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12. Svayaṁvara

(Il libro della scelta dello sposo I, 175-189)


                              CLXXV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi quelle tigri fra gli uomini, i cinque fratelli pāṇḍava
     	partirono per vedere Draupadī e quel grande festival,

   2 	arrivati le tigri fra gli uomini assieme alla madre quei tormenta-nemici,
     	videro camminando sulla via, molte schiere di brahmani,

   3 	ai pāṇḍava i brahmani, studenti dediti alla castità dissero o re:
     	“dove state andando e da dove venite o signori?”

   4 	yudhiṣṭhira disse:
     	“siamo venuti da ekacakrā o voi dall'aspetto divino, fratelli
     	sappiateci che assieme alla madre viaggiano.”

   5 	i brahmani dissero:
     	“andate dunque oggi dai pāñcāla alla residenza di Drupada, 
     	là ci sarà un grande svayaṃvara e ricchissimo,

   6 	con lo stessa meta stiamo andando anche noi là,
     	là vi sarà un grandissimo festival dall'apparenza meravigliosa

   7 	la figlia di Yajñasena, di Drupada grand'anima,
     	è nata in mezzo alla vedī, con gli occhi simili a foglie di loto,

   8 	quella bella, dalle membra perfette, la delicatissima, la intelligente
     	sorella di Dhṛṣṭadyumna, il potente nemico di Droṇa,

   9 	il quale è nato con la corazza, la spada, le frecce e l'arco,
     	quel grandi-braccia nasceva dal fuoco con la natura del fuoco,

  10 	sua sorella dalle membra perfette è Draupadī dalla snella vita, 
     	dal cui alito soffia un profumo simile a quello del loto-blu,

  11 	questa figlia di Yajñasena che attende al proprio svayaṃvara,
     	noi andiamo a vedere, e pure quella divina e grande festa,

  12 	re, e figli di re, che sacrificano con ricche dakṣiṇa,
     	e studiosi dei veda, puri, grandi anime, dai fermi voti,

  13 	e giovani di bell'aspetto da vari luoghi là riunitisi,
     	e grandi guerrieri, sovrani esperti d'armi sono sopraggiunti 

  14 	là i sovrani, per aver la vittoria con svariati doni,
     	daranno ricchezze e vacche, cibi e leccornie da ogni parte,

  15 	ed avendo accettato tutto questo, e avendo visto la svayaṃvara,
     	avendo goduto di quella festa ce ne andremo quando ci aggrada,

  16 	attori, maghi e danzatori e sūta e bardi,
     	e lottatori da vari luoghi sono convenuti fortissimi,

  17 	così avendo partecipato alla festa e visto e accettato tutto,
     	insieme a noi, voi grandi anime di nuovo ritornerete,

  18 	e vedendo voi, tutti bellissimi e forniti di aspetto divino,
     	chissà, Kṛṣṇā potrebbe scegliere un marito diverso,

  19 	questo tuo fratello piacevole, di bell'aspetto e dalle lunga braccia,
     	combattendo potrebbe vincere, chissà, molta ricchezza.”

  20 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ signori, noi andremo a vedere questo grande divino festival,
     	assieme a voi tutti, lo svayaṃvara di quella fanciulla.”
     


                              CLXXVI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofati i pāṇḍava partirono o Janamejaya,
     	diretti verso i pāñcāla meridionali, governati dal re Drupada,

   2 	quindi quel grand'anima, quell'anima pura e senza colpa,
     	il dvaipāyana videro i pāṇḍava allora lungo la via, 

   3 	e secondo le regole presentando i propri onori, furono da lui confortati,
     	e gli raccontavano che col suo permesso si recavano al regno di Drupada,

   4 	e ammirando piacevoli foreste e laghi, 
     	qua e là abitando lentamente andavano i grandi guerrieri,

   5 	dediti ai propri studi, puri, gentili, e di care parole,
     	alla fine raggiunsero i pāñcāla, quei rampolli dei kuru,

   6 	e i pāṇḍava avendo vista la città e l'accampamento,
     	nella casa di un vasaio, alloggio presero allora,

   7 	quivi la questua mettevano insieme vivendo al modo dei brahmani,
     	e nessun uomo allora loro incontrando, gli eroi riconosceva,

   8 	un desiderio aveva Yajñasena:  “al pāṇḍava, al coronato
     	Kṛṣṇā darò." e sempre egli lo teneva nascosto, 

   9 	il pāñcāla, facendo ricercare i kuntīdi o Janamejaya,
     	un robusto arco impossibile da tendere faceva fare o bhārata,

  10 	e pure una macchina sospesa nell'aria ben costruita,
     	e il re a quella faceva attaccare un bersaglio d'oro.

  11 	Drupada disse:
     	“ a questo arco mettendo la corda, e con questa corda e le frecce
     	chi colpirà il bersaglio in alto, otterrà mia figlia.”

  12 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così il re Drupada ovunque faceva ciò proclamare,
     	e udito ciò i pṛthādi tutti insieme andarono là o bhārata,

  13 	e pure i ṛṣi grandi anime per il desiderio di vedere lo svayaṃvara,
     	e con Duryodhana in testa anche i kuru assieme a Karṇa o re,

  14 	e brahmani illustri da vari luoghi convenivano,
     	le schiere dei re furono onorate da Drupada grand'anima,

  15 	quindi tutti i cittadini elevarono un suono come di oceano,
     	e raggiunta la città dei delfini vi si stabilivano quei principi,

  16 	a nord est dalla città in un luogo bello e pianeggiante,
     	un'assemblea recintata vi era bellissima, circondata ovunque da abitazioni,

  17 	fornita di un muro e un fossato, decorata di porte e archi,
     	da portici svariati ovunque ricoperta, 

  18 	affollata di cento bande, e di fortissimi profumi pervasa, 
     	impregnata del legno di sandalo, splendente di doni e ghirlande,

  19 	da piattaforme altissime da toccare i cieli, simili ai picchi del kailāsa,
     	era ovunque da queste ben innalzate, coperta,

  20 	con graticci dai bei colori con adornati pavimenti ingioiellati,
     	con scalini facili da salire, con arredi e grandi seggi,

  21 	tutte ricoperte di fiori selvatici di leggerissimi drappi,
     	multicolori e chiari come cigni e con una profusione di sublimi profumi, 

  22 	con le cento porte spalancate, e con splendidi giacigli
     	con parti messe insieme da molti elementi come le creste dell'himalaya

  23 	là splendidamente adornati in abitazioni di varia foggia,
     	competendo l'un l'altro risiedevano tutti quei principi,

  24 	là li vedevano seduti quei valorosi come fiere, 
     	quei leoni dei re, gloriosissimi, adornati di aloe nero,

  25 	quei sovrani signori dei propri regni, benefattori dei brahmani,
     	cari a tutto il mondo per le loro perfette e belle azioni, 

  26 	li vedeveno nelle loro piattaforme le genti di città e campagna,
     	per la gioia di vedere Kṛṣṇā da ogni luogo entravano

  27 	e assieme ai brahmani anche i pāṇḍava entrarono,
     	ammirando l'insuperabile ricchezza del re dei pāñcāla 

  28 	quindi quell'assemblea o re, cresceva per molti giorni,
     	con numerose offerte di gemme abbellita da danzatori e mimi,

  29 	nel sedicesimo giorno di quella bella assemblea 
     	con le membra deterse, ben vestita, di ogni ornamento splendente,

  30 	reggendo un disco di bronzo adornato d'oro,
     	scendeva allora nel teatro Draupadī, o toro fra i bhārata

  31 	il purohita dei somaka, sapiente nei mantra, il puro brahmano,
     	mescendo il burro nel fuoco lo invocava secondo le regole allora,

  32 	egli saziata la fiamma e svasti avendo detto ai brahmani
     	faceva smettere tutti gli strumenti completamente,

  33 	fattosi allora silenzio, Dhṛṣṭadyumna o sovrano di popoli,
     	stando nel mezzo del teatro là con una voce come rombo di nubi,
     	a voce alta pronunciava con gentilezza questo discorso di supremo senso:

  34 	“ questo è l'arco e il bersaglio e queste le frecce, mi ascoltino tutti i principi,
     	passando attraverso quel buco, il bersaglio dovrete colpire con le cinque frecce, 

  35 	chi compirà questa impresa, che abbia, forza, bellezza e nascita, 
     	di costui oggi moglie, mia sorella Kṛṣṇā diverrà, non invano io parlo.”

  36 	a loro dunque avendo parlato il figlio di Drupada dopo ciò chiamava Draupadī,
     	presentandole per nome, per ricchezze di vacche e per imprese, i  sovrani riuniti.
     


                              CLXXVII


   1 	Dhṛṣṭadyumna disse:
     	“Duryodhana, Durviṣaha, Durmukha, Duṣpradharṣaṇa,
     	Viviṃśati, Vikarṇa, Saha, Duḥśāsana, Sama,

   2 	Yuyutsu, e Vātavega, e inoltre Bhīmavegadhara,
     	Ugrāyudha, e Balākin, Kanakāyu, Virocana,

   3 	Sukuṇḍala, Citrasena, Suvarcas, Kanakadhvaja,
     	Nandaka, e Bāhuśālin, Kuṇḍaja e Vikata,

   4 	e altri ancora molti figli di Dhṛtarāṣṭra, fortissimi,
     	accompagnati da Karṇa sono eroi convenuti per te,
     	cento di numero questi grandi anime, sono conosciuti come tori fra gli kṣatriya,

   5 	e Śakuni, e Bala, Vṛṣaka, e pure Bṛhadbala,
     	questi sono tutti i figli del re dei gāndhāra qui riuniti,

   6 	e Aśvatthāman e Bhoja, due dei migliori di tutti gli armati,
     	queste due grandi anime sono convenute come due ornamenti per te,

   7 	Bṛhanta, e Maṇimat, e Daṇḍadhara il valoroso,
     	Sahadeva, Jayatsena, e Meghasaṃdhi, Māgadha,

   8 	Virāṭa assieme ai due figli Śankha e Uttara,
     	Vārdhakṣemi, e Suvarcas e il principe Senābindu, 

   9 	Abhibhū col figlio, lo splendido Sudāman, 
     	Sumitra, e Sukumāra, Vṛka e Satyadhṛti

  10 	Sūryadhvaja, Rocamāna, Nīla, e ancora Citrāyudha,
     	Aṃśumat, e Cekitāna e il fortissimo Śreṇimat, 

  11 	e il potente Candrasena il figlio di Samudrasena,
     	Jalasaṃdha, e invero il padre Sudaṇḍa col figlio Daṇḍa,

  12 	Pauṇḍraka, e Vāsudeva, e il valoroso Bhagadatta, 
     	Kaliṅga, e Tāmralipta, e anche il re dei pattana

  13 	il re dei madras pure, il grande guerriero Śalya coi figli,
     	con il valoroso Rukmāṅgada e con Rukmaratha,

  14 	il kaurava Somadatta e i suoi figli grandi guerrieri,
     	giunti insieme i tre guerrieri Bhūri, Bhūriśravas, e Śala,

  15 	e Sudakṣiṇa, Kāmboja, e Dṛḍhadhanvan il kaurava,
     	Bṛhadbala, e Suṣeṇa e pure Śibi figlio di Uśīnara,

  16 	Saṃkarṣana, e Vāsudeva, il valoroso figlio di Rukmiṇī
     	e Śāmba e Cārudeṣṇa e quindi Śārana e Gada,

  17 	Akrūra e Śatyaki e Uddhava il fortissimo,
     	e Kṛtavarman figlio di Hṛdika, Pṛthu e Vipṛthu,

  18 	e Viḍūratha e Kaṅka, Samīka, e Sāramejaya,
     	e il valoroso Vātapati, Jhillin, e Piṇḍāraka,
     	e Uśīnara, Vikrānta, questi sono vṛṣṇi celebrati,

  19 	Baghīratha, Bṛhatkṣatra, e Jayadratha re dei sindhu,
     	Bṛhadratha, e Bāhlika, e Śrutāyus, grande sul carro,

  20 	Ulūka il re dei kaitava, Citrāṅgada e Śubhāṅgada,
     	e il re dei vatsa, Dhṛtimat, e il sovrano dei kosala,

  21 	questi e molti altri, signori di svariate contrade,
     	guerrieri e principi sulla terra, sono venuti per te o virtuosa,  

  22 	questi valorosi il bersaglio in alto trafiggeranno per avere te,
     	tu sceglierai oggi quello che colpisca questo bersaglio o bellissima.”
     	
     


                              CLXXVIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	questi giovani ornati con orecchini, riuniti emulandosi l'un l'altro,
     	pensando di avere in sé armi e forza, tutti caddero nell'egoismo,

   2 	orgogliosi per bellezza, valore e nascita e pure per dharma e per giovinezza,
     	erano come furiosi grandi elefanti himalayani, furiosi con le tempie aperte, 

   3 	in competizione squadrandosi l'un l'altro, per la fanciulla dalle membra deterse:
     	“Kṛṣṇā e mia!” esclamando, con energia balzavano dai seggi regali,

   4 	gli kṣatriya riuniti nell'arengo, desiderando d'ottenere la figlia di Drupada,
     	apparivano come le schiere degli dèi riunite per Umā la figlia del re dei monti,

   5 	colle membra colpite dalle frecce di Kandarpa, coi cuori rapiti da Kṛṣṇā i sovrani,
     	scesi nell'arengo per la figlia di Drupada, detestabili consideravano pure gli amici,

   6 	e venivano coi carri le schiere degli dèi, i rudra, gli āditya, i vasu e i due azvin,
     	e tutti i sādhya e i marut, e piazzando davanti a tutti Yama e il dio delle ricchezze,

   7 	e i daitya, i suparṇa, e i grandi serpenti, i ṛṣi divini, i guhyaka, e i cāraṇa,
     	i viśvāvasu, e Nārada e Parvata, i gandharva e i mukhya assieme alle apsaras,

   8 	e qui vi era l'armato del vomere, e il lunghi-capelli, e vṛṣṇi e andhaka, al seguito,
     	da spettatori facevano quei tori degli yadu, e fermi stavano per ordine di Kṛṣṇa,

   9 	e vedendo i cinque dall'aspetto di elefanti abhipadma furiosi, veri re della foresta,
     	come fuochi sotto le braci ai pṛthādi li paragonava il principe degli yadu,

  10 	e confidava a Rāma che Yudhiṣṭhira, Bhīma e Jiṣṇu e i valorosi gemelli vi erano,
     	e lentamente Rāma guardandoli li vide con la mente rivolta a Janārdana,

  11 	invece gli altri svariati figli e nipoti di re, con mente occhi e anima rivolti a Kṛṣṇā, 
     	lottando la guardavano aggirarsi mordendosi le labbra nelle bocche rosse,

  12 	quindi i pṛthādi dalle larghe braccia e i due gemelli potentissimi,
     	vedendo Draupadī, allora tutti furono colpiti dalle frecce di Kandarpa,

  13 	e pieno di ṛṣi divini e di gandharva e di schiere di uccelli, naga, asura, e siddha,
     	riempito di celestiali profumi e sparso di divine ghirlande,

  14 	con grande frastuono di tamburi che suonavano era tutto pieno il cielo,
     	pieno di carri celesti era ovunque, e risuonava del suono di flauti, liuti, e tamburi,

  15 	quindi quelle schiere di re, in ordine mostrandosi coraggiosi per Kṛṣṇā,
     	non furono in grado con la forza di fissare adeguatamente la corda, 

  16 	si impegnavano con tremulo sforzo di flettere quell'arco i sovrani,
     	abbattuti, stando sulla faccia della terra afflitti con le menti rotte si mostravano,

  17 	e con grida per la forza dell'arco, e sfregamdo e rompendo bracciali e orecchini,
     	a causa di Kṛṣṇā, il cerchio dei re allora era afflitto da uno stato di depressione,

  18 	essendo l'assemblea di questa gente confusa, fatto silenzio da quei sovrani,
     	il figlio di Kuntī il valoroso Jiṣṇu, avanzava a prender la corda, l'arco e le frecce.
     


                              CLXXIX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quando i re rinunciarono a fissare la corda all'arco,
     	allora si alzava in mezzo ai brahmani Jiṣṇu dal grande intelletto,

   2 	gridavano i principali brahmani agitando i cuscini di antilope,
     	vedendo avanzare il pṛthāde con lo stesso splendore della bandiera di Indra,

   3 	alcuni erano perplessi, alcuni erano pieni di gioia,
     	alcuni parlavano l'un l'altro con sagacia, quegli esseri intelligenti:

   4 	“giacchè quei principi famosi nel mondo, a cominciare da Karṇa e Śalya,
     	quei fortissimi, e principali sapienti dell'arco, non riuscirono a flettere l'arco,

   5 	come questo da una debole creatura, inconsueta alle armi
     	da un adolescente, e possibile che sia piegato l'arco, o ri-nati?

   6 	esposti al ridicolo diverranno i brahmani in tutti i regni,
     	essendo questa azione senza frutto, e sconsiderata per l'insolenza,

   7 	se costui per orgoglio o insolenza, o per sconsideratezza del brahman,
     	si fa avanti a piegare l'arco, gli sia proibito, non vada a provare,

   8 	derisi non saremo nè cadremo nel disonore,
     	né al mondo ci muoveremo dispiacendo ai re.”

   9 	alcuni dicevano: “ il giovane è splendido pari alla proboscide di un grande elefante
     	dalle spalle, braccia, e coscie muscolose, e in fermezza è come l'himavat,

  10 	e si può supporre capace di questa impresa per potenza,
     	la sua energia è potentissima, se fosse incapace non sarebbe andato da solo,

  11 	né invero si sa di qualche azione nei mondi che possa 
     	non esser compiuta dai brahmani, nei tre mondi dei mobili e immobili,

  12 	nutrirsi d'acqua e di vento, vivere di frutta, fermi nei voti,
     	deboli o più forti sono i savi coll'energia del brahman,

  13 	il brahmano non deve essere disprezzato che agisca bene o male,
     	quando intraprenda una azione piccola o grande, felice, o dolorosa.” 

  14 	così erano i vari discors di questi ciarlieri brahmani,
     	Arjuna vicino all'arco stava immobile come montagna,

  15 	egli girando attorno all'arco fece allora la pradakṣiṇa,
     	inchinando la testa, contento lo afferrò quel tormenta-nemici,

  16  	in un instante ne agganciava la corda, e prese le frecce, cinque di numero,
     	colpiva il bersaglio, e questo cadeva a terra fieramente trafitto nel buco,

  17 	allora nel cielo vi furono suoni e in mezzo all'assemblea grandi rumori,
     	fiori divini riversavano gli dèi sulla fronte del pṛthāde, quel distruttore di nemici,

  18 	e le vesti muovendo tutti ovunque gridarono:” ha,ha!”
     	e ovunque dal cielo cadevano piogge di fiori,

  19 	e centinaia di strumenti musicali e anche tamburi risuonarono,
     	e le schiere dei bardi e degli araldi allora cantarono fortissimi,

  20 	e scorgendolo Drupada divenne felice quel distruttore di nemici,
     	e col suo esercito voleva, allearsi con il pṛthāde, 

  21 	sorto questo grande frastuono, Yudhiṣṭhira il migliore dei sostenitori del dharma, 
     	ritornava a casa veloce assieme ai due gemelli quei due migliori degli uomini,

  22 	e Kṛṣṇā avendo visto il bersaglio trafitto, e il pṛthāde scorgendo simile ad Indra,
     	afferrava la bianca ghirlanda dello sposo e la portava al figlio di Kuntī sorridendo,

  23 	egli accettandola conquistata nell'agone, ai brahmani fatto un cerimonioso saluto,
     	l'arengo abbandonava dopo aver compiuto la grande impresa, seguito dalla moglie.
     	


                              CLXXX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	desiderando quel grand'anima di dare la fanciulla a quel brahmano,
     	vi era rabbia tra i sovarni che si guardavano l'un l'altro da vicino:

   2 	“quello passando sopra a noi e disprezzando quelli qui riuniti 
     	vuole dare al brahmano Draupadī la migliore  delle donne,

   3 	uccidiamo quel malvagio che a noi non pensa, 
     	egli non è degno di gentilezza e neppure il rispetto dovuto agli anziani di qualità,

   4 	uccidiamolo assieme al figlio quel malfattore, nemico degli uomini,
     	egli avendo invitato e ospitato tutti i sovrani,
     	e pur con grande qualità avendoci nutrito, poi ne abusava,

   5 	perchè in questa assemblea reale pari a un congresso di dèi,
     	lui non vide uno dei re pari a lui?

   6 	né i brahmani sono autorizzati a partecipare alla scelta,
     	lo svayaṃvara è per gli kṣatriya, questa è regola stabilita,

   7 	o se la fanciulla qualcuno qui non adorna della ghirlanda,
     	dopo averla gettata nel fuoco torniamo ai nostri regni o principi,

   8 	ma se questo brahmano per fanciullezza o per avidità ha fatto,
     	questa offesa ai sovrani della terra non deve in alcun modo essere ucciso,

   9 	per mezzo dei brahmani invero, vive il nostro regno e le ricchezze,
     	e figli e i nipoti e quant'altro di noi si trovi in ricchezze,

  10 	per paura del disonore e per la protezione del nostro dharma,
     	e degli altri svayaṃvara non deve esserci un tale esito.”

  11 	così dicendo quelle tigri fra i re, ritti come barre d'acciaio,
     	volendo prendere Drupada armati lo assalivano,

  12 	vedendo i re irati afferrati gli archi sopraggiungere,
     	Drupada tremava, e prendeva rifugio tra i brahmani,

  13 	a quelli che attaccavano con violenza come elefanti infuriati,
     	andarono incontro i due figli di Pāṇḍu, distruttori di nemici di grande valore,

  14 	quindi con le armi alzate, i sovrani e con le protezioni legate alle braccia e dita,
     	furenti con l'intezione di uccidere i due figli di Pāṇḍu: Arjuna e Bhīmasena,

  15 	allora Bhīma dal meraviglioso valore e agire, il fortissimo, dal valore adiamantino,
     	sradicato un tronco con le braccia da solo, e sfogliatolo, come un grande elefante,

  16 	impugnava l'albero a colpire i nemici, come il re dei morti il suo tremendo bastone, 
     	il pṛthāde dalle larghe e lunghe braccia saltava vicino al pṛthāde toro tra i puru, 

  17  	veduta l'impensapile azione del saggio Jiṣṇu dalla sovrumana mente e azione, col fratello
     	il Dāmodara al fratello valorossimmo nella lotta colla mazza, questo discorso disse:

  18 	“quello che assalendo come un bufalo e un grande arco largo un palmo flette,
     	quello è Arjuna non vi è qui dubbio, se io sono Vāsudeva e tu Saṃkarṣaṇa,

  19 	quello che strappando veloce un albero con forza, arresta l'attacco dei re,
     	è ventre-di-lupo, nessun altro dei mortali qui oggi sulla terra ha la forza di fare ciò,

  20 	quello dagli occhi di loto snello, che si muove avanti come un grande leone educato,
     	il bello, col lungo e splendido naso, fattosi avanti quello o imperituro, è il dharmarāja,

  21 	e i due giovani che sono come due Kārttikeya sono i due figli degli aśvin, io penso, 
     	furono salvi dall'incendio della casa di lacca, ho udito i figli di Pāṇḍu e Pṛthā."

  22  	l'armato del vomere, rispose soddisfatto, simile ad una nube di purezza, al fratello minore:
     	"sono felice, per fortuna la nostra zia paterna Pṛthā è salva assieme ai principi kuru."
     


                              CLXXXI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	le pelli di antilope agitando con le mani i tori fra ri-nati
     	dicevano: "non devi aver paura noi combatteremo i nemici.”

   2 	a quei savi che così parlavano Arjuna quasi ridendo 
     	disse: “ voi restate vicino, e rimanete a guardare,

   3 	io, coprendoli con centinaia di frecce appuntite,	
     	li fermerò, come i serpenti infuriati si fermano coi mantra.”

   4 	così afferrato l'arco ottenuto in dote, il grande guerriero,
     	assieme al fratello Bhīma stette immobile come una montagna,

   5 	quindi quei furiosi kṣatriya con Karṇa alla testa, pieni di collera,
     	assalirono quei due privi di paura come due elefanti contro altri elefanti,

   6 	 e quei valorosi re desiderosi di uccidere dicevano queste parole:
     	“in battaglia anche l'uccisione di un brahmano vedendolo combattere è permessa.”

   7 	quindi Karṇa il figlio del sole assaliva con forza Arjuna,
     	cercando la battaglia come un elefante per la femmina contro gli altri maschi,

   8 	Śalya il forte signore dei madra correva contro Bhīmasena, 
     	gli altri con Duryodhana in testa si scontravano coi brahmani,
     	ma leggermente, senza impegno si scontravana allora in battaglia,

   9 	quindi il saggio Arjuna trafiggeva con tre frecce, mentre lo assaliva
     	Karṇa il figlio del sole, rompendogli il forte arco,

  10 	per la violenza di quelle frecce di quei dardi acuminati
     	pur confuso, il figlio di Rādhā con impegno lo inseguiva,

  11 	entrambi quei due, incomparabili per abilità, i migliori dei vincitori,
     	combattevano furiosi, l'un contro l'altro desiderosi di vittoria:

  12 	“ resistendo, guarda, guarda la forza del mio braccio.”
     	così con le parole proprie dei guerrieri, si parlavano l'un l'altro,

  13 	quindi accortosi che il valore delle braccia di Arjuna era ineguagliabile, 
     	sulla terra, il figlio del sole, Karṇa com maggior furia, combatteva,

  14 	le frecce scagliate da Arjuna con grande forza allora,
     	avendo parato, urlava forte, e i soldati lo applaudivano.

  15 	Karṇa disse:
     	“sono compiaciuto per te o primo dei savi, per il valore del tuo braccio in battaglia,
     	per il tuo coraggio e per l'abilità nei dardi e nelle armi,

  16 	sei tu forse la scienza dell'arco in persona, o Rāma o migliore dei savi?
     	o Indra dai sauri cavalli in persona, o in persona l'imperituro Viṣṇu?

  17 	per nascondere te stesso ti affidi al valore del tuo braccio,
     	assunta la forma di un savio? allora contro di me combatti!

  18 	a me furioso in battaglia, nessun altro che il marito di Śacī in persona,
     	può combattere contro, o se uomo, solo il pāṇḍava, il coronato.”

  19 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	a lui che così parlava Phalguna rispondeva:
     	“non sono o Karṇa, la scienza dell'arco, non sono il potente Rāma,
     	un brahmano sono e il migliore dei guerrieri, il migliore di tutti gli armati,

  20 	devoto al brahman e alle armi del distruggi-fortezze per insegnamento del guru, 
     	sono oggi schierato in battaglia per sconfiggerti, e tu o valoroso resta fermo!”

  21 	così apostrofato il figlio di Rādhā Karṇa, dalla battaglia si allontanava,
     	la potenza del brahman pensando allora invincibile quel grande guerriero,

  22 	ma in battaglia si scontravano o re, Śalya e ventre-di-lupo,
     	quei due forti l'un contro l'altro furiosi, con energia e rivalità,

  23 	l'un contro l'altro in battagla si scontravano come due grandi elefanti furiosi,
     	con le mani e con le ginochia si colpivano vicendevolmente,
     	per un momento i due, l'un l'altro nello scontro si trascinarono,

  24 	quindi Bhīma alzato con le due braccia Śalya sul campo,
     	lo atterrava quel migliore dei forti, risero allora i brahmani

  25 	e ivi un prodigio compiva Bhīmasena, toro fra gli uomini,
     	che quel forte non uccideva il forte Śalya caduto a terra,

  26 	abbattuto Śalya da Bhīmasena, e spaventato Karṇa,
     	allarmati furono tutti i re, e circondavano ventre-di-lupo

  27 	e dissero:” certo questi tori fra i brahmani qui riuniti sono dei virtuosi,
     	andiamo a conoscere qual'è la loro famiglia, e pure dove vivono, 

  28 	chi è capace di opporsi in battaglia al figlio di Rādhā, Karṇa?
     	nessun altro che Rāma, o Droṇa oppure Kṛpa il figlio di Śaravat,

  29 	o Kṛṣṇa figlio di Devakī o Phalguna uccisore di nemici,
     	o chi è capace di respingere Duryodhana in battaglia

  30 	e pure il sovrano dei madra Śalya il migliore dei forti,
     	eccettuato Baladeva o l'eroe pāṇḍava ventre-di-lupo?

  31 	sia fatta una tregua di questa battaglia coi brahmani
     	quindi avendoli conosciuti di nuovo noi combatteremo,

  32 	quell'azione di Bhīma vedendo, Kṛṣṇa capendo che erano i due figli di Kuntī,
     	fermava i sovrani: “secondo il dharma lui l'ha ottenne!” conciliandoli tutti,

  33 	così ritiratisi quegli esperti in battaglia dal combattimento,
     	alla propria dimora andarono tutti meravigliati quegli ottimi re,

  34 	“quell'ottimo brahmano ha compiuto l'agone, e la pāñcāla fu presa dai brahmani.”
     	così parlando se ne andavano quelli che là erano convenuti.

  35 	nascosti dai brahmani, vestiti con pelli di varie antilopi, 
     	con difficoltà procedevano allora Bhīmasena e il conquista-ricchezze,

  36 	liberi dalla folla della gente, e feriti dai nemici,
     	seguiti da Kṛṣṇā, i due valorosi uomini splendevano,

  37 	la loro madre pensava ad una qualche sorta di distruzione,
     	non vedendo tornare i figli, passato il tempo della questua,

  38 	“che non siano stati uccisi, riconosciuti quei tori fra i kuru dai figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	o dalle illusioni di terribili rākṣasa, implacabili nemici,

  39 	che una opinione contraria sia nata pure a Vyāsa grand'anima?”
     	così pensava piena di amore per i figli, Pṛthā,

  40 	quindi nel pomeriggio avanzato come un sole circondato dalle nuvole
     	coi brahmani entrava là Jiṣṇu dietro un brahmano.
     


                              CLXXXII


   1 	vaiśaṁpāyana disse:
     	raggiunta la casa dei bhṛguidi i due pṛthādi, raggiunta Pṛthā da quei due fortissimi,
     	i due pieni di gioia: ” ecco la questua: la figlia di Yajñasena.” dicevano quei grandi uomini,

   2 	da dentro la casa senza guardare i figli ella disse:” godetene tutti insieme.”
     	poi Kuntī vedendo la fanciulla: “ malamente io ho parlato.” così disse

   3 	ella spaventata dall'adharma, rossa dalla vergogna alla figlia di Yajñasena molto felice,
     	si avvicinava Kuntī, prendendola tra le braccia e queste parole diceva a Yudhiṣṭhira:

   4 	“questa figlia del re Drupada dai tuoi due fratelli fu a me consegnata,
     	e per ignoranza io diedi la risposta appropriata o figlio: “ godetene insieme.” così ora, 

   5 	come posso fare per non aver detto il falso? dimmelo o toro dei kuru!”
     	affinché la figlia del re dei pāñcāla non cadesse in un adharma mai prima esistito,

   6 	avendo pensato un momento il re Yudhiṣṭhira dal supremo valore, la madre
     	Kuntī confortando, il principe dei kuru al conquista-ricchezze le parole diceva:

   7 	“da te fu vinta o pāṇḍava la figlia di Yajñasena e con te sarà soddisfatta la figlia del re,
     	accendi il fuoco e fai il sacrificio, e afferra la sua mano secondo le regole.”

   8 	Arjuna disse:
     	“o sovrano, non farmi compiere l'adharma, questo non è il dharma voluto dagli altri,
     	tu sarai lo sposo per primo, quindi Bhīma dal grande braccio e dalle incredibili gesta,

   9 	io, e quindi Nakula dopo di me, per ultimo il figlio di Mādrī Sahadeva,
     	ventre-di-lupo, io, e i gemelli e tu o re, e questa fanciulla tutti insieme saremo,

  10 	in queste circontanze si deve fare quanto è giusto e glorioso, tu pensandoci compi
     	quanto sia il bene della figlia del re dei pāñcāla, parla, tutti siamo pronti ai tuoi desideri.”

  11 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	tutti loro vedendo là davanti, Kṛṣṇā la splendente,
     	guardandosi l'un l'altro, la portavano ben ferma nei loro cuori,

  12 	vedendo Draupadī, di tutti loro infinitamente splendidi,
     	si agitatarono tutti i sensi, e apparve in loro il dio dell'amore,

  13 	il creatore, di desiderabile bellezza aveva fornito la pāñcāla,
     	ed era di gran lunga la più affascinante di tutte le altre creature,

  14 	dall'aspetto, intuendo la loro disposizione, il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,
     	interamente ricordando il discorso del dvaipāyana o toro tra i sovrani,

  15 	diceva ai fratelli che temevano una separazione reciproca:
     	“di tutti noi moglie sarà Draupadī la bella!”



                              CLXXXIII

   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	lortutti, considerata la parola del fratello maggiore, proseguitore della razza di Pāṇḍu allora,
     	a questo dunque pensando nell'animo, si sedevano, quegl'incomparabili per splendore,

   2 	l'eroe dei vṛṣṇi sospettando che loro fossero i principi dei kuru assieme al figlio di Rohiṇī,
     	si recava al laboratorio dei bhṛguidi, dove stavano quei valorosi uomini,

   3 	là Kṛṣṇa, assieme a Balarāma vedeva seduto il senza-rivali dalle grandi e 
     	larghe braccia, da quelli circondato, seduti illuminati dal fuoco,

   4 	allora disse Vāsudeva visitando il figlio di Kuntī, il migliore dei sostenitori del dharma:
     	“io sono Kṛṣṇā.” così abbracciando i piedi di Yudhiṣṭhira, del re discendente di Ajamīḍha,

   5 	e dopo di lui il figlio di Rohiṇī, i kuru felici gioivano di quei due,
     	e anche della zia paterna i due principi yadu afferravano i piedi o principe dei bhārata,

   6 	e il senza-rivali, il principe dei kuru chiese a Kṛṣṇa propriamenta accogliendolo:
     	"come ci hai riconosciuti o Vāsudeva, noi che abitiamo qui tutti nascosti?"

   7 	a lui disse Vāsudeva ridendo: “ il fuoco si riconosce anche nascosto o re,
     	il valore o pāṇḍava, non si può ignorare, chi altro può agire tra gli uomini,

   8 	per fortuna siete salvi da quel fuoco, voi tutti pāṇḍava vincitori di nemici,
     	per fortuna il malvagio figlio di Dhṛtarāṣṭra coi suoi ministri non esaudirà i suoi desideri,

   9 	fortuna sia con voi, e mantenuto sia ciò che è segreto, prosperate come il fuoco acceso,
     	giacché non vi riconosca qualche principe qui, andremo subito agli accampamenti.”
     	e l'imperituro glorioso, col permesso del pāṇḍava partiva in fretta assieme a Baladeva.
     


                              CLXXXIV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Dhṛṣṭadyumna il principe pāñcāla, i due rampolli dei kuru,
     	seguiva allora mentre andavano alla casa del vasaio,

   2 	egli per non essere riconosciuto lasciava tutti gli uomini 
     	e si era nacosto vicino alla casa del vasaio

   3 	alla sera quindi Bhīma distruttore di nenici, Jiṣṇu, e i gemelli di grande risoluzione,
     	la questua avendo fatta, quei nobili e puri a Yudhiṣṭhira la consegnarono,

   4 	quindi Kuntī alla figlia di Drupada disse allora questo gentile discorso:
     	“la prima porzione prendendo o bella, compi l'offerta al brahmano e offri la bhikṣa,

   5 	e cibo a quelli che chiedono, agli uomini che sono fuori attorno offri,	
     	e quindi il resto dividendolo rapidamente in due, darai metà ai quattro, a me e a te,

   6 	e o bella, metà a Bhīma che ha l'aspetto simile a toro infuriato o a bufalo,
     	quel valoroso giovane bufalo dalle solide membra, mangia sempre molto.”

   7 	la figlia del re con viso felice, bene e senza esitare le sue parole,
     	compiva secondo l'ordine ricevuto quella virtuosa, e tutti dunque presero il cibo,

   8 	il figlio di Mādrī Sahadeva rapido, a terra un giaciglio faceva con l'erba kuśa,
     	e tutti gli eroi le proprie pelli distendendo dormirono sulla terra,

   9 	secondo la regola di Agastya, in un luogo vicino alle teste di quei migliori dei kuru,
     	vicino a loro si mise Kuntī e Kṛṣṇā discosta si mise ai loro piedi,

  10 	giaceva sulla terra con i figli di Pāṇḍu facendo coi capelli quasi un cuscino per i loro piedi,
     	ma non vi era infelicità in lei, né disprezzava quei tori fra i kuru,

  11 	questi prodi esperti d'armi, allora cominciaromo a raccontare varie storie,
     	di armi divine e di carri e di nāga, di spade e pure di mazze e asce da guerra,

  12 	queste storie da loro raccontate, il figlio del re dei pāñcāla in quel momento
     	ascoltava e  tutti gli uomini guardavano Kṛṣṇā che lì giaceva,

  13 	Dhṛṣṭadyumna il figlio del re, tutto quanto detto da loro nella notte
     	interamente per far conoscere tutto al re Drupada veloce partiva,

  14 	ma il re dei pāñcāla con un aspetto addolorato, non sapendo che loro erano i pāṇḍava,
     	quel grand'anima a Dhṛṣṭadyumna rispose:” dove si trova e da chi fu presa Kṛṣṇā?

  15 	spero che non da uno śūdra o da un senza-stirpe o da un vaiśya sia presa per la mano,
     	che un piede non mi calpesti la testa, e che la ghirlanda non sia caduta in un crematorio,

  16 	spero che qui sia un uomo della prima casta oppure di buona casta,
     	che qualche vile piede non sia posto sulla mia testa oggi o figlio avendo avuta Kṛṣṇā,

  17 	io sacrificherei con grande piacere avendola unita al pṛthāde, toro fra gli uomini,
     	dimmelo in verità, chi è quel potente vincitore oggi della mia figlia?

  18 	forse che i figli di Vicitravīrya di quel principe dei kuru vivono ancora oggi?
     	forse che dal più giovane pṛthāde fu l'arco afferrato e colpito il bersaglio?”
     


                              CLXXXV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora cosi apostrofato con viso felice narrava al padre il figlio del re,
     	Dhṛṣṭadyumna, il migliore dei somaka, cosa era accaduto e da chi era stata presa Kṛṣṇā:

   2 	“ quel giovane che ha grandi occhi rossi, vestito di nera pelle, nell'aspetto uguale agli dei, 
     	che pose la corda al migliore degli archi e gettava a terra il bersaglio,

   3 	senza esitare veloce se ne andava circondato dai migliori ri-nati e onorato con venerazione,
     	camminava come il dio tonante tra i figli di Diti venerato da tutti gli dèi e ṛṣi, 

   4 	e Kṛṣṇā afferrando una pelle, lo seguiva come una elefantessa contenta il suo elefante, 
     	mentre i sovrani che non lo tolleravano irati allora lo attaccavano,

   5 	e quell'altro che in mezzo ai re e principi con forza divelto un albero,
     	assaliva quel mucchio di principi irato come Yama le creature,

   6 	quei due sotto gli occhi dei principi o sovrano, presa Kṛṣṇā partirono i due preminenti,
     	splendidi come il sole e la luna, fuori dalla città nella bottega di un vasaio,

   7 	là seduta vi era, come la fiamma del fuoco la loro madre, io penso,
     	essendosi seduti in questa guisa, quei tre principi tra gli uomini simili a tre fuochi,	

   8 	a lei allora ai due abbracciati i piedi e avendo detto a Kṛṣṇā: “abbracciami!”
     	e i due allora comunicato a Kṛṣṇā che i migliori tra gli uomini erano usciti alla questua

   9 	e da loro la questua acettando Kṛṣṇā e fatta l'offerta e data ai brahmani, 
     	e dopo aver servito la più anziana e quei grandi uomini anche la propria parte mangiava,

  10 	andati a letto tutti i principi, Kṛṣṇā era di loro un appoggiapiedi,
     	era per terra il loro letto e fatto di erba, e colle pelli come lenzuola,

  11 	risuonando come nere nuvole varie storie raccontarono,
     	non storie con soggetto di vaiśya o di śūdra, né di brahmani raccontarono quegli eroi,

  12 	indubitabilmente essi son tori fra gli kṣatriya, in quanto di battaglie raccontarono o re,
     	la nostra speranza manifestamente ha ottenuto successo, salvi udiamo dall'incendio i pṛthādi,

  13 	dal modo in cui  il bersaglio fu colpito e messa la corda all'arco da colui sorridendo,
     	e da come parlarono tra di loro, travestiti certamente vivono i pṛthādi.”

  14 	quindi il re Drupada deliziato il purohita laggiù faceva andare:
     	“ sappiamo chi siete.”  così parlando il grand'anima: “ certo siete i figli di Pāṇḍu.”

  15 	e poi il discorso ricevuto dal sovrano, il purohita dopo averli salutati e lodati,
     	le parole del sovrano interamente disse loro in ordine quell'esperto di giusti modi:

  16 	“il re della terra vuole conoscervi, Drupada il re dei pāñcāla o meritevoli di doni,
     	il bersaglio colpito vedendo, non scorgeva fine alla sua gioia egli,

  17 	la vostra nascita e stirpe in ordine rivelate, possiate mettere il piede sulle teste dei nemici,
     	confortate il mio cuore e quello del re dei pāñcāla coi suoi seguaci,

  18 	il re Pāṇḍu al re Drupada caro amico fu e come se stesso era per lui,
     	e lui ha il desiderio, che sua figlia sia la nuora del kaurava,

  19 	questo il desiderio del re Drupada fermo sempre nel cuore o voi dalle membra perfette:
     	' oh se Arjuna dalle larga e lunghe braccia potesse ottenere mia figlia secondo il dharma!' "

  20 	così apostrofato il re, guardando il purohita davanti a lui con fare modesto,
     	ordinava al vicino Bhīma: " l'acqua ospitale per i piedi a lui dunque sia offerta."

  21 	onorato il purohita del re Drupada a lui la pūjā come a un principe,
     	fece dunque Bhīma o re degli uomini, e la pūjā essendo accettata,

  22 	al brahmano, al purohita, Yudhiṣṭhira pieno di gioia così disse:
     	“ la figlia dal re dei pāñcāla che guarda al proprio dharma secondo il suo desiderio fu data,

  23 	la prova ordinata dal re Drupada da questo valoroso è stata compiuta,
     	non vi sia qui alcun dubbio di casta, né di condotta né di famiglia o stirpe,

  24 	legando la corda all'arco e avendo trafitto il bersaglio fu realizzata la prova,
     	da questo grand'anima, e Kṛṣṇā vinta in mezzo all'assemblea dei principi,

  25 	in tali circostanze oggi il re discendente di Somaka non deve essere addolorato per il dispiacere,
     	e il desiderio che aveva il re Drupada, anche questo si compirà di quel principe,

  26 	di bellezza irraggiungibile questa figlia del sovrano io o brahmano, rettamente credo,
     	non a quell'arco un debole può mettere la corda, ma uno duro come il ferro,
     	né un non esperto di armi, di bassa nascita può far cadere il bersaglio,

  27 	perciò causa di dolore per la figlia, il re dei pāñcāla oggi non deve avere,
     	nessun altro uomo è capace di abbattere il bersaglio a terra.”

  28 	così parlava duque yudhiṣṭhira ma un altro messo del re dei pāñcāla immediatamente
     	là giungeva veloce, un secondo uomo, dichiarando: 'laggiù la festa è pronta!'
     


                              CLXXXVI


   1 	il messaggero disse:
     	“ il cibo per la sposa il re drupada per il matrimonio ha fatto prepare, 
     	raggiugetelo, e  fatta ogni cerimonia, Kṛṣṇā là, non a lungo starà,

   2 	questi carri variegati di loti d'oro, a buoni cavalli aggiogati, sono adatti a sovrani della terra, 
     	su questi carri salendo, recatevi dunque tutti al palazzo del re dei pāñcāla.”

   3 	vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi partiti quei tori fra i kuru, il purohita per primo mandato
     	stando in questi grandi veicoli Kuntī, Kṛṣṇā e quei potenti là andarono,

   4 	ma udendo dal purohita i discorsi che il dharmarāja disse o bhārata,
     	desiderando conoscere la stirpe dei migliori tra i kuru molti ricchezze, metteva insieme,

   5 	e frutti, e ghirlande meravigliose, e scudi e armature e seggi,
     	e vacche o re, e corde e altri strumenti per l'agricoltura,

   6 	e gli altri manufatti che c'erano erano tutti bene approntati là completamente,
     	e per il divertimento quegli strumenti tutti là faceva preparare il re,

   7 	carri, cavalli, e armature, splendenti spade, grandi e splendidi carri e cavalli,
     	e i migliori archi, e le principali frecce, e potenti lance incrostate d'oro,

   8 	e potenti bhuśuṇḍi, e asce e tutto quanto vi è di marziale,
     	e inoltre svariati divani ottimamente costruiti vi erano là,

   9 	Kuntī, presa la virtuosa Kṛṣṇā nel gineceo di Drupada entrava,
     	e le donne salutavano la regina dei kuru ad una ad una, con impareggiabile gentilezza,

  10 	vedendoli avanzare con passo di leoni, gli occhi di grandi tori, con le pelli per indumenti,
     	con la spalla sinistra coperta, avendo braccia come re-serpenti, quei principi tra gli uomini,

  11 	il re i ministri reali tutti, e il figlio del re e anche gli amici,
     	e i servi tutti totalmente o re, gioia ne ottennero grandemente colà,

  12 	gli eroi là in quei supremi e preziosissimi seggi, coi poggiapiedi, senza apprensione
     	in successione sedettero quei grandi uomini allora pieni di meraviglia,

  13 	e serve e servi, vestiti con linde vesti, vari cibi principeschi in piatti d'oro, 
     	e d'argento, servivano, portando anche via il cibo avanzato,

  14 	quei principi degli uomini là avendo mangiato molto, secondo il proprio desiderio sazi,
     	trascurando tutte le ricchezze la, agli strumenti di guerra si avviarono quei valorosi uomini,

  15 	questo notando il figlio di Drupada e il re con i ministri per primi,
     	resero onore riempiendosi di gioia, ai figli di Kuntī figli e nipoti di sovrani.
     


                              CLXXXVII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi il re pāñcāla invitando il principe Yudhiṣṭhira, 
     	accogliendolo con l'accoglienza per un brahmano, quell'illustrissimo

   2 	quell'anima nobile interrogava il figlio di Kuntī glorioso:
     	" qual'è la vostra nascita o signore, tra gli kṣatriya o tra i brahmani?

   3 	o tra i vaiśya o siete nati in un grembo di śūdra, dotati di qualità?
     	o ricorrendo alla magìa dei siddha che si muovono in ogni luogo,

   4 	siete  discesi dal cielo con lo scopo di vedere Kṛṣṇā?
     	a noi dicci la verità o signore, qui un dubbio grande abbiamo noi,

   5 	nella fine di questo dubbio la nostra mente raggiunga la contentezza,
     	se noi abbiamo sublimi destini, o distruttore di nemici,

   6 	secondo il tuo desiderio dicci la verità, la verità risplende tra i re,
     	e come merito per il  sacrificio non si deve dire una menzogna,

   7 	avendo udito che la tua parola è simile agli immortali o vincitotore di nemici
     	certamente riguardo al matrimonio io disporrò secondo le regole.”

   8 	yudhiṣṭhira disse:
     	“non avere o re, perplessità o pāñcāla, la felicità sia con te,
     	l'aspirazione che desideravi si è senza dubbio, compiuta,

   9 	noi siamo kṣatriya o re, i figli di Pāṇḍu grand'anima,
     	sappi che io sono il maggiore dei figli di Kuntī, questi due sono Bhīma e Arjuna,
     	dai quali tua figlia o re, fu conquistata nell'assemblea dei re,

  10 	i due gemelli qui sono o re dei re, dove Kṛṣṇā è seduta, 
     	allontana il dolore dalla mente, noi siamo kṣatriya o toro fra gli uomini,
     	questa tua figlia come un loto da un lago ad un altro, è andata,

  11 	così è la verità o grande re, e tutta io la dico te,
     	o signore, tu sei il guru, il nostro supremo rifugio.”

  12 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora il re Drupada con gli occhi pieni di gioia,
     	non era in grado di rispondere appropriatamente a Yudhiṣṭhira, 

  13 	con uno sforzo quel distruttore di nemici, trattenura la gioia, 
     	appropriatamente allora il re rispose a Yudhiṣṭhira

  14 	e chiese a lui quell'anima pia, come essi fossero fuggiti prima,
     	e il pāṇḍava a lui tutto raccontava in ordine,

  15 	queste parole del figlio di Kuntī avendo ascoltato il re Drupada,
     	biasimava allora il sovrano di genti Dhṛtarāṣṭra,

  16 	e confortava il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,
     	e Drupada, il migliore dei parlanti gli promise il regno,

  17 	quindi Kuntī e Kṛṣṇā con Bhīmasena e Arjuna,
     	e i gemelli col permesso del re entrarono nella grande casa

  18 	là essi abitarono o re onorati da Yajñasena,
     	e li consolava allora il re assieme ai figli e disse loro:

  19 	“sia presa la mano secondo le regole oggi, o rampolli di kuru,
     	in un puro giorno, il grandi-braccia Arjuna compia la festa!”

  20 	quindi a lui disse il re figlio di Dharma Yudhiṣṭhira:
     	“da me invece sarà fatto il matrimonio ora o signore dei genti.”

  21 	Drupada disse:
     	“o signore di mia figlia secondo le regole abbia la mano
     	il valoroso che tu credi, a costui assegna Kṛṣṇā.”

  22 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“di tutti noi Draupadī o re, la moglie sarà,
     	così disse prima mia madre o signore dei popoli,

  23 	e invero io non sono sposato e neppure Bhīmasena il figlio di Pāṇḍu,
     	dal pṛthāde fu conquistata la meravigliosa gemma di tua figlia,

  24 	questo è il nostro l'accordo o re, di godere insieme della gemma,
     	né questo accordo noi vogliamo rompere o migliore dei sovrani,

  25 	di tutti noi secondo il dharma, Kṛṣṇā moglie sarà,
     	secondo l'ordine di tutti prenderà la mano nel fuoco.”

  26 	Drupada disse:
     	“ad uno solo molte mogli sono permesse o rampollo dei kuru,
     	ma mai ad una sola donna molti uomini sono concessi,

  27 	questo è contrario ai veda e al mondo, tu, un puro virtuoso non l'adharma
     	devi compiere o kuntīde, da dove sorge una tale decisione?”

  28 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ sottile è il dharma o grande re, non di esso noi conosciamo la via, 
     	degli antichi secondo l'ordine la passata via noi seguiamo,

  29 	nessuna parola mai pronunciai falsa, non giace nell'adharma la mia opinione,
     	mia madre ha detto così, e questo è anche il mio pensiero,

  30 	questo dharma è certo o re, seguilo e non uscirai dalla retta via,
     	non aver qui in alcun modo, nessun dubbio, o sovrano.”

  31 	Drupada disse:
     	“tu e Kuntī, o kuntīde e Dhṛṣṭadyumna, mio figlio,
     	parlatene domani, faremo ciò che si deve fare.”

  32 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	imsieme allora tutti parlarono o bhārata 
     	quindi il dvaipāyana o re, spontaneamente giungeva.
     


                              CLXXXVIII


   1 	Vaiśaṁpāyana  disse:
     	quindi i pāṇḍava tutti e il pāñcāla dalla grande gloria,
     	alzandosi incontro al grand'anima vedendolo, lo salutarono cerimoniosamente,

   2 	contraccambiando il saluto a tutti loro, e informandosi alla fine della salute,
     	in un magnifico seggio d'oro sedette quel grande inttelletto,

   3 	tutti loro col permesso di Kṛṣṇa dall'incommensurabile splendore,
     	in seggi preziosi sedettero quei migliori dei bipedi,

   4 	quindi dopo un istante un dolce discorso pronunciando il figlio di Pṛṣata,
     	domandava a quel grand'anima riguardo a Draupadī, il signore di popoli:

   5 	“ come un sola donna può essere di molti, senza che vi sia confusione del dharma?
     	questo a noi tutto o signore rispondi secondo verità.”

   6 	Vyāsa disse:
     	“essendo questo dharma dubbio e non conforme ai veda e al mondo,
     	di ciascuno di voi, ciascuna opinione voglio sentire.”

   7 	Drupada disse:
     	“questo è contrario al dharma, nella mia opinione, contrario ai veda e al mondo,
     	infatti non si può trovare che una moglie sia di molti o migliore dei ri-nati,

   8 	e neppure fu seguito questo dharma dagli antichi grandi anime,
     	neppure in luoghi diversi, questo dharma mai si deve seguire,

   9 	quindi non sono convinto di agire così contro la regola,
     	confuso e dubbio questo dharma mi appare.”

  10 	Dhṛṣṭadyumna disse:
     	“in che modo il fratello maggiore la moglie del più giovane o toro dei bisnati,
     	possa avvicinare o brahmano, restando un uomo giusto o ricco in tapas?

  11 	né attraverso qualche sottigliezza troviamo il fine di questo dharma,
     	o l'adharma è dharma oppure questa azione non è possibile

  12 	che sia fatta da gente di nostra fatta o brahmano, quindi non sono convinto io
     	in alcun modo che Kṛṣṇā divenga moglie di cinque uomini.”

  13 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ mai io dissi parola ingiusta, nè la mia opinione è radicata nell'adharma,
     	nella mente mia si agita il pensiero: ' questo non è assolutamente contro il dharma.'

  14 	anche anticamente si udì che una donna Jaṭilā di nome, una gotamide,
     	abitava con sette ṛṣi o migliore dei sostenitori del dharma, 

  15 	e la parola del guru la dicono essere dharma, o migliore dei sapienti nel dharma, 
     	e di tutti i guru la madre è il supremo guru,

  16 	ella disse la parola : 'voi godetene come per la bhaikṣa.'
     	perciò questo io penso sia dharma o migliore dei bisnati.”

  17 	Kuntī disse:
     	“così è  come ha detto Yudhiṣṭhira che sempre agisce nel dharma, 
     	della parola falsa io ho pungente paura, sia io liberata da ogni falsità.” 

  18 	Vyāsa disse:
     	“ tu sei libera dalla falsità o virtuosa, e questo è il dharma eterno,
     	io non parlerò per tutti, ma tu ascoltami o re pāñcāla,

  19 	come questo dharma fu stabilito e come esso è eterno,
     	e come disse il kuntīde, questo è il dharma, non vi è dubbio.”

  20 	vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi alzatosi il venerabile Vyāsa, il dvaipāyana potente,
     	per mano preso il re con lui entrava nella reggia,

  21 	ma i pāṇḍava e Kuntī e Dhṛṣṭadyumna il nipote di Pṛṣata,
     	perplessi aspettavano in quel luogo, entrambi quei due,

  22 	quindi il dvaipāyana a quell'Indra degli uomini al grand'anima
     	raccontava come è nel dharma che una sia moglie di molti.
     


                              CLXXXIX


   1 	Vyāsa disse:
     	“una volta nella foresta di naimiṣa gli dèi erano intenti in un sattra,
     	colà il figlio di Vivasvat o re, compiva il sacrificio allora,

   2 	quindi Yama purificato non portava morte alcuna alle creature, 
     	perciò vi erano moltissime creature trascurate dalla morte dimentica del tempo,

   3 	quindi Śakra, Varuṇa, Kubera, i sādhya, i rudra,  i vasu, e i due aśvin,
     	e gli altri dèi si recarono da Prajāpati guida degli esseri colà,

   4 	quindi insieme dissero al guru del mondo:' forte paura abbiamo per l'aumento degli umani,
     	perciò tremanti di pauram desiderosi di pace, veniamo tutti a te che sei il rifugio.'

   5 	Brahmā disse:
     	' perchè la vostra paura degli uomini quando tutti voi siete immortali
     	non abbiate mai paura di fronte ai mortali.'

   6 	gli dèi dissero
     	'i mortali sono diventati immortali nessuna distinzione vi è
     	da questa uguaglianza agitati siamo qui venuti per distinguerli da noi.'

   7 	Brahmā disse:
     	'il figlio di Vivasvat è impegnato nel sattra, a causa di ciò non muoiono gli uomini,
     	perciò una volta compiuto ogni rito, allora di nuovo avranno la morte, 

   8 	il corpo del figlio di Vivasvat stesso, aumentato dalla vostra energia unita,
     	di essi compirà la fine a tempo debito, scarso sarà il valore negli uomini.' “

   9 	Vyāsa disse:
     	“ quindi udite le parole del primo dio, gli dèi, là dove gli dèi sacrificavano,
     	insieme seduti quei potenitissimi scorgevano la Bhāgīrathī ornata di loti,

  10 	e avendola vista, essi divennero meravigliatii e tra essi il potente Indra colà si recava,
     	egli vide una giovane splendente di fuoco, là dove la Gaṅgā sempre sgorga,

  11 	la giovane piangente, assetata, tuffandosi raggiungeva la dea Gaṅgā,
     	una sua goccia di lacrima cadeva nell'acqua, questa là divenne un loto d'oro,

  12 	questo miracolo vedendo il dio-tonante allora chiedeva alla splendida lì vicino
     	'chi sei tu, perchè piangi, e per quale motivo? una sincera risposta se vuoi dammi.'

  13 	la donna disse:
     	' tu qui saprai chi io sia o Śakra, e per quale motivo io pianga disperata,
     	vieni o re, io andrò avanti e vedrai per quale motivo io piango.' “

  14 	Vyāsa disse:
     	“ la seguiva allora mentre procedeva, e vedeva lì vicino un bellissimo giovane,
     	che stando su un trono con una giovane, giocava a dadi sulla sommità di una montagna,

  15 	e a lui diceva il re degli dèi: ' sappi che in mio potere ogni creatura si trova,
     	il signore io sono.' irato  gli diceva vedendolo perfettamente attento ai dadi,

  16 	scorgendo Śakra incollerito, quel dio sorrise e dolcemente guardava Śakra,
     	da lui guardato allora immobilizzato fu il re degli dèi, saldo come una colonna,

  17 	quando la sua partita fu finita, allora diceva alla dea piangente:
     	'sia condotto costui lontano da me, e di nuovo non si avvicini quest'arrogante.' 

  18 	quindi Śakra appena toccato da lei, con le membra rilassate cadeva a terra,
     	a lui disse il beato dal terribile splendore: 'non fare mai più così,

  19 	e gira questa grande pietra, la forza e il tuo valore sono senza limiti
     	e rimossala entra in mezzo ad essa, dove siedono altri simili a te, splendenti come il sole.'

  20 	egli girata la sommità di quel macigno, quattro altri di uguale splendore vedeva,
     	egli questi vedendo pieno di dolore divenne: ' non sarò come questi io.'

  21 	quindi il dio signore dei monti al dio tonante girando gli occhi irato disse:
     	'in questa caverna entra tu o dai Cento-riti, giacchè per la tua stoltezza prima mi offendesti.'

  22 	così apostrofato dal potente, il re degli dèi violentemente tremando per l'umiliazione, 
     	con le membra molli, come una foglia d'albero spinta dal vento sulla cima del re dei monti,

  23 	egli a mani giunte trattenendo il fiato, violentemente tremando essendo così apostrofato,
     	diceva al terribile dio dalle molte forme: 'tu sei il giudice di ogni resto o beato.'

  24 	a lui disse ridendo il potente arciere: ' così comportandosi non si ottiene qui la libertà,
     	pure costoro così agirono prima, perciò in questa grotta entrando ora giacete,

  25 	pure a voi sarà senza dubbio data licenza, tutti entrerete in un grembo umano,
     	là, avendo compiute imprese irresistibili, procurando la morte di molti altri, 

  26 	tornerete di nuovo al prezioso mondo di Indra ottenendolo per la vostra azione di prima,
     	tutto quello che io dunque ho detto così deve essere compiuto, e altro secondo lo scopo.'

  27 	i precedenti Indra dissero 
     	' scenderemo dal divino mondo in quello umano dove difficile è stabilita la liberazione,
     	gli dèi ci genereranno nella madre: Dharma, Vāyu, il munifico Indra e gli aśvin.' “

  28 	Vyāsa disse:
     	“questo parole udendo, il dio folgorante ancora questo diceva al migliore degli dèi:
     	' per fare mio figlio io darei la quinta parte del mio valore all'uomo e a costoro.'

  29 	il loro desiderio, il beato dal terribile arco garantiva, gentilmente come dicevano di desiderare,
     	e pure a loro in moglie dava tra gli uomini, la donna più amabile al mondo: Śrī, 

  30 	assieme a costoro quindi il dio andava dall'incommensurabile Nārāyaṇa,
     	e anche lui questo questo, concedeva, quindi tutti nascevano sulla terra, 

  31 	e pure Hari strappava due capelli uno bianco e l'altro nero,
     	e questi due capelli entravano nella famiglia degli yadava, nelle due donne Rohiṇī e Devakī,
     	da questi due per primo nasceva Baladeva, il secondo fu Kṛṣṇā il lunghi-capelli,

  32 	e quelli che prima identici a Śakra erano prigionieri in quella grotta della più alta montagna,
     	quaggiù sono i valorosi pāṇḍava e il figlio di Śakra è il pāṇḍava l'ambidestro,

  33 	così come pāṇḍava nacquero quelli che prima erano gli Indra o re,
     	e Lakṣmī che prima ho menzionata come loro moglie, costei è Draupadī dalla bellezza divina,

  34 	forse che la donna alla fine del rito scaturiva dalla terra per altro motivo che per destino?
     	lei la cui bellezza è come il sole e la luna e il cui profumo si espande fino ad un krośa?

  35 	per gentilezza quest'altro dono meraviglioso io ti do o re degli uomini:
     	una vista divina; guarda i figli di Kuntī forniti dei loro divini puri corpi precedenti.”

  36 	vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi Vyāsa con azione supremamente generosa quel puro savio per i suo tapas, al re
     	una divina vista donava, il re tutti loro vide nei corpi precedenti come gli aveva detto,

  37 	egli vide quindi quei divini inghirlandati, uguali a Śakra, dal colore del sole e del fuoco,
     	che apparivano giovani e di piacevole aspetto, dai larghi toraci, alti come palme, 

  38 	con divini abiti puliti, dai bei colori, e con eccellenti ghirlande, grandemente adornati,
     	in persona come i rudra o i divini vasu o gli Aditya dotati di tutte le qualità
     	vedendo quei precedenti Indra bellissimi, deliziato ne fu il re Drupada e meravigliato,

  39 	avendo ottenuta quella incommensurabile magìa, la bellissima Śrī, la migliore,
     	pari a loro per splendore nell'aspetto, come loro moglie prosperosa vide il re dei re,

  40 	egli vedendo la bellezza di quel grande prodigio, afferrava i piedi del figlio di Satyavatī:
     	“questo non è una meraviglia per te o grande ṛṣi.” ed egli con mente calma gli disse:

  41 	Vyāsa disse:
     	“vi era in una foresta di asceti la figlia di un ṛṣi grand'anima,
     	ma non trovava marito quella fanciulla bella e virtuosa,

  42 	si soddisfaceva ella in un tapas terribile invero per Śamkara,
     	a lei disse il signore contento: ' scegli tu stessa una grazia.'

  43 	così apostrofata disse la fanciulla al dio signore, fiume di doni:
     	'un marito dotato di tutte le qualità voglio.' questo ripetutamente,

  44 	il signore degli dèi a lei diede per affetto quel dono:
     	' cinque mariti i migliori così avrai.' così Śaṃkara,

  45 	ella per propiziarsi il dio così di nuovo vi si rivolgeva	:
     	'di un solo marito dotato di qualità io ho bisogno.' allora
     	a lei il dio degli dèi con animo affettuoso di nuovo disse queste belle parole:

  46 	cinque volte tu mi hai detto:' dammi un marito.' ripetutamente,
     	questo così sarà o virtuosa, e a te questo caro sia dunque,
     	avendo ottenuto un altro corpo quanto detto avverrà.' 

  47 	questa o Drupada è quella che nacque figlia tua, dalla bellezza divina,
     	moglie di cinque fu stabilito che fosse Kṛṣṇā la virtuosa nipote di Pṛṣata,

  48 	da cielo Śrī per i pāṇḍava fu sorta dal grande sacrificio,
     	ella quaggiù un duro tapas compiendo d'esser tuo figlia ottenne,

  49 	questa dea splendida venerata dagli dèi, moglie di cinque per il suo agire
     	fu creata come moglie divina dal Nato-da-sé, udito ciò o re Drupada, compine il desiderio.”