(Per accedere alle note passare il mouse sul testo evidenziato)

17. Subhadrāharaṇa

( Il libro del rapimento di Subhadrā I, 211- 212)

               

                              CCXI


   1 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi dopo vari giorni su quel monte raivataka
     	si svolgeva una grande festa dei vṛṣṇi e degli andhaka o sovrano,

   2 	là doni davano i valorosi bhoja, vṛṣṇi e andhaka a migliaia,
     	ai brahmani allora di quella grande montagna, 

   3 	e con piattaforme e varie gemme di quella montagna ogni
     	luogo era abbellito o re, con lanterne ovunque,

   4 	e gli strumenti musicali là i musici suonavano insieme,
     	e danzavano i danzatori, e cantavano canzoni i cantori,

   5 	e adornati erano i principi dei vṛṣṇi di grande vigore,
     	e con carri con molte parti d'oro si muovevano in ogni luogo,

   6 	e i cittadini a piedi, e anche su svariati carri,
     	con le mogli e il seguito erano dunque centinaia di migliaia,

   7 	quindi il potente, l'armato di vomere eccitato, assieme alla moglie Revatī, 
     	e seguito da musici si aggirava là o bhārata,

   8 	e inoltre il re dei vṛṣṇi Ugrasena il glorioso,
     	era celebrato da cantori e accompagnato da migliaia di donne,

   9 	il figlio di Rukmiṇī e Sāmba eccitati e insieme ubriachi,
     	quei due indossando divine vesti e ghirlande si aggiravano come immortali,

  10 	e Akrūra, Sāraṇa e Gada e Bhānu, Viḍūratha
     	e Niśaṭha e Arudeṣṇa e Pṛthu, e Vipṛthu,

  11 	e Satyaka e Sātyaki, Bhaṅgakāra e Sahācara,
     	e Kṛtavarman il figlio di Hṛdika, e molti altri che non sono citati,

  12 	costoro circondati da donne e da musici ad uno ad uno,
     	quella festa sulla raivataka illuminavano allora,

  13 	allora mentre c'era quella meravigliosa musica
     	Vāsudeva e il pṛthāde insieme quei due passeggiavano,

  14 	e là aggirandosi i due, la bella figlia di Vasudeva, 
     	Bhadrā, in ghingheri in mezzo alle amiche i due videro,

  15 	e vedendola ad Arjuna naque una passione d'amore,
     	e Kṛṣṇa scorgeva il pṛthāde con il cuore infiammato,

  16 	quindi disse quell'occhi-di-loto quasi ridendo o bhārata, 
     	“come può la mente di un abitante della foresta essere agitata dall'amore?

  17 	quella è mia sorella o pṛthāde sorella uterina di Sāraṇa,
     	se tu ne hai l'intenzione, io stesso ne parlerò a mio padre.”

  18 	Arjuna disse:
     	“la figlia di Vasudeva, la sorella di Vāsudeva, 
     	dalla bellezza adornata, chi da lei non sarebbe agitato,

  19 	sarebbe certamente fatta l'intera mia felicità,
     	se mia moglie fosse la vṛṣṇi tua sorella,

  20 	dimmi quale mezzo vi sia per ottenerla o Janārdana,
     	cosi io agirò in tutto se questo è possibile ad un uomo.”

  21 	Vāsudeva disse:
     	“lo svayaṁvara è il matrimonio degli kṣatriya o toro fra gli uomini,
     	esso è incerto o pṛthāde, a motivo della propria naturale disposizione,

  22 	il rapimento per conquista è pure approvato dagli kṣatriya,
     	questi i due modi di sposarsi dei guerrieri, dicono essere i sapienti del dharma,

  23 	tu o Arjuna prendendo la bellissima mia sorella, 
     	rapisci, nel suo svayaṃvara chi sa quale cosa ella farebbe?”

  24 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora Arjuna e Kṛṣṇa risolvendo di così fare, 
     	i due spedirono veloci uomini allora

  25 	al dharmarāja che era ad indraprastha e a tutto questo 
     	avendolo udito, il pāṇḍava grandi-braccia acconsentiva.
     


                              CCXII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi avuta l'informazione del permesso, il conquista-ricchezze,
     	sapendo che la fanciulla era andata sul raivataka o Janamejaya,

   2 	chiesto il permesso di andare a Vāsudeva, e stabilito come si doveva fare,
     	conosciuta l'opinione di Kṛṣṇa, partiva quel toro dei bhārata,

   3 	con un carro con le sue parti in oro, e costruito a regola d'arte,
     	con aggiogati i cavalli Sainya e Sugrīva e un cerchio di piccoli sonagli,

   4 	fornito di tutte le armi, e dal rumore di tuono tra le nuvole,
     	avendo lo splendore del fuoco acceso, pronto all'uccisione dei nemici,

   5 	armato con l'armatura e la spada, allacciate le protezioni per braccia e dita,
     	col pretesto della caccia, e contemporaneamente o bhārata, 

   6 	mentre Subhadrā venerava quel re dei monti, il potente raivata,
     	e tutti gli dèi e avendo detto ai brahmani di cantarne le lodi,

   7 	compiuta la pradakṣiṇa del monte, partiva verso dvārakā,
     	la assaliva il kuntīde e con violenza la faceva salire sul carro,

   8 	quindi quella tigre fra gli uomini rapita quella dallo splendido sorriso,
     	col carro quasi fosse un uccello, volava verso la sua città,

   9 	rapita avendo visto Subhadrā, un drappello di soldati,
     	gridando si affrettavano tutti verso la città di dvārakā,

  10 	e riunitisi tutti insieme nell'assemblea di giustizia,
     	il capo dell'assemblea informavano della violenza del pṛthāde,

  11 	costoro avendo udito, il capo dell'assemblea batteva
     	il tamburo di guerra dal grande rumore, e adornato d'oro fino,

  12 	allarmati dal quel suono, i vṛṣṇi i bhoja e gli andhaka allora,
     	lasciando il cibo e il bere, insieme giunsero all'assemblea allora,

  13 	quindi su seggi colle loro parti d'oro fino, con preziosi tappeti, 
     	e varie gemme e coralli splendenti come il fuoco acceso,

  14 	si distribuirono quelle tigri fra gli uomini, i grandi guerrieri vṛṣṇi e andhaka,
     	su centinaia di troni splendenti come i fuochi sugli altari,

  15 	nella loro assemblea come quella di dèi seduti insieme,
     	il capo dell'assemblea col suo seguito, raccontava dell'impresa di Jiṣṇu, 

  16 	questo avendo udito gli eroi dei vṛṣṇi, con gli occhi rossi dalla rabbia,
     	non tollerando l'agire del pṛthāde si alzarono orgogliosi:

  17 	“aggiogate i carri in fretta prendete le armi, 
     	 e gli archi,  e le preziose corazze.” gridavano,

  18 	e alcuni gridavano ai figli: “ aggiogate i carri.”
     	alcuni da soli conducevano i cavalli ornati d'oro,

  19 	prendendo i carri, le corazze e gli stendardi,
     	per il gridare di quegli uomini valorosi, allora vi era grande confusione,

  20 	Balarāma agitato allora, alto come la sommità del monte kailāsa, 
     	vestito di blu, aspro per l'eccitazione questo discorso diceva:

  21 	“perchè così agite o privi di saggezza, mentre Janārdana resta in silenzio,
     	non conoscendo la sua idea, infuriati rumoreggiate senza senso,

  22 	immediatamente quell'intelligentissimo sia richiesto della sua opinione, 
     	quando avrete il suo assenso per agire, allora agite con alacrità.”

  23 	quindi udito questo discorso dall'armato del vomere, diretto al cuore,
     	in silenzio divennero allora tutti e: “bravo bravo!” dissero

  24 	cessato così l'appropriato discorso di Baladeva il saggio,
     	di nuovo tutti si sedettero in mezzo all'assemblea,

  25 	allora Kāmapāla disse a Vāsudeva distruttore di nemici:
     	"perchè stai seduto guardando in basso o Janārdana,

  26 	il pṛthāde per causa tua fu onorato da tutti noi o incrollabile,	,
     	ed egli non merita questo onore, quel malvagio disonore della famiglia,

  27 	quale uomo qui avendo mangiato il cibo può distruggerne il recipiente?
     	forse un uomo che si ritenga nato in una nobile famiglia?

  28 	e quale uomo che desideri divenir parente e che pensi ai servigi avuti,
     	 anche solo in vista di ricchezze agirebbe con violenza?

  29 	egli disonorando il nostro nome e disprezzando il lunghi-capelli,
     	rapendo oggi con violenza Subhādra la morte merita,

  30 	perché ha messo il suo piede sulla mia testa?
     	io lo perdonerò o govinda, come il serpente perdona un calcio,

  31 	oggi da solo io renderò la terra priva del kaurava,
     	non posso perdonare questa trasgressione di Arjuna.”

  32 	urlando con un frastuono di tamburo simile a tuono allora
     	lo approvavano tutti bhoja, i vṛṣṇi e gli andhaka.