Occupata la Procura per la Difesa dei Diritti Umani
 
 
Dalle parole sono passati all'azione.
Verso le 14.30 di giovedì 7 aprile, circa 60 bananeros sono partiti a piedi dal loro accampamento portando con sè amache, acqua, coperte e qualche ricambio e sono entrati nei locali della Procura dei Diritti Umani, occupando il pianterreno e chiudendo le porte d'accesso, il tutto in forma pacifica.
L'occupazione della Procura è una delle prime reazioni al vergognoso silenzio da parte delle istituzioni di fronte al dramma dei bananeros ammalati a causa del Nemagòn e dei cañeros e alla lentezza della stessa Procura per i Diritti Umani che non aveva ancora fatto nulla di quanto promesso il giorno dell'arrivo della marcia, lo scorso 2 marzo.
In quella data il procuratore Omar Cabezas aveva promesso che si sarebbe immediatamente mosso per fungere da intermediario tra i settori in lotta e le istituzioni, ma dopo più di un mese, nulla era ancora stato fatto.
La gente si è seduta per terra ed ha comunicato che la loro presenza sarebbe durata il tempo necessario a far sì che il procuratore desse risposte concrete alle loro richieste.
L'accesso all'edificio è stato vietato a tutti, compresi gli organi di stampa che hanno cominciato ad arrivare poco dopo.
Solo i membri dell'Associazione Italia-Nicaragua hanno avuto il permesso di essere presenti fin dall'inizio.
Dopo circa venti minuti i delegati dei settori in lotta sono stati ricevuti dal procuratore ed è iniziata una lunga trattativa durata più di tre ore ed in cui sono stati raggiunti accordi importanti.
Nel frattempo, il resto degli occupanti controllavano le entrate e parlavano con i mezzi d'informazione e con la polizia circa i motivi dell'occupazione.
Nonostante il controllo, alcuni mezzi televisivi e radio sono riusciti a entrare, permanendo fino alla conferenza stampa finale.
 
 
Verso le 18.30 la delegazione è finalmente uscita ed ha fatto conoscere i risultati della negoziazione.
Il Procuratore, Omar Cabezas, visibilmente teso e in procinto di partire per Ginevra e successivamente per l'Italia, ha preso per primo la parola.
"Oggi abbiamo ricevuto la visita dei nostri fratelli del Nemagòn, dei cañeros, dei settori che reclamano il 25% del banano e della caña. Abbiamo avuto una buona sessione di lavoro.
Avevamo già avuto un piano iniziale e oggi abbiamo ripreso le cose e siamo passati a questa seconda fase in cui abbiamo elaborato delle lettere con cui chiediamo un'interpellanza parlamentare per il Ministro dell'Agricoltura, Augusto Navarro, il viceministro degli Interni, Avil Ramìrez, il Procuratore Generale della Repubblica, Alberto Novoa, la viceministra della Famiglia Ligia Teràn, il Ministro del Tesoro, Mario Arana, che fanno parte della Commissione Interistituzionale.
L'interpellanza parlamentare si deve al fatto che esiste un insieme di accordi mai rispettati e una lentezza crudele da parte di alcuni ministri.
Abbiamo concordato di chiedere informazioni precise alla Presidentessa della Previdenza Sociale (INSS), Eda Callejas.
Abbiamo anche deciso di chiedere informazioni precise ai deputati sulla Legge 456 sull'Insufficienza Renale Cronica che è stata a suo tempo vetata dal Presidente della Repubblica e che poi i deputati hanno accettato, senza che se ne sappia il motivo, con i cambiamenti apportati dal Presidente.
La Asamblea Nacional verrà interpellata non solo nel suo insieme, ma direttamente come rappresentanza politica.
Verranno mandate lettere come Procura per i Diritti Umani per chiedere un incontro ufficiale con le Giunte Direttive del Partido Liberal Constitucionalista e del Frente Sandinista, con il gruppo parlamentare di Camino Cristiano e Azul y Blanco, per presentare il nostro punto di vista di come la Asamblea Nacional potrebbe incorrere nella violazione dei diritti umani e come possono invece aiutare a risolvere i problemi di questi settori con una riforma della Legge 456, riportandola come era prima del veto presidenziale.
A livello internazionale la Procura per i Diritti Umani ha parlato personalmente con il Presidente del Consiglio dei Procuratori del Centroamerica ed avremo una riunione in cui si emetterà un pronunciamento sul caso del Nemagòn nei confronti del governo, degli organismi internazionali dei diritti umani e del Congresso degli Stati Uniti.
Abbiamo anche parlato con il direttore dell'Istituto Interamericano dei Diritti Umani e gli abbiamo presentato il problema, chiedendogli che ci prestasse un'équipe giuridico di specialisti internazionali per avere la possibilità di portare alla Commissione Interamericana di Giustizia il caso delle multinazionali che hanno avuto l'idea perversa di vendere e utilizzare un prodotto che nel loro paese era stato proibito perché era mortale.
Infine, la prossima settimana durante la riunione della Commissione dei Diritti Umani della ONU a Ginevra e la riunione del Comitato Internazionale di Coordinazione dei Procuratori dei Diritti Umani del mondo, la Procura del Nicaragua avrà il tempo di presentare la problematica del Nemagòn".
 
 
Victorino Espinales, presidente della Asotraexdan, circondato dagli altri delegati e con il resto dei bananeros in ascolto, ha preso la parola dicendo che "come ha già detto il Procuratore ci sembrava necessario interpellare tutti i ministri che formano parte della Commissione Interistituzionale in quanto hanno violato apertamente tutti i precetti dei diritti umani.
E' logico che dovevamo porre pressione ed attuare nel momento preciso. Siamo soddisfatti perché attueremo questo piano in modo congiunto e chiediamo al Procuratore di seguire e osservare l'evolversi di queste azioni e dopo le interpellanze, quello che faremo è di agire direttamente nei confronti del Presidente della Repubblica affinché venga anche lui interpellato se non rispetta i doveri che gli corrispondono, che in base alla Costituzione sono quelli di velare per i diritti dei cittadini.
Crediamo che l'intervento del Procuratore potrà accelerare il processo e sciogliere un po' di nodi dato che stiamo coinvolgendo in modo diretto i differenti gruppi parlamentari e segnalandogli esattamente di cosa abbiamo bisogno nel nostro caso.
Ribadiamo la nostra alleanza con la procura e il fatto che la nostra marcia è senza ritorno. Non ce ne andiamo dalla capitale fino a che non avremo risposte concrete.
A livello internazionale ringraziamo la procura per portare il nostro caso alla ONU ed ad altri importanti organismi. Siamo certi che questi organismi condanneranno il governo del Nicaragua e che ci potrà facilitare lo scontro che abbiamo con le multinazionali, che ci hanno obbligati ad usare questi prodotti nocivi per la salute e che stanno annichilando la specie umana.
Creatinina e Nemagòn contano ormai con circa 2 mila vittime, 1.026 per i cañeros e 901 per i bananeros".
 
Un altro piccolo passo è stato fatto, ma per ora si tratta ancora di cose scritte e da fare.
C'è stato bisogno di oltre un mese e di un'occupazione per far sì che la Procura per i Diritti Umani si muovesse
I settori in lotta nei prossimi giorni continueranno con le azioni perché ormai è chiaro a tutti che questo governo, questi deputati e queste istituzioni non si muovono se non vengono messe con le spalle al muro.
 
(Foto e testo Giorgio Trucchi)