credo che non sia nemmeno utile parlarne con le persone che ti stanno intorno. Potrebbero iniziare a farti mille obiezioni e tentare di scoraggiarti. Come dicevo, che tu lo divenga per davvero oppure no, questo non ha importanza in relazione ai primi passi che devi compiere. La professoressa di italiano ha proprio ragione: le ragazze che vogliono entrare in Polizia devono prima diplomarsi. A questo punto, siccome non sei molto sicura del tuo percorso, mi sembra che la scelta di un istituto professionale sia molto saggia. Intanto inizi col fare tre anni, se cambi idea dopo i primi due, puoi sempre iscriverti a una scuola paramedica. Arrivata al diploma di qualifica professionale deciderai se proseguire. Se avrai la costanza di finire anche il biennio di specializzazione ti ritroverai diplomata e libera di percorrere la via della Scuola di Polizia. In questo modo rischi quasi niente, sali un gradino por volta e arrivi dove ti pare.

Seleziona con attenzione gli istituti professionali che ti sembrano più adatti, scarta quelli che non ti ispirano per niente. Aspetta e pensarci su durante le feste natalizie. Per la scelta finale tra i due o tre istituti che ti piacciono di più deciderai a gennaio. Tanti auguri per il tuo futuro!

Ciao!



Brescia 20/10/1995

Cara Fulvia,

Ciao peste!

Sì, lo sapevo che mi eri affezionata. Posso dire che mi mancherai... Mi mancheranno i tuoi sproloqui ad alta voce, mentre tutta la classe sta lavorando, mi mancheranno le tue continue interruzioni delle spiegazioni, mi mancherà il tuo "mi ride il pancreas!". Insomma, mi mancheranno tante cose e starò molto meglio!

Lavorare con voi è un'esperienza straordinaria, ma certe volte non se ne può più. Adesso, anche se siamo divisi, vi voglio più bene di prima. Mi sa che è meglio se restiamo lontani, così sentiamo reciprocamente più affetto!

Fulvia, sono proprio orgoglioso di te (e dei compagni delle terze). Non sei stata a lamentarti con discorsi da vecchia tipo: "Era meglio prima, quando..". Avete saputo accettare la situazione con maturità e responsabilità. Pensa invece che quelli che si lamentano di più, sono gli allievi di prima. Proprio loro, che forse ne hanno meno diritto di tutti gli altri. Avrei capito (anche se non accettato) i brontolamenti di una terza, ormai abituata ad un certo modo di seguire la materia. Non giustifico invece l'atteggiamento delle prime. Mi hanno appena conosciuto... Credevano che io fossi un insegnante buono solo per il gioco e le risate?

Mi fa piacere che ti sia resa conto che ho scelto questo nuovo ruolo perché ci credo profondamente. È come dici tu: era il mio sogno nel cassetto. Mi sembra ancora incredibile che si sia realizzato e che possa continuare.

Credo che potrò realizzare molte buone cose per gli allievi di tutta la scuola e per i miei colleghi.
Per quello che riguarda la "posta del professore" non ho depositato il brevetto!

L'insegnante di musica e quello di religione sono venuti a conoscenza di questa iniziativa durante i consigli di classe e si sono subito offerti di affiancarmi. Ne ho parlato perché volevo che la cosa venisse riconosciuta ufficialmente, in modo che nessuno avesse nulla da ridire. La preside ne è stata entusiasta e ha persino manifestato l'intenzione di invitare anche altri a seguire questa strada.

A me fa molto piacere se questa corrispondenza coinvolga anche altri. Ciò significa che è valida e funziona. L'insegnante di musica è stato seppellito di lettere dopo soli due giorni che ha avvisato le classi di essere pronto a rispondere alle lettere, credo che dovrò aiutarlo!

Per quello che riguarda la tua scelta ti avevo già detto che ti vedevo molto bene come operatrice turistica (IPST Golgi). Non mi ricordo cosa mi avevi detto tu, ma rammento che avevo osservato che era un'altra scelta molto saggia e che condividevo. In ogni caso pensa a concludere bene un buon corso di studi superiori e vedrai che, in ogni caso, raccoglierai molte soddisfazioni e potrai comunque affermarti nella vita. Le ragazze "rompine" come te riescono sempre ad affermarsi nel mondo del lavoro perché hanno carattere e personalità da vendere!

Ti faccio i migliori auguri per il futuro.

Ciao!



Brescia 19/11/1995

Cara Marina,

Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera. Ormai immaginavo che mantenere questo tipo di contatto non interessasse più a nessuno dei miei allievi.
Sono felice di essermi sbagliato. In effetti, come mi scrivi anche tu, quando ero il vostro insegnante di educazione tecnica c'era anche qualche motivo in più per desiderare di farsi notare .

Adesso non ci sono più equivoci possibili e le lettere possono essere sincere senza discussione e senza secondi fini o calcoli di alcun genere.
Sono distrutto. Ho ricavato ora qualche momento per scriverti ma sono sommerso dagli impegni. Forse sarò noioso a dirlo ancora una volta, ma il corso di riconversione professionale che sto seguendo non mi lascia soste. Sono impegnato anche tutti i sabati e le domeniche (anche le festività infrasettimanali!).
A questo si aggiungono le mie altre attività telematiche e fotografiche, i corsi che sto tenendo e... (pensa un po'!) perfino la scuola!
Vorrei proprio dedicarti più tempo (lo meriti proprio!), ma sono costretto a essere molto sintetico (scusami).

Sono rimasto deluso anche io del comportamento che le tue compagne hanno assunto. Voglio sperare che sia stato solo un "giorno di luna per traverso" e che la situazione sia cambiata. Per la verità già qualche uccellino mi aveva detto che certe persone non sono sempre sincere...

Comunque sei una persona intelligente e non te la prenderai troppo per qualche biglietto da mille. Capisco che la questione è DECISAMENTE ANTIPATICA. È proprio stupido che pochi soldi possano diventare il pretesto per rovinare un'amicizia. Situazioni come queste amareggiano profondamente (è capitato qualcosa del genere anche a me). Purtroppo nella vita bisogna sapere fare il callo a molti contrattempi. Col passare del tempo di dimentica un po' la rabbia e si finisce magari col perdonare e rappacificarsi.

Consolati pensando che questo episodio è un momento di dura scuola di vita. Vedrai purtroppo anche altre volte che ci si ritrova "traditi" proprio da chi era per noi una persona alla quale concedevamo il massimo della fiducia. Cerca di farti, per tua parte, un esame di coscienza se, alle volte, ti è accaduto (per egoismo o superficialità) di cadere nello stesso errore. Anche a me capita di fare del male ad altre persone. Magari non ci si rende subito conto perché siamo tutti un po' egoisti.. ma dopo ci si accorge di avere fatto o detto, senza pensarci al momento, qualcosa di cattivo. Poi chiedere scusa non è sempre facile...

Insomma credo proprio che le tue due compagne abbiano sbagliato. Spero che abbiano il tempo e la voglia di accorgersene, così come spero di sapermi accorgere quando a sbagliare sono io (e purtroppo mi capita spesso, forse chi più cerca di fare più correi il rischi di sbagliare...

Leggo con dispiacere le cose che mi racconti a proposito della tua altra compagna più sfortunata.
Non so se lo sapete, in classe, ma la sua situazione sta in questo periodo molto cambiando e ha preso importanti decisioni per la sua vita. Non voglio parlarne io. È un suo diritto decidere il momento in cui dirvi che destino ha scelto (non intendo riferirmi alla semplice scelta della scuola o del lavoro). Insomma... non vorrei trovarmi nei suoi panni... e forse sono state proprio alcune parole cattive che l'hanno spinta a una decisione. In ogni caso questa tua compagna ha deciso di chiudere un capitolo della sua vita per aprirne coraggiosamente uno decisamente nuovo. Spero che saprai rimanerle vicina come hai fatto finora.

Ti ringrazio di cuore per essere stata così attenta alle mie parole, una ragazza che ha voglia di ascoltare e capire è una gioia per chi ha cercato di educarla. Sono contento di averti avuto come alunna. Siccome sei così in gamba voglio farti un altro regalo... È un dono un po' dolce e un po' amaro perché parla della vita, di quello che sei (una figlia) e di quello che forse sarai (una mamma).
Un po' mi ci sono riconosciuto anche io perché un educatore è un po' come una mamma...

Mi è venuto in mente di farti questo regalo, che è come un fiore spinoso, perché mi hai fatto capire che saprai conservarlo nel cuore attraverso gli anni...

segue una citazione di una poesia di Kahlil Gibran...

...Voi siete gli archi da cui i vostri figli, frecce viventi, vengono scoccati...

Ciao!



Brescia 21/2/1996

Cara Maria,

La tua lettera è molto serena (oltre che gentile per me). Sono proprio contento che tu mi scriva per il puro piacere di farlo e che non ci siano gravi problemi che ti tormentano. Ti ringrazio di cuore per i complimenti. Conserverò la tua lettera tra i miei ricordi più cari.

Non sai quanto mi è dispiaciuto dover constatare che la gita a Milano è divenuta poco conveniente. So quanto ci tenevi. Sto pensando a qualche alternativa, ma dal momento che già ti ho procurato una delusione, preferisco parlarne in modo più preciso solo quando ne sarò certo. Posso però anticiparti che vorrei fare almeno una bella passeggiata a Brescia con chi non potrà partecipare alla gita dei tre giorni. Si potrebbe pensare a qualcosa di più impegnativo, ma di questo ne parleremo di persona. Per studiare qualche iniziativa è meglio vedersi di persona piuttosto che scriversi... Ci incontriamo tutti i giorni !

Ormai sei quasi arrivata al termine dell'anno scolastico. Ancora tre mesi e concluderai l'esperienza della scuola media.
Ti auguro tanta fortuna e gioia per il futuro.

Ciao !



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