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13. Vaivāhika

( Il libro delle nozze I, 190-191)


                              CXC


   1 	Drupada disse: 
     	" non avendo prima udito il tuo discorso o grande ṛṣi, io ho tentato di fare ciò,
     	ma non posso distaccarmi da quanto stabilito, avendo saputo di questo comando,

   2 	l'intreccio del destino non si può impedire, del proprio agire non vi è qui esito alcuno,
     	il modo fatto per avere uno sposo, è divenuto causa di molti,

   3 	quando Kṛṣṇā diceva precedentemente:' molti mariti dammi o beato.'
     	ed egli:' così sia la grazia!' disse a lei il dio che conosce il bene supremo che qui c'è,

   4 	quando questo ordine viene da Śaṃkara, giusto o ingiusto che sia non v'è trasgressione,
     	secondo le regole prendano la sua mano, secondo il desiderio sia data Kṛṣṇā a loro.”

   5 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi diceva il venerabile al dharmarāja: “ oggi è giorno sacro o pāṇḍava, 
     	oggi la luna va in congiunzione con pauṣya, oggi tu per primo prenderai la mano di Kṛṣṇā.”

   6 	quindi il re Yajñasena con il figlio, per le nozze tutto quanto era prescritto, volentieri
     	preparava, e purificata la figlia Kṛṣṇā, e con molte ricchezze la adornarono,

   7 	quindi tutti i suoi amici insieme vennero, e i consiglieri e ministri
     	a vedere il matrimonio, supremamente contenti e i ri-nati e i cittadini secondo il rango,

   8 	il suo palazzo adornato dalla gente di servizio e velocemente abbellito con fiori di vari loti,
     	con varie e molte gemme preziose, era come il cielo pieno di pure stelle,

   9 	quindi i figli del re dei kaurava, questi giovani adornati di orecchini,
     	con preziose vesti, spalmati di unguenti, fatti i lavacri, compiuti i riti propiziatori,

  10 	splendidi come il fuoco acceso secondo la regola, col purohita assieme a Dhaumya o potente,
     	in ordine tutti entrarono in quel palazzo, come dei grandi tori gioiosi nella stalla,

  11 	quindi l'esperto dei veda sacrificava con dei mantra al brillante fuoco, 
     	e quel sapiente di mantra, condotto Yudhiṣṭhira lo univa con Kṛṣṇā,

  12 	e alla pradakṣiṇa quei due, mano nella mano, conduceva l'esperto dei veda, 
     	quindi il purohita avendo congedato quello splendido guerriero, i due dalla casa uscivano,

  13 	e in ordine di età i figli del re, presero la mano della migliore donna, 
     	in successione, quei grandi guerrieri di suprema bellezza, continuatori della stirpe dei kuru,

  14 	il savio ṛṣi chiamava il successivo uomo, e qui vi fu un supremo portento,
     	che la donna dal vitino di vespa, e dal grande portamento, era vergine in ciascun giorno,

  15 	celebrate le nozze, Drupada, dava varie e supreme ricchezze ai grandi guerrieri, 
     	cento carri adornati coi migliori cavalli, a quattro aggiogati, con ghirlante e morsi d'oro,

  16 	cento elefanti screziati di rosso, come cento montagne crestate di neve,
     	e cento schiave belle e giovani, dal prezioso valore, con ghirlande, vesti, e gioielli,

  17 	e a ciascuno dava in dono diecimila monete, il re lunare, prendendo Agni come testimone,
     	e inoltre vesti e gioielli pieni di splendore e molto preziosi,

  18 	e finito il matrimonio allora i pāṇḍava ottenuta quella ricchezza di splendidi gioielli,
     	vivevano felici, come Indra, quei fortissimi nella città del re dei pāñcāla.
     


                              CXCI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	fatta dunque un'alleanza coi pāṇḍava, Drupada però,
     	non aveva in alcun modo nessuna paura, nemmeno degli dèi,

   2 	le donne di Drupada grand'anima incontrando Kuntī,
     	il proprio nome dicendo, ai suoi piedi andavano con le loro fronti,

   3 	e Kṛṣṇā vestita di lino, col filo rituale del matrimonio,
     	fatto il reverente saluto alla suocera stava inchinata a mani giunte,

   4 	e a lei piena di bellezza e di contegno, che agiva con ottima condotta,
     	alla nuora Draupadī, Pṛthā diceva con amore e benedizione:

   5 	“come Indrānī al dio dai fulvi cavalli, e Svāhā al fuoco luminoso
     	e come Rohiṇī a Soma e Damayantī a Nala,

   6 	come Bhadrā al figlio di Viśravaṇa e come Arundhatī a Vasiṣṭha,
     	come Lakṣmī a Nārāyaṇa, così che tu, coi tuoi mariti,

   7 	sia madre prolifica, e di eroi o virtuosa, e piena di molta felicità,
     	fortunata, fornita di cibo, consacrata moglie, fedelissima,

   8 	gli ospiti giunti, i sādhu, i fanciulli, i vecchi e i guru,
     	onorando secondo le regole, sempre così passino i tuoi giorni,

   9 	nei regni a cominciare da kurujāṅgala e nelle belle città,
     	perciò, tu consacra con acque lustrali il sovrano figlio di Dharma,

  10 	col loro valore sarà conquistata la terra dai tuoi potentissimi mariti,
     	e tutto offri ai brahmani nell'aśvamedha, quel grande sacrificio,  

  11 	nella terra quelle gemme che sono preziose, o piena di qualità,
     	queste ricchezze ottieni tu, e sii felice per cento anni,

  12 	e come io ti auguro o figlia, oggi coperta di lino,
     	così di nuovo augurerò a te, quando sarai perfetta madre di un figlio.” 

  13 	quindi ai pāṇḍava che si erano sposati, Hari mandava 
     	vari gioielli, perle montane e ornamenti,

  14 	e vesti preziose da vari luoghi il mādhava
     	e preziose pellicce, piacevoli al tocco, e splendide,

  15 	e vari grandi veicoli, e tappeti e letti,
     	eccellenti gemme e diamanti, e centinaia di vasi

  16 	e adornate e dotate di bellezza e gioventù e abilità
     	migliaia di schiave di varie regioni diede loro Kṛṣṇa,

  17 	e bei elefanti addomesticati, ed eccellenti cavalli adornati,
     	e carri d'avorio, adornati con bellissime stoffe colorate,

  18 	e inoltre milioni di misure d'oro naturale,
     	raffinato a vaglio, diede loro l'uccisore di Madhu, anima impareggiabile, 

  19 	tutto questo accettava il dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	pieno di grandissima gioia, per il desiderio di compiacere Govinda.